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e soprattutto perchè pubblicare uno studio del genere proprio adesso? perchè gli ospedali? vabbè...
OSPEDALI A RISCHIO IN CASO DI SISMA. "3 SU 4 CROLLEREBBERO. LA MAGGIOR PARTE AL SUD"
Martedì 05 Marzo 2013 - 16:08
ROMA - Da luoghi di cura a potenziali trappole mortali. Con il crollo della palazzina alla Riviera di Chiaia a Napoli, per fortuna senza vittime, torna d'attualità la sicurezza statica degli edifici ospedalieri. O per meglio dire la non sicurezza. Stando infatti a una denuncia del Sindacato medici italiani (Smi) che cita l'ultima inchiesta parlamentare sull'efficienza del servizio sanitario nazionale, da un'indagine a campione su 200 ospedali è emerso che, in caso di scossa di terremoto, il 75% addirittura si sbriciolerebbe.
A Napoli il più esposto a questo rischio è lo storico ospedale Annunziata. «È un fatto gravissimo - dicono il presidente nazionale e il segretario organizzativo regionale dello Smi, Giuseppe Del Barone e Mario Iovane - L'ospedale dovrebbe essere il luogo più sicuro, dovrebbe garantire il massimo della tranquillità ai pazienti e ai professionisti che vi operano. E invece ci troviamo ancora di fronte a situazioni di profondo degrado che addirittura mettono a rischio la vita delle persone. Non si possono non avere negli occhi le immagini strazianti di quanto successo a L'Aquila, la storia dovrebbe insegnare».
Secondo lo studio a campione citato dallo Smi, il 75% dei 200 edifici ospedalieri presi in esame mostra gravi carenze e si sbriciolerebbe nel caso di un sisma di 6,2 o 6,3 gradi Richter. Altrettanto alto il numero di ospedali che da una scossa ne uscirebbe fortemente lesionati e inagibili. Le strutture più esposte a questo rischio, secondo lo studio, sono distribuite lungo l'arco appenninico, nella zona dell'Italia centrale e soprattutto meridionale, in particolare in Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia.
A Napoli 2 corpi dello storico ospedale Annunziata che risalgono al 1889 sono nella black list delle strutture più pericolose. «La cosa più grave - dicono Del Barone e Iovane - è che non è mai stata fatta una ricognizione organica sulla sicurezza statica di tutte le strutture ospedaliere d'Italia e della Campania. Conosciamo l'attenzione del presidente Caldoro per queste tematiche e a lui facciamo appello affinchè si prepari un rapporto preciso e dettagliato sulle negatività degli ospedali campani e si proceda con un piano di interventi per metterli in sicurezza».
Ma di sicurezza in ospedali e guardie mediche si parla anche da un altro punto di vista. Secondo lo Smi, in particolare a Napoli e provincia, ci sono presidi che per affluenza, condizioni di lavoro e soprattutto per episodi di violenza e aggressioni, espongono a gravi rischi medici e pazienti. Si tratta in particolare del Cardarelli, del San Giovanni Bosco, del Loreto Mare delle guardie mediche di San Giorgio a Cremano e Scampia e degli ospedali di Boscotrecase e Castellammare di Stabia. «Sono anni che si fanno denunce su questo problema - dicono il vicesegretario nazionale e quello regionale Luigi De Lucia e Salvatore Marotta - e sono anni che vengono avanzate proposte di vario genere. Ma una prima soluzione è semplicissima: istallare subito telecamere a circuito chiuso».