Scritto da Elke
hai un "occhio" particolare, davvero.
Forse è solo un occhio che ha sete di incanto e che quindi si è allenato a riconoscerlo...
Quando Haria dice: "è l' intento che da alla percezione il comando di alinearsi al respiro della bellezza" da un' indicazione molto importante, infatti afferma che è un' attitudine che si può coltivare. Non è solo qualcosa di spontaneo.
Molte persone ad una certa età dicono sospirando: "il mondo non è più quello di una volta...", queste persone vivono solo di ricordi, forse in gioventù anch' essi percepivano l' incanto ma poi ad un certo punto hanno perso l' attitudine e non sapendo il perchè di questo, pensano sia stato il mondo intorno a loro a cambiare. Alcuni artisti al contrario, ma soprattutto i mistici e gli sciamani, fanno crescere questa attitudine nel tempo.
Ora se ciò è vero, una domanda nasce spontanea: cosa ci fa perdere l' allieamento con l' incanto? E cosa invece lo potenzia?
Ad esempio chi ha una grande sete di successo, di soldi e di potere in un certo senso divenire "ceco" all' incanto. Io stesso in una certa misura l' ho sperimentato e mentre osservavo il cambiamento avvenire in me ho scritto queste parole:
"il silenzio della neve è vuota tristezza agli occhi dell' ego e sublime pienezza agli occhi del cuore".
....e voi, ricercatrici e ricercatori, cosa avete osservato in merito?
Solo un' amore inflessibile verso ciò che da riparo ai suoi esseri può concedere libertà allo spirito di un guerriero
Carlos Castaneda