Breve resoconto militare della prima guerra mondiale

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Pius Augustus
00domenica 28 maggio 2006 16:24

Le cause scatenanti

Tutta una serie di fattori contribuirono allo scoppio della prima guerra mondiale: il più importante è indubbiamente la smisurata crescita della Germania dal 1870 al 1914, la quale era passata da una popolazione di 49 milioni di persone nel 1870 era arrivata a 66 al principio della guerra, surclassando sia la Francia (40 milioni) sia l'Austria (52 milioni) e arrivando a mettere in serio pericolo i primati di popolazione dell'impero britannico e della Russia.
Economicamente poi la Germania aveva superato non solo Francia, Austria e Russia, ma nel primo decennio del ventesimo secolo era più forte economicamente anche della Gran Bretagna e solo il potenziale ampiamente inespresso degli USA poteva superarla.
A questa grande crescita economica era corrisposta una ancor più grande espansione dell'importanza politica della Germania: nelle guerre per l'unificazione tedesca la Prussia aveva sconfitto sia l'Austria sia la Francia, che erano state per secoli i colossi militari d'Europa e Bismarck aveva creato una rete di alleanze capace di isolare la Francia nel suo revanscismo sull'Alsazia Lorena, strappatale nel 1870. Al congresso di Berlino Bismarck aveva ottenuto un impero coloniale in Africa, e la Germania poteva contare su alcuni avamposti insulari nel pacifico.
Tuttavia Bismarck si era sempre astenuto dal tentare di imporre la propria forza al resto d'Europa con una politica aggressiva che avrebbe potuto provocare una coalizione europea contro la Germania.
Durante il regno dell'incauto Guglielmo II si verificò proprio questa eventualità. La politica aggressiva del nuovo Kaiser, che aveva esautorato Bismarck, consisteva nell'affermare la potenza della Germania con costanti prove di forza come la creazione di una potente marina - cosa che avrebbe inimicato la Gran Bretagna - e l'appoggio all'Austria nelle sue velleità espansionistiche nei Balcani - che avrebbe reso nemica la Russia.
Dunque alla tradizionale inimicizia della Francia si aggiunse quella dell'Impero Britannico e della Russia che stipularono una serie di accordi diplomatici e militari che culminarono nella Triplice Intesa, e che avevano come scopo evidente il contenimento della forza tedesca.

Altri fattori erano le rivalità fra le varie potenze europee, che complicavano ulteriormente la questione, come la volontà di penetrazione russa nei Balcani che si opponeva all'analoga volontà austriaca, l'irredentismo italiano per Trento e Trieste, le pressioni rumene per la Transilvania in mani austriache, l'aspirazione della Serbia ad unificare tutti gli slavi del sud.

Un altro fattore di grande importanza è quello che è stato chiamato "l'apocalittico meccanismo militare": ogni nazione aveva sviluppato dei propri piani strategici che prevedevano l'attacco a questo o quel nemico, e , vista la complessità di quei piani, studiati per decenni, la diplomazia doveva adattarsi a questi perdendo quasi ogni flessibilità.Ad esempio la Germania non poteva pensare ad uno scontro limitato alla Russia poichè i suoi piani prevedevano un attacco alla Francia, e allo stesso modo la Russia, i cui piani prevedevano un attacco alla Germania non potevano entrare in guerra solo contro l'Austria.
Insomma i diplomatici erano nelle mani dei militari.

A ciò va aggiunto il clima di esasperato nazionalismo dell'epoca, che era la degenerazione del patriottismo tipico del romanticismo che aveva portato alle rivoluzioni nazionali del secolo precedente. In questo clima la guerra era considerata qualcosa di inevitabile, ma non temuta, poichè ogni nazione - tranne forse l'Austria - era sicura di vincere in breve.

Dunque, quando l'Austria mandò un ultimatum alla Serbia e, sebbene questo fosse stato sostanzialmente accettato dalla Serbia, dichiarò guerra, la Russia mobilitò e dichiarò guerra all'Austria, a sua volta la Germania dichiarò guerra alla Russia e in breve la Francia dichiarò guerra alla Germania. Le uniche grandi potenze rimaste neutrali erano Gran Bretagna e Italia.

Quindi le cause della guerra furono molteplici, anche se lo scoppio viene fatto risalire all’uccisione dell’erede al trono austriaco, l’arciduca Francesco Ferdinando e della moglie a Sarajevo, per opera dello studente nazionalista serbo Gavrilo Princip il 28 giugno 1914

Respinto l’ultimatum austriaco alla Serbia, l’Austria dichiarò guerra alla Serbia e la invase il 28 luglio 1914, provocando la mobilitazione russa in aiuto alla Serbia e la dichiarazione di guerra della Germania contro Russia (1° agosto) e Francia (3 agosto). Già da anni la Germania stava preparando i piani per un attacco alla Francia. Essa contava di ripetere il fulmineo successo del 1870.

Pius Augustus
00domenica 28 maggio 2006 16:25
Le forze in campo

All’inizio della guerra ogni nazione sembrava certa di poter vincere senza problemi ed in breve tempo, poiché tutti gli stati maggiori erano ancora fortemente influenzati non solo dalle lezioni delle guerre d’unificazione tedesca, ma addirittura dalle guerre napoleoniche. I generali studiavano le tattiche della cavalleria annibalica e le evoluzioni delle fanterie di Napoleone sperando di poterle replicare sul campo per ottenere facili vittorie.
In realtà l’industrializzazione aveva modificato profondamente il modo di far la guerra, con l’introduzione di macchine in grado di sterminare gli eserciti con una capacità mai vista prima: era il penultimo passo della rivoluzione militare iniziata dal rinascimento in Europa che tentava di racchiudere in un’arma da fuoco il potenziale distruttivo della fora umana. L’ultimo passo sarebbe stata l’atomica.
Le mitragliatrici potevano rendere alcune posizioni praticamente imprendibili ed un uomo che ne aveva una poteva uccidere anche 20 uomini prima di poter essere sopraffatto in uno scontro aperto.
Le artiglierie erano ancor più devastanti e potevano non solo spazzare il campo di battaglia ma addirittura colpire le posizioni nemiche riparate poiché disponevano di una grande gittata.
La guerra doveva dunque dare maggiori possibilità alla tattica difensiva che era molto facilitata da queste nuove armi, mentre l’offensiva doveva adattarsi alle nuove condizioni e sviluppare nuove tattiche, che però non venero sviluppate, e parzialmente, che dai tedeschi verso la fine della guerra.

Questo il quadro generale, vediamo ora le specifiche condizioni dei vari stati in guerra e non:

Germania: la Germania era senza alcun dubbio il paese più forte d’Europa produttivamente e militarmente.
La sua rete ferroviaria era sviluppatissima e costruita avendo sempre presentente le necessità militari, dunque permetteva spostamenti veloci per linee interne, cosa che si rivelò importantissima, come lo era stata nelle guerre precedenti.
La forza industriale del paese poteva reggere un confronto prolungato senza dare segni di cedimento, anche se solo se adeguatamente rifornita, e la popolazione era ben preparata e con un livello culturale elevatissimo. Questo aveva naturalmente effetto sulle truppe, che erano dunque più istruite e preparate di quelle degli altri paesi, come pure l’ottimo corpo ufficiali, spina dorsale dell’esercito.
I generali non avevano compreso le nuove implicazioni della guerra moderna,e Moltke era un incapace, però lo stato maggiore tedesco era di livello superiore a quelli di ogni altra nazione, con più inventiva e capacità di adattamento.
Inoltre la Germania poteva contare su una popolazione di 66 milioni di uomini, inferiore solo a quella russa, ma con maggiori capacità di mobilitazione, tant’è che i tedeschi mobilitati furono più dei russi.
Tutte queste caratteristiche facevano della Germania una nazione pronta alla guerra, anche contro più nazioni contemporaneamente.
Austria-Ungheria: la situazione dell’Austria era peggiore; l’economia imperiale, sebbene fosse cresciuta negli ultimi anni, era molto più debole di quella tedesca, e non poteva reggere uno scontro molto prolungato senza l’aiuto tedesco.
Le tensioni sociali fra le varie etnie rendevano difficile la guerra contro nazioni slave come la Russia o la Serbia, e c’erano continue spinte verso l’indipendenza da parte degli Slavi.
Gli ufficiali erano però abbastanza preparati, anche se non al livello tedesco, e se i generali erano spesso inetti, a questo suppliva la fiducia che i soldati avevano in essi:in effetti l’esercito fu l’ultima istituzione austriaca a cadere.
Le linee ferroviarie erano mediocri e la mobilitazione inefficiente, e questo rendeva difficile una strategia che puntasse sulla velocità di azione.
La popolazione austriaca era più numerosa di quella francese, e ammontava a quasi 60 milioni di uomini, e questo era un grande punto di forza.
Insomma, il pessimismo dei comandanti austriaci all’entrata in guerra appariva giustificato ma non troppo.

Francia: la Francia si era ripresa notevolmente dalla crisi del 1870 ed era tornata ad essere una potenza di tutto rispetto: la sua popolazione di 40 milioni di uomini era forse non troppo elevata, ma l’esercito francese era incredibilmente grande in relazione alla popolazione, pur restando più piccolo di quello tedesco. Le ferrovie erano buone e la forza industriale del paese discreta.
Il problema erano i comandanti: avevano una mentalità assolutamente arretrata ed erano di scarsa professionalità sebbene avessero lunga esperienza.
Non seppero adattarsi fino alla fine della guerra alle nuove tattiche, ed anche allora in modo inferiore a quello tedesco.
Essi partivano ancora dal presupposto che il materiale contasse meno dello spirito, e tutti i loro piani si basavano sull’attacco.
Le capacità di mobilitazione erano abbastanza buone e permettevano di mettere in campo un forte esercito in breve tempo.
In pratica i Francesi potevano combattere con ottime possibilità una guerra contro qualunque nazione, tranne la Germania. Purtroppo per loro, era proprio contro questa che avrebbero dovuto combattere.

Russia: la Russia appariva un gigante: la sua popolazione era la maggiore d’Europa ed il suo territorio sconfinato, come le risorse potenziali. Il mito del “rullo compressore russo” che avrebbe schiacciato i germanici, era molto diffuso in Europa. Del resto la Russia aveva accresciuto la sua forza industriale in modo notevole negli anni precedenti la guerra, e la sconfitta per mano del Giappone poteva essere attribuita alla lontananza del teatro d’operazioni.
In effetti la Russia avrebbe potuto vincere senza problemi una guerra contro Austria e Turchia, ma non contro la Germania. Le sue capacità di mobilitazione erano abbastanza efficienti, ma la vastità del paese e la scarsità di linee ferroviarie la rendevano molto lenta.
L’istruzione del popolo era bassissima, e il corpo ufficiali scadente, come pure i generali.
Soprattutto, l’industria russa non poteva reggere senza aiuti alleati un lungo confronto.

Gran Bretagna:
Il ruolo dell’Inghilterra in una eventuale guerra sarebbe stato particolare: l’impero britannico aveva iniziato il secolo come la più grande potenza del globo, con un territorio pari ad un terzo del globo ed una marina numericamente superiore a quelle di tutto il resto del mondo. La popolazione era enorme, anche se solo quella nelle isole britanniche era bene addestrata.
Tuttavia nel primo decennio del secolo era decaduta notevolmente, ed aveva perso il primato economico, anche se finanziariamente era ancora potentissima.
La sua marina era ancora la più forte anche se quella tedesca era in rapida espansione; il fatto che fossa una nazione insulare le permetteva di non temere attacchi diretti e di concentrarsi solo sulla marina, ma ciò aveva anche causato che l’esercito fosse praticamente trascurabile.
Nonostante ciò era una forza professionale e bene addestrata.

In ogni caso, l’influenza che avrebbe avuto in un conflitto immediato era limitata perché per creare un esercito numeroso come quelli continentali sarebbe occorso molto tempo.

La potenza finanziaria inglese permetteva di sostenere economicamente gli alleati in maniera molto efficace, come del resto gli inglesi avevano sempre fatto. Questa sarebbe stata la primaria importanza dell’impero: sostenere le altre nazioni mentre si preparava ad impiegare la sua forza potenziale.

Italia: L’Italia era la più debole delle grandi potenze sotto molti aspetti; la sua economia era terribilmente arretrata e mancava di un efficace struttura ferroviaria.
L’industria era concentrata solo nel nord e non molto sviluppata, mentre il livello culturale della popolazione era terribilmente scarso.
L’esercito era guidato da generali dalle competenze pressoché nulle, forse addirittura inferiori a quelli francesi, che non si sarebbero mai adattati alle tattiche moderne. Gli ufficiali erano poco preparati e la tendenza all’antimilitarismo era forte.
Questi fattori rendevano l’Italia un combattente molto debole se non adeguatamente supportato dagli alleati.
Ciononostante la popolazione era notevole - 37 milioni - e il livello dell’equipaggiamento non particolarmente scadente.
Globalmente il paese, se ben supportato, poteva sviluppare la sua potenza velocemente e creare una forza combattente abbastanza forte.
Dunque l’Italia era potenzialmente abbastanza forte, ma solo se adeguatamente appoggiata dagli alleati.
Pius Augustus
00domenica 28 maggio 2006 16:25
Lo sviluppo delle operazioni:1914


I piani di guerra tedeschi prevedevano la rapida sconfitta della Francia per poi potersi concentrare sulla Russia,approfittando della lentezza della mobilitazione di quest’ultima.
Il piano Schliffen - dal nome del creatore - prevedeva l’aggiramento delle posizioni fortificate francesi sul confine orientale del paese attraverso il neutrale Belgio. L’esercito avrebbe dovuto oltrepassare Parigi senza attaccarla per poi tagliare fuori l’intera Francia orientale.
In Prussia orientale sarebbero rimaste solo poche guarnigioni per contenere eventuali attacchi da parte dei russi.
I Francesi non avevano capito le intenzioni dei tedeschi,e,anzi pensavano di attaccare le posizioni tedesche in Alsazia Lorena subito dopo la dichiarazione di guerra.


Le operazioni in Occidente

Dunque, proprio mentre i Francesi attaccavano le forti linee difensive tedesche nell’Alsazia Lorena, nella cosiddetta “Battaglia delle frontiere”, e vennero respinti con gravissime perdite, i Tedeschi invasero il Lussemburgo e il Belgio, respingendo i Belgi sempre più a nord e conquistando Bruxelles. I Francesi - al comando di Joffre - avendo realizzato il pericolo, furono presi dal panico e tentarono disperatamente di creare una linea difensiva davanti a Parigi, ma sembrava un’impresa disperata.
Dopodichè i tedeschi si diressero a sud penetrando in territorio francese, ormai ad un passo da quella che poteva essere una vittoria incredibilmente facile e completa.
A quel punto però i Tedeschi iniziarono a commettere una serie di errori che compromisero l’esito della battaglia.
Innanzitutto Moltke indebolì la forza d’attacco spedendo molte forze ad est, in Prussia orientale, spaventato dalla minaccia di un’invasione russa - colmo dell’ironia, queste forze non arrivarono in tempo per prendere parte alla grande vittoria tedesca contro i Russi a Tannenberg - poi i Tedeschi in Alsazia Lorena, che avevano respinto l’attacco francese, passarono al contrattacco sospingendo le forze francesi indietro, cosicché queste si trovarono più vicine a Parigi nel momento critico.
Inoltre l’invasione del Belgio - e dunque il pericolo nella manica - aveva provocato l’intervento dell’Inghilterra che aveva inviato un corpo di spedizione - il BEF - al comando di Sir John French, che si era schierato con i Francesi nel nord del fronte.
Infine Moltke non fu abbastanza paziente da attendere che l’accerchiamento fosse completo e si lanciò direttamente su Parigi.
Joffre allora concentrò tutte le forze possibili verso la capitale, che era il nodo strategico, delle comunicazioni, politico e militare del paese.
Gli Inglesi rallentarono l’avanzata tedesca, anche se le loro forze furono quasi annientate; alla fine i Francesi, nella strenua battaglia della Marna, riuscirono ad arrestare i Tedeschi.
A quel punto Moltke non trovò altra via d’uscita che la ritirata e infatti i tedeschi si ritirarono notevolmente pur mantenendo una profonda penetrazione in Francia e in Belgio.
Le perdite tedesche erano state gravissime, ancor più di quelle francesi, pur ingenti.

Pur arrivando molto vicini alla vittoria i Tedeschi, per colpa di Moltke, non l’avevano raggiunta ed ora dovevano fronteggiare l’avanzata russa da est.
La guerra sul fronte occidentale da allora sarebbe stata una guerra di logoramento.

Pius Augustus
00domenica 28 maggio 2006 16:26
Gli eventi sul fronte orientale


Mentre i Tedeschi sferravano la loro offensiva ad Occidente i Russi si preparavano ad attaccare a loro volta.
I piani di guerra russi prevedevano un attacco a tenaglia da sud e da est verso la Prussia Orientale, che come abbiamo visto era guarnita da poche divisioni tedesche.
I Russi mobilitarono più velocemente di quanto si fossero aspettati i Tedeschi e l’armata di Samsonov e Rennenkampf che invase la Prussia era più del doppio, in termini numerici, delle forze difensive tedesche.
Inizialmente i Russi colsero facili successi:penetrarono senza incontrare resistenza e provocarono il ritiro dall’occidente delle preziose divisioni tedesche.
Nel piano russo c’erano però notevoli pecche, come l’impossibilità di avanzare velocemente e con decisione a causa dell’inadeguatezza delle linee ferroviarie in Polonia, e della diversa struttura dei binari in Prussia che rendeva impossibile ai Russi l’utilizzo delle ferrovie locali. Samsonov e Rennenkampf erano poi pessimi generali che si “odiavano cordialmente” e che arrivavano al punto di augurarsi l’un l’altro la sconfitta.
A quel punto però i Tedeschi sferrarono contrattacco e dopo una serie d scontri incerti la loro superiorità tattica consentì loro la vittoria a Tannenberg.
A quel punto i Russi, per salvare l’armata si ritirarono verso la Polonia incalzati dai Tedeschi.

Intanto gli Austriaci stavano conducendo la loro personale guerra in Serbia, e con cattivi risultati: l’armata di Potiorek, che era penetrata in territorio serbo era stata fermata dalla difesa nemica e ricacciata indietro.
Entro breve un nuovo tentativo venne portato avanti e con forze superiori; in effetti i risultati sembrarono migliori.
Belgrado venne occupata dopo pochi giorni dall’inizio dell’offensiva.
Tuttavia i Serbi utilizzarono le loro poche forze rimanenti per sferrare un contrattacco che riconquistò Belgrado e penetrò nello stesso territorio austriaco.
Ma il peggio doveva ancora venire: nella convinzione di riuscire a piegare la Serbia gli Austriaci avevano lasciato relativamente poche truppe in Galizia, sul confine con la Russia, e tuttavia sferrarono comunque alcuni attacchi al confine.
I Russi allora passarono a loro volta all’attacco e sfondarono il fronte austriaco facendo 200.000 prigionieri.
La sconfitta imperiale fu talmente grave da pregiudicare la forza austriaca per tutto il corso della guerra.
I Russi avanzarono nei Carpazi fin quasi alla pianura ungherese quando si fermarono a causa delle sconfitte che stavano subendo a nord contro i tedeschi.


Ad occidente intanto il fronte subiva li ultimi assestamenti: i Tedeschi stabilivano una solida linea di difesa notevolmente all’interno del territorio francese e di buona parte del Belgio.
La cosiddetta “corsa al mare” compiuta dai due eserciti per occupare la costa a nord fu vinta dagli alleati che riuscirono a mantenere i porti essenziali per la collaborazione fra Inghilterra e Francia.
Pius Augustus
00domenica 28 maggio 2006 16:29

Il 1915

Il fronte orientale

Se il 1914 aveva visto gli avvenimenti fondamentali avvenire sul fronte occidentale nel 1915 l’attenzione si spostò ad oriente:i Russi si erano ritirati dalla Prussia orientale ed ora si preparavano a combattere per la Polonia,mentre a sud avevano inflitto durissime sconfitte all’Austria-Ungheria.
Gli Austriaci avevano subito tante perdite da non essere in grado di sferrare contrattacchi immediati,quindi toccò ai Tedeschi riconquistare la Galizia con una serie di fortunate offensive nei Carpazi,che riuscirono tanto bene che alla fine dell’anno la Galizia era del tutto in mano austriaca.
A nord intanto i Tedeschi avevano peccato di inerzia rimandando troppo a lungo il tentativo di accerchiamento delle forze russe in Polonia.Queste persero ininterrottamente terreno e quando videro che i Tedeschi potevano facilmente tagliarli fuori dalle loro linee di rifornimento calando da nord sulle loro retrovie decisero di ritirarsi e così salvarono il grosso della loro armata dalla distruzione.
Ciononostante avevano perso centinaia di migliaia di uomini nel corso della loro campagna e la loro macchina bellica era terribilmente mutilata,inoltre l’intera Polonia era ora in mano ai Tedeschi.
Però i Tedeschi non affondarono il colpo e decisero di concentrarsi sull’Occidente e dunque persero un ottima occasione di annientare la Russia nel 1915.

Pius Augustus
00domenica 28 maggio 2006 16:29
Il fronte occidentale

Nel 1915 ad occidente gli alleati tentarono ripetutamente di scacciare i Tedeschi dal territorio francese e belga,ma con scarsi risultati.
La guerra di trincea che si era venuta a creare in Occidente si svolgeva sempre secondo un determinato copione:gli alleati bombardavano con l’artiglieria,mandavano le fanterie all’attacco contro le mitragliatrici e le artiglierie tedesche,avanzavano per poche centinaia di metri e poi indietreggiavano dinnanzi al contrattacco tedesco; il tutto senza che la situazione del fronte cambiasse minimamente e con perdite che si contavano in centinaia di migliaia di uomini.
Gli attacchi di Neuve Chapelle e di Arras ne furono esempi perfetti,e la continua ed efficace mobilitazione delle risorse inglesi non fu sufficiente a sbloccare la situazione.
Il 1915 ad Occidente vide dunque il graduale dissanguamento dei Francesi e il continuo accrescimento delle forze inglesi,le quali tuttavia subivano anche esse gravi perdite.

Pius Augustus
00domenica 28 maggio 2006 16:29
La guerra sul fronte italiano nel 1915

Quando l’Italia entrò in guerra al seguito delle pressioni degli interventisti non era sufficientemente preparata per un lungo conflitto ma diversi fattori sembravano preannunciare una facile vittoria:gli austriaci avevano subito terribili sconfitte nei Balcani e le forze italiane godevano di una superiorità di 3 a 1.
Purtroppo però i generali italiani,compreso il comandante supremo Cadorna,non avevano imparato nulla sulla dura realtà della guerra di trincea e questo fu ampiamente dimostrato dalla prima campagna combattuta dagli Italiani sull’Isonzo:le fanterie italiane inizialmente ottennero buoni successi ma appena arrivati alle pendici delle montagne che costituivano la formidabile linea di difesa naturale degli Austriaci subirono gravissime perdite ed in una serie di battaglie furiose –chiamate sempre battaglie dell’Isonzo-non riuscirono ad avere la meglio.
Anche il fronte italiano dunque si era cristallizzato in una guerra di trincea,e ciò era in gran parte dovuto alla riluttanza dei Serbi ad effettuare contemporanee pressioni contro gli Austriaci e alla contemporanea disfatta dei Russi in Galizia.Anche le seguenti sei offensive non avrebbero ottenuto risultati migliori.

Pius Augustus
00domenica 28 maggio 2006 16:31
La guerra in Medio Oriente

La guerra arrivò in medio oriente con le due navi da guerra tedesche che dopo un avventuroso viaggio attraverso il mediterraneo riuscirono a sfuggire agli Inglesi ed a arrivare a Costantinopoli.
Li fecero pressioni sul sultano perché cedesse alle richieste della fazione filotedesca della sua corte.
Essendo comunque già in precedenza la Turchia orientata a favore dei Tedeschi,la decisione fu presa in breve tempo:l’Impero ottomano entrò in guerra contro l’intesa e bloccò gli stretti,vitale via di rifornimento della Russia,ora isolata.
Gli Inglesi decisero di annientare immediatamente la minaccia turca con uno sbarco nei Dardanelli,a Gallipoli,ma la lentezza nelle operazioni,la tenacia dei Turchi,la presenza di ottimi ufficiali tedeschi-e di Mustafa Kemal- e il mancato concorso dei Greci a causa delle pressioni russe in senso contrario,causarono la sconfitta dopo durissimi scontri delle forze da sbarco anglofrancesi.
Nel Sinai intanto i Turchi avevano iniziato una marcia verso Suez,venendo però facilmente respinti dagli Inglesi,i quali però non poterono inseguirli.
I Turchi inoltre sferrarono anche un offensiva nel Caucaso,dover però andarono incontro ad una terribile sconfitta ad opera dei Russi,che iniziarono un’avanzata che li avrebbe portati ai confini dell’Anatolia.
Dunque nonostante le numerose sconfitte Turche i Dardanelli rimanevano bloccati e la Russia isolata.

La conquista della Serbia

Gli Austriaci,dopo essere riusciti a contenere gli Italiani sull’Isonzo decisero di eliminare una volta per tutti la minaccia serba.
In questo era aiutata questa volta dall’entrata in guerra di Bulgari e Turchi che inviarono contingenti per attaccare i Serbi da est.
L’esercito asburgico attaccò da nord e,nonostante la risoluta difesa serba costrinse il nemico ad una ritirata verso l’Adriatico per evitare di essere accerchiato dalle armate bulgaro-turche provenienti da Est.
L’esercito serbo fu evacuato da navi da trasporto italiane e si sarebbe ricongiunto agli alleati in seguito.
Intanto gli anglofrancesi provenienti dai Dardanelli erano sbarcati a Salonicco per venire in aiuto alla Serbia senza però poter far altro che aprire un nuovo fronte,che avrebbe risucchiato sempre più uomini inattivi,tanto da essere chiamato dai Tedeschi “il nostro più grande campo di concentramento”.
Eppure nel 1918 questo sarebbe stato il primo fronte degli Imperi centrali a crollare.

Pius Augustus
00domenica 28 maggio 2006 16:31
Il 1916

La guerra navale:la battaglia dello Jutland

La guerra navale fu probabilmente il più importante fattore che permise agli alleati di avere alla fine la meglio soffocando la Germania con la soppressione del suo commercio.
La flotta inglese di superficie era di gran lunga superiore a quella tedesca e dunque poteva impedire il transito delle navi commerciali tedesche nel Mare del Nord e nella Manica.
I Tedeschi non tentarono mai di forzare il blocco con la loro comunque forte flotta di superficie,tranne che nel 1916,nella cosiddetta battaglia dello Jutland.
Le navi tedesche uscirono in mare e si “sfiorarono” con quelle inglesi in un lungo scontro fra due flotte in movimento.
Sebbene i Tedeschi riuscissero a distruggere più navi degli Inglesi le loro perdite furono tanto gravi da pregiudicare l’esito ogni futuro attacco.
Gli Inglesi erano riusciti a mantenere il loro primato sul mare,il che era di enorme importanza.

Il fronte Occidentale e la battaglia di Verdun

Se nel 1915 l’attenzione generale si era rivolta ad Est,nel 1916 tornò a concentrarsi ad Occidente;gli alleati si erano decisi a sferrare una serie di offensive simultanee su tutti i fronti,ma le iniziative tedesche li presero in contropiede.
Il comandante supremo tedesco,Falkenhaun,che aveva sostituito da tempo l’inetto Moltke,decise di dissanguare la Francia con una guerra d’attrito sulla fortezza di Verdun,il “cuore della Francia”,prevedendo che con la distruzione delle forze francesi gli Inglesi,i Russi e gli Italiani non avrebbero avuto possibilità di continuare la guerra.
L’attacco iniziò con dei buoni successi e due dei tre forti francesi a difesa di Verdun caddero in mani tedesche.
Tuttavia i Francesi ripresero e iniziarono a convogliare tutte le loro forze su Verdun.
Lo scontro fu durissimo e i contendenti persero centinaia di migliaia di uomini entrambi.
Alla fine i Tedeschi cessarono le loro offensive poiché il rapporto delle perdite si era volto in loro sfavore,ma i Francesi avevano subito perdite paralizzanti.
Ormai i Francesi nel 1916 non avrebbero potuto combattere grandi battaglie con ragionevoli possibilità di vittoria.
Gli Inglesi avevano intanto sferrato l’offensiva della Somme dove subirono enormi perdite con risultati minimi,schiantandosi contro le trincee tedesche.
Tuttavia la pressione sulla Somme contribuì a fermare i Tedeschi a Verdun.

Il fronte Orientale e l’offensiva Brusilov

I Russi nel 1915 erano stati sconfitti ma non annientati,e nel 1916 tornarono alla carica con ottimi risultati.I Tedeschi avevano ritenuto che i Russi fossero ormai paralizzati ma i fatti dimostrarono il contrario:per venire in aiuto dei Francesi a Verdun e degli Italiani attaccati dagli Austriaci in Trentino i Russi sferrarono un piccolo attacco in Galizia;questo venne sferrato quasi senza preparazione di artiglieria per non destare sospetti nel nemico,ed ebbe un successo del tutto inaspettato.
Gli Austriaci cedettero di schianto e le loro altre armate sui Carpazi vennero aggirate dai Russi,che fecero in appena due giorni 200.000 prigionieri. Era stata una vittoria ancora maggiore di quella del 1914,e gli Austriaci non si ripresero mai da una tale sconfitta.
Quest’offensiva ebbe diversi effetti tanto sugli sforzi offensivi austro-tedeschi in Italia e in Francia sia sulla grande strategia tedesca,che dovette concentrarsi di nuovo ad Oriente rinunciando allo sfondamento ad Occidente. Infine i successi Russi indussero la Romania ad entrare in guerra,evento non favorevole in fin dei conti all’Intesa.

Il fronte italiano e l’offensiva austriaca nel Trentino

Mentre i Tedeschi attaccavano Verdun gli Austriaci decisero di sferrare un offensiva contro il loro antico nemico italiano. Il comando austriaco chiese aiuto ai Tedeschi,che però rifiutarono di sferrare un attacco su un fronte che consideravano secondario,con il risultato che avrebbero dovuto farlo comunque l’anno dopo.
Gli Austriaci scelsero il Trentino come obbiettivo perché se avessero sfondato in quel settore avrebbero preso alle spalle l’intero esercito italiano sull’Isonzo e sul Carso.
L’attacco ottenne inizialmente ottimi risultati scardinando le linee di difesa italiane e arrivando sull’altipiano di Asiago; tuttavia e forze austriache non erano in grado di avanzare ancora a lungo senza rifornimenti adeguati e rinforzi,e la pausa che seguì permise agli Italiani di sferrare una controffensiva che indebolì l’esercito attaccante.
A quel punto l’esito dell’offensiva venne deciso dall’offensiva di Brusilov in Galizia,che costrinse anzi gli Austriaci a spostare truppe ad Est.
Gli Italiani prima riconquistarono parte del terreno perso e poi trasferirono velocemente le loro forze sull’Isonzo dove sferrarono un ennesima offensiva nella quale conquistarono Gorizia,anche se poi non proseguirono oltre.

Pius Augustus
00domenica 28 maggio 2006 16:32
La sconfitta della Romania

La Romania entrò in guerra in seguito ai successi dell’offensiva Brusilov pensando di poter assestare il colpo di grazia all’Austria già impegnata su tre fronti.
Questo evento fu accolto con molto ottimismo dagli alleati ma la verità era che la Romania era del tutto impreparata ad una campagna militare di rilievo;l’esercito era male armato anche se numeroso e i generali erano mediocri.
I Romeni comunque invasero la Transilvania austriaca ottenendo successi iniziali ma poi la loro offensiva si andò esaurendo da sola.
Fu allora che forze austrotedesche al comando di Falkenhayn passarono al contrattacco sospingendo i Romeni nel loro territorio.
Questi si attestarono su delle posizioni montuose all’accesso del paese riuscendo per qualche tempo a fermare i Tedeschi ma alla fine furono travolti.
Intanto i Bulgari attaccarono da sud entrando nel paese.
I Romeni in ritirata tentarono vagamente di difendere Bucarest ma vennero infine ricacciati nel nord del paese dove riuscirono ad attestarsi con l’aiuto dei Russi.
La campagna era terminata con un completo successo per gli imperi centrali che avevano ottenuto le grandi risorse economiche del suolo della Romania.
Pius Augustus
00domenica 28 maggio 2006 16:32

Il 1917

La sconfitta della Russia

In seguito all’inutile prosecuzione dell’inizialmente vittoriosa offensiva Brusilov i Russi avevano subito una incredibile quantità di perdite e avevano guadagnato assai poco terreno.
I Tedeschi avevano affiancato gli Austriaci e avevano iniziato a ricacciare l’esercito russo fuori dalla Galizia; inoltre a nord i Tedeschi avevano occupato Riga ed erano penetrati in Bielorussia.
Ormai l’esercito russo era allo sfascio e il morale interno era vicino al crollo.
L’inefficienza militare aveva accentuato il malcontento rivolto contro il corrotto entourage dello Zar,e la propaganda bolscevica promuoveva la fine della guerra,anche a costo di perdere molti territori.
Gli scioperi e le diserzioni erano all’ordine del giorno,e la fame imperversava in tutto il paese.
Una serie di tumulti e di insurrezioni culminanti nella rivoluzione dell’Ottobre del 1917 finirono con l’abbattere il regime zarista.
Sebbene la guerra continuasse -e il cambiamento di regime fosse inizialmente salutato con favore dall’Occidente- il nuovo governo che inizialmente era tendenzialmente democratico venne infine sostituito da un regime bolscevico,che iniziò a trattare la pace.
L’ultimo sforzo bellico russo fu la cosiddetta offensiva Kerenski,che ,sebbene iniziasse discretamente finì in un sanguinoso nulla di fatto.
Quando poi i Tedeschi attaccarono i Russi e i resti dell’esercito romeno in Romania annientandoli la fine della macchina bellica russa era inevitabile:entro la fine dell’anno non solo la Germania aveva imposto una pace umiliante a Russia e Romania,staccando dall’un tempo impero zarista Polonia,Ucraina,Finlandia e Moldavia,ma avevano addirittura portato gran parte delle loro forze ad Occidente per quella che speravano potesse essere la vittoria finale.

La battaglia di Caporetto

Nonostante le grandi vittorie contro la Russia la Germania aveva ancora dei seri problemi: in Francia si stavano ammassando ingenti forze americane e i Francesi si stavano riprendendo dalla precedente crisi.
Inoltre cattive notizie provenivano dal fronte italiano,dove l’Austria aveva appena combattuto l’undicesima battaglia dell’Isonzo.
In questa durissima battaglia l’esercito austriaco aveva resistito alle offensive italiane,ma aveva perso l’altopiano della Bainsizza ed era ormai talmente logorato ed indebolito da non poter resistere ad un'altra offensiva italiana.
Dunque i Tedeschi si trovarono a dover inviare delle truppe per scongiurare con un offensiva la minaccia italiana.
L’attacco venne portato nella zona di Tolmino,a nord delle zone più contese,e quindi più sguarnita.
La rivoluzionaria tattica tedesca delle infiltrazioni,che prevedeva l’attacco a sorpresa in un singolo settore per sfondare il più velocemente possibile,colse i sorpresa gli Italiani che cedettero di schianto,di fronte ad un nemico pur in inferiorità numerica.
Sebbene le posizioni arretrate opponessero una dura resistenza,l’intero schieramento italiano era ormai aggirato ed era inevitabile la ritirata.
Tedeschi e Austriaci fecero un enorme numero di prigionieri ma ormai le loro esigue forze non potevano proseguire oltre:gli Italiani si attestarono sulla linea del Piave e li respinsero i tentativi austriaci di sfondare ulteriormente.
In seguito arrivarono alcune divisioni alleate per impedire ulteriori crolli italiani,ma queste non furono attaccate,mentre lo furono ancora per qualche tempo gli Italiani,che però ressero bene.
La sconfitta italiana era stata devastante ma non fatale allo sforzo bellico della nazione:ora gli Italiani,al cmando di Diaz iniziarono a ricostruire le loro forze in una situazione migliore,essendo in posizione difensiva,ed in breve furono in grado di respingere le ulteriori offensive nemiche senza difficoltà.

Il fronte occidentale


Nel 1917 i Francesi sferrarono le offensive che portarono al punto di rottura il loro esercito: gli attacchi di Nivelle nello Champagne furono presentati come la grande offensiva che doveva porre fine alla guerra ma in pratica erano una ripetizione delle vecchie offensive,stessa tattica stessi risultati.
Questi attacchi portarono ad un incredibile diffondersi degli ammutinamenti e delle diserzioni,e i soldati si rifiutavano di attaccare ancora trincee intatte.
Alla fine degli scontri i Francesi non erano in grado di condurre ulteriori offensive.
Petain,l’eroe di Verdun,iniziò il lento processo di riabilitazione dell’esercito ponendosi giustamente in posizione difensiva e ricostruendo il morale a pezzi dell’esercito.
Dunque gli Inglesi dovevano ora sobbarcarsi tutto il peso delle offensive;ed in effetti ora il loro esercito in Francia era poderoso,ma i loro attacchi non portarono ad una soluzione del conflitto:dal 1915 in poi le battaglie si erano combattute sempre negli stessi luoghi,Ypres,Loos,la Somme,Neuve,Chapelle,ma nessuno di questi attacchi aveva modificato la situazione.
Nel Novembre 1917 gli Inglesi sembrarono sul punto di riuscirvi con lo sfondamento del fronte tedesco a Cambrai grazie all’impiego dei carri armati per la prima volta,che presero di sorpresa i Tedeschi,ma questi ultimi si ripresero e riuscirono a tappare la falla anche grazie all’uso mediocre dei nuovi mezzi.
Alla fine dell’anno i Tedeschi avevano non solo mantenuto le loro posizioni ma addirittura avevano spostato grandi forze da Oriente ad Occidente per operare lo sfondamento finale:dopo la Serbia,la Romania,la Russia e parzialmente l’Italia,ora sembrava toccare a Francia e Gran Bretagna cedere.

La guerra sottomarina

All’inizio della guerra i Tedeschi puntavano sulla flotta di superficie ma fu presto chiaro che la flotta inglese era del tutto superiore e dunque si affidarono ai sottomarini;questi erano in grado di insidiare il primato inglese sui mari e di affamare la Gran Bretagna,assolutamente dipendente dal resto del mondo per i rifornimenti.
Fu dal 1915 che i sottomarini iniziarono a dare seri problemi,e gli Inglesi iniziarono ad armare le navi appositamente contro di questi,le famose cacciatorpediniere.
Fra il 1916 e il 1917 la prima grande campagna sottomarina tedesca arrivò molto vicino a gettare la Gran Bretagna in crisi economica,ma si interruppe prima di riuscirci.
Dopo l’entrata in guerra degli USA gli alleati poterono proteggere i loro rifornimenti con la tecnica dei convogli:ogni nave aveva una scorta adeguata e la potenza economica americana potè soddisfare queste necessità.
Nel 1917-18 la seconda campagna sottomarina non ebbe la capacità di opporsi a questa tattica e alla fine i sottomarini rientrarono in gran parte nei porti:i Tedeschi riponevano ormai tutte le speranze nello sfondamento del fronte occidentale.

Pius Augustus
00domenica 28 maggio 2006 16:33
1918

Le offensive tedesche

All’inizio del 1918 i Tedeschi credevano di essere pronti a risolvere il conflitto con un possente attacco ad Occidente:nei Balcani gli alleati erano inattivi,la Russia era disfatta,e l’Italia era per il momento fuori gioco.
Rimaneva solo l’Occidente:i Tedeschi,spostando da Oriente diverse forze riuscirono a mettere insieme 56 divisioni di “attacco”,il che significava che queste sarebbero state la punta di diamante dello s forzo bellico ad Occidente.
Le offensive partirono in primavera ed ottennero un incredibile successo,all’inizio:la quinta armata britannica cedette di colpo sulla Somme e i tedeschi fecero prigionieri 200.000 Inglesi,mentre anche i Francesi cedevano terreno.
A Giugno le forze Tedesche erano a 60 chilometri da Parigi e le armate alleate erano pericolosamente vicine ad essere divise l’una dall’altra.
La tattica dell’infiltrazione aveva colto di sorpresa gli alleati non meno che in precedenza.
Tuttavia,esattamente come era successo nel 1914,e in Italia nel 1917 le forze d’attacco dopo la sorpresa iniziale non erano in grado di proseguire l’avanzata:anzi,questa volta gli alleati erano ancor più nella possibilità di riprendersi,poiché ben 300.000 Americani erano sbarcati in Francia e si dirigevano al fronte.Semplicemente le capacità tattiche tedesche non potevano supplire alla immane superiorità di mezzi degli Alleati.
A Settembre l’impeto tedesco era del tutto esaurito e gli alleati si preparavano alla controffensiva.

La controffensiva alleata
Ora che i Tedeschi si erano esauriti in attacchi alla fine inconcludenti gli alleati potevano pensare alla vittoria:se alla fine del 1917 i Tedeschi erano riusciti a colmare finalmente l’inferiorità numerica che li danneggiava dall’inizio della guerra durante il corso del 1918 l’arrivo degli Americani riportò l’ago della bilancia decisamente dalla parte degli alleati.
Questi iniziarono a sferrare una serie di attacchi circoscritti ma decisi che cessavano appena la resistenza si irrigidiva ma infliggevano gravi perdite ad entrambe le parti,con la differenza che i Tedeschi non potevano permettersele mentre gli alleati si.
I Francesi furono i primi a contrattaccare nel settore di Saint Michel ed in seguito insieme ad alcune forze americane nel settore delle Argonne,dove riuscirono ad ottenere ottimi successi indebolendo notevolmente le forze tedesche.
L’8 Agosto gli Inglesi ad Amiens sfondarono il fronte tedesco e,prima di fermarsi avevano ri portato la linea del fronte sui vecchi campi di battaglia del 1916.La sconfitta tedesca era evidente ed imminente.
Intanto però una serie di altre battaglie sugli altri fronti decisero la guerra.


La sconfitta della Bulgaria

Se il fronte di Salonicco era stato il meno movimentato e non era stato teatro di grandi scontri,fu i primo a cedere:le forze Franco-serbe,ammassate su quel fronte da anni e ormai numerosissime,affiancate da contingenti Inglesi,Italiani e Greci,partirono all’attacco con un enorme superiorità numerica travolgendo le deboli forze bulgare attestate sulle montagne e puntarono verso Sofia e Costantinopoli;i Bulgari,che combattevano quasi ininterrottamente dalle guerre balcaniche,si arresero e permisero agli alleati di dirigersi verso Belgrado,dove i Serbi rientrarono trionfalmente poco dopo:ormai l’Austria aveva le spalle sguarnite.

La sconfitta dell’Impero ottomano

In Medio Oriente la guerra era stata intermittente:nel 1916 gli Inglesi avevano preso Baghdad e nel 1917 Gerusalemme ma nessuno di questi successi aveva spinto i Turchi alla resa.
Ormai però i tempi erano maturi e le forze Inglesi erano soverchianti;queste partirono all’attacco il 19 Ottobre ed in brevissimo tempo sospinsero indietro i Turchi per poi fermarne la ritirata con dei micidiali bombardamenti aerei ed annientarli del tutto.
Una volta distrutto l’esercito ottomano gli Inglesi puntarono su Damasco mentre dai Balcani gli alleati si dirigevano su Costantinopoli.
Entro breve il governo turco si arrese senza condizioni:dopo 900 anni dell’Impero Ottomano non rimaneva più nulla.

La sconfitta dell’Austria-Ungheria

Gli Italiani avevano respinto una forte offensiva austriaca sulla linea del Piave a Giugno e a metà Ottobre Diaz era pronto a contrattaccare:ormai l’Austria era allo sfacelo e l’esercito austriaco,per quanto saldo,non avrebbe potuto reggere a lungo.
L’attacco partì l’anniversario di Caporetto,il 24 Ottobre e dopo una dura battaglia sfondò il fronte a Vittorio Veneto,mentre gli Austriaci già si ritiravano.
Le armate italiane tagliarono in due le forze nemiche ed entrarono a Trento e a Trieste:l’Austria si arrese il 4 Novembre.Intanto i Cecoslovacchi e gli Jugoslavi erano insorti ed avevano ottenuto l’indipendenza,metre la monarchia asburgica spariva per sempre dopo secoli di dominio sull’Europa centrale.

La fine della guerra

Il crollo dei fronti secondari portò i Tedeschi alla decisione che già meditavano dall’8 Agosto:ormai la Germania non poteva più reggere con sicurezza sul fronte Occidentale,quindi non poteva farlo tantomeno se colpita alle spalle dalle forze alleate provenienti dai Balcani e dall’Italia.
L’offensiva francese sulla Marna,intanto portò le forze tedesche ad un passo dal crollo,ed anche se queste riuscirono in qualche modo a riprendersi,ormai era chiaro che continuare a combattere era inutile.Inoltre il fronte interno crollò di colpo:la flotta,a cui era stato ordinato di lanciarsi in un attacco suicida contro quella inglese si ammutinò e la rivoluzione bolscevica sembrò diffondersi nel paese;il Kaiser abdicò e fuggì i Olanda.La Germania si arrese proprio mentre gli Inglesi stavano per sferrare un ulteriore attacco nelle Fiandre.

[Modificato da Pius Augustus 29/05/2006 12.11]

=Ferdinand=
00lunedì 29 maggio 2006 08:31
[SM=x278657] [SM=x278629] [SM=x278629]

(questo messaggio si autodistruggerà fra un giorno per non rompere la continuità dei post [SM=x278629] )
Sebastiano Ferrero
00lunedì 29 maggio 2006 18:41
Complimenti!
Quasi quasi lo metto in evidenza. [SM=x278629]
Pius Augustus
00lunedì 29 maggio 2006 18:42
l'avevo fatta per un altro sito ma questo ha chiuso...allora l'ho messo nella sezione apposita! [SM=x278632]
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