Brazil (Terry Gilliam, 1985)

gippu
00lunedì 1 gennaio 2007 23:33
Sam Lawry, funzionario timido e sognatore dell'elefantiaco apparato burocratico di una società prossima ventura (ma sempre nel ventesimo secolo), immagina di volare nel cielo limpido insieme alla donna dei due sogni, che gli sembra di riconoscere nella vicina di casa di un povero operaio arrestato per un banale scambio di persona.
Secondo film di Terry Gilliam, che fin da comico era un'anima estrosa e genialoide. Un anno dopo il fatidico 1984, "Brazil" è un omaggio a Orwell alla maniera dei Monty Python. Straripante e senza freni nella buona e nella cattiva sorte, quando riversa il suo nero sarcasmo su bersagli non dissimili da quelli del celebre gruppo inglese: il dileggio del "progresso" di un mondo futuro grigiamente identico agli anni '40 (e al cinema danno pure Casablanca...), la rappresentazione ottusa e grottesca della burocrazia, l'ossessione per l'estetica e l'eterna giovinezza, l'alienazione e l'incomunicabilità di chi va fuori dagli schemi. Gilliam ci aggiunge le scenografie sontuose (candidatura all'Oscar) e le sue classiche visioni (non sfugga il giochino di parole: samurai = "Sam, you're I", a simboleggiare la lotta del protagonista contro i propri fantasmi), e riesce a imporre un ritmo da musical districandosi tra tubature, impianti d'aria condizionata e scartoffie varie. Qui e là va fuori giri, per la troppa abbondanza di carne al fuoco. Nel genere della fantascienza, comunque, è molto vicino ad essere una pietra miliare. De Niro, con sole tre scene a disposizione, lascia il segno.

Voto: 7+
-Soho-
00martedì 2 gennaio 2007 14:20
Per me vale almeno 8,5.
Il film ha uno straordinario impatto visivo. Tralasciando la sceneggiatura, le implicazioni e la satira che hai ben individuato, le scene che si susseguono nel mondo immaginato da Gilliam sono splendide ed esaltatate dall'ottima fotografia.
Nessuna menzione del prologo?


gippu
00martedì 2 gennaio 2007 15:26
Re:

Scritto da: -Soho- 02/01/2007 14.20
Per me vale almeno 8,5.
Il film ha uno straordinario impatto visivo. Tralasciando la sceneggiatura, le implicazioni e la satira che hai ben individuato, le scene che si susseguono nel mondo immaginato da Gilliam sono splendide ed esaltatate dall'ottima fotografia.
Nessuna menzione del prologo?





Il prologo è una specie di bignami dell'intero film: strepitoso visivamente (l'insetto, le tubature, ecc.), visionario al massimo, ma un'ironia ("cosa muove i terroristi? la mancanza di sportività") che proprio per queste ragioni non graffia più di tanto: la fantascienza e la satira spesso non vanno molto d'accordo.
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