@alfiereblu: già, già... come dicevo in un altro thread in questo momento sono negli USA, e oggi ero in giro per la città a guardarmi intorno. Purtroppo in Italia non capita che il parco più grande di una capitale sia affollato di memoriali ai soldati caduti, in guerre vinte e in guerre perse. Sono cose che, almeno nel mondo democratico, si vedono solo nei paesi anglosassoni e in Francia. La cosa fa venire un po' di tristezza, soprattutto pensando al fatto che poi la storia d'Italia è piena di uomini e donne che fanno e hanno fatto il loro dovere anche a costo della vita.
Per via della sproporzionata presenza di alcune correnti culturali nell'editoria e nella scuola, molti italiani crescono vedendo con sospetto qualsiasi manifestazione di attaccamento all'idea della nazione, soprattutto quando essa passa attraverso misure difensive che generano qualche conflitto con altre comunità. Nella testa di un ragazzo italiano in età da scuola superiore è molto probabile che "patriota" sia un termine considerato afferente alla stessa area semantica di "fascista". Io provo a spiegare questa cosa agli amici americani e mi guardano come se fossi appena arrivata da Marte. Però purtroppo il brodo culturale nazionale è questo, al momento - la bandiera è un simbolo "autoritario", ad esempio, negli occhi di molti giovani. Ma l'hanno visto il presidente della Repubblica? Sembra forse un sanguinario dittatore?
Ogni tanto mi viene da pensare che se esplodesse una bomba nella metropolitana di Roma sarebbero molto più numerosi i manifestanti a favore del ritiro delle nostre truppe in Iraq che i sostenitori di politiche di sicurezza più pervasive.
D'altronde, basta sentire il mantra recitato da individui ben intenzionati a destra e a manca: se c'è il terrorismo è perchè gli americani opprimono il mondo, quindi gli oppressi si ribellano. Ora, a prescindere dalle opinioni politiche e dalle valutazioni sulla presenza statunitense nel mondo:
La responsabilità per una bomba è sempre del tizio che ha messo la bomba e di chi l'ha istruito perchè la mettesse, non "della società". Questa assurda idea della responsabilità collettiva per atti di violenza contro civili è così stupida che non si capisce come molte persone ci possano credere...
...è come se io decidessi di sparare addosso a qualcuno che ha gusti musicali diversi dai miei e poi dicessi che 'mi ha provocato'. Personalmente, non ritengo che la comunità musulmana in genere sia stata oppressa dall'Occidente (Fallaci docet), ma è possibile che a quanti invece pensano che sia così non venga in mente che ci sono mezzi di resistenza che non implicano il far saltare in aria persone che non c'entrano nulla? Non hanno mai sentito parlare, questi difensori del diritto alla resistenza, di personaggi come Gandhi, Mandela e Marthin Luther King? Mi sembra che abbiano vinto le proprie battaglie con grandissimo successo.
Quello che manca presso molti italiani, e che credo sia alla base dell'incapacità di 'fare quadrato' nonchè di una serie di altre disgrazie enormi, è l'idea della responsabilità personale. Del fatto che se faccio/ottengo/non faccio/non ottengo qualcosa non è colpa o merito di una cospirazione che si svolge sopra la mia testa e con cui non c'entro niente.
Io non so proprio che genere di battaglia culturale servirebbe per convincere la gran parte degli italiani che la responsabilità è un valore. Sia nel senso che non si devono scusare i violenti, sia nel senso che si deve essere orgogliosi dei risultati ottenuti con le proprie forze e imbarazzati dalle 'scorciatoie'. Sembrano due argomenti diversi, ma sono davvero le due facce della stessa medaglia.
E scusate se sono off topic.