Bitch.Slap.2009.UNRATED.WS.DVDRip.XviD-VoMiT

ag0ny
00mercoledì 24 febbraio 2010 01:19
mah.

che dite?
Lindo Boludo
00mercoledì 24 febbraio 2010 11:18
Isole artificiali, autostrade che tagliano a metà la pista, un campo da golf da 18 buche, atterraggi sul ghiaccio. Sono solo alcune delle sfide che i piloti di tutto il mondo devono affrontare atterrando o decollando dagli aeroporti più strani - e a volte pericolosi - del pianeta. Il sito americano Popular Mechanic's ha preparato la sua lista, e gli scenari che descrive sono tali da far rabbrividire anche il comandante più esperto. Eppure da queste piste si parte ogni giorno, dal Brasile all'Antartide, passando per Bangkok e il Giappone. Ma ci sono anche aeroporti da brivido in Europa e negli Usa.

Da Gibilterra passano quotidianamente voli di linea. E gli abitanti hanno iniziato a dover fare i conti con il fatto che la Winston Churchill Avenue, la strada più trafficata del paese, viene ogni volta interrotta con l'abbassamento dei passaggi a livello per permettere agli aerei di atterrare in sicurezza: la pista, infatti, taglia esattamente a metà la strada. Pericolo attraversamento anche a Bangkok, all'aeroporto internazionale di Dong Mueang, dove un campo da golf - ad accesso limitato, proprio per problemi di sicurezza - si stende tra una pista e l'altra.

I piloti in arrivo e in partenza da San Paolo, in Brasile, si scontrano invece con un'altra difficoltà: la città si è espansa, arrivando quasi a inglobare le piste. E così tutte le manovre devono essere calibrate al massimo per non scontrarsi con gli edifici più alti sorti intorno all'aeroporto. Come succede anche a Tegucicalpa, capitale dell'Honduras, dove oltre agli edifici c'è l'aggravante delle montagne che circondano una pista di appena due chilometri di lunghezza, già teatro di incidenti, alcuni anche mortali.

Brividi anche ai Caraibi, a Saint Maarten. Gli aerei arrivano dall'oceano, e sorvolano bassissimi una spiaggia sempre affollata di turisti prima di atterrare. I bagnanti non sono realmente in pericolo, ma di certo vedere un jet rombante pochi metri sopra la propria testa non è l'ideale di vacanza relax al sole dei Caraibi.


Dove manca la terra, spesso si ricorre a isole artificiali o ad altrettanto artificiali prolungamenti di territori già esistenti. Questo è il caso di Macao, dove le piste si trovano su un'isola lunga e stretta, unita alla terraferma (e quindi ai terminal e alle torri di controllo) da due lingue di terra. A Madeira, isola portoghese, fino a qualche tempo fa gli atterraggi erano davvero da mozzare il fiato: la pista era lunga appena cinquemila piedi (poco più di un chilometro e mezzo).

Con una massiccia opera di ingegneria, la sua lunghezza è stata quasi raddoppiata grazie a un ponte con 200 pilastri, rendendo finalmente più sicure partenze e arrivi. Questo non è stato possibile nelle Antille Olandesi, a Saba: la pista lunga soli 400 metri, probabilmente la più corta al mondo, mette alla prova anche i piloti più esperti. Ma la sfida è necessaria per far arrivare velocemente agli abitanti posta e altri generi di prima necessità.

A Hong Kong, invece, due isolotti sono stati uniti per dar vita a un aeroporto dotato anche di un campo da golf da 9 buche e un polo fieristico internazionale. Visti i moltissimi voli d'affari che passano di qui, l'ideale per rilassarsi tra un viaggio e l'altro. Un'opera ancora più grandiosa quella che ha dato vita al Kansai International Airport, in Giappone: l'isola artificiale è talmente grande da essere visibile dallo spazio.
Lindo Boludo
00mercoledì 24 febbraio 2010 11:19
Isole artificiali, autostrade che tagliano a metà la pista, un campo da golf da 18 buche, atterraggi sul ghiaccio. Sono solo alcune delle sfide che i piloti di tutto il mondo devono affrontare atterrando o decollando dagli aeroporti più strani - e a volte pericolosi - del pianeta. Il sito americano Popular Mechanic's ha preparato la sua lista, e gli scenari che descrive sono tali da far rabbrividire anche il comandante più esperto. Eppure da queste piste si parte ogni giorno, dal Brasile all'Antartide, passando per Bangkok e il Giappone. Ma ci sono anche aeroporti da brivido in Europa e negli Usa.

Da Gibilterra passano quotidianamente voli di linea. E gli abitanti hanno iniziato a dover fare i conti con il fatto che la Winston Churchill Avenue, la strada più trafficata del paese, viene ogni volta interrotta con l'abbassamento dei passaggi a livello per permettere agli aerei di atterrare in sicurezza: la pista, infatti, taglia esattamente a metà la strada. Pericolo attraversamento anche a Bangkok, all'aeroporto internazionale di Dong Mueang, dove un campo da golf - ad accesso limitato, proprio per problemi di sicurezza - si stende tra una pista e l'altra.

I piloti in arrivo e in partenza da San Paolo, in Brasile, si scontrano invece con un'altra difficoltà: la città si è espansa, arrivando quasi a inglobare le piste. E così tutte le manovre devono essere calibrate al massimo per non scontrarsi con gli edifici più alti sorti intorno all'aeroporto. Come succede anche a Tegucicalpa, capitale dell'Honduras, dove oltre agli edifici c'è l'aggravante delle montagne che circondano una pista di appena due chilometri di lunghezza, già teatro di incidenti, alcuni anche mortali.

Brividi anche ai Caraibi, a Saint Maarten. Gli aerei arrivano dall'oceano, e sorvolano bassissimi una spiaggia sempre affollata di turisti prima di atterrare. I bagnanti non sono realmente in pericolo, ma di certo vedere un jet rombante pochi metri sopra la propria testa non è l'ideale di vacanza relax al sole dei Caraibi.


Dove manca la terra, spesso si ricorre a isole artificiali o ad altrettanto artificiali prolungamenti di territori già esistenti. Questo è il caso di Macao, dove le piste si trovano su un'isola lunga e stretta, unita alla terraferma (e quindi ai terminal e alle torri di controllo) da due lingue di terra. A Madeira, isola portoghese, fino a qualche tempo fa gli atterraggi erano davvero da mozzare il fiato: la pista era lunga appena cinquemila piedi (poco più di un chilometro e mezzo).

Con una massiccia opera di ingegneria, la sua lunghezza è stata quasi raddoppiata grazie a un ponte con 200 pilastri, rendendo finalmente più sicure partenze e arrivi. Questo non è stato possibile nelle Antille Olandesi, a Saba: la pista lunga soli 400 metri, probabilmente la più corta al mondo, mette alla prova anche i piloti più esperti. Ma la sfida è necessaria per far arrivare velocemente agli abitanti posta e altri generi di prima necessità.

A Hong Kong, invece, due isolotti sono stati uniti per dar vita a un aeroporto dotato anche di un campo da golf da 9 buche e un polo fieristico internazionale. Visti i moltissimi voli d'affari che passano di qui, l'ideale per rilassarsi tra un viaggio e l'altro. Un'opera ancora più grandiosa quella che ha dato vita al Kansai International Airport, in Giappone: l'isola artificiale è talmente grande da essere visibile dallo spazio.
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