Berlusconi:riformeremo la giustizia

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giuggyna
00lunedì 29 settembre 2008 18:43
Il premier in un libro-intervista
Riforma della giustizia al centro della politica italiana. E’ polemica tra maggioranza e opposizione dopo le parole di Silvio Berlusconi: “Se non passerà il lodo Alfano - ma sono sicuro che passerà - bisognerà avviare una profonda riflessione sul sistema giudiziario”. Duro attacco del leader del Pd Veltroni, che vede “la democrazia in pericolo”. Stempera i toni il Guardasigilli Alfano: “Da noi nessun ricatto”.


Nel giorno del suo 72esimo compleanno, Silvio Berlusconi lancia dunque l’affondo sulla giustizia, preparando il terreno per la riforma autunnale della magistratura che si annuncia non facile. Nel libro “Viaggio in un’Italia diversa”, scritto da Bruno Vespa, in uscita venerdì 3 ottobre per Mondadori-Rai Eri, il premier ringrazia “il Parlamento che, su proposta del ministro Alfano, ha approvato un provvedimento di legge comune ad altri Paesi europei che prevede il rinvio dei processi contro le quattro più alte cariche dello Stato sino alla fine del loro mandato, facendo salvi i termini della prescrizione. Un provvedimento necessario – spiega il leader del Pdl – in un sistema giudiziario come il nostro in cui operano alcuni magistrati che invece di limitarsi ad applicare la legge, attribuiscono a sé stessi e al loro ruolo un preteso compito etico”.

Attacco alla Gandus
La critica di Berlusconi non è campata in aria. “Un giudice non deve essere solo imparziale, deve anche apparirlo”, ha spiegato il premier. “E’ curioso sostenere, come ha fatto la Corte d’Appello, che Nicoletta Gandus, pur essendo un mio palese nemico politico, nel momento i cui arrivasse a scrivere una sentenza nei miei confronti saprebbe venir meno al vincolo d’imparzialità impostole dalla Costituzione”.

I crucci del Cavaliere sono cominciati dopo che il lodo Alfano, secondo la decisione dei giudici di Milano, dovrà essere sottoposto al vaglio della Corte Costituzionale. ''Sono assolutamente convinto che passerà”, dice il premier che, con una frase che suona come un avvertimento, aggiunge: '' se non passasse, allora ci sarebbe da fare una profonda riflessione su tutto il sistema giudiziario e su ciò che è successo recentemente a Milano''. Un'allusione, forse, alla volontà di riformare dalle fondamenta il tema della giustizia in Italia.

Nel libro di Bruno Vespa, Silvio Berlusconi fa riferimento anche agli altri molti processi a suo carico: “In totale più di cento procedimenti, 900 magistrati che si sono occupati di me e del mio gruppo, 587 visite della polizia giudiziaria e della guardia di finanza, 2500 udienze in quattordici anni, più di 180 milioni di euro per le parcelle di avvocati e consulenti. Dei record davvero impressionanti, di assoluto livello non mondiale ma universale, dei record di tutto il sistema solare”.

Polemiche dell'Idv
Le dichiarazioni sulla giustizia del Presidente del Consiglio hanno subito sollevato un polverone politico. "E' molto grave che il premier si sia permesso di minacciare, neanche tanto velatamente la Consulta, affermando che se il Lodo Alfano fosse dichiarato incostituzionale lui farebbe approvare una riforma che smonterebbe pezzo a pezzo la giustizia italiana". Lo dichiara Silvana Mura deputata di Idv. "Una prova ulteriore -aggiunge- che il Lodo Alfano è una legge pensata e approvata esclusivamente per impedire che i processi di Silvio Berlusconi giungano a sentenza. Un clamoroso esempio di conflitto di interessi tra l'imputato e il premier Berlusconi che non ha eguali nel mondo".

E’ per questo che l’opposizione si affida alla giornata della legalità dell’11 ottobre, che da Piazza Navona e da altre piazze d’Italia lancerà la campagna di raccolta firme per il referendum abrogativo.


La risposta di Alfano
A stemperare i toni ci ha pensato però proprio il titolare della Giustizia, Angelino Alfano. “La possibilità che si svolga un'approfondita riflessione su tutto il sistema giudiziario nel caso in cui la Corte Costituzionale annulli il 'lodo Alfano’, sollevata dal premier Berlusconi, non rappresenta alcun ricatto nei confronti della Consulta”. Lo afferma in un'intervista alla 'Stampa', il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che aggiunge: ''in nessun modo si vuole che il giudizio della Corte possa interferire in qualche modo nel dibattito sulle riforme costituzionali'' dal momento che ''la discussione parlamentare precederà certamente la sentenza sul lodo''. Secondo Alfano, con le sue affermazioni, Berlusconi ''ha voluto semplicemente ribadire la propria fiducia sul buon esito della vicenda del lodo'' mentre le critiche nei suoi confronti arrivano ''dai soliti catastrofisti''.

Sulla riforma della giustizia, il Guardasigilli ribadisce i punti centrali: sul processo, dice, ''intendiamo arrivare alla reale parità tra accusa e difesa'' mentre sulla questione delle indagini osserva: ''la polizia giudiziaria le ha fatte per quaranta anni e non andava male''.
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