Berlusconi come Pinochet? Occhio a Garzon!

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Corsera
00venerdì 26 maggio 2006 08:59
«Niente immunità per Berlusconi»
Madrid riapre il caso Telecinco Persa la poltrona di presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi dovrà ora affrontare il processo spagnolo sull’«affare Telecinco». Ipotesi dell’accusa: violazione della legge contro le concentrazioni televisive attraverso ingenti finanziamenti off-shore.
La procura anticorruzione di Madrid ha ieri presentato ufficialmente la richiesta di «riattivazione» del procedimento, che era stato sospeso l’8 ottobre del 2002 per l’immunità riconosciuta (su richiesta dei difensori) a Berlusconi in quanto premier in carica e a Marcello Dell’Utri, allora eurodeputato. I magistrati hanno atteso che fosse convalidato il risultato delle elezioni e che avvenisse il passaggio dei poteri a Romano Prodi. Quindi, ieri, hanno depositato il documento. «Essendo spariti gli ostacoli processuali che lo impedivano», si legge nel testo, la procura chiede che «si disponga la rimozione della sospensione e la continuazione contro Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri».
E che sia presentata «richiesta per rogatoria alle autorità italiane perché procedano alla notifica». Firmato dalla pm Pilar Melero, il documento è ora nell’Ufficio del giudice istruttore numero 5 dell’Audencia Nacional, che ha condotto le indagini. Secondo gli ambienti giudiziari spagnoli è praticamente certo che il giudice, Fernando Grande-Marlaska, accolga la richiesta. Poi a luglio la scrivania di Grande-Marlaska tornerà al titolare, Baltasar Garzón, di rientro dal suo anno sabbatico a New York. Era stato proprio Garzón nel ’97 a iniziare il «caso Telecinco ». Un primo troncone arriverà il 5 giugno al dibattimento. Per gli 8 imputati ilpm ha formulato le accuse di frode fiscale e violazione delle norme anti-trust e ha chiesto pene da 2 fino a 14 anni di reclusione.
Per i due accusati che avevano goduto dell’immunità, Berlusconi e Dell’Utri, il procedimento riparte invece dalla fase istruttoria. Anche perché, fanno notare fonti legali diMadrid, l’ex premier «non ha mai risposto nel merito alle imputazioni» (limitandosi a una dichiarazione a Garzón il 12 novembre ’9[SM=g27778]. L'inchiesta spagnola su Berlusconi nasce da una costola delle indagini milanesi sulla Fininvest. I magistrati accusano l’ex premier e i suoi manager più fidati di aver creato fondi neri all'estero, per circa un miliardo di euro, nascosti in 64 off-shore. A fare da «tesoreria occulta», una società-cassaforte denominata All Iberian. Berlusconi nega qualsiasi coinvolgimento. Nel marzo ’96, però, la polizia britannica, su richiesta di Milano, sequestra a Londra, nello studio dell'avvocato David Mills, gli atti costitutivi di All Iberian: è intestata a Giancarlo Foscale, amministratore delegato Fininvest, cugino di Berlusconi.
E il suo conto svizzero è registrato come «appartenente al gruppo Fininvest». La pista di All Iberian porta poi in Spagna. I pmscoprono che Fininvest (attraverso All Iberian e le società off-shore Catwell e Solidal) ha finanziato segretamente nel ’90-’95, con 456 miliardi di lire, alcuni prestanome per aggirare la legge anti-trust (che vietava di possedere più del 25% di un' emittente) e controllare Telecinco, prima tv privata del Paese. Ora questo procedimento può ripartire. In Italia, invece, la nuova legge sul falso in bilancio, votata nel 2001 dal centrodestra, ha trasformato il reato in una semplice contravvenzione, consentendo a Berlusconi di beneficiare della prescrizione.
Paolo Biondani Alessandra Coppola
26 maggio 2006

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