Benedetto XVI proclama le virtù eroiche di Giovanni Paolo II e Pio XII.

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S_Daniele
00domenica 20 dicembre 2009 09:13


VATICAN POPE CARDINALS



Benedetto XVI proclama le virtù eroiche di Giovanni Paolo II e Pio XII. Firmati i decreti per 5 nuovi Santi e 6 nuovi Beati

Benedetto XVI ha autorizzato oggi la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i Decreti relativi a 5 prossimi nuovi Santi, 6 nuovi Beati e sul riconoscimento delle virtù eroiche di altri 10 testimoni del Vangelo. Tra questi ultimi, due Papi: Giovanni Paolo II e Pio XII. La firma dei Decreti è avvenuta durante un’udienza a mons. Angelo Amato, prefetto del dicastero per le Cause dei Santi. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Una notizia a lungo attesa, accolta con gioia da milioni di fedeli in tutto il mondo: l’approvazione da parte di Benedetto XVI delle virtù eroiche di Giovanni Paolo II suggella la fama di santità di Karol Wojtyla. La memoria del Papa polacco è quanto mai viva a cinque anni dalla morte e la sua figura viene ricordata con emozione non solo dai cattolici. La riflessione dell’arcivescovo Angelo Amato, intervistato da Roberto Piermarini:

“I suoi funerali sono stati uno degli eventi più incisivi e coinvolgenti degli ultimi anni, mostrando una profonda adesione alla sua persona e al suo messaggio, a livello mondiale. La sua fama di santità, comprovata da una partecipazione mai vista agli ultimi momenti della sua esistenza terrena, che ha avviato il processo di beatificazione e canonizzazione. Questa fama di santità, così rilevante ed estesa, ha convinto Benedetto XVI ad iniziare dopo due mesi l’iter, dispensando dal periodo di cinque anni di attesa, richiesto dopo la morte. A scanso di ogni equivoco, colgo l’occasione per precisare che la procedura è stata pienamente osservata con il consueto rigore, senza alcuna deroga o eccezione: si è trattato semplicemente di un percorso preferenziale”.

Il Papa ha anche riconosciuto le virtù eroiche di Papa Eugenio Pacelli. Precursore del Concilio Vaticano II, Pio XII difese la causa della pace nei terribili anni della Seconda Guerra Mondiale. “Papa Pacelli – ha affermato Benedetto XVI nel 50.mo della sua morte – ebbe a consolare sfollati e perseguitati, dovette asciugare lacrime di dolore e piangere le innumerevoli vittime della guerra”. “Agì spesso in modo segreto e silenzioso – ha sottolineato il Papa – proprio perché, alla luce delle concrete situazioni di quel complesso momento storico”, intuiva che “solo in questo modo si poteva evitare il peggio e salvare il più gran numero possibile di ebrei”.

Benedetto XVI ha inoltre autorizzato il riconoscimento del martirio del sacerdote polacco Jerzy Popiełuszko, ucciso nel 1984 durante gli anni bui del regime comunista. Il messaggio di padre Popiełuszko, prossimo Beato, sottolinea mons. Amato, è quanto mai attuale specie per i giovani:

“E’ soprattutto ai giovani che una figura come don Popiełuszko ha molto da dire. La sua testimonianza è un invito a non appiattirsi nella mediocrità, a non adeguarsi alle mode correnti, a non affidarsi ai paradisi artificiali, ma a cercare valori autentici intorno a cui strutturare l’esistenza. La fede in Cristo è capace di generare una forza tale da resistere anche di fronte alle insidie, alle sofferenze e addirittura alle persecuzioni e di proiettarci verso un orizzonte di vita pienamente realizzata”.

Nella lista dei decreti approvati oggi dal Papa spiccano alcune luminose figure femminili. Tutta protesa verso i bisogni dei più deboli, specie degli immigrati, è la Beata australiana Mary MacKillop, vissuta nel XIX secolo e che verrà ora canonizzata. La sua figura è un simbolo di riscatto sociale e promozione umana. Altra figura straordinaria è quella di Mary Ward, di cui sono state riconosciute le virtù eroiche. La Ward visse nell’età elisabettiana e si prodigò, tra mille difficoltà a promuovere i diritti delle donne:

“La Ward intuì che la salvezza della società passa attraverso la promozione della figura femminile e si impegnò, in quei tempi poco propizi, a favorire l’istruzione delle donne e il loro inserimento nel mondo della cultura e del lavoro. Anche in questo vediamo come i santi, non di rado, sono dei pionieri: questi valori che oggi sono universalmente accettati, Mary Ward li ha sognati e realizzati in anticipo, di ben quattro secoli, essendo morta nel 1645”.

Ci sono poi due giovani donne italiane, Chiara Badano – impegnata nel movimento Gen dei Focolari – e Teresa Manganiello, due laiche che verranno prossimamente beatificate e che hanno testimoniato con gioia la propria fede:

“Vissute in secoli diversi e in ambienti culturali diversi, ambedue hanno partecipato in modo straordinario al mistero della Passione di Cristo, accettando la sofferenza nella loro giovane vita, trasfigurandola nella preghiera e nell’amore e offrendola al Signore per la salvezza del mondo. Esse ci dicono che vale la pena essere cristiani e che la santità è l’avventura più bella che un essere umano possa vivere”.

Figura molto amata e popolare è anche quella di suor Enrica Alfieri, delle suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, definita “la mamma e l’angelo di San Vittore”, di cui sono state riconosciute le virtù eroiche. Nel carcere milanese, la religiosa vercellese operò instancabilmente anche a rischio della propria vita. In particolare, si ricorda il suo coraggio durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la direzione del carcere di San Vittore fu presa dai tedeschi che vi imprigionarono ebrei e dissidenti politici. I nazisti volevano fucilare “suor Enrichetta” che fu salvata solo grazie all’intervento del cardinale arcivescovo di Milano Ildefonso Schuster.

Tra i prossimi nuovi Santi anche il Beato polacco Stanislao Sołtys, chiamato Kazimierczyk, sacerdote professo dell’Ordine dei Canonici Regolari Lateranensi, vissuto nel 1400; il Beato canadese Andrea Bessette (al secolo Alfredo), religioso professo della Congregazione di Santa Croce, vissuto a cavallo tra il 1800 e il 1900; la Beata italiana Giulia Salzano, fondatrice della Congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore di Gesù, anch’ella vissuta tra il 1800 e il 1900; e Santa sarà proclamata anche la Beata italiana Battista da Varano (al secolo Camilla), monaca professa dell’Ordine di Santa Chiara e fondatrice del Monastero di Santa Chiara nella città di Camerino, nata nel 1458 e morta nel 1524. Tra i prossimi Beati anche il Venerabile Servo di Dio Giuseppe Tous y Soler, sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e fondatore della Congregazione delle Suore Cappuccine della Madre del Divin Pastore, nato il 31 marzo 1811 a Igualada (Spagna) e morto il 27 febbraio 1871 a Barcellona; il Venerabile Servo di Dio Leopoldo da Alpandeire Sánchez Márquez (al secolo Francesco), laico professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, nato e vissuto in Spagna tra il 1800 e il 1900; e sarà proclamato Beato infine anche il Venerabile Servo di Dio Emanuele Lozano Garrido, altro laico spagnolo vissuto nel secolo scorso. Inoltre sono state riconosciute le virtù eroiche del Beato Giacomo Illirico da Bitetto, laico professo dell’Ordine dei Frati Minori, nato nel 1400 a Zara in Dalmazia e morto intorno all’anno 1496 a Bitetto (Italia); del Servo di Dio Luigi Brisson, sacerdote e fondatore degli Oblati e delle Oblate di San Francesco di Sales, nato il 23 giugno 1817 a Plancy (Francia) ed ivi morto il 2 febbraio 1908; del Servo di Dio Giuseppe Quadrio, sacerdote professo della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, vissuto in Italia nel 1900; della Serva di Dio Antonia Maria Verna, fondatrice dell’Istituto delle Suore della Carità dell’Immacolata Concezione dette d’Ivrea, vissuta in Italia tra 1700 e il 1800; della Serva di Dio Maria Chiara Serafina di Gesù Farolfi (al secolo Francesca), fondatrice delle Suore Clarisse Francescane Missionarie del Ss.mo Sacramento, vissuta in Italia tra il 1700 e il 1800; e infine sono state riconosciute le virtù eroiche del Servo di Dio Giunio Tinarelli, laico, socio della Pia Unione Primaria Silenziosi Operai della Croce, nato a Terni, in Italia, il 27 maggio 1912 ed ivi morto il 14 gennaio 1956.

Con la firma del decreto sulle virtù eroiche, Giovanni Paolo II è dunque più vicino ad essere elevato all’onore degli altari. Per comprendere quali passaggi debba ancora percorrere la Causa, Beata Zajakowska, del nostro programma polacco, ha intervistato mons. Mons. Slawomir Oder, postulatore della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Karol Wojtyla:

R. – Con la firma del decreto che riconosce l’eroicità delle virtù, si completa il procedimento canonico cominciato dopo l’autorizzazione di Papa Benedetto XVI che ha dispensato dai cinque anni di attesa per l’apertura del processo. Non è finito, questo procedimento: abbiamo ancora davanti a noi tutto il cammino che riguarda il procedimento per il riconoscimento del presunto miracolo attribuito all’intercessione di Giovanni Paolo II; e lo studio in merito a questo processo non è stato possibile fino a questo momento in cui la Chiesa ha chiuso la tappa delle virtù eroiche.

D. – Il miracolo riguarda una suora francese …

R. – Il caso ormai conosciuto che riguarda l’attribuzione all’intercessione di Giovanni Paolo II della guarigione dal Morbo di Parkinson di una suora francese.

D. – Quali tempi sono previsti per la canonizzazione di Giovanni Paolo II?

R. – Assolutamente mi devo astenere da qualsiasi tipo di previsione. Il procedimento canonico ha la sua dinamica, ha la sua vita. Sicuramente, come nel processo sulle virtù, pur osservando tutte le norme previste dal Codice di diritto canonico e dal Regolamento della Congregazione per le Cause dei Santi, si è cercato di non perdere tempo. Sono convinto che anche in questo caso, rimanendo fedeli alle norme della Chiesa che riguardano questi casi, sicuramente non si perderà tempo.

D. – Grazie al suo lavoro, quale santo lei ha riscoperto nel volto di Giovanni Paolo II?

R. – Sicuramente, il modo in cui lui ha vissuto il suo sacerdozio. Penso che non casualmente la Provvidenza di Dio, con questo Anno Sacerdotale, ci offre uno splendido esempio di un sacerdote completo, realizzato, felice secondo il cuore di Cristo. Giovanni Paolo II, in tutti i momenti della sua vita sacerdotale, episcopale, da Papa, ha sempre fatto riferimento alla sua identità di poter agire “in persona Christi”; un sacerdote santo. Ma poi, sicuramente un mistico, intendendo la mistica non come un insieme di eventi straordinari – anche se pure questi non sono mancati nella vita di Giovanni Paolo II – ma la consapevolezza che la vita qui, adesso, è una vita che è un dialogo con Dio, una vita vissuta alla presenza di Dio. Per questo io penso che il messaggio che noi possiamo cogliere è quello di un sacerdote santo, un mistico ma anche un uomo completo che ha vissuto la gioia della vita trovando la gioia nel suo incontro con Cristo.

© Copyright Radio Vaticana

S_Daniele
00domenica 20 dicembre 2009 09:20

Virtù eroiche di Papa Pacelli

di FRANCO CARDINI

È evidente che questo non è, non può essere, un articolo obiettivo.
Per la semplice ragione che nella questione del processo di canonizzazione di Eugenio Pacelli, papa Pio XII, nulla vi può essere di obiettivo.
La faccenda riguarda esclusivamente la Chiesa e il mondo cattolico.
La canonizzazione è l'atto formale conclusivo, di natura canonica e liturgica, con il quale la Chiesa cattolica, dopo un'attenta escussione delle fonti e delle prove cui chiunque può liberamente accedere come testimone - una vera e propria inchiesta istruttoria - dichiara che qualcuno è con certezza nella Gloria di Dio, e come tale degno di venerazione in quanto, appunto, "santo": nel dichiarare un santo, secondo il dogma cattolico, la Chiesa è assistita da una speciale grazia dello Spirito Santo ed è pertanto infallibile.
L'infallibilità è prerogativa eccezionale che la Chiesa rivendica a se stessa in pochissimi casi: quando il papa parla ex cathedra, quando il Sacro Collegio proclama un dogma, quando viene appunto canonizzato un santo e in genere - come si esprime il Concilio Vaticano II - "il collegio episcopale quando, in comunione con il vescovo di Roma, converge su una decisione definitiva in materia di fede e di morale". Chi si professa cattolico, non può porre in dubbio l'infallibilità del papa e del collegio episcopale nei pochissimi casi in cui il dogma lo prescrive: e il dogma, al pari di un postulato matematico, è indimostrabile, indiscutibile e irrefutabile. Su ciò, bisogna essere molto chiari.
I cattolici sono tenuti a rispettare il dogma: chi non lo fa, non può più dirsi cattolico; chi cattolico non è, non viene minimamente toccato dalla questione dogmatica, poiché egli legittimamente nel dogma non crede ed esso non lo riguarda.
La Chiesa italiana viene spesso accusata di "ingerenza" nelle questioni della società civile: e non si capisce perché, dal momento che sono i prelati, i sacerdoti e i fedeli appunto italiani, e in quanto cittadini, a discutere di cose italiane, come hanno il pieno diritto e il dovere civico di fare.
Al contrario, non si capisce proprio con quale diritto dei non-cattolici - siano essi dei cittadini "laici", come si usa dire, o degli aderenti ad altre confessioni cristiane o ad altre fedi religiose - possano sentirsi in diritto d'interloquire sulla scelta dei santi cattolici, processo riguardante esclusivamente la Chiesa e che si svolge secondo princìpi e metodi che le sono propri ed esclusivi.
Nel 1963 lo scrittore tedesco Rolf Hochhut mise in scena un dramma, Il vicario, nel quale - riprendendo accuse già formulate da Camus e da Mauriac - egli accusava duramente Pio XII di non essere intervenuto con sufficiente energia per impedire, o almeno per denunziare, il genocidio compiuto dai nazisti nei confronti degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Al riguardo, le polemiche non sono mai cessate. Allora, essi furono sostenute in Italia da ambienti che non avevano mai digerito la ferma condanna, da parte di papa Pacelli, dell'ateismo comunista (che era coerente con la linea dell'enciclica Divini Redemptoris del suo predecessore Pio XI).
Oggi, significativamente, il dramma di Hochhut e le vecchie polemiche contro il Pastor angelicus vengono riprese.
Il Teatro Filodrammatico di Milano ha rimesso in scena Il vicario, e Hochhut si è fatto sentire per dichiarare che, se dovesse riscriverlo oggi, calcherebbe ancora di più la mano in quanto persuaso dell'"antisemitismo" del pontefice. La Chiesa, gli studiosi cattolici, l'opinione pubblica hanno parlato abbastanza di tutto questo. Non c'è più da dar ascolto a polemiche interessate, a voci in malafede, a dichiarazioni strumentali.
Ma la parola spetta solo agli organismi ecclesiali preposti all'esame dei fatti e delle prove: se essi riterranno infondato il parere di chi sostiene ancora che Pio XII non s'impegnò abbastanza in favore dei perseguitati, o che peggio ancora fu complice obiettivo della persecuzione, e riterranno quindi che anche in quel caso Pio XII esercitò "in grado eroico" le virtù cristiane, lo eleveranno alla Gloria degli Altari. Tale la prerogativa esclusiva e insindacabile della Chiesa.
A quel punto, le proteste saranno solo un vano tentativo d'intimidazione e d'ingerenza; e chi protesterà sarà fuori dalla Chiesa. Non c'è altro da aggiungere.

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S_Daniele
00domenica 20 dicembre 2009 09:48
La vita di Karol cela ancora fatti sorprendenti

di DAVIDE RONDONI

In una sua bella pagina il poeta francese Charles Péguy dice che Gesù, incarnandosi, ha assunto anche la "discutibilità" come caratteristica storica in cui abitare. Ovvero, dice con forza poetica quel testo, essendosi incarnato, Dio accetta anche il rischio del fraintendimento, della messa in discussione, della diatriba tra testimoni e storici. Insomma, tutte le cose che capitano ai fatti storici. L'incarnazione, dolcissima e paziente, è tale fino a questo punto, fino in fondo. Lo si vede continuamente nel Vangelo. Il dibattito, diciamo così, intorno a Gesù era vivace e la sua domanda agli apostoli ("e voi chi dite che io sia?") è il segno drammatico e supremo di questo metodo. Con il Natale, Dio si è messo nelle mani dell'uomo. Straordinario rovesciamento, dice ancora Péguy. E quel che vale per l'inizio della storia cristiana, per il suo capo, vale per tutti i suoi testimoni, per tutte le persone e le comunità in cui quella prodigiosa e tenerissima incarnazione è continuata ad accadere. L'Incarnazione è un metodo storico, e assume sempre la verifica della esperienza e della storia. Così la proclamazione dei Santi, da parte della Chiesa, è l'indicazione di figure in cui certamente quella misteriosa forza di incarnazione del divino nell'umano ha brillato in maniera particolarmente evidente. In modo che, a giudizio della Chiesa, un giudizio calibrato da una saggezza e da un rischio secolari, non lascia ombre. E che ora sono così proposte alla storia degli uomini, personale e pubblica. A questa indicazione non si giunge sulle ali di un momentaneo entusiasmo, ma per via di un esame storico accurato, il più accurato possibile. La firma di Benedetto XVI all'atto che riconosce le "virtù eroiche" del suo predecessore Giovanni Paolo II è punto di partenza verso la possibile beatificazione e la gloria degli altari, ma soprattutto è punto di arrivo di un iter accurato di indagine, da cui, so per certo, vengono elementi sorprendenti sulla vita di Karol Wojtyla e sulla sua fede. Ripeto, so per certo che ci sono elementi e fatti della vita di Wojtyla, di un uomo che i media hanno frugato in ogni modo, che sono ignoti e che sorprendono per la loro forza spirituale. Lo per testimonianze. E quando certi racconti vagliati dagli organi preposti saranno conosciuti, tale eccezionalità farà commuovere e ammutolire tanti. Ma sarebbe bastata la lettura attenta delle sue poesie. Perché un uomo scrive ciò che vive. Per quanto un poeta non sia mai "personaggio" riconoscibile o affidabile da ricostruire mediante i suoi versi, è però vero che si scrive non ciò che si vuole ma ciò che si vive. E la qualità di vita interiore e la forza di visione che in quei versi - fin da quelli giovanili - si imprime è eccezionale (o "eroica", come si esprime formalmente il lessico delle cause dei santi). Ora, dunque, la personalità umana di Karol Wojtyla - del papa venuto di lontano - e non solo la sua straordinaria figura di pontefice, ci viene indicata come speciale segno della incarnazione del Mistero tra noi. In quel ragazzo, seminarista, attore, operaio, in quell'amante della montagna e della compagnia, in quella particolare pasta umana, continuava, è continuata la più grande faccenda della storia: Dio comunica se stesso tra gli uomini attraverso la presenza, la personalità, la storia personale di uomini come noi. Più che la conferma di qualcosa che pensavamo già di sapere, è l'inizio di una nuova avventura di conoscenza e di paragone. Sì, perché il metodo dell'Incarnazione, il metodo storico della santità, il rischio avventuroso che Dio ha preso di mischiarsi così all'umano nel tempo, chiede a chi si trova dinanzi a questi segni e presenze di paragonarsi, di esporre la propria vita alla proposta di positività e di misericordia che ne viene. Nel caso di Wojtyla siamo come favoriti in questo paragone dal senso di amicizia che la sua figura di Papa ha suscitato in vicini e lontani. Dalla simpatia, diciamolo, che la sua umanissima, forte e pur ferita figura ha suscitato in tutti. E ora questa simpatia si inizia a chiamare con il suo vero nome, santità. Cioè l'amicizia di Cristo.

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S_Daniele
00domenica 20 dicembre 2009 10:41
Amato: Pacelli e Wojtyla, felice coincidenza

DA ROMA GIANNI CARDINALE

«Sono veramente contento che il Santo Padre abbia deciso di autorizzare la nostra Congregazione a promulgare insieme i decreti riguardanti le virtù eroiche di due grandi pontefici: Pio XII e Giovanni Paolo II». L’arcivescovo salesiano Angelo Amato, prefetto del- la Congregazione delle cause dei santi, è veramente soddisfatto. Lo sentiamo dopo che Benedetto XVI ha dato il via libera alla pubblicazione di ventuno decreti che riguardano altrettanti candidati alla gloria della altari. Ovviamente quelli che fanno più clamore a livello mediatico sono i due Papi, Wojtyla e Pacelli. E dalle loro figure parte il nostro colloquio con il presule.

Eccellenza, i mass media si attendevano il placet pontificio sul decreto riguardante Giovanni Paolo II e invece, a sorpresa, è arrivata anche quello di Pio XII.

Per il nostro dicastero non può certo considerarsi una sorpresa, visto che il Congresso dei cardinali e vescovi membri della Congregazione aveva già votato, da tempo, unanimemente a favore dell’eroicità delle virtù di Eugenio Pacelli. E una successiva inchiesta negli archivi della Segreteria di Stato si era positivamente conclusa.

L’annuncio di ieri significa che le due cause procederanno d’ora in poi parallelamente?

Ognuna seguirà il suo corso. Si è trattato di una felice coincidenza.

È noto che è stata registrata una presunta guarigione miracolosa attribuita all’intercessione di Giovanni Paolo II...

Questo eventuale presunto miracolo verrà esaminato con le procedure rigorose della nostra Congregazione e solo dopo si potrà procedere, eventualmente, alla cerimonia di beatificazione.

È tecnicamente utopistico pensare che questa cerimonia possa avvenire il prossimo anno, magari in prossimità dell’anniversario dell’elezione al papato di Giovanni Paolo II che cade il 16 ottobre?

Sic rebus stantibus sarebbe tecnicamente non utopistico.

Si è molto parlato del fatto che il Papa ha permesso una 'via preferenziale' nel processo di beatificazione...

Benedetto XVI ha concesso una deroga alla norma che permette l’inizio della causa di beatificazione solo cinque anni dopo la morte del candidato. La deroga ha riguardato solo la tempistica del processo ma non il rispetto delle procedure che è stato - come sempre d’altronde - estremamente rigoroso.

Ieri sono stati approvati anche i decreti riguardanti altre figure di candidati all’onore degli altari. C’è ad esempio il martirio di padre Jerzy Popieluszko...

La sua uccisione fu un abominevole atto di crudeltà. La sua fortezza insegna a tutti noi, che viviamo in Occidente, che la Chiesa deve andare controcorrente, contrapponendo la cultura della vita e della verità alla cultura della morte e della menzogna.

Poi c’è la beata suor Maria MacKillop che potrà essere canonizzata, diventando così la prima santa australiana...

Per l’intera Australia, e in modo particolare per i cattolici, suor MacKillop è un simbolo di riscatto sociale e promozione umana. La sua canonizzazione certamente potrà contribuire a rinnovare entusiasmo e volontà di bene, per riproporre la fede in Gesù e ispirare una vita cristiana sempre più generosa e impegnata.

Un’altra figura interessante è quella della suora inglese Maria Ward di cui sono state approvate le virtù eroiche.

La Ward visse nella cosiddetta età elisabettiana e intuì che la salvezza della società passa attraverso la promozione della figura femminile e si impegnò, in tempi poco propizi, a favorire l’istruzione delle donne e il loro inserimento nel mondo della cultura e del lavoro

È vero che il Papa da bambino ha frequentato l’asilo dalle suore della Congregazione fondata dalla Ward, le 'Dame inglesi'?

È vero, lo ha ricordato lui stesso.

Sono state approvate anche le virtù di un suo confratello salesiano.

Sì don Giuseppe Quadrio, grande professore di teologia, che ebbe un ruolo importante quando Pio XII decise di definire solennemente il dogma dell’Assunzione. Ma soprattutto un grande prete che può essere un modello da proporre in questo anno sacerdotale.

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