Il cielo era brumoso e sembrava minacciare un forte acquazzone e la mattina era d’un freddo molto pungente nonché ventosa, o almeno così pareva a Carl, che trovandosi nella minuscola chiesetta del convento sentiva gli spifferi praticamente da tutte le parti, forse aveva veramente ragione l’abate quando diceva che sarebbero serviti molto dei soldi al convento. Il giovane prete era tutto assorto nelle sue preghiere quando fu interrotto dall’ingresso di Lawrence, il quale avvicinandosi in religioso silenzio come si conveniva al luogo, gli consegno una busta riccamente decorata chiusa, come si usava un tempo, con un marchio di ceralacca. Carl vide che la ceralacca era già stata rotta, evidentemente Lawrence non era riuscito a trattenere la sua infrenabile, è proprio il caso di dirlo, curiosità. Così Carl si girò quasi di scatto, un po’ per sgridarlo e un po’ per interrogarlo sul contenuto della lettera, ma l’unica reazione di Lawrence fu un sorriso e le semplici parole: “Buone notizie” dopo di che usci con passo felpato e lasciando di nuovo da solo Carl.
Subito dopo aver finito di pregare Carl si diresse velocemente verso la sua cella, si sedette alla scrivania e appoggiò di fronte a sé la lettera, era titubante sull’aprirla o non aprirla nonostante le parole di Lawrence, la girò e lesse scritto in caratteri gotici “A Charles Chambers e che Dio lo protegga sempre” come suonava strano il suo nome, praticamente nessuno dentro e fuori dal convento lo chiamava così, lui era per tutti Carl. A quel punto la rigirò e vide chiaramente che il sigillo di ceralacca recava un marchio proveniente dai Santi Uffizi vaticani allora, deciso a scoprire il significato delle parole pronunciate poco tempo prima da Lawrence.
Negli stessi caratteri dell’intestazione la carta da lettere recava queste parole:
“Con la presente le si comunica che l’esame da lei sostenuto il 17 Marzo u.s. con il nostro consiglio per la lotta al demonio, ha avuto un riscontro positivo nei confronti di tutti i suoi esaminatori, il punteggio da lei raggiunto è stato il massimo, ed è quindi per noi un grandissimo piacere comunicarle che lei sarà ufficialmente ordinato esorcista il 5 Dicembre p.v. nella cattedrale di Dublino con cerimonia privata da un nostro cardinale, lei si prepari e aspetti fuori dal suo convento, un nostro incaricato giungerà sul luogo a prenderla."
Li 25.06.2006, Città del vaticano
Distinti saluti
Seguiva quindi un foglio con su un resoconto dettagliato del suo discorso di fronte agli esaminatori e i motivi, anch’essi molto ben dettagliati, che avevano portato alla scelta finale. Carl si rilassò, dopo avere tanto atteso, dopo avere tanto sofferto, finalmente, il suo sogno si avverava, finalmente poteva diventare ciò che, per quello che si ricordava, aveva sempre voluto essere, sapeva che Otis sarebbe stato fiero di lui, doveva assolutamente andare a comunicaglielo, doveva saperlo prima degli altri, ovviamente dopo Lawrence ma prima di tutti i suoi altri confratelli. Quindi prese la busta, se la infilò nella tasca del saio, strinse nella mano il rosario, regalo proprio di Otis, e uscì quasi di corsa dal convento, incamminandosi verso il solitario sentiero che portava al cimitero del convento, sulla cima della collina dietro al convento stesso. Arrivato di fronte al cancello noto che era aperto, strano pensò, di solito non ci andava mai nessuno, forse qualcuno si era dimenticato di chiuderlo, passò quindi oltre, non pensandoci più a quel minuscolo dettaglio e si avviò a passo deciso verso la tomba di Otis la quale si trovava esattamente dall’altra parte dell’ingresso nella parte “nuova” del cimitero, almeno era quella costruita più di recente. Mentre si avvicinava vide però che praticamente tutti i suoi confratelli si erano riuniti vicino ad una delle tombe, Carl allorà affrettò il passo e appena arrivato lì vicino si fece strada fra le facce pieni di sgomento e alquanto sbigottite dei suoi confratelli, raggiungendo la tomba. La tomba era quella di Otis e uno spettacolo inatteso si presentò di fronte agli di Carl: la pietra sepolcrale era stata rimossa e la bara in cui giacevano le spoglie del frate in attesa del giudizio universale era stata riportata alla luce, cautamente Carl si chinò ed apri lentamente la bara, sotto lo sguardo attento dei suoi confratelli. Un leggero cigolio.
Vuota.
E mentre tutti si interrogavano sul chi, sul come, sul perché avessero portato via il corpo di Otis, Carl sentiva crescere dentro di sé quella voce che lo assillava da mesi che flebilmente gli diceva “Non ti preoccupare, starà bene con me” seguita ripetutamente da un ghigno così assillante da perforargli la testa e quando questo divenne insopportabile Carl svenne cadendo dentro la bara.
[Modificato da Duck-billed Platypus 25/06/2006 20.36]