Baccini e Tabacci lasciano l'Udc

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silvercloud87
00giovedì 31 gennaio 2008 16:15
I due senatori centristi, come annunciato, lanciano il nuovo soggetto politico
"Conseguenza del cambiamento di linea adottato da Casini in modo strumentale"
Baccini e Tabacci lasciano l'Udc
al Centro nasce la Rosa Bianca


ROMA - La Rosa Bianca "prende il largo". L'aveva detto Bruno Tabacci il giorno prima che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano conferisse l'incarico a Franco Marini. A ventiquattro ore di distanza l'ipotesi diventa soggetto politico. Lo stesso senatore Udc e il collega centrista, e vicepresidente del Sernato, Mario Baccini lasciano il partito. E annunciano, in una nota congiunta, la volontà "di costruire un'alternativa al Centro, al bipolarismo muscolare, per rispondere alle esigenze e alle aspettative di tanti cittadini delusi da questa politica". Una Rosa Bianca, "un fiore offerto alla speranza degli italiani". La "forma intermedia" di cui aveva parlato Savino Pezzotta e che, alla luce delle decisioni prese da Napolitano, apre nuovi scenari sul cammino che il presidente del Senato si prepara a percorrere.

"Una cosa inutile, di cui è inutile parlare", dice in serata Pier Ferdinando Casini. Mentre il leader dell'Udc parla a Porta a porta, i due parlamentari diffondono la nota. Puntano l'indice contro "il cambiamento di linea" adottato dal leader del partito "in modo assolutamente strumentale da novembre a oggi, in completo dissenso dal mandato congressuale, da lui e dal segretario Cesa". E manifestano l'esigenza di "trarne le conseguenze". La linea è quella del congresso 2007, fatta propria dall'85% del partito e sintetizzata all'epoca dallo stesso Cesa: "Superare questo bipolarismo malato, rafforzando l'area centrale e moderata del Paese che noi rappresentiamo certamente non da soli ma, spesso, più e meglio di altri".

Come il Pd di Walter Veltroni, la nuova formazione dovrebbe andare a battesimo lunedì a Torino. Dove a discutere di questione morale, "caste" e futuro del Paese saranno proprio Tabacci, Baccini, Pezzotta e Antonio Di Pietro. Quest'ultimo, ancora cauto. "Prima bisogna capire chi c'è e che cosa è - dice - a scatola chiusa non voto più niente, Italia dei valori è single, alle elezioni va da sola".

Ma Baccini, l'unico dei venti senatori centristi a non firmare il documento sulla crisi e sulla necessità di andare a elezioni anticipate, insiste: i tempi sono stretti per mettere a punto un programma insieme ma l'avvicinamento con Di Pietro c'è stato. "Parteciperemo alle prossime elezioni autonomamente. Intanto partiamo, speriamo che gli altri ci seguano".

Nel partito, l'uscita del vicepresidente del Senato era stata derubricata a una questione interna. Di fronte al primo smarcamento di Baccini, che si era dichiarato favorevole all'ipotesi di un governo guidato da Marini, Casini aveva sgombrato il terreno dagli equivoci: "La nostra posizione è lineare e condivisa dal 95% del partito", aveva detto, dopo che già Cesa aveva ribadito la linea "chiarissima" del partito.

(30 gennaio 2008)
Repubblica.it
nanoguerriero
00venerdì 15 febbraio 2008 21:32
ritengo personalmente scandaloso che Tabacci e la combriccola abbiano fondato un partito che si chiami la rosa bianca....un vero e proprio insulto a tutti coloro che sono stati suoi membri e che sono morti per essa.....per chi non lo sapesse, la rosa bianca fu un organizzazione di tedeschi di opposizione al regime nazista...
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