BUROCRAZIA ITALIANA

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pezzo69
00mercoledì 14 novembre 2007 12:05
Sancio, politicamente parlando sei il mio peggior nemico, ma come amico eccoti accontentato
gNoLoo
00giovedì 15 novembre 2007 09:41
ci cade a pennello....



Il gigante web esclude gli sviluppatori software del nostro paese
dalla competizione. "C'è troppa burocrazia, magari in futuro..."


Google, Italia fuori dal concorso da 10 milioni di dollari per Android


GOOGLE ha indetto un super concorso da 10 milioni di dollari, per gli sviluppatori di software per cellulari, sulla nuova piattaforma Android: peccato che dall'Italia non vi si possa partecipare. Colpa di leggi italiane sfavorevoli, spiega Google. Colpa della burocrazia, insomma, che richiederebbe a Google speciali requisiti aggiuntivi per lanciare il concorso, in Italia. Tra gli esclusi, ci troviamo in buona compagnia (si fa per dire): non si può partecipare nemmeno da Cuba, Iran, Siria, Nord Corea, Burma (Myanmar), né dalla provincia canadese del Quebec.

Il Quebec e l'Italia, spiega Google, sono i soli esclusi a causa delle restrittive norme locali. Gli altri invece sono banditi a causa delle leggi Usa. "Il problema è che le norme italiane ci avrebbero obbligato a lungaggini - fanno sapere da Google - e non avremmo potuto far partire il concorso nei tempi previsti. Stiamo valutando se inserire l'Italia in un secondo momento, a concorso già iniziato".

Da noi ci sono infatti norme che in tempi di internet hanno sapore borbonico e che spaventerebbero qualsiasi organizzatore di concorsi internazionali. Per prima cosa, bisogna depositare una somma di garanzia, in anticipo, per coprire l'intero valore del concorso. Insomma, Google dovrebbe stanziare 10 milioni di dollari in un conto corrente solo per lanciare il concorso in Italia. Poi, in Italia i premi dovrebbero essere assegnati in presenza di un notaio e di un rappresentante di un'associazione dei consumatori riconosciuta; Google dovrebbe infine compilare moduli e fare registrare il concorso da due ministeri e dai monopoli di Stato.

Il tutto si traduce in un'occasione sprecata per l'imprenditoria italiana e per creativi informatici che vogliono farsi strada nel nuovo promettente mercato dei software per cellulari. Reso ancora di più interessante appunto dal lancio di Android, sistema operativo aperto che sarà in qualche cellulare nel 2008 e per il quale qualsiasi sviluppatore potrà lanciare proprie applicazioni.

Ecco infatti le caratteristiche del concorso: partirà il 2 gennaio 2008; entro due mesi da quella data i partecipanti potranno inviare a Google i propri software. I 50 migliori saranno premiati con 25 mila dollari ciascuno. Questi 50 saranno chiamati a sviluppare ulteriormente i propri software per concorrere ad altri dieci premi da 275 mila dollari e altrettanti da 100 mila dollari.

(14 novembre 2007)
pezzo69
00giovedì 15 novembre 2007 10:08
Questo è il minimo Gnolo. La barzelletta è anche per le cose interne ai ministeri, istituzioni....

Articolo preso da internet
Il costo della burocrazia in Italia

Quanto costa la burocrazia in Italia? Nel 2006 i costi burocratici sono stati 13.713 miliardi di euro. Nel mirino delle lungaggini dei moduli e dei fiumi di carta da compilare cadono soprattutto le piccole imprese con meno di 50 dipendenti, costrette a impegnare risorse umane dedicate appositamente ai rapporti con la burocrazia. Complessivamente il costo della burocrazia pesa per il 30% sul costo del lavoro complessivo e una stima di 3 miliardi di euro l'anno sostenuti dalle imprese per far fronte ai ritardi, ai disservizi e alle inefficienze della burocrazia. Il settore burocratico italiano rallenta soprattutto gli imprenditori onesti, coloro che seguono i regolamenti e vogliono essere in regola con le normative. Scarsa trasparenza e linguaggio burocratrese continuano a rappresentare ancora oggi un ostacolo reale alla crescita economica e indirettamente anche all'occupazione e alla competitività delle imprese italiane. Alla complessità burocratiche si aggiunge un ritardo nelle risposte e una assistenza inadeguata alla domanda che spinge le imprese ad affidarsi agli intermediari, divenuti veri e propri interpreti tra il mondo della burocrazia e quello delle imprese. Peccato che non ci sia uno studio di settore anche per gli uffici pubblici italiani e la possibilità per le imprese di chiedere sconti fiscali nei casi accertati di ritardi causati dall'inefficienza della pubblica amministrazione.


Siamo veramente ridicoli.



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