BREVE BIOGRAFIA DI GIACOMO AGOSTINI

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canox82
00domenica 10 agosto 2003 18:38
da www.daidegas.it:

Quindici titoli mondiali (7 nella 350 e 8 nella 500), 122 Gran Premi vinti (54 in 350, 68 in 500, più 37 podi), oltre 300 successi complessivi, 18 volte campione italiano (2 da junior).Questo è in sintesi il biglietto da visita di Giacomo Agostini, indubbiamente il più grande campione motociclistico di tutti i tempi (almeno valutandolo attraverso gli incredibili numeri della sua carriera).
Agostini nasce il 16 Giugno del 1942 a Brescia e si trasferisce a Lovere in giovane età, con la famiglia e i suoi due fratelli.Il percorso che lo porterà fino al mondiale, non è fatto di debutti in tenera età, di minimoto (ancora di là da venire) o di gare su terra, ma le sue prime esperienze agonistiche sono le ruspanti corse in salita, che negli anni 60 godevano di una popolarità sconosciuta ai tempi nostri.
Il suo primo mezzo a due ruote fu un Bianchi Aquilotto, la palestra con cui imparare a familiarizzare con quel mondo che fin da giovanissimo lo aveva attirato.
Il debutto agonistico avviene a 18 anni in una gara di regolarità a Sant’Omobono Imagna, ma ben presto il suo terreno di conquista diventeranno le gare in salita.
La Trento-Bondone sarà il suo lasciapassare per i primi successi, proprio in questa gara nel 1963, in sella ad una Morini, otterrà un secondo posto di grande rilievo, nello stesso anno vincerà un’impegnativa “classica” come la Bologna-San Luca. Con ben 8 successi si laurea campione italiano della specialità e nello stesso periodo, comincia a raccogliere i primi incoraggianti successi anche nella velocità juniores classe 175. La voglia del giovane Agostini di fare della sua passione un lavoro, e le capacità messe in mostra nelle gare che aveva corso, convincono ben presto il padre Aurelio ad aiutarlo nella sua escalation verso campionati più famosi ed impegnativi.
Il 1963 è un anno topico per Agostini, nel Gp delle Nazioni di Monza, la Morini decide di reclutare il ventunenne pilota lombardo per aiutare Provini nella conquista del titolo, la gara per lui dura solo due giri prima della rottura del mezzo, ma in quei due passaggi Agostini fa vedere al mondo di che pasta è fatto portandosi in testa fin dal via.
Nel 1964 Provini passa alla Benelli e la Morini decide di puntare tutto sul promettente Giacomo che ripaga il Commendator Morini vincendo il titolo italiano con ben 6 centri in sette gare.
I circuiti moderni, con asfalto perfetto e vie di fuga adeguate sono ancora paradisi della fantasia, in Italia si corre nei circuiti cittadini quali Modena, Milano Marittima, Riccione e Cesenatico, le cadute sono spesso fatali e la vita dei piloti vale ancora davvero poco.
Nel ’64 “Ago” debutta anche nel mondiale 250 e sulla pista della Solitude, in Germania con una monocilindrica platealmente inferiore alle bicilindriche, rischia di salire sul podio.
Il 1965 fu l’anno in cui Agostini fece la scelta più importante della sua carriera. Aveva capito che se la Morini non avesse costruito una bicilindrica, lottare per il titolo gli sarebbe stato impossibile e così, consapevole che la casa bolognese non avrebbe potuto accontentarlo, passò, non senza rimpianti, alla Mv Agusta, sotto le pressanti richieste dello stesso titolare, il conte Domenico Agusta.
Alla Mv Agostini trovò come compagno di squadra l’affermato Mike "The Bike" Hailwood, all’epoca correre in due cilindrate era la regola e non l’eccezione, così al debuttante Agostini venne affidato il compito di vincere il titolo nella 350, mentre Hailwood doveva farsi valere il 500.
Solo l’inglese riuscì nell’impresa, Giacomo dopo aver rotto il ghiaccio con una stupenda affermazione al Nurburgring, perse il mondiale a favore di Jim Redman nell’ultima prova in Giappone a causa di un guasto elettrico.
Nel 1966 Hailwood passa alla Honda e Agostini diventa a tutti gli affetti la prima guida della Mv Agusta sia in 350 sia in 500,è proprio tra i due campionissimi che si consumerà la sfida per il titolo della 500.
Nell’ultima gara della stagione corsa l’11 settembre a Monza, l’inglese ha già messo in carniere il titolo della 350 e rinuncia alla gara per concentrarsi sulla sola 500 (Agostini vince la 350, doppiando tutti, compresi Renzo Pasolini e Alberto Pagani). Nella 500 Hailwood ha 3 punti di vantaggio da Agostini, davanti a 50 mila spettatori, recupera ad una pessima partenza, raggiunge Hailwwod e lo supera. Il 4 volte campione del mondo però tiene duro, realizza il giro più veloce a oltre 199 km di media cercando di risuperare l’italiano, ma la sua Honda si ammutolisce consegnando ad Ago il suo primo titolo irridato.
E’ l’inizio della leggenda, il binomio Agostini-Mv Agusta è una corazzata inaffondabile che domina e stravince gare e campionati con devastante regolarità.
Dal ’68 al ’72 Agostini conquistò i titoli delle classi 350 e 500 piegando la resistenza dei vari Hailwood, Phil Read,Renzo Pasolini,Gianfranco Bonera, ecc…Erano gli anni degli incidenti mortali, di piloti che scomparivano prima di poter lasciare il proprio segno nella storia. Giacomo attraversò l’inferno senza scottarsi un dito, cadeva pochissimo e la grande competitività della Mv gli permetteva di non rischiare troppo.
La sua popolarità assunse carattere planetario, fu il primo ad investire su di se stesso, ad avere una tuta sponsorizzata, ad allargare i suoi impegni ed interessi al campo della moda, della pubblicità diventando perfino attore in film di scarso successo.Verso la fine degli anni sessanta Agostini era una vera star, bello e famoso aveva fama di essere un vero latin lover, e amava vantarsi con malcelata modestia, non solo delle sue vittorie in pista, ma anche delle sue conquiste tra le più affascinanti donne dell’epoca.
Il periodo magico per Agostini sembra volgere alla fine nel 1972, nel GP del Nurburgring venne battuto dal funambolico finlandese Jarno Saarinen, con una Yamaha bicilindrica.Il feudo di Ago diventato “Mino” per gli appassionati italiani, sembra traballare, nuovi eroi si intravedono all’orizzonte minacciando la stella del campionissimo.
Nel 1973 il suo compagno di squadra Phil Read gli strappò il titolo della 500, l’MV affidò infatti all’inglese la nuova 500 4 tempi che si rivelò ben più competitiva della 430 (derivata dalla 350) che guidava Agostani e questo fatto probabilmente mise la parola fine all’idillio tra l’italiano e la casa di Cascina Costa.Nella 350 Giacomo conservò il titolo, ma la scomparsa dei suo due grandi amici Pasolini e Saarinen nella tragica gara di Monza scosse non poco il campione lombardo.
Nel 1974 avvenne qualcosa di clamoroso, i rapporti tra Mino e la MV erano ormai irrimediabilmente incrinati, inoltre Agostini, personaggio di acuta intelligenza, percepisce che l’era dei 4 tempi sta per tramontare, cosi’ passa alla Yamaha per un ingaggio di circa 150 milioni che all’epoca rappresentava una cifra di assoluto valore.
Sono in molti a criticare la scelta fatta, in tanti credono che Giacomo farà fatica a metabolizzare il passaggio alla 2 tempi dopo anni di 4, ma i fatti danno ragione al campione.A Daytona nella gara delle 750 batte il talentuoso Kenny Roberts ,astro nascente del motociclismo d’oltremanica con una moto provata per pochissimi km.Nel mondiale ottiene subito il titolo nella 350 con la sibilante moto giapponese, mentre in 500 nulla può fare contro Phil Read e la sua ex moto la MV Agusta.
Nel 1975 Agostini, compie la sua ultima epica impresa, in sella alla Yamaha conquista il suo ottavo campionato del mondo della 500, in faccia a tutti quelli che lo avevano fortemente criticato per essere passato alla casa dei tre diapason.
Nel 1976 inizia la fine della carriera di Agostini, a trent’anni suonati, attorniato da giovani virgulti come Sheene e Roberts, il Mino nazionale arranca, fa valere la sua esperienza nei circuiti cittadini, sempre meno numerosi,ritorna per qualche gara sulla amata MV e in 500 sale addirittura per un breve periodo sulla Suzuki 500, ma dopo una brutta caduta al Mugello decide intelligentemente di smettere, prima che risultati troppo inferiori al suo blasone ne intacchino la sua leggenda ritirandosi verso la metà del 1977.
Il richiamo della competizione però è ancora forte e Agostini cede alle lusinghe di chi lo vorrebbe ripercorrere la straordinaria carriera di Surtees in auto.Corre due stagioni nella formula Aurora (l’attuale formula 3000), ottiene solo piazzamenti di pochissimo conto e dopo due anni avari di soddisfazioni, capisce che non è il caso di insistere con le quattro ruote.
Agostini non riesce proprio a stare lontano dal mondo delle competizioni e già nell’ 1982 ritorna nell’orbita Yamaha come team manager con lui Eddie Lawson conquisterà 3 dei suoi 4 titoli mondiali nell’ ’85, ‘86 e ‘88.Oltre che per i successi della sua squadra Mino ricorderà l’88 anche per il matrimonio con la spagnola Maria Ayso, portata all’altare a 46 anni dopo aver fatto girare la testa alle donne di mezzo mondo.
Dopo i successi con la Yamaha Agostini tendendo la mano al passato, passò alla Cagiva (che aveva da poco acquistato il marchio MV), la casa italiana in 500 raggiunse proprio con Agostini isuoi traguardi più importanti prima con Lawson, Kocinsky ed infine Doug Chandler
Quando la Cagiva si è ritirata dalle corse, Giacomo è restato nell’orbita della casa di Varese come consulente e uomo immagine, nel 1999 si è calato nei panni del commentatore affiancando Federico Urban nelle telecronache del mondiale sulla Rai.
A 62 anni “Mino” è ancora in grandissima forma, sui suoi occhi velati da qualche ruga si intravede ancora la luce del successo, la voglia di arrivare, di annichilire gli avversari. Agostani è stato un grande manager di se stesso, uno dei primi a sfruttare la sua popolarità per sbarcare in ambienti fino a quel periodo preclusi ai campioni del motociclismo. La sola ombra in una carriera così ricca di successi è stata paradossalmente la grande competitività della MV Agusta, spesso nelle lunghissime gare di allora Ago doppiava tutti i suoi avversari vincendo con disarmante facilità, che forse ha fatto dubitare qualcuno della grandezza del campione italiano.I record stabiliti da Agostini, la leggenda che da solo è riuscito a creare attorno a se stesso, ne fanno un testimone vivente dell’epoca più romantica del motociclismo.
canox82
00domenica 10 agosto 2003 18:45
Qualche immagine...





[Modificato da canox82 10/08/2003 22.47]

mike1964
00domenica 10 agosto 2003 22:03
Canox, un bel bacio in fronte da parte mia!
[SM=x107497] [SM=x107497] [SM=x107497]

[Modificato da mike1964 10/08/2003 22.09]

mike1964
00domenica 10 agosto 2003 22:06
due piccole annotazioni:
-1) la seconda foto rappresenta Angel Nieto...
-2) sicuri sicuri che Ago e Valerossi non siano parenti (nemmeno alla lontana?)
canox82
00domenica 10 agosto 2003 22:48
Re: due piccole annotazioni:

Scritto da: mike1964 10/08/2003 22.06
-1) la seconda foto rappresenta Angel Nieto...
-2) sicuri sicuri che Ago e Valerossi non siano parenti (nemmeno alla lontana?)


grazie per la segnalazione[SM=x107502]
Valex®
00lunedì 11 agosto 2003 01:33
Re: due piccole annotazioni:

Scritto da: mike1964 10/08/2003 22.06
-1) la seconda foto rappresenta Angel Nieto...
(nemmeno alla lontana?)



questa??



sicuro?? Nieto col casco tricolore??

[SM=x107497] [SM=x107497]
canox82
00lunedì 11 agosto 2003 08:46
no Valex, quella di nieto l'ho rimossa[SM=x107502]
Valex®
00lunedì 11 agosto 2003 11:34
Re:

Scritto da: canox82 11/08/2003 8.46
no Valex, quella di nieto l'ho rimossa[SM=x107502]


[SM=x107530] [SM=x107530] [SM=x107530] [SM=x107530]
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