BERLUSCONI, DALL'IRAQ RITIRO INIZIALE DI 300 MILITARI DA SETTEMBRE

mammola75
00sabato 9 luglio 2005 12:39
GLENEAGLES - Silvio Berlusconi conferma che, come programmato, da settembre ci sarà un iniziale ritiro di 300 uomini della missione antica Babilonia dall'Iraq. Fermo restando che la presenza italiana in quel paese continuerà finché sarà necessario, così come stabilito con gli alleati in base al mandato dell'Onu. "Gli impegni si mantengono", dice il premier spiegando che il graduale ritiro dei militari italiani andrà avanti poi solo nel momento in cui potranno essere sostituiti dalle forze dell'ordine locali.

Nella sostanza, gli attentati di Londra, dice Berlusconi, "non cambiano nulla" sul fronte della presenza in Iraq. Così come non modificano l'attenzione di Roma e degli altri paesi occidentali contro il terrorismo: "Anche noi siamo esposti", conferma riprendendo un ragionamento fatto ieri. Da qui la necessità "di mantenere la guardia sempre alta irrobustendo le misure verso alcuni obiettivi sensibili".

Il premier parla anche delle minacce contro di lui trovate nelle ultime ore su un sito web. "Io, Bush e Blair, le tre B, siamo tra i più esposti a questi rischi. Queste minacce non sono nuove, ci ho fatto l'abitudine anche se non le sottovaluto. Per questo motivo - aggiunge - sono state secretate alcune mie residenze". Dalla bombe di Londra, sottolinea, viene la prova che è in atto "una guerra contro l'Occidente da parte di chi vuole dimostrare che noi siamo il male". La risposta? "Resistere tutti insieme per vincere questa guerra", una scommessa che passa anche per la "lotta alla povertà", come deterrente per togliere spazi al terrorismo che coopta adepti anche tra le sacche sociali più povere del mondo. Per quanto riguarda in particolare l'Italia, facendo il punto sulla riunione di stamani del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, Berlusconi parla di un "allerta a tutto campo" verso tutti gli obiettivi sensibili, "così come stanno facendo gli altri paesi occidentali". "Nulla di nuovo", comunque, visto che il presidente del Consiglio afferma che "questo stato di allerta c'é dal 2001". "Dopo una panoramica a trecentosessanta gradi", si è solo deciso di "irrobustire" la sicurezza già esistente, con particolare attenzione verso alcuni nuovi ipotetici obiettivi sensibili, come, per esempio, le scuole inglesi e gli uffici di corrispondenza dei giornali britannici.

Berlusconi avverte però che non c'é una "svolta" nelle misure di sicurezza dopo gli attentati di Londra. "Non credo possa esserci - spiega - per il semplice fatto che, per quanto possano essere elevati i livelli di sicurezza, la prevenzione totale risulta se non impossibile quanto meno difficilissima". Da qui la considerazione che un attacco "potrebbe capitare anche a noi".

Il premier dedica gran parte della conferenza stampa che ha fatto seguito ai lavori del G8 al tema della lotta al terrorismo: uno sbocco praticamente naturale, dal momento che questo summit è stato segnato indelebilmente dalle vicende di Londra. "Il vertice è terminato in un clima terribile - dice - dopo quello che è successo. E se non c'é stata una reazione immediata nella lotta al terrorismo, come avevamo annunciato ieri, ciò è stato deciso per non dare soddisfazione a chi ha organizzato gli attacchi".

Per il resto, gli otto Grandi hanno lavorato in un "clima positivo e di grande cordialità", dice ancora Berlusconi, snocciolando le intese raggiunte. A partire dai 50 miliardi di dollari in più che dovrebbero essere disponibili, a partire del 2010, a favore dell'Africa e di altri paesi in via di sviluppo del pianeta. In questo quadro, l'Italia ha confermato il taglio del debito per gli stati poveri che la vede esposta, dal 2001 ad oggi, con oltre 3 miliardi e 100 milioni di dollari (nel 2006 la cifra complessiva dovrebbe superare i 4 miliardi).

Berlusconi esprime inoltre soddisfazione per il cosidetto 'Piano Marshall' a favore del Medio Oriente, con lo stanziamento di 3 miliardi di dollari (un miliardo l'anno) da destinare soprattutto agli abitanti della striscia di Gaza.

Il presidente del Consiglio conclude con un accenno alle intese sul clima: "Cina e Stati Uniti non hanno accettato il protocollo di Kyoto. Consapevole di ciò - spiega - il G8 si è impegnato a trovare un accordo unitario per nuove fonti di energia meno inquinanti. Non è il massimo che ci potessimo aspettare, ma è comunque un passo avanti".

ansa.it

insomma, ci stiamo cacando in mano, ma non le ritiriamo le truppe, perchè non dipende dagli attentati, ma era una cosa già stabilita...
le tre b... i tre Bocchinari... ma Baffanculo!!!!! [SM=x48730]
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