Dal Corriere del Ticino a firma Marco Sassell
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Comincia oggi e ci accompagnerà ogni venerdì una rubrica affidata a Marco Sassella, uno dei giocatori svizzeri più titolati in una carriera spesa tra Vacallo, Lugano e Boncourt – oltre che naturalmente in Nazionale – e che si è appunto conclusa la scorsa stagione con l’ennesimo titolo vinto con i colori dei Tigers.
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Scrivere di basket è scrivere di me, della mia passione, della mia vita; non ci sono dubbi, la pallacanestro è nel mio sangue e in quello della mia famiglia, quindi mi butto con piacere in questa nuova avventura.
Ho inchiodato le scarpette da poco e sinceramente mi sento e definisco ancora giocatore, anche se a tutti gli effetti non lo sono più.
Il campionato si è mostrato da subito interessante, con Friburgo quale super potenza guidata dal playmaker Perrier-David che l’anno scorso ha dimostrato tanto talento ma poca lucidità nelle fasi calde del campionato.
Chi non vince si arrabbia e certe volte si fanno delle scelte impulsive ed azzardate ma forse questa stagione è proprio quella giusta per il Friburgo che, con il ritorno di Harold Mrazek e l’arrivo di Tresore Quidome, ha già messo una mano sul trofeo.
L’altra ovviamente è andata al borsellino.
Sono in ogni caso in diversi che cercheranno di sorprendere il nemico pubblico numero uno e tra questi s’inseriscono concretamente anche i neo campioni svizzeri.
Non è comunque nel mio intento parlare di aspetti tecnici e tattici ad inizio stagione, per quello aspetterò i momenti caldi.
Le partite sono i momenti nei quali gli spettatori s’immergono nella pallacanestro, ma attorno al momento culminante esiste un mondo particolare che quale giocatore – ops: ex-giocatore
– ho avuto modo e piacere di conoscere molto bene.
In questa rubrica, oltre a qualche commento sul campionato vi racconterò in maniera « Confidential » alcuni episodi che hanno reso molto colorata la mia carriera e che fanno sicuramente parte del fantastico mondo della pallacanestro.
Presidenti impazziti, giocatori festaioli, allenatori maniacali, arbitri vanitosi, trasferte da incubo, ammiratrici disperate, tifosi infuriati, ne ho conosciuti diversi ed ognuno con la sua storia o le proprie manie!
Quando si dice: « Se ne potrebbe scrivere un libro…. » .