Torna il campionato di calcio. I colleghi dei Reparti, delle Questure e dei Commissariati ritrovano il caro, buon vecchio servizio di O.P. allo stadio dove anche quest'anno daranno il loro contributo (anche in termini di feriti) al sereno svolgimen to delle partite per garantire il regolare svolgimento del campionato.
Gli stadi non sono pronti, non sono state approntate le modifiche alle infrastrutture diventate obbligatorie col decreto Pisanu che ha fatto sapere che non ci saranno sconti.
Ma su Repubblica.it ho appena letto che invece è stato già trovato un accordo con la FGCI (e chi dubitava ?)
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Ma...udite udite, anzi, leggete leggete questo articolo dell'Ansa. Fate pure i vostri commenti, il mio lo aggiungo in fondo.
BAGARINO: IO, PRIMA VITTIMA DEL DECRETO PISANU
ROMA - Loro, i bagarini, si sentono già le prime vittime del decreto Pisanu contro la violenza negli stadi. Perché quei biglietti come un assegno bancario, con nome, cognome e sedici cifre per renderlo unico, significheranno la fine, o quasi del loro business. Portato avanti ogni domenica davanti gli stadi più importanti per tagliandi last minute ma pirata e a cifre esorbitanti.
"Rischiamo di perdere il nostro unico lavoro, abusivo, illegale ma pur sempre lavoro" , dice un cinquantenne, bagarino da tempo per necessità, contattato telefonicamente e che -naturalmente- vuole rimanere anonimo.
Con le nuove norme introdotte dal decreto i frequentatori dei campi sportivi temono le file chilometriche per il controllo del nome ma i bagarini dal prossimo campionato rischiano di perdere molto di più di qualche minuto di attesa. Cosa accadrà ai bigliettai fai-da-te così cari ai tifosi dell'ultimo minuto decisi a vedere la partita costi quel che costi? "Mah, chissà come andrà a finire questa storia dei biglietti con il nome -riflette il bagarino che ha in serbo una speranza- Io non credo che alla fine li faranno. Però se ci riescono siamo fregati, come si fa?".
Sembra una lotta personale tra i tentativi di cambiare le cose, regolarizzandole, e la necessità di chi vuole che rimangano uguali per lucrarci sopra. "Forse però - si rincuora il bagarino cinquantenne - i documenti servono solo per chi compra i biglietti nei giorni prima della partita. Magari alle casse allo stadio non li chiedono". Certo che così i bagarini potrebbero continuare a venderli a chi alle casse non li trova più.
Su una cosa tifosi e bagarini sono d'accordo, "questa novità dei biglietti nominativi creerà code chilometriche e chi già arriva allo stadio in anticipo dovrà saltare addirittura il pranzo per vedere la sua squadra del cuore". "E poi - dice il bigliettaio pirata - non è così che si risolve il problema della violenza negli stadi, anzi le code innervosiscono di più la gente. E se poi non trovi il tuo posto e qualcuno te l'ha fregato che fai? Fai a botte prima della partita?". Il tono torna a farsi un po' duro ma si calma subito. "C'é gente che ne compra tanti di biglietti e poi li regala, come faranno?", riflette ancora cercando vie di uscita alla rigidità delle norme di sicurezza. Sembra una vena di generosità ma poi: "Ci devono costringere a rubare i documenti o ad ascoltare i nominativi e i codici alla gente che compra i biglietti e poi farli uguali". "Insomma dobbiamo diventare ancora più fuorilegge per aggirare il decreto", aggiunge. Comunque, la speranza dei bagarini "é che si ritardi l'applicazione delle norme per dare il tempo, a noi professionisti del settore, di preparare il piano B".
"Io credo - è la sua ultima speranza - che non facciano niente e che ci ripensino ma soprattutto che chi dovrà fare i controlli alle casse chiuda un occhio. D'altra parte lo fanno sempre: comunque vedremo domenica. Sarà la prova del nove.
Se poi il decreto funziona cambierò mestiere".
ANSA 24/08/2005 19:57
Ecco, bravo, cambia mestiere e prova a cercarne uno normale come centinaia di migliaia di altre persone.