Visto che sto cd vale tanto... mi sono impegnato per trovare e fare una recensione fatta bene...
Il disco si apre con la solita intro nella quale il Maestro Bassi inneggia alla sua crew, il suo “megateam”, dando definizioni a volte ambigue ( …è così che telo diamo ? Il beat ovviamente… ) ma leggere ... nel senso che non è ancora il momento di muovere il collo avanti e indietro. Sia apre così il preambolo al disco.
Si passa poi a ( scusate il gioco di parole ) Passo e Chiudo, una canzonetta leggera, che quasi sta a significare che la bravura dell’artista non vuole uscire allo scoperto … ed è vero. Incentrata sul lavoro dello scrivere e produrre rap, è scorrevole e di facile ascolto, supportata da un bel beat ma non ancora "grasso" come quelli successivi. Ma è solo l’antipasto.
A questo punto non tarda ad arrivare la title-track dell’album, la bellissima Background ... ma chi l’avrebbe mai detto che una bella canzone di tale livello potesse partire con un errore ? Nel campionamento primario ( nei primi secondi ) infatti, si sente una piccola sbavatura che può dare fastidio ai più pignoli ma che non intacca la fattura pregevole dell’ hip hop underground di nascita come quello italiano. Ma torniamo a noi. Nel suo parlare in rima Bassi crea un coinvolgimento totale. Stranamente questa canzone dolce, forse più di altre, prende bene … è difficile saltarla nell’ascolto. La base è ottima e la fluidità di Bassi è come poche.
1, 2 e 3 è molto convincente: base semplice, sempre uguale. Qui si sente in maniera cristallina la bravura del Dj / M.C. in questione. La rima scandita, precisa, chimicamente combinata, fa muovere il collo all’inverosimile … se al primo ascolto può tardare a piacervi, beh vi consiglio di ascoltarla più e più volte perché il risultato è ottimo.
La track 5, Everybody, parte in modo molto "silenzioso" e con un tecnica molto comune della rima ( parlata veloce e lenta alternata su basi lente ) con un risultato sembra essere di "già sentito" … purtroppo per i malfidati il più pazzo della Cricca dei Balordi si rende unico per la sua voce e confeziona un prodotto dettagliato e di quasi assoluta perfezione.
Giunge ora: Non Sappiamo. La base è "scivolosa", ovvero porta via con se tutte le parole e non permette all’ascoltatore di ricordare il testo … e non per la velocità, ma per il fatto che l’argomento di non sapere cosa vuol dire essere ricchi ma essere i migliori fa apparire un sorriso in testa ( ma non sulla faccia ). A volte è monotona ma l’ascolto non stanca mai perché a differenza di molte altre canzoni non è impegnativa.
A questo punto non può mancare qualche critica ... Fat Fat Delirits si apre con uno scratch a mio parere troppo povero, sicuramente imperfetto, di buon risultato, ma troppo corto in quantità di tempo. Non mi soffermo neppure sugli scratch nell’intermezzo perchè non sono degni di un DJ così bravo come Bassi Maestro. E se il DJ può deludere, neppure la parte da M.C. convince. Un testo poco farcito, quasi da rapper in erba. Per fortuna la canzone non emerge in maniera fastidiosa e quindi non rovina l'ascolto del disco.
Finalmente al numero 8 un b-boy può rendersi conto del vero rap. Sa No Biz diciamo che è da vecchio “Chek it sound”. La soddisfazione finale è alle stelle e si sentono FINALMENTE le critiche tanto attese nei confronti di scarsi M.C.'s che rappano con il culo piuttosto che con la bocca. Ottima base, ottimo ritornello e ottimo testo quindi: ottima canzone.
Status si apre con una sorta di freesta che però a mio parere non serve a nulla ... la base è leggerissima e le parole ben inserite. Lavoro discreto.
Medda… Medda… Medda… nasce da questo richiamo la canzone più dolce dell'album ... e si, mi tocca fare il dolce. Non è possibile riascoltarla meno di 30 volte … la rappata di Davide è ottima, e non parliamo di Medda che si fa sentire senza nessun peso. Bella e davvero poco commerciale per il genere.
Volgare e finalmente mirata ( soprattutto a Neffa e La Pina ) è S.I.C. ( ovvero ... Succhiatemi il C…o ) in cui vengono esternati nomi ed offese ai personaggi colpevoli, secondo Bassi, di "sporcare" la scena hip hop italiana. Il riadattamento di una cultura che si rivolge e spacca la schiena a chi l'ha mollata. Il nostro Bassi spiega a chi ascolta la zona rap italiana e ripete il suo malcontento ed ha ragione dalla prima all’ultima parola.
Bella è anche Vivo Rap, una canzona non particolarmente sofisticata, leggera, che aggrada e non infastidisce. Base scanditissima e difficilmente odiabile. Voto: più che sufficiente.
Movimentata e ottima la stesura di La Terra Trema, la cui base cattura da subito l’attenzione emergendo da un coro di voci ecclesiastiche molto cupe. Davide si conferma irrimediabilmente uno dei migliori, con i suoi temi di vita di strada sempre in primo piano. Si tratta dell'ascolto più difficile del disco: una canzone che spinge in maniera impensabile il ragionamento. A giudicare dalla modulazione della sua voce sembra che Bassi faccia uno sforzo sovraumano. Dopo l'ascolto è impossibile non far passare almeno 30 minuti per riascoltare il brano ma il senso di pienezza è assoluto. 110 e lode.
Veloce e perfetta è Non Chiamatelo un Ritorno con una base che si aggancia perfettamente alle parole. Una canzone che merita molto, che non appesantisce il disco e crea la pausa per l’ascolto del brano successivo, l’ultimo.
Ricordami inizia ahimè ancora una volta con un scratch orrendo. Troppo corto e monotono ... ma nessuno è perfetto e Bassi lo sa. Per questo crea finalmente scratch bellissimi, anche se ancora monotoni, all’interno della canzone per proseguire fino alla fine. Un buon prodotto che decreta la fine del disco.
In conclusione, giudico questo album eccezionale come pochi. Il vecchio Joe Cassano - R.I.P.- non teme rivali, ma il Maestro gli si è avvicinato.
01. Intro
02. Passo e Chiudo
03. Background
04. 1, 2 e 3
05. Everybody
06. Non Sappiamo
07. Fat Fat Delirits
08. Sa No Biz
09. Status
10. Senza Di Te feat. Medda
11. S.I.C.
12. Vivo Rap
13. La Terra Trema
14. Non Chiamatelo Un Ritorno
15. Ricordami.[Modificato da il maestro86 21/05/2004 18.34]