dal sito http://www.avalonceltic.com/terre.htm
Terre Leggendarie: Avalon- l’isola di Re Artù.
L’Altra Scienza e il suo staff si è preparata per portarvi nuovamente nella terra del mito. Questa volta ci siamo diretti verso il nord-Europa, per toccare con mano un’isola il cui nome da tempo eccheggiava nel cuore, e in modo solenne, nei nostri cuori celtici, riportandoci alla mente le gesta di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Abbiamo seriamente studiato il percorso e, secondo la tradizione celtica, l’isola di Avalon, detta anche il Sid (ossia il luogo dove riposano i corpi degli eroi) è ubicata al di là dell’Irlanda e sempre celata da altissime onde impraticabili. La maggior parte delle leggende narra che re Artù e la moglie lady Ginevra, vissero a Caerleon Usk, nel Galles, ma avevano un maestoso castello a Tintagel, in Cornovaglia, altri narratori pongono la corte a Camelot, luogo non identificato (proprio come Avalon). Alcuni , poi, la confondono, e ne scorgono l’ubicato nel Somerset, altri in Scozia. Quello però, che tutti i narratori di questa storia, da Goffredo di Monmout, intorno al 1147, (cui si rifecero numerosi autori, quali: sir Thomas Mallory, che nel 1485 scrisse “La mort Darthur, ed Edmund Spencer, lord Tennyson, si ispirarono, tutti, ai mitici cavalieri della tavola Rotonda, o ciclo Bretone, quindi, come detto, tutti gli autori dell’epico ciclo d’Artù, sono concordi nel narrare che, sotto il suo governo regnava ordine e pace; ma, durante un viaggio, suo nipote Morderd sfruttò la sua assenza, tentò una ribellione aizzando i cuori di una manciata di scapestrati. Artù fu costretto a ritornare velocemente e a combattere l’avido nipote. Qui i vari autori si sono divisi in due versioni. La principale narra che Artù uccise il nipote traditore, ma che fu a sua volta ferito da Morderd. Allora, apparve il Druido, ossia il mago Merlino, suo compagno inseparabile, che lo trasportò sull’isola di Avalon, appunto, per curargli le ferite. Mentre in uno dei testi più antichi, quello di Robert da Boron. Avalon figura come una contrada posta all’estremo occidente, dove si recano alcuni cavalieri che, per comando divino, portano il Sacro Graal. Molti descrivono Avalon in Irlanda, un’isola, dove un castello di vetro domina sui scogli ci sono alberi carichi di mele d’oro, alberi d’argento tintinnano a causa del vento, con un suono così musicale da placare in modo divino i nervi delle persone che soggiornano lì; chi l’ha visitata, afferma che, dietro la torre, si stende una vasta pianura. Pensate: i ruscelli sono di vino e di idromiele, la sacra bevanda degli dei. Ogni tanto piove, ma quello che cade dal cielo non è acqua, bensì birra! Siamo concordi con lo scittore G. Evola che, nel suo libro “Il Mistero del Graal”, attribuisce ad Avalon un significato puramente simbolico. Per Evola, le pareti di vetro, e persino l’aria, vengono usate per significare una difesa invisibile, per impedire l’accesso, come ulteriore simbolismo protettivo, del tipo: un muro di fuoco che gira intorno a quell’isola.” Rispettiamo tutti coloro che non ritengono di dover vedere in Avalon un puro simbolismo; e forse riusciranno a trovare il luogo o l’isola realmente esistita; e chissà che, un giorno la leggenda non trovi conferma in una qualche realtà sommersa, da una delle tante terribili catastrofi! Sybil .