Atene e la vittoria perduta

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Archita
00mercoledì 19 aprile 2017 22:59
la gloriosa Atene aveva perso il suo impero ( la Lega di Delo ) e il suo posto nella Storia in seguito alla terribile Guerra del Peloponneso ritenuta da molti una vera guerra civile di tutto il mondo greco classico.

La sconfitta fu conseguenza principalmente della disastrosa campagna siciliana ma la Città delle Lunghe Mura aveva anche pure perso un irripetibile occasione di vittoria senza spargimento di sangue.

L'occasione si presentò nel sesto anno della guerra ( 425 a.c ) quando gli spartani tentarono di porre sotto assedio la base ateniese di Pilo che minacciava il territorio della Messenia dove c'erano proprietà dei nobili spartiati e schiavi che potevano ribellarsi grazie alla presenza ateniese in zona.

Gli spartani inviarono una spedizione navale comandata dall'abile Brasida che aveva a sua volta stabilito una base nell'isola di Sfacteria nelle vicinanze per sostenere l'assedio.

L'assedio fallì grazie alla capacità di tenere duro da parte di Demostene che sbaragliò poi gli assedianti che fuggirono nell'entroterra mentre rimase isolata la guarnigione di Sfacteria.

Gli ateniesi a questo punto avevano in mano la vittoria di tutta la guerra poiché nell'isola vi erano quattrocento opliti appartenenti all'aristocrazia spartiata e dunque potenziali prigionieri di elevato valore negoziale.

Infatti Sparta aveva subito chiesto una tregua lasciando in pegno addirittura la propria flotta. Tuttavia ad Atene non c'era più il grande Pericle morto durante la Peste di Atene nel 430 a.c e al suo posto c'era Cleone che avrebbe senz'altro dimostrato indubbie doti militari proprio a Sfacteria ma altrettanto scarse capacità come politico nel momento più decisivo di tutta la guerra.

infatti gli inviati spartani avevano proposto segreti negoziati di pace con la disponibilità di accettare anche dure condizioni ma Cleone preferì che venissero resi pubblici i negoziati che avrebbero riguardato gli alleati del regno lacedemone.

Gli inviati erano disponibili a imporre agli alleati ogni richiesta da parte di Atene ma senza l'umiliazione di una condizione di protettorato. I negoziati si interruppero e la guerra proseguì condannando Atene, nonostante gli iniziali successi militari, alla disfatta in parte per propri errori e in parte proprio al decisivo mutamento di strategia dovuto agli eventi di Sfacteria.

Infatti gli spartani eviteranno di esporre i preziosi spartiati a rischiose campagne affidandosi invece a mercenari molto più sacrificabili grazie al supporto finanziario della ricca alleata Corinto mentre Atene perderà successivamente il fior fiore dei suoi opliti contro Siracusa segnando l'esito del conflitto.
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