SERVIZIO CONDIVISIONE GIOVANI
La comunità Papa Giovanni XXIII è nata con i giovani e nel suo statuto si costituì come associazione con lo scopo di "assicurare la formazione religiosa e morale degli adolescenti" e da allora si è sviluppata sempre più anche in ambiti diversi. La vita con i giovani è continuata fino ad oggi e ci ha portato a comprendere che ci sono alcuni aspetti fondamentali della vita del giovane.
Il primo aspetto fondamentale o principio dinamico dello sviluppo è il bisogno di crescita dell'io che va oltre l'istruzione, la cultura e non è neanche il bisogno di affermarsi al di sopra degli altri, ma è la spinta dell'uomo ad andare sempre oltre per crescere nella sua totalità.
Il secondo principio è il bisogno della trasfusione dell'io, il bisogno di crescere per partecipare e non per acquisire meriti nè per essere sempre più potente ed isolato.
Il terzo principio è il bisogno d'Assoluto, dell'incontro con il senza limite che dà senso all'esistenza intera dell'uomo.
Questi tre principi fondamentali regolano la vita del giovane alla ricerca del senso ultimo. Quando questi bisogni non vengono soddisfatti si producono effetti negativi. Partendo da questa comprensione il lavoro che svolgiamo con i giovani è rivolto a promuovere un incontro simpatico con Gesù, l'Assoluto che dà senso e fonda la scoperta della vita piena attraverso una strada perticolare: la condivisione con chi si trova in difficoltà. Quando io condivido il mio tempo, le mie abilità, le mie capacità con un'altra persona sono costretto ad uscire da me, a compiere un atto che mi allontana da me stesso e mi fa entrare in una selezione vitale con l'altro: che vede con gli occhi, si arricchisce della profondità di chi non vede con gli occhi ma con l'anima, un giovane che spinge un fratello in carrozzina scopre che è lui che viene spinto verso vie nuove ed in questo scambio vitale si sente importante, che vale per qualcuno e che è un dono prezioso.
La condivisione risponde al bisogno della trasfusione dell'io nell'altro e se non c'è questa trasfusione dell'io nell'altro, perde di significato anche il crescere: per chi cresco io, per me stesso, per essere sempre più solo? Il giovane che cresce ma non ha nessuno a cui darsi, non matura, invece condividendo la propria vita con chi è in difficoltà è costretto ad uscire da sè stesso, a conoscersi in nuovi modi e possibilità e questo avviene perchè c'è una persona che accoglie il suo dono. Il frutto di tutto questo è la gioia perchè finalmente la persona cresce e ciò avviene sempre più in nuove dimensioni perchè trova chi lo accoglie dandogli la possibilità di conoscersi e di decentrarsi.
Quest'esperienza poi diventa una via per l'incontro con Dio perchè il bisogno di comunicarsi, di trasfusione di sè è senza limite, infinito ed ha bisogno di un interlocutore anch'esso infinito.
Nell'incontro con Cristo sta il fondamento delle nostre esperienze, è Lui che ci spinge, che riempie i nostri cuori e la nostra vita rendendo vana la fuga verso altre forme di senso che si rivelano illusorie.
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