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(1) Cfr. Quaranta hadith. Testo di Quaranta Detti Autentici del Profeta Muhammad raccolti dall’Imam An-Nawawi morto nel 676 dell’Egira, cit.; cfr. pure Les 40 hadîth de Nawawî, trad. francese di L. Pouzet, «Études Arabes Feuilles de Travail», Istitut Pontifical d’Études Arabes, Roma s.d., che riporta non solo il testo degli hadîth, ma anche il commento dello stesso an-Nawawî.
(2) Il Corano, ed. cit., p. 170, nota 15; cfr., più ampiamente, Cl. Cahen, voce «dhimma», cit.
(3) Ibid., appendice 9, A proposito del concetto di «jihâd, pp. 582-583 (p. 582).
(4) Cfr. la natura giuridica dello statuto del dhimmi e i suoi diritti civili e politici nella dottrina dei legisti, con particolare relazione alla funzione pubblica, in A. Fattal, op. cit., rispettivamente pp. 71-84 e pp. 236-240; cfr. pure Chafik Cherata, voce «dhimma», cit.
(5) J. Jomier O.P., op. cit., p. 91.
(6) Il Corano, ed. cit., p. 168, nota 6.
(7) «Annexe» a M.-Th. Urvoy, art. cit., pp. 28-29; devo il titolo, la traduzione del titolo e la corretta data di pubblicazione dell’articolo, che nella mia fonte è il 18-9-1975, a una comunicazione di S. K. Samir S.J., del 24-4-2000. Il medesimo alto esponente islamico — il cui nome, sempre nella mia fonte, è trascritto come Hussein Kouatly —, non mai contraddetto da altri, ha ripetuto la stessa tesi, sempre sulla stampa quotidiana libanese, nel 1978 (cfr. «Le Reveil», 18-7-1978), con una formulazione degna d’attenzione: «I cittadini musulmani hanno il dovere di appoggiare l’autorità islamica; nel caso questa non applichi la legge islamica, debbono adoperarsi per abolirla e dichiarare la guerra santa (gihad) sino alla presa del potere. Nel caso fossero in situazione di minoranza, i musulmani possono accettare formule di compromesso continuando a lavorare con tutti i mezzi per ottenere il potere al momento opportuno» (cit., in G. Crespi e G. S. Eid, op. cit., p. 151); e nel gennaio del 1981, alla televisione libanese, interrogato in proposito, ha mormorato: «Se quanto avete inteso vi ha colpito, questa ferita colpisca anche me» (cit. in Jean-Pierre Péroncel-Hugoz, op. cit., Flammarion, Parigi 1984, pp. 96-97).
(8) Cfr. G. Rizzardi, Introduzione all’Islàm, cit., pp. 15-16; e Maria Chiara Nataloni, Per un’analisi del concetto di popolo nell’Islam. Le costituzioni dei paesi musulmani alla luce della Dichiarazione di Algeri, con presentazione di B. Scarcia Amoretti, Franco Angeli, Milano 1987, pp. 31-37; con Dichiarazione di Algeri s’indica la Dichiarazione Universale dei Diritti dei Popoli, proclamata ad Algeri il 4 luglio 1976, per iniziativa dell’uomo politico socialista Lelio Basso (1903-1978), da un’assemblea di giuristi, economisti, politici e dirigenti di vari Movimenti di Liberazione Nazionale.
(9) Cfr. Islâm dîn al-dawla. L’Islam religion de l’État, cit., tavole alle pp. 129 e 131.
(10) Modèle de Constitution islamique: le Projet du Conseil Islamique d’Europe (texte integral), in Islâm dîn al-dawla. L’Islam religion de l’État, cit., pp. 7-41 (p. 13).
(11) Cfr. Abdelfattah Amor, «Costituzione e religione negli Stati musulmani (I): Lo Stato musulmano», in «Coscienza e Libertà. Rivista semestrale della sezione italiana dell’Associazione Internazionale per la difesa della Libertà religiosa» [con statuto consultivo di organizzazione non governativa presso le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa], n. 29, Roma secondo semestre 1997, pp. 57-72; Idem, «Costituzione e religione negli Stati musulmani (II): La natura dello Stato», ibid., n. 30, primo semestre 1998, pp. 74-91; Idem, «Costituzione e religione negli Stati musulmani (III): La legislazione dello Stato e la politica dello Stato», ibid., n. 31, secondo semestre 1998, pp. 49-65; e Idem, «Costituzione e religione negli Stati musulmani (IV): La condizione dell’individuo», ibid., n. 32, primo semestre 1999, pp. 48-63.
(12) Cfr. Idem, «Costituzione e religione negli Stati musulmani (II): La natura dello Stato», cit., pp. 76-79 (p. 76).
(13) Cfr. ibid., pp. 79-81 (p. 79).
(14) Cfr. ibid., pp. 74-76.
(15) J. Jomier O.P., op. cit., p. 91; sui copti, cfr. Pierre du Bourguet S.J. (1910-1988), Les Coptes, Presses Universitaires de France, Parigi 1992; e Christian Cannuyer, I Copti, trad. it., Interlogos, Schio (Vicenza)-Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1994.
(16) M. Borrmans M.Afr., «L’Islam contemporaneo e i problemi che ne derivano per musulmani e cristiani», cit., p. 127.
(17) Cfr. Giovanni Paolo II, Enciclica Fides et ratio circa i rapporti tra fede e ragione, del 14-9-1998, n. 31.
(18) M. Hamidullah, Le Prophète de l’Islam, vol. II, Sa vie et son oeuvre, nn. 1512, cit., p. 808; cfr. il testo della lettera all’imperatore Eraclio, attribuita a Muhammad, tradotta e commentata, in A. Fattal, op. cit., pp. 5-7; una trad. it., in Il Corano, ed. cit., appendice 12, L’incontro tra Abû Sufyân [m. 653 ca.] e l’imperatore Eraclio, pp. 587-588 (p. 588); su questo episodio, cfr. M. Lings, op. cit., pp. 297-298.
(19) Cfr. il collegamento di questa sura con l’apostasia, in M. Borrmans M.Afr., «L’Islam e le sue implicazioni morali e giuridiche», in monsignor L. Di Liegro e Franco Pittau (a cura di), Per conoscere l’Islam. Cristiani e Musulmani nel mondo di oggi, cit., pp. 38-57 (p. 52).
(20) Quaranta hadith. Testo di Quaranta Detti Autentici del Profeta Muhammad raccolti dall’Imam An-Nawawi morto nel 676 dell’Egira, cit., p. 66.
(21) J. Jomier O.P., op. cit., p. 91; sull’apostata, cfr. W. Heffening, voce «murtadd», in Encyclopédie de l’Islam, tome VII, cit., pp. 634-636.
(22) J. Jomier O.P., op. cit., p. 91.
(23) Adel Theodor Khoury S.J, I fondamenti dell’Islam. Un’introduzione a partire dalla fonte: il Corano, con prefazione di M. Borrmans M.Afr., trad. it. libera di C. W. Troll S.J. e Michela Galati, Editrice Missionaria Italiana, Bologna 1999, p. 181.
(24) S. A. Aldeeb Abu-Sahlieh, «Le délit d’apostasie aujourd’hui et ses conséquences en droit arabe et musulman», in «Islamochristiana. Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica», n. 20, Roma 1994, pp. 93-116 (pp. 115-116); sullo stesso tema, in un quadro particolare, cfr. Idem, L’impact de la religion sur l’ordre juridique. Cas de l’Égypte. Non-musulmans en pays d’islam, con prefazione del professor Alfred Eugéne von Overbeck, parte II, «L’ordre juridique confessionel en Egypte et son avenir», sezione III, «Impact de la religion sur la condition juridique», capitolo I, «Droit public», sezione II, «La liberté de conscience et de culte», Éditions Universitaires, Friborgo 1979, pp. 255-267; in un quadro generale, Idem, «La définition internationale des droits de l’homme et l’islam», parte II, «Islam classique», capitolo II, «Liberté religieuse et de culte», in «Revue Générale de Droit International Public», tomo LXXXXIX, n. 3, Parigi luglio-settembre 1985, pp. 624-716 (pp. 635-648); Idem, «Liberté religieuse et apostasie dans l’islam», in «PJR. Praxis juridiques et religion. Revue semestrielle ouverte aux interrogations du droit des religions», n. 3, Strasburgo 1986, pp. 43-76; e, soprattutto, Idem, Les Musulmans face aux droits de l’homme. Religion & droit & politique. Étude et documents, cit., parte III, «Musulmans et non-musulmans», capitolo II, «Liberté religieuse», pp. 103-127.
(25) Idem, «Le délit d’apostasie aujourd’hui et ses conséquences en droit arabe et musulman», cit., p. 97.
(26) Ibidem.
(27) Cfr. ibid., p. 98.
(28) Ibidem.
(29) Idem, Les Musulmans face aux droits de l’homme. Religion & droit & politique. Étude et documents, cit., parte I, «Historique, sources et fondements», capitolo II, «Sources et fondements», p. 26; cfr. anche le tabelle cit. con le caratteristiche essenziali di un regime islamico, in Islâm dîn al-dawla. L’Islam religion de l’État, cit., pp. 129 e 131.
(30) S. A. Aldeeb Abu-Sahlieh, «Le délit d’apostasie aujourd’hui et ses conséquences en droit arabe et musulman», cit., p. 96.
(31) Ibidem.
(32) Ibid., p. 99.
(33) Cfr. ibidem.
(34) Ibidem.
(35) Ibid., p. 100.
(36) Ibid., p. 95.
(37) Ibid., p. 102.
(38) Ibidem.
(39) Ibid., p. 100.
(40) Ibidem.
(41) Ibidem.
(42) Ibidem.
(43) Ibid., p. 101.
(44) E. J. Farahian S.J., Breve introduzione all’islam, cit., p. 99.
(45) Ibid., pp. 99-100, nota 1.
(46) Ibid., pp. 99-100.
(47) Ibid., p. 100, nota 1.
(48) S. A. Aldeeb Abu-Sahlieh, «Le délit d’apostasie aujourd’hui et ses conséquences en droit arabe et musulman», cit., p. 102; segnalo che per queste informazioni l’autore rimanda a un’opera di Jean-Marie Gaudeul M.Afr., Vengono dall’islam chiamati da Cristo, trad. it., Edizione Missionaria Italiana, Bologna 1995, passim, «al di sopra di ogni sospetto» dal momento che esordisce con questa dichiarazione teologicamente inquietante, in quanto si tratta di affermazione che solleva almeno qualche dubbio sulla divina e positiva fondazione del cristianesimo: «Dio vuole il trionfo dell’islam? Dio vuole il trionfo del cristianesimo?
«La risposta alle due domande è la medesima: NO.
«Intendiamo dire con questo che Dio non è al servizio delle nostre piccole cause, e che la sua gloria non consiste nel far trionfare una comunità sull’altra» (ibid., pp. 5-6).
(49) A. B. D. Al-Djazairi, op. cit., p. 555.
(50) Ibidem.
(51) Ibidem; anche il secondo hadîth è raccolto da al-Bukhârî: cfr. The Translation of the Meaning of Sahîh al Bukhârî. Arabic-English, ed. Muhammad Muhsin Khan, Lahore, vol. IX, p. 45, cit. in G. Ligios, «Teoria e prassi della dottrina classica del jihâd», cit., p. 196, che lo dà nella forma «Chi cambia la propria religione deve essere ucciso». Sui «due hadith sull’apostata», all’interno della problematica globale, cfr. S. K. Samir S.J., «Le débat autour du délit d’apostasie dans l’Islam contemporaine», in John J. Donohue S.J e Ch. W. Troll S.J. (a cura di), Faith, Power, and Violence. Muslims and Christians in a Plural Society, Past and Present, «Orientalia Christiana Analecta» 258, Pontificio Istituto Orientale, Roma 1998, pp. 114-140, soprattutto pp. 132-135.
(52) M. Hamidullah, Initiation à l’Islam, cit., n. 440, p. 196.
(53) Cfr. L. Gardet, La Cité musulmane. Vie sociale et politique, cit., pp. 26-27, nota 4.
(54) Cfr. ibidem.
(55) Cfr. F. Dassetto, L’islam in Europa, cit., pp. 44-46.
(56) L. Gardet, La Cité musulmane. Vie sociale et politique, cit., p. 27.
(57) Cfr. ibid., pp. 26-27, nota 4.
(58) Cfr. H. Laoust, Le Traité de droit public d’Ibn Taimiya, Institut français de Damas, Beirut 1948, pp. 35-36, cit. in Bat Ye’or [pseudonimo di una studiosa ebrea, nata in Egitto], Les Chrétientés d’Orient entre «jihâd» et dhimmitude. VIIe-XXe siècle, con prefazione di Jacques Ellul (1912-1994), Les Èditions du Cerf, Parigi 1991, p. 28; sulla problematica conseguente in tema di emigrazione, cfr. S. A. Aldeeb Abu-Salieh, «La migration dans la conception musulmane (passé, présente et avenir), Première partie», in «Droit et Cultures. Revue semestrielle d’anthropologie et histoire», n. 34, Parigi 1997/2, pp. 215-246; e «Deuxième partie», ibid., n. 35, Parigi 1998/1, pp. 133-166; studio anticipato con il titolo «La migration dans la conception musulmane», in «Oriente Moderno. Rivista mensile d’informazione e di studi per la diffusione della conoscenza dell’Oriente, sopra tutto musulmano», nuova serie, anno XIII (LXXIV), n. 7-12, Roma luglio-dicembre 1994, pp. 219-283.
(59) A. Th. Khoury S.J, op. cit., p. 234.
(60) Il Corano, ed. cit., p. 239, nota 43; sulla tukya e sulla problematica relativa, sia dottrinale che storica, cfr. R. Strothmann [Moktar Djebli], voce «takiyya», in Encyclopédie de l’Islam, nouvelle édition établie avec le concours des principaux orientalistes par Th. Bianquis, C. E. Bosworth, E. van Donzel et W. P. Heinrichs, assistés de P. J. Bearman et Mme S. Nurit, sous le patronage de l’Union Académique Internationale, tome X, livraison 165-166, tâhirides-tanzîmât, E. J. Brill, Leida 1998, pp. 145-146.
(61) Il Corano, ed. cit., p. 109, nota 8.