Gli artisti di srada chi sono? racconto di una persona che ha vissuto della loro quotidianita'
Gli artisti di strada chi sono?
E difficile capire il perche' ad un certo punto una persona diventi un artista di strada
E sicuramente una scelta di liberta indiscussa ma a dire che cosa muove un modo cosi singolare di gestire la propria vita e impossibile
Ne ho conosciuti molti e ho passato molto tempo con loro non limitandomi al momento di osservazione che solitamente si dedica, ma ho passato delle giornate a parlare, a conoscerli e a divertirmi con loro.
Ricordo di Federica e Paolo studenti dell'artistico di una citta' del sud che facevano i Madonnari cercando di sovvenzionarsi un viaggio in Italia e se mai ci fosse stata la possibilita' anche all'estero.
Due ragazzi spinti dall'indipendenza dalla loro famiglia e dalla voglia di conoscere animati da un ottimismo senza pari e da una semplicita' nelle cose ineguagliabile.
Ricordo anche Jonh, con affetto, e' stato un assiduo frequentatore per anni del mio locale e poi un giorno lo ritrovai sulla riviera ligure con un simpaticissimo teatrino costruito da lui e dalla sua famiglia.
La moglie e i tre figli collaboravano con lui in una sorta di
impresa famigliare costruendo marionette di legno che poi lui muoveva con una sorta di meccanismo a fili con il quale azionava anche la grancassa e una manona che ritirava i soldi offerti.
Per John fare l'artista di strada cantando con chitarra e armonica a bocca era motivo di sopravvivenza ma anche una scelta molto coraggiosa. Infatti , a Torino, era insegnante di inglese ma mi diceva che quel certo modo di vivere non gli piaceva e che la sua famiglia lo aveva appoggiato molto nella sua svolta
Bisogna ammettere che per una donna e dei figli scegliere una vita di questo tipo senza pretese e con semplicita' estrema non e' affatto facile e consueto ma comunque ammirevole.
Di lui ricordo il sorriso sempre stampato sul suo viso anche quando i vigili lo costringevano a spostarsi o addirittura ad andarsene e questo succedeva spesso.
Non so se lo incontrero' ancora , comunque e' stato bello conoscerlo come gli altri daltronde.
Non mi hanno cambiato la vita o il mio modo di pensare ma mi hanno fatto riflettere e prendere coscienza che c'e molta brava gente indipendentemente dalla loro scelta o dal metodo di sopravvivenza.
E che dire di Pierre, il mimo.
Arriva la mattina presto per prendere un buon posto,possibilmente uno spiazzo,
e poi si infarina dalla testa ai piedi.
Sale su una pedana improvvisata e per ore sta immobile ad aspettare che qualche persona, di solito bambini, getti una monetina nel cappello liso posato in terra, ringrazia , tira fuori la caramella dalla tasca e la sporge con gentilezza sfoggiando un sorriso enigmatico.
Lui e' francese, come si puo' intuire dal nome, ed e' un giramondo.
Puoi parlare di Londra e lui sa descrivertela, di Vienna, di Roma di NewYork e lui sa sempre rispondere. Parla numerose lingue, ha una buona cultura e forse e' anche laureato.
Viene da chiedersi perche' una persona cos con le possibilita' che avrebbe di un inserimento piu' consistente nella societa' faccia una scelta di vita di questo tipo.
Questo e' esattamente quello che gli ho chiesto.
La sua risposta era quasi scontata e cioe' la voglia di liberta' la rottura degli schemi e poi lo spirito di avventura e di conoscenza che lo anima.
Naturalmente ci si potrebbe dilungare sulla descrizione di altri personaggi di questo tipo, come chi per passione e a tempo perso anima un teatrino per bambini, ritornando ad essere una persona (normale) il giorno dopo, o chi si esibisce nelle fiere solo per il gusto dello spettacolo.
Prendo ancora uno di questi, con cui ho passato del tempo, Rudy.
Ovunque io andassi a fare una fiera lui c'era, fino a che siamo diventati amici.
Arrivava al mattino con una bicicletta che aveva pitturato e modificato con le sue mani rendendola pittoresca, piena di lucine con bandierine ovunque e attrezzatissima di sporgenze utili ad esporre la sua merce.
E si! la sua merce, collanine amuleti braccialetti e mille altre cosette che lui a tempo perso, con pazienza, armato di pinzette costruiva e poi vendeva.
Passava da me per farsi il panino e la birra che gli offrivo puntualmente e si fermava a fare due chiacchiere e mi chiedeva sempre di dargli un'occhiata alla bici perche' era la cosa piu' importante.
Mi diceva che alla sera, quando sbaraccava tutto doveva fare 20 km per tornare a casa e senza la bicicletta sarebbe stato un guaio.
Parlando venni a sapere che una casa l'aveva e anche una famiglia con un bimbo .
Era un personaggio singolare vestito da cowboy con una giacca a frange come Custer, capelli lunghi legati a coda di cavallo con nastrini colorati che pendevano ai lati.
Manteneva la sua famiglia in questo modo. Gli piaceva essere libero e in un certo qual modo era un artista di strada con i suoi ninnoli che non trovavi da nessuna parte se non da lui e poi gli piacevano soprattutto le fiere paesane ed era sempre presente. Dopo qualche anno l'ho riincontrato, e putroppo senza piu' il suo cappello e la sua bicicletta.
Seduti ad un bar mi racconto' che non aveva piu' la sua famiglia, che sua moglie e suo figlio ad un certo punto si vergognarono di lui e lo abbandonarono.
La bicicletta l'avevano rubata e lui si era abbattuto fino al punto di non fare piu' nulla.
La stessa fortuna di John a lui non e' toccata, la vita e' andata in modo diverso.
Si era messo a fare il barbone e viveva non so come.
Lo aiutai un po' all'inizio poi di lui non seppi piu' nulla.
Ma gli artisti di strada sono un popolo di gente che sorride e a lui comunque questo spirito era rimasto e l'ho visto sul viso di tutti quelli che ho conosciuto, indipendentemente dalle diverse motivazioni, dalle strade diverse e dalle cose diverse che fanno o facevano. Sono gente semplice, su questo non ci piove e poi passeggiando fa piacere vederli ci si ferma volentieri sono sempre un'immagine gradevole agli occhi di tutti e ti fanno pensare che in fondo basta poco
per essere felici.