Aprire gli occhi (la consapevolezza di essere vivi e di poter amare)

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cell in the hell
00martedì 20 giugno 2006 22:31
“La vuoi sapere la verità? Gli Dei sono invidiosi di noi esseri umani” (Achille - Troy)

Quanto tempo ci volle prima che l’uomo imparasse a fare tutto da solo? Ci vollero secoli prima che la mentalità popolare si evolvesse. Le prime scoperte non bastarono a far sentire l’uomo una creatura superiore, l’essere umano era sempre in conflitto con il suo prossimo, una battaglia per la vita. Nell’antica Grecia, l’uomo viveva di leggende, gli Dei assistevano gli umani, guidandoli nelle loro scelte, punendoli per i loro errori. Una vita dipendente da creature superiori, probabilmente funzionava bene, ma non poteva durare in eterno. I greci si resero conto che tutto quello che capitava era frutto delle loro spade, del sangue che avevano versato. Gli Dei scomparvero dalla loro vita ed ognuno scelse la sua strada, con l’immancabile voglia di lottare, di gustare il sangue dei propri nemici. Nei secoli successivi, poco per volta, la vecchia mentalità sparì, ogni uomo del mondo rimase affascinato dall’unica Dea immortale, Afrodite, chiamata Venere dai romani.

Afrodite era la Dea della bellezza, il suo nome ricordava la sua nascita, poiché ella nacque dalla spuma del mare (aphros). Figlia del Cielo e del Mare, non poteva che essere bella. Gli uomini furono sempre attratti dalle donne, un sentimento primitivo, ma che guidato dalla grande Afrodite non poteva che essere sincero. Eppure, Kratos non credeva nell’amore, come poteva rinnegare il grande potere della Dea della bellezza?

Nashville – Tennessee, 24-06-2006
John Kratos aprì gli occhi. Di fronte a lui uno scenario fantastico. Lo spuntare del sole, i suoi raggi iniziavano a farsi strada nel cielo sempre più limpido. John rimase abbagliato dalla luce solare e si coprì gli occhi, avvertendo il calore sulla sua mano destra. Quel calore gli fece pensare al sangue che aveva fatto versare con i suoi atti ignobili, giustificati da una forza di fede oltre ogni limite. Perché pensare a qualcosa di così lugubre? John aprì gli occhi, vide finalmente quello che c’era di fronte a lui. La campagna era immensa, un uomo a cavallo stava per passare di fronte a casa sua, il classico cowboy. John guardò la scena, l’uomo ed il cavallo erano in armonia, come se il loro moto fosse davvero sincronizzato, dopo tanti anni di conoscenza, i due avevano assunto una grande alchimia e proseguivano per la loro strada, danzando al sorgere del sole. John sorrise e ringraziò gli Dei per questo scenario, Kratos si sentì vivo, scoprì che la vita non era così tragica come credeva che fosse. Aveva ritrovato suo fratello Kyros, si era sbarazzato di Kasha, l’immagine di sua madre che vagava nella sua mente. In Kratos vi era innocenza e purezza in quel momento, probabilmente risvegliate da un sonno che sembrava eterno. Chi poteva avere risvegliato in lui questi sentimenti?

John: “io so di chi è opera il mio animo, vero Afrodite?”
Afrodite: “certo, Kratos, era ora che ti accorgessi della mia esistenza. Sono una Dea così desiderata da tutti, perché tu mi hai sempre ignorato?”
John: “senza offesa, ma preferisco seguire la dottrina di Ares”
Afrodite: “pure il Dio della guerra subì il mio fascino, ho fatto di tutto per farmi ammirare da te”
John: “e ci sei riuscita, hai liberato il mio animo”
Afrodite: “lascia che ti racconti una storia, ho come l’impressione che tu non mi conosca abbastanza. Sei così fissato con la tua missione che ti sei dimenticato dell’amore, voglio risvegliare la piena coscienza di me nel tuo Io”

Afrodite ed Adone
Afrodite fu sempre venerata per la sua bellezza. Le altre dee dell’Olimpo erano gelose di lei, tutti restavano invaghiti dalla sua bellezza. Essere fra cielo e mare, uno status superiore, probabilmente la creatura più bella che fosse mai esistita. Una Dea, da sempre oggetto di culto degli uomini. Problemi di cuore? Ci pensa Afrodite! La più bella fra le dee ebbe un figlio, Eros (Cupido), capace di scatenare nelle persone ogni impulso di tipo sentimentale. Anche lui ammirato, grazie alle sue freccie provocava forti sentimenti quando lo voleva. E proprio Afrodite, sua madre, fu una sua vittima. La Dea si innamorò di un uomo stupendo, Adone. Un cacciatore dal fisico statuario, probabilmente simile a Kratos. Così, Afrodite perse la testa per un mortale, proprio lei che era la prediletta degli Dei. Adone ebbe un destino da mortale, morì troppo presto, stroncato all’improvviso dalla volontà del fato. Afrodite non riuscì a sopportare la sua morte, crollò in disperazione, provò anche lei cosa volesse dire un amore non ricambiato. Amare una persona e non poter avere nulla da questo sentimento, una fra le peggiori cose al mondo, soffocare i propri sentimenti. Ci pensò il grande Zeus a concedere un grande regalo ad Afrodite, la possibilità di far tornare in vita Adone per 4 mesi, in modo che il loro amore potesse proseguire. La natura ebbe il suo sfogo, per questo che ai giorni nostri Afrodite è vista come la progenitrice della natura. Così bello l’amore, così destinato a far soffrire chi sa amare. Allora perché amare? Perché soffrire? Semplice, il flusso della natura che prosegue, l’uomo ama in attesa di essere amato. Un ciclo vitale che deve durare in eterno, se la vita è fugace, l’amore è eterno. Credere nell’amore, questo è il vero obiettivo dell’uomo, inginocchiarsi alla storia della Dea Afrodite, affidarsi a lei quando il proprio cuore inizia a farsi sentire. Amare!

Nashville – Tennessee, 24-06-2006
John Kratos: “amare? Quindi io per essere un vero uomo dovrei essere in grado di amare? Io sono stato temprato nell’odio dei pregiudizi, nel disprezzo per chi non riesce a vedere l’opera di salvezza degli Dei. Come posso amare qualcuno?”
Afrodite: “Kratos, anzi, John, tu sei già innamorato. Sara Slaughter, tu e lei siete come me ed Adone, il vostro è un sentimento forte, mio figlio Eros ha scoccato su di voi la sua freccia. Questa è la tua vera missione, essere in grado di amare, seguire il mio esempio. Ce la puoi fare, lo leggo nella tua anima, sei un valoroso guerriero, meriti di vivere come gli altri uomini. Basta guerra, quella può aspettare, è giunto il momento che tu realizzi i tuoi sentimenti”
John: “hai ragione, toglimi una curiosità, Dea dell’amore. Perché mi hai assistito, donandomi i tuoi saggi consigli? Nessun Dio era stato così diretto con me!”
Afrodite: “John, tu sei come Adone, sei il cacciatore bello e devoto, il tuo fisico è irresistibile. Io non voglio che tu soffra, siamo in tanti ad aver sofferto, tu devi essere felice, ti resta del tempo per sfruttare questo sentimento. Non sarà un amore eterno, ti avverto, il tuo fato è segnato, tu e Sara non avrete un futuro assieme, però avete il tempo di vivere il vostro amore. Vai, John, dille cosa provi per lei ed amala. Nel mio nome, vivrete la passione, potrai realizzare di essere un vero uomo. Non deludermi, il mio spirito sarà su di voi”
John: “svolgerò anche questa missione”

C’è un tempo per odiare ed uno per amare. Kratos salutò il fratello e si avvicinò al telefono, digitando quel numero che Sara gli aveva lasciato, sapendo che lui non l’avrebbe mai chiamata.

Sara: “sì, chi è?”
John: “sono Kratos, ehm, John. Sara, volevo parlarti, sento il bisogno di vederti”
Sara: “certo, sono al rifugio, sai dove trovarmi, da qui non me ne vado, mi sento in pericolo”
John: “dammi qualche minuto e sarò da te”

Kratos raggiunse il rifugio dove Sara poteva essere al sicuro da Bryan Kazama. Perché quell’uomo voleva uccidere una innocente? Forse, Kazama era come lui, pronto ad inoltrare la sua vendetta su gente innocente, eppure, Kazama aveva una ragione, loro due erano davvero simili. Kratos voleva salvare Sara, era sicuro che ad Extreme Desperation avrebbe sconfitto Kazama.

Al rifugio
Sara: “ecco, sei arrivato. Mi sono stupito che tu mi abbia chiamato davvero”
John: “sono qui per proseguire la mia missione”
Sara: “non vorrai farmi fuori!”
John: “no, tutto il contrario. Io ti amo!”
Sara: “e me lo dici così?”
John: “non saprei dirlo altrimenti. Stamattina ho visto l’alba, in mezzo ai raggi del sole io…”

Sara si gettò fra le braccia di Kratos, baciandolo sulle labbra con grande intensità. Un flusso di eccitazione colpì il lottatore al cervello, un impulso fantastico, Kratos non aveva mai amato, o forse sì? La sua missione lo aveva distolto da ogni tentazione, ma ora era sotto la protezione della Dea dell’amore. Kratos gettò Sara sul letto e la abbracciò con forza, poi con un calcio chiuse la porta dietro di sé. Afrodite assisteva i due amanti, il sole continuava a splendere il cielo e l’uomo al cavallo proseguiva la sua camminata regale. Una danza in onore di John e Sara, il festeggiamento del momento in cui Kratos era finalmente riuscito ad aprire gli occhi, consapevole di essere vivo e di poter amare. Era diventato un uomo, niente mitologia, questa è una passione da esseri umani. Non sarebbe durato per sempre, “tempus fugit”, saper cogliere l’attimo, fu così che un’unica goccia di pioggia cadde a terra. Era la lacrima di Afrodite; la Dea dell’amore pianse perché due umani erano stati in grado di amarsi in maniera pura come lei avrebbe voluto fare per sempre insieme al suo Adone.
cell in the hell
00martedì 20 giugno 2006 22:31
mi sono lasciato trascinare dai sentimenti per questo spot di Kratos, l'ho scritto 2 settimane fa, però non avevo ancora avuto il tempo di rileggerlo.
- The Game -
00martedì 20 giugno 2006 22:35
Molto bello, intenso.
ECstyles
00mercoledì 21 giugno 2006 10:34
Re:

Scritto da: cell in the hell 20/06/2006 22.31
mi sono lasciato trascinare dai sentimenti per questo spot di Kratos, l'ho scritto 2 settimane fa, però non avevo ancora avuto il tempo di rileggerlo.




è splendido!!!!
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