"Regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l'illusione di essere sovrano, mentre la vera effettiva sovranità sta in altre forze talora irresponsabili e segrete”
(Benito Mussolini)
1.Il significato letterale
Il significato letterale dei termini politici e’ quasi sempre tutt’altra cosa rispetto al loro significato reale e di uso comune.
Ad esempio il termine “repubblica” vorrebbe dire “cosa pubblica”, quindi qualunque entita’ statale o amministrativa, dal Comune, alla Provincia, al Regno, all’Impero.
La stessa cosa vale per “democrazia”, che letteralmente significa “governo del popolo”, il che starebbe ad indicare qualsiasi governo del mondo, poiche’ il popolo comprende per definizione tutti gli uomini di una certa nazione, compresi i governanti.
Dunque il significato letterale di termini come questi e’ talmente generico da diventare irrilevante.
2.Il significato pratico
Altro discorso e’ quello che concerne il significato pratico del termine “democrazia”, poiche’ questa volta non si tratta di dissertazioni linguistiche, ma della realizzazione sociale di una precisa ideologia: l’ideologia democratica.
Questa ideologia si basa su alcuni concetti fondamentali, che ora analizzeremo per comprenderne a fondo le negativita’ e i motivi per cui essi costituiscano la vera rovina del mondo moderno e debbano essere combattuti senza quartiere.
a) Il nefasto concetto di uguaglianza: la massificazione delle individualita’
“Il Fascismo respinge nella democrazia l'assurda menzogna convenzionale dell'egualitarismo politico e l'abito della irresponsabilità collettiva e il mito della felicità e del progresso indefinito”
(Benito Mussolini)
La tesi basilare dell’ideologia democratica sta nel fasullo concetto di uguaglianza originato dalla rovinosa rivoluzione francese e perfezionato dal bolscevismo: in base a questo concetto che potremmo definire “superegualitarista”, tutti gli uomini perdono la propria individualita’ naturale, soggettiva, sociale e politica per trasformarsi in entita’ prettamente numeriche (“la societa’ delle formiche”). In questo modo le differenti esigenze di ogni singolo uomo vengono appiattite e massificate in un concetto apparentemente gajo, ma in realta’ cupissimo, di “felicita’ oggettiva”, cosi’ bene esplicitato ad esempio nella costituzione americana. Il passaggio pratico di questa teoria e’ semplice: “esiste un’unica felicita’ oggettiva per tutti gli uomini”: chi si discosta da cio’ e’ un sovversivo, un deviato, un folle e al limite deve essere soppresso. In base a questa “felicita’ comune e obbligatoria”, non e’ previsto ad esempio che una persona sia felice di servire o riverire un’altra persona; non e’ previsto che ci siano valori morali o religiosi superiori rispetto ad altri; non sono previste differenze di sensibilita’, di usi e di costumi tra Razze, Classi Sociali, Popoli, Nazioni e, perche’ no?, singoli uomini.
‘E chiaro che una societa’ massificata fa comodo ai potentati internazionali: l’uomo ideale per essi e’ l’elettore-consumatore, un automa senza pensiero ne’ volonta’.
Il medesimo concetto applicato alle Nazioni altro non e’ che la globalizzazione, in cui la super repubblica democratica mondiale guidata dai soloni del turbocapitalismo economico munge in un modo sempre piu’ egualitario le vacche/uomini del mondo intero.
b) Il nefasto concetto di maggioranza: la dittatura del numero e la lotteria delle elezioni
“ Il Fascismo nega che il numero, per il semplice fatto di essere numero, possa dirigere le società umane e nega che questo numero possa governare attraverso una consultazione periodica”
(Benito Mussolini)
Il concetto chiave su cui si basa l’attivita’ politica della societa’ democratica e’ quello di numero, direttamente discendente dal concetto di uguaglianza. Essendo l’uomo un anonimo consumatore-elettore, esso deve fare due cose, una economica, l’altra politica: consumare e votare.
Il voto e’ forse il totem piu’ sacrale del sistema democratico: il voto assegna infatti a qualunque barbarie e a qualunque sopruso il crisma dell’intangibilita’.
La superdemocrazia odierna ha estremizzato questo concetto in modo cosi’ paradossale che la correttezza morale di un’azione non e’ piu’ intrinseca, ma e’ creata dall’approvazione a maggioranza: un tipico esempio puo’ essere dato dalle varie aberrazioni biologiche o dall’aborto, sbagliati di per se’ e non perche’ al 51% della gente piacciono o non piacciono.
Altro concetto assurdo ma matematicamente inoppugnabile e' quello che nelle democrazie vaste e organizzate l'elezione diventa aritmeticamente una lotteria casuale. Infatti quando il numero e' elevato il discostamento tra un 49% e un 51% e' talmente irrilevante che statisticamente sara' dato da una motivazione non cosciente, o comunque non politica (es. la "luna storta" di un elettore-consumatore).
'E poi superefluo ricordare che la maggioranza di un gruppo ha piu' spesso torto che ragione, poiche' saranno i pochi eccellenti ad avere la risposta migliore a qualunque domanda e non certo la massa informe.
c) La dittatura dell’ignoranza, ovvero l’ingiustizia sociale
"La democrazia diventa colpevole di illegalità e violenze: con il trascorrere del tempo si forma l’oclocrazia (regime della feccia, ndr)"
(Polibio)
Il numero e l’uguaglianza sono due concetti fatti apposta per riuscire a soffocare i migliori, i piu’ bravi, i piu’ buoni, i piu’ intelligenti esponenti di un popolo. Costoro, per la democrazia rappresentano i “diversi”, coloro che stanno fuori dalla curva gaussiana della mediocrita’. Infatti la democrazia e’ per definizione statistico-matematica il regime della mediocrita’: e’ una regola biologico-statistica quella che dice che in una qualsiasi popolazione (anche animale o vegetale) la maggioranza degli individui sia data dai mediocri: chi eccelle e’ per definizione l’eccezione. E cosa fa la democrazia? Piglia gli eccellenti e li appiattisce sui mediocri, dimodoche’ i primi non abbiano piu’ la possibilita’ (nonche’ la voglia) di far valere le proprie doti, che in una societa’ non democratica andrebbero invece a tutto vantaggio della prosperita’ dell’intera Nazione.
In democrazia assistiamo peraltro a crimini sociali di vasta portata: un grave crimine sociale tipicamente democratico e’ ad esempio quello dell’equiparazione delle opinioni. Solo in democrazia assistiamo all’assurdita’ logica dell’equiparazione delle opinioni inferiori di un fruttivendolo a quelle superiori dello scienziato su tematiche energetiche (vedansi assurdi referendum) e viceversa all'equiparazione di quelle inferiori dei politicanti a quelle superiori del fruttivendolo sulla frutta (vedansi ridicole normative europee sulle dimensioni della frutta). Questa e’ ingiustizia sociale.
Infatti l’ingiustizia sociale non e’ solo quella che viene piu’ percepita, ossia la sofferenza causata da poverta’ materiale, ma e’ anche il soffocamento delle legittime, differenti aspirazioni dei diversi individui.
La vera Giustizia Sociale Fascista non e’ quella pauperistica dei rossi, ne’ quella caritatevole-assistenzialista dei cattoprogressisti: la nostra Giustizia Sociale e’ quella che permette all'agrario di lavorare la terra e di coglierne i frutti, e’ quella che permette all’operajo di avere la sua casa per la sua famiglia, e’ quella che permette all’industriale di creare le sue industrie, e’ quella che permette al religioso di onorare Dio, e’ quella che permette allo scienziato di decidere della scienza e all’individuo elevato di vivere in una societa’ elevata.
d) Contro l'oclocrazia globalizzata
“La democrazia reale è un regime di minoranze organizzate, di oligarchie politiche economiche e criminali che schiaccia e asservisce l'individuo, già frustrato e reso anonimo dal meccanismo produttivo di cui la democrazia è l'involucro legittimante.”
(Tratto dal "Manifesto contro la democrazia" di Massimo Fini)
Tralasciando coloro che in buonafede, o piu’ spesso in malafede, considerano la democrazia un tabu’ intoccabile, un totem, la divinita’ dell’era moderna, vi sono anche coloro che, pur ammettendo la veridicita’ delle argomentazioni suddette, asseriscono che essendo detto sistema il meno peggio, sia comunque da accettare.
Ebbene essi sono nell’errore piu’ grave, poiche’ pur riconoscendo le enormi falle del sistema democratico, rinunciano a correggerle adattandosi all’oclocrazia (“regime della feccia”, cfr. anche Platone). Al contrario essi potrebbero volgere le proprie energie, come peraltro ogni antidemocratico dovrebbe fare, per mitigare il piu’ possibile il dispotismo democratico che ci opprime, anche diffondendo queste idee, naturalmente affiancate dalla parte propositiva, che si trova ampiamente presente negli scritti dottrinali, sociali e politici che descrivono in questa sezione enciclopedica la Societa’ Fascista.