Antichi rimedi, tra stregoneria e medicina.

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Nina@
00sabato 9 ottobre 2004 00:34
Tra stregoneria e medicina

Un libro di ricette mediche del 1500



"DE' SECRETI DEL REVERENDO DONNO ALESSIO PIEMONTESE"

IN VENETIA

MDLXXV
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"Da un piccolo libro conservato gelosamente per oltre quattro secoli presso una famiglia che abita in una remota frazione montana di San Romano, un piccolo comune della Garfagnana, abbiamo tratto una serie di interessanti ricette, a meta' tra l'arte medica e la stregoneria.

Esse furono scritte con l'intento di indicare cure per tutti o quasi i malanni conosciuti all'epoca: dalla peste al mal francese, dalla scarsa produzione di latte nelle gestanti alla emottisi.

L'autore, il Reverendo Don Alessio, aveva diviso la sua opera in tre parti.
La prima parte -a sua volta suddivisa in sei "libri"- e' composta di 167 fogli a doppia facciata (non sono infatti numerate le pagine, bens i fogli) piu' una "Tavola per trovar le ricette con ogni commodita'".
La seconda parte composta di 76 fogli a doppia facciata piu' un'altra "Tavola".
La prima e la terza parte sono incomplete, poiche' il volume e' stato in parte rovinato, probabilmente dal fuoco. Del primo libro della prima parte mancano 10 fogli e la prima meta' dell'undicesimo. Della terza parte sono rimasti solo 36 fogli a doppia facciata.
Qua e la', mancano poi alcuni fogli -fortunatamente non molti- ed alcune ricette risultano percio' non completamente leggibili.

Per quanto ci riguarda, non potendo al momento riprodurre l'opera per intero, abbiamo optato per una limitata selezione, guidata dal criterio della "stranezza", ovverosia abbiamo deciso di riprodurre qui le ricette piu' stravaganti o curiose.


Abbiamo volutamente mantenuto il linguaggio originale, con tutti i suoi arcaismi, per assicurare il pieno rispetto della fonte documentaria. Gli errori di stampa sono stati corretti solo in quei casi dove potessero rendere ardua la comprensione; nei restanti casi si preferito riportare il testo come appare nel libro.

Questo rende un po' ardua la lettura in alcuni passi, ma siamo convinti che comunque ne valga la pena."



A far nascer i capelli.
Piglia tre rane vive, e cosi' vive falle abbruciare in una pignatta, e mescola la cenere che ne fara' con mele, overo con pece liquida, il che fara' meglio, e con quello ungi il luogo dove vuoi che nascano i capelli, e in brieve abundantemente nasceranno



A fare un'acqua, che fa le carni colorite a chi l'ha pallide.

Piglia piccioni bianchi, e falli imbeccare per quindici giorni de' pignuoli: e poi sparali, e butta via la testa e i piedi, e le budelle, poi mettili a lambiccare con mezo pane d'allume zuccherino, trecento fogli di argento fino battuto, e fin'a cinquecento fogli d'oro, e quattro moliche di pan buffetto bianco, che sia stato a molle nel latte di mandole, e una libbra di medolla di vitello, o bove, o songia fresca di porco, e tutte queste fa distillare a fuoco lento, e sar acqua perfettissima.




Acqua per far bella faccia di eta' di venti, o venticinque anni.
Piglia due piedi di vitello, e cuoceli in libre diciotto d'acqua corrente, tanto che cali la meta', poi mettivi dentro una libra di riso, e falli cuocere con una medolla di pan buffetto, il quale sia stato a molle nel latte, con due libre di butiro fresco, e diece chiara d'ovo fresco, con tutta la scorza loro, e metti ogni cosa a lambicare, e nell'acqua che uscira' metti dentro un poco di canfora, e allume zuccarino, e sara' fatta, cosa molto pretiosa, e perfetta.


Nina@
00sabato 9 ottobre 2004 00:50

A far parer d'argento ogni metallo.
Piglia acqua di pari... oncia una in un'ampolla e metti dentro un g... d'argento battuto col martello sottile, e tagliane in pezzetti minuti, e metti l'ampolla a un carbon di foco che a pena riscaldi, e subito si disfara' in acqua, poi levala dal foco, e mettevi dentro tanto tartaro di vin bianco in polvere sottile, che imbeva detta acqua, e fa una pasta, e con quella frega ogn'opra d'ottone, e parra' ... ... argento fino.







A sanare una carnosita' di dentro alla verga dell'huomo, se ben fosse vecchia di molto tempo.

Pigliate fecce di mele stillato, o vero non havendo tal fecce, pigliate il mele, e mettetelo in una pignatta ad abbruciare, e poi pigliate quelle fecce negre, e mettetele in un'altra pignatta, o in una padella di ferro, nella fornace de' vetrari, o de' boccalari a calcinare per tre, o quattro giorni a buon fuoco, e haverete una materia gialla, come boro: laqual'e' ottima a usar sopra d'ogni piaga, che consuma la carne trista, mondifica e salda poi la buona, e non fa dolore. Onde e' molto migliore d'adoperare per le piaghe che il precipitato che communemente usano i Chirurghici.
Di quella polvere pigliatene un'oncia, di sterco di cane due once, di tartaro di vin bianco meza ottava d'oncia, o meza dramma, di zucchero fino un'ottava, di allume di rocca bruciato un'altra ottava, e altretanta tutia: e ogni cosa sia benissimo pestato, e macinato e passato per setaccio stretto.

Poi abbiate frondi d'olive verdi, e fatele pestare in un mortaro di pietra, bagnandole con un poco di vin bianco, e come sono ben poste, premetele al torcolo, o fra due taglieri, e raccogliete quel suco, e aggiungetevi altre tanto suco di piantaggine, e mettetelo in una pignattina al fuoco, e unitevi buttando a poco a poco le dette polveri sempre mescolando, e ultimamente aggiungetevi un poco di cera verde, e un pochetto di mel rosato, e fatelo venir come un unguento liquido e serbatelo, che che e' pretioso a consumar carnosit in luoghi delicati, ove non bisogni cosa forte, che faccia dolore, sicome il membro virile, e il naso, e c.

Et quando volete adoperarlo alla carnosita' della verga, o del membro virile, habbiate prima uno schizzatore di quelli da gonfiare i balloni da giuocare, e empitelo di vin bianco, dove sian bollite rose secche, e foglie di piantaggine, mescolandovi un poco di latte di donna, se ne potete havere, se non di capra, et con quel vino procurate di lavare con quel gonfiatore la verga molto bene di dentro, e poi abbiate una candeletta lunga lunga di cera di tanta grossezza che possa entrar nella verga, e nella punta, o pi di essa, metterete dell'unguento sopradetto, e faretela fare un poco calda, o tenera al fuoco acci non si spezzi, e poi mettetela dentro alla verga, facendo che vada piu' dentro che sia possibile tal che truovi la carnosita', e vi lasci l'unguento, e lasciatevela un poco, e poi cavatela; e cos fate mattina e sera, stando in letto col ventre in su, quando mettete, e tenete la candela con detto unguento, e vedrete effetto raro, che in pochissimi giorni sara' sano perfettamente senza pericolo alcuno. (!!!!!!!!!)[SM=g27816]



A chi havesse stranamente enfiati i piedi per caminare, per humori corsi, o per altra cagione, che si fosse.
Pigliate sterco di Bove, o di vacca fresco, e mettetelo in una pignattina con buon vino, e fatelo bollir tanto che torni spesso, e cos caldo legatelo sopra il luogo e sanera' quasi la prima volta, che toglie il dolore, e leva l'enfiagione: e se per forte il dolore andasse in altro luogo, mettetevi pur del medosimo empiastro, e se n'andr via ancor esso.







Hermopolis
00sabato 9 ottobre 2004 01:15
Re:

Scritto da: Nina@ 09/10/2004 0.50
A sanare una carnosita' di dentro alla verga dell'huomo, se ben fosse vecchia di molto tempo.

Pigliate fecce di mele stillato, o vero non havendo tal fecce, pigliate il mele, e mettetelo in una pignatta ad abbruciare, e poi pigliate quelle fecce negre, e mettetele in un'altra pignatta, o in una padella di ferro, nella fornace de' vetrari, o de' boccalari a calcinare per tre, o quattro giorni a buon fuoco, e haverete una materia gialla, come boro: laqual'e' ottima a usar sopra d'ogni piaga, che consuma la carne trista, mondifica e salda poi la buona, e non fa dolore. Onde e' molto migliore d'adoperare per le piaghe che il precipitato che communemente usano i Chirurghici.
Di quella polvere pigliatene un'oncia, di sterco di cane due once, di tartaro di vin bianco meza ottava d'oncia, o meza dramma, di zucchero fino un'ottava, di allume di rocca bruciato un'altra ottava, e altretanta tutia: e ogni cosa sia benissimo pestato, e macinato e passato per setaccio stretto.

Poi abbiate frondi d'olive verdi, e fatele pestare in un mortaro di pietra, bagnandole con un poco di vin bianco, e come sono ben poste, premetele al torcolo, o fra due taglieri, e raccogliete quel suco, e aggiungetevi altre tanto suco di piantaggine, e mettetelo in una pignattina al fuoco, e unitevi buttando a poco a poco le dette polveri sempre mescolando, e ultimamente aggiungetevi un poco di cera verde, e un pochetto di mel rosato, e fatelo venir come un unguento liquido e serbatelo, che che e' pretioso a consumar carnosit in luoghi delicati, ove non bisogni cosa forte, che faccia dolore, sicome il membro virile, e il naso, e c.

Et quando volete adoperarlo alla carnosita' della verga, o del membro virile, habbiate prima uno schizzatore di quelli da gonfiare i balloni da giuocare, e empitelo di vin bianco, dove sian bollite rose secche, e foglie di piantaggine, mescolandovi un poco di latte di donna, se ne potete havere, se non di capra, et con quel vino procurate di lavare con quel gonfiatore la verga molto bene di dentro, e poi abbiate una candeletta lunga lunga di cera di tanta grossezza che possa entrar nella verga, e nella punta, o pi di essa, metterete dell'unguento sopradetto, e faretela fare un poco calda, o tenera al fuoco acci non si spezzi, e poi mettetela dentro alla verga, facendo che vada piu' dentro che sia possibile tal che truovi la carnosita', e vi lasci l'unguento, e lasciatevela un poco, e poi cavatela; e cos fate mattina e sera, stando in letto col ventre in su, quando mettete, e tenete la candela con detto unguento, e vedrete effetto raro, che in pochissimi giorni sara' sano perfettamente senza pericolo alcuno. (!!!!!!!!!)[SM=g27816]





................................!!!!!!!!!
"Palantir"
00sabato 9 ottobre 2004 01:55
Nina, questa discussione è una vera chicca![SM=x131360]
Hermopolis
00sabato 9 ottobre 2004 12:27
Pal!!!! Ti sei ringalluzzito dopo che ho evidenziato una parte che mi ha lasciato senza parole....... [SM=x131366]

Non starai mica pensando di provare vero? Oddio sarà meno dannoso del viagra magari.....
"Palantir"
00sabato 9 ottobre 2004 12:55
Caro Hermo, probabilmente tu non sai, ma la mia professione è quella di restauratore di libri antichi e rilegatore a mano.
ogni volta che una persona di questo forum ha la "sensibilità" di mettere alcune discussioni che possono entrare in comunione con i miei interessi, rimango sempre colpito piacevolmente.
Per quanto riguarda la mia "potenza" o "impotenza" sessuale non credo sia argomento di particolare importanza, tantomeno qui, ma se proprio ci tieni ti assicuro che quando deciderò di utilizzare la ricetta da te evidenziata, mi ricorderò della cavia Hermo[SM=x131368]
Nina@
00sabato 9 ottobre 2004 15:39
Re: Re:

Scritto da: Hermopolis 09/10/20041.15

................................!!!!!!!!!



Hermo...no...su questo argomento nn farmi domande!!!!!!
Dico solo che mi incuriosiva sottolineare il fatto che VOI UOMINI (!!!) avete sempre lo stesso tipo di preoccupazioni, anche con il passare delle ere!!!! ahahahahaha[SM=x131366] [SM=x131366] [SM=x131366]
Nina@
00sabato 9 ottobre 2004 15:55


A chi fosse scaldato, e rifreddato, e a chi fosse indebolito per troppo usar con donne, rimedio singolare.

Pigliate mel buono, e mettetelo in una pignatta con altrettanta malvagia, o guarnaccia, o vin greco, o altro buon vino, e aggiungetevi per una libbra di mele, mezzo bicchiero di suco di bettonica, e altrettanto latte di donna se ne potete havere, se no latte di capra, e due, o tre once di grasso di cappone, o di Gallina, e un'oncia d'olio di pignuoli, o di mandorle dolci, e ogni cosa fate scaldare al fuoco, solamente tanto che sieno bene incorporate insieme, e se volete potete aggiungervi polvere di cannella, e zuccaro, a vostro piacere, e di questa nobilissima potione datene a bevere un bicchiero ogni mattina, e ne vedrete effetto mirabile.






Al mal di fianco, secreto e rimedio provato in molte persone, huomini, e donne, che diversamente ne pativano; e in tutti s'e' trovato perfettissimo.

Primamente, perche quasi sempre col dolore del fianco par che vada unito il male della renella, o della pietra, e la difficult dell'orinare cosa utilissima; di continuo questi due ottimi preservatevi, che facilmente si possono fare da ciascuno d'ogni grado, o condizione che si sia. L'uno il tenersi sempre in case delle anime, o mandorle dell'ossa delle persiche, e avanti che a tavola si comincia a mangiare cosa alcuna, mangiar fino a cinque, o sei di esse mandorle mondate o no', mangiandole col sale, e col pane, che oltre alla virtu' grande che hanno di preservare dal mal del fianco, sono ancora ottimo rimedio contra il vino a fare che non imbriachi, e non percuota molto la testa, o non faccia male, e fanno buon'appetito, e allo stomaco, e chi l'usa non patisce mai mal di vermi nel corpo suo. L'altra preservativa si usera' spesso di mangiare in insalata, in minestre, in torte, in fritelle, e in ogni cosa dell'herba artemisia; avertendo che in molti luoghi d'Italia pigliano per artemisia, et arcimise la dicono ancora nel Regno: l'herba matricaria, che e' di sapor amaro, non e' quello che io dico che si adoperi qui di sopra. Questa artemisia ch'io vo' dire e' un'herba che fa la foglia a modo di quasi del petrosemolo, ma ben piu' lunga assai di detta, o parte delle foglie sue, e fanno un fusto in mezo che poi indurisce, e e' di color verde scuretto di sopra, e bianchiccio di sotto. Et finalmente quella che per tutto si riconosce per canapo salvatico e in alcuni luoghi colgono la sua semenza per dar a mangiare a cardellini. Et in molti altri luoghi la chiamano herba S. Giovanni, e se ne cingono i contadini e le donne, perche' cresce molto in alto, o in lunghezza, e in Venetia, e in altri luoghi di Lombardia la dicono herba di Santa Maria, e e' molto conosciuta da ciascuno. Ella non ha quasi nessun sapore, e masticandola non amareggia, ne' ha altra cosa trista, anzi ha un sapor piu' tosto che tira al dolce, o all'insipido che altrimenti, quasi come quello della malva. Onde e' buona in salata, in minestre, e in ogni modo a mangiare, e non potendone haver sempre della verde, si puo' tenere della secca, o in polvere, o farne acqua distillata, e in tutti i modi, o verde, o secca o in acqua, o come si sia; e' cosa santissima a usar di mangiarne di continuo, e quanto pi tanto meglio, che oltre a preservare dal mal del fianco, e della renella o pietra, e' sanissima al corpo humano.
Quando poi alcuno si trova d'haver tal male o dolor di fianco per qualche ragione si sia, cosa ottima l'usare i cristieri e principalmente questo. Sterco d'asino negro, se si pu havere, se non bianco, e sia fresco, o non molto secco, e fatelo bollire in vino bianco, aggiungendovi un pugno d'anisi, un poco d'oglio di camomilla, e un poco d'oglio di cappari, con un pugnetto di semola, e facendone bollir tutte insieme per un miserere o piu', cavarlo poi dal fuoco, e premer quelle cose, che la sostanza resti nel vino, e con quello fare un crestiere all'infermo pi caldo che sia possibile, e tengalo quanto pi puo', che lo trover perfettissimo.




Hermopolis
00sabato 9 ottobre 2004 16:00
Oh mamma ho fatto arrabiare Pal[SM=g27821]
Sappi che anche io amo i libri antichi, meno male che nelle biblioteche antiche usano librerie con la rete altrimenti mi ci tufferei e ne porterei via il più possibile [SM=g27828]
Mi dispiace molto aver dissacrato una discussione a cui evidentemente tenevi molto, cosa vuoi farci? Sono fatto così...
metto alla prova le persone, come loro mettono alla prova me e scherzo anche nelle cose più serie ("Chi non ride, non è una persona seria " Frederic Chopin)
Adesso deciderò se andare in esilio momentaneo volontario, o autopunirmi con una settimana di serietà assoluta (questa forse è troppo pesante).

Nina non avevo fatto domande... tranquilla [SM=g27828]
Mi ero limitato a rimanere senza parole, forse in questo caso era meglio continuare così.
"Palantir"
00sabato 9 ottobre 2004 16:06
Re:

Scritto da: Hermopolis 09/10/2004 16.00
Oh mamma ho fatto arrabiare Pal[SM=g27821]
Sappi che anche io amo i libri antichi, meno male che nelle biblioteche antiche usano librerie con la rete altrimenti mi ci tufferei e ne porterei via il più possibile [SM=g27828]
Mi dispiace molto aver dissacrato una discussione a cui evidentemente tenevi molto, cosa vuoi farci? Sono fatto così...
metto alla prova le persone, come loro mettono alla prova me e scherzo anche nelle cose più serie ("Chi non ride, non è una persona seria " Frederic Chopin)
Adesso deciderò se andare in esilio momentaneo volontario, o autopunirmi con una settimana di serietà assoluta (questa forse è troppo pesante).

Nina non avevo fatto domande... tranquilla [SM=g27828]
Mi ero limitato a rimanere senza parole, forse in questo caso era meglio continuare così.

a scherzo ho risposto con scherzo, ma si capisce bene, non penserai davvero che avevo intenzione di utilizzarti come cavia, no?
Esili? ma per piacere... se scherzi, stai allo scherzo.

la discussione mi piace davvero, e invito Nina a continuarla finché desidera
Nina@
00sabato 16 ottobre 2004 16:43




Acqua per la faccia.

Piglia una gallina grassa ben pelata e netta, e tagliala minutamente in pezzi, e mettila in un lambicco, e aggiungivi oncie quattro d'amandole dolci ben monde e ben pestate, e oncie quattro di riso ben lavato, e oncie quattro di tementina ben lavata, e oncie due di mele, e sei uova fresche rotte cosi' con la guscia, et ogni cosa ben incorporata fa distillare a lento fuoco, e all'acqua che n'uscir a' agiungi mez'oncia di zucchero candido, e un poco di tiramento, che e' fatto come l'ambra, ben pesti, e mescolaveli dentro bene, poi con quell'acqua lavati la faccia, e ti si fara' bella.





A far bella la faccia. (variante!!!)

Piglia sangue di galline e di picconi, e mescolali insieme, e con essi la sera ungiti la faccia, e lasciala cosi' fin'alla mattina, poi lavatela, e vedrai l'effetto.



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