I'mi trovai, fanciulle, un bel mattino di Angelo Poliziano
I’mi trovai, fanciulle, un bel mattino
di mezo maggio, in un verde giardino.
Eran d’intorno violette e gigli
fra l’erba verde e vaghi fior novelli,
azzurri gialli candidi e vermigli:
ond’io porsi la mano a cor di quelli
per adornar e mie biondi capelli
e cinger di grillanda el vago crino
I’mi trovai, fanciulle…
Ma poi ch’i’ ebbi pien di fiori un lembo,
vidi le rose e non pur d’un colore;
io corsi allor per empier tutto el grembo,
perch’era sì soave il loro odore,
che tutto mi senti’ destar el core
di dolce voglia e d’un piacer divino
I’mi trovai, fanciulle…
I’posi mente: quelle rose allora
mai non vi potre’ dir quant’eran belle:
quale scoppiava dalla boccia ancora:
qual’eran un po’ passe e qual novelle.
Amor mi disse allor: Va’ co’ di quelle
che più vedi fiorire in sullo spino.
I’mi trovai, fanciulle…
Quando la rosa ogni suo foglia spande,
quando è più bella, quando è più gradita,
allora è buona a mettere in ghirlande,
prima che sua belleza sia fuggita:
sicchè, fanciulle, mentre è più fiorita,
coglian la bella rosa del giardino.
I’mi trovai, fanciulle…
[Modificato da ariadipoesia 12/10/2004 9.26]