Andrea Camilleri

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grognard
00martedì 11 dicembre 2007 16:59
se 20 anni fa mi dicevano che mi sarei entusiasmato a leggere un libro in siciliano su un commissario di polizia, c'avrei fatto delle grasse risate. e invece devo ammettere che mi piace, sia leggere il libro che guardare la serie Tv.
Grande Montalbano e grande macari l'autore: Andrea Camilleri
grognard
00martedì 11 dicembre 2007 17:00
sul giornale di oggi
ho letto un'anticipazione del suo nuovo romanzo, m'ha subito agguantato. eccola qui:

Lo strano risveglio di Montalbano
Andrea Camilleri torna al personaggio più amato

Fu verso le cinco e mezza del matino che non ce la fici cchiù a ristarisinni corcato coll’occhi sbarracati a taliare il soffitto. Era ’na cosa che gli era principiata con le vicchiaglie: di solito, passata la mezzanotti, si stinnicchiava a letto, liggiva ’na mezzorata, appena che la vista accomenzava a fargli pupi pupi chiuiva il libro, astutava le luci del commodino, pigliava la posizioni giusta, che era di corcarisi supra al scianco destro, le ghinocchia piegate, la mano dritta aperta a palmo in su supra al cuscino e la guancia appuiata alla mano, ’nsirrava l’occhi e di colpo s’addrummisciva. Spisso per fortuna annava avanti col sonno fino a matino, capace che se lo faciva in una sula tirata, ma inveci certi nuttate, come chista appena passata, fatte sì e no un dù orate di durmuta, s’arrisbigliava senza nisciun motivo e non c’era cchiù verso d’arrinesciri a ripigliari sonno. Una volta, junto allo stremo della disperazioni, si era susuto e sinni era ghiuto a vivirisi mezza buttiglia di whisky, nella spiranza che gli faciva calare sonno.

La conseguenzia era stata che s’era appresentato in commissariato all’alba e completamenti ’mbriaco. Si susì, annò a rapriri la porta-finestra della verandina. La jornata che s’appresentava ’na vera billizza, tutta tirata a lucito, pariva un quatro ancora frisco di colore. La risacca assaccava però tanticchia cchiù forte del solito. Niscì fora ed ebbe un addrizzuni di friddo. Si era a mità majo e in altri tempi già ci sarebbi stato un cavudo squasi estivo, invece la jornata pariva ancora marzulina. Forsi si sarebbi guastata verso la fine della matinata. A mano dritta, da monte Russello, arrancava già qualchi nuvola nivura. Trasì, annò in cucina e si priparò il cafè. Si vippi la prima tazza e si chiuì in bagno. Quanno niscì, vistuto, pigliò la secunna tazza di cafè e se l’anno a viviri assittato nella verandina. «Matutino è stamattina, commissario!». Isò ’na mano in signo di saluto. Era il signor Puccio che ammuttava la varca in acqua, ci acchianava, principiava a remare puntanno al largo. Da quanti anni era che gli vidiva sempre fari gli stissi movimenti? Po’ si perse a taliare il volo d’un gabbiano.

Oramà gabbiani sinni vidivano picca, va a sapiri pirchì avivano traslocato in paisi. Ma macari a Montelusa, a deci chilometri dalla costa, ci nn’erano a centinara, era come se l’aceddri si fossero stuffati del mari e sinni stissiro alla larga dalle onde. Pirchì si erano arridotti a circare il loro mangiari nella munnizza citatina invici di annari a piscarisi pisci frisco? Pirchì si erano degradati fino a dovirisi sciarriari coi surci per una testa di pisci putrefatto? Ma si erano volutamente arridotti accussì o era cangiato qualichi cosa nell’ordine della natura? Tutto ìnzemmula il gabbiano chiuì l’ali e accomenzò a picchiare verso la spiaggia. Che aviva visto? Ma quanno arrivò a toccare col becco la pilaja invece di risollevarsi in aria con la preda, s’afflosciò addivintò un immobili mucchietto di pinni cataminate a leggio dal vinticeddro di prima matina. Forse gli avivano sparato, a malgrado che il comissario non aviva sintuto nisciun colpo di fucile. Ma chi era l’imbecille che potiva mittirisi a sparare a un gabbiano?

L’aceddro, che distava ’na trentina di passi dalla verandina, di certo era morto. Ma po’, mentri che Montalbano lo stava a taliare, ebbi come un fremito, si rizzò faticanno sulle zampe, s’inclinò tutto da un lato, raprì una sula ala, quella cchiù vicina alla rina, e si mise a firriare su se stesso, mentre la punta dell’ala gli addisignava un circolo torno torno e il becco stava isato verso il cielo in una posa innaturale che gli faciva il collo tutto storto. Ma che stava facenno, abballava? Abballava e cantava. Anzi no, non cantava, il sono che gli nisciva fora dal becco era roco, dispirato, pariva che addimannava aiuto. E ogni tanto, sempri firrianno, addrizzava il collo tendendolo in alto fino all’inverosimili e col becco ora faciva avanti e narrè, parivano un vrazzo e ’na mano che volivano posari qualichi cosa in àvuto e non ci arriniscivano. Montalbano in un vidiri e svidiri scinnì supra la pilaja e gli arrivò a un passo. Il gabbiano manco fici ’nzinga di averlo viduto, ma subito appresso il sò firriare principiò a farisi incerto, sempre cchiù traballiante e alla fine l’aceddro, doppo un sono altissimo che parse umano, perso l’appojo dell’ala, s’accasciò di lato e morì. «Ha abballato la so morti»—pinsò il commissario, ’mpressionato da quello che aviva appena viduto. Ma non voliva lassarlo ai cani, alle formicole.

L’agguantò per le ali e se lo portò nella verandina. Anno in cucina e pigliò un sacchetto di plastica. Ci mise dintra l’aceddro e lo zavorrò con dù petre firrigne che tiniva ’n casa per billizza, si levò scarpe, pantaloni e cammisa, trasì a mare in mutanne, arrivò all’acqua al collo, fici roteare forti forti il sacchetto e lo lanciò più lontano che potè. Torno a la casa ad asciucarisi che era ’mbarsamato dal friddo. Per quadiadirisi, si fici un’altra cafittera e si vippi il cafè bollente. Mentre era in machina verso Punta Raisi, il pinsero gli tornò al gabbiano che aviva viduto abballari e moriri. Va a sapiri pirchì, aviva la ’mpressioni che l’aceddri erano eterni e quanno gli era capitato di vidirinni a qualcuno morto era stato sempri pigliato da ’na liggera maraviglia, come si prova davanti a qualichi cosa che non si pinsava che potissi succidiri mai. Era squasi certo che al gabbiano che aviva viduto moriri non gli avivano sparato. Squasi certo, pirchì forse l’avivano pigliato con un solo pallino che non gli aviva fatto nesciri manco ’na guccia di sangue, ma era stato bastevole ad ammazzarlo.

Morivano tutti accussì, i gabbiani, facenno quella speci di balletto straziante? La scena di quella morti non se la potiva livari dalla testa. Appena ghiunto all’aeroporto, talianno il quatro elettronico dell’arrivi, ebbe la bella e prevedibile notizia che il volo che aspittava portava un’orata e passa di ritardo. E come ti sbagliavi? C’era ’na cosa che fusse ’na cosa che in Italia partiva o arrivava nell’orario stabilito? I treni portavano ritardo, l’aerei macari, i traghetti ci voliva la mano di Dio a farli salpare, la posta non ne parlamo, l’autobus addirittura si pirdivano nel trafico, l’opiri pubbliche sgarravano di cinco- deci anni, ’na liggi qualisisiasi arritardava anni a essiri approvata, i processi ritardavano, persino i pogrammi televisivi accomenzavano sempri con una mezzorata di ritardo sul previsto... Quanno principiava a raggiunari supra a ’sti cosi a Montalbano il sangue ci addivintava ’na pesta. Ma non aviva nisciuna gana d’ammostrarisi di malo umore a Livia quanno sarebbi arrivata. Abbisognava passari quell’orata sbariannosi. Il viaggio matutino gli aviva fatto smorcare tanticchia di pititto. Cosa stramma, datosi che non faciva mai colazioni. Annò al bar che c’era ’na fila da ufficio postali il jorno di pagamento delle pinsioni. Po’ finalmenti attoccò a lui. «Un cafè e un cornetto». «Cornetti niente». «Sono finiti?». «No. Stamattina hanno tardato a portarceli, li avremo tra ’na mezzorata». Macari i cornetti portavano ritardo!

(Il testo è pubblicato per gentile concessione della Sellerio)

grognard
00martedì 11 dicembre 2007 17:01
scheda di rito
Andrea Camilleri, all'anagrafe Andrea Calogero, nasce a Porto Empedocle (AG), la futura Vigàta dei suoi romanzi, nel 1925, figlio unico di Carmelina Fragapane e di Giuseppe Camilleri, ispettore delle compagnie portuali. Attualmente vive a Roma.

Dal 1939 al 1943, dopo una breve esperienza in collegio (si fece espellere lanciando delle uova contro un crocifisso), studia al liceo classico Empedocle di Agrigento dove otterrà, nella seconda metà del 1943, la maturità senza fare esami, poiché il preside decise che sarebbe valso il solo scrutinio a causa dell'imminente sbarco in Sicilia delle forze alleate. A giugno infatti inizia, come ricorda lo scrittore, "una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paure"

Nel 1944 si iscrive alla facoltà di Lettere, non continua gli studi ma comincia a pubblicare racconti e poesie. Intanto aderisce al Partito comunista.

Dal 1948 al 1950 studia regia all'Accademia di Arte drammatica Silvio d'Amico e inizia a lavorare come regista e sceneggiatore. In questi anni, e fin dal 1945 ha pubblicato racconti e poesie, vincendo anche il "Premio St Vincent". Nel 1954 partecipa con successo a un concorso per funzionari RAI, ma non viene assunto perché comunista. Entrerà alla RAI qualche anno più tardi. Nel 1957 sposa Rosetta Dello Siesto dalla quale avrà tre figlie e quattro nipoti.

Nel 1958 è il primo a portare in Italia il teatro dell'assurdo di Beckett con "Finale di partita" al teatro dei Satiri di Roma e poi in televisione con Adolfo Celi e Renato Rascel. Comincia a insegnare al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

Nel 1959 tra le molte produzioni RAI di cui si occupa ha molto successo una serie sul tenente Sheridan con Ubaldo Lay, più tardi poi con Il commissario Maigret con Gino Cervi, e con diverse messe in scena di opere teatrali, sempre con un occhio di riguardo a Pirandello.

Nel 1977 ottiene la cattedra di regia all'Accademia di Arte Drammatica. La manterrà per vent'anni.

Nel 1978 esordisce nella narrativa con "Il corso delle cose", scritto 10 anni prima e pubblicato da un editore a pagamento con l'impegno di citare l'editore stesso nei titoli dello sceneggiato TV tratto dal libro, "La mano sugli occhi": è un insuccesso, il libro non viene notato praticamente da nessuno. Due anni dopo, nel 1980, pubblica con Garzanti Un filo di fumo, primo di una serie di romanzi ambientati nell'immaginaria cittadina siciliana di Vigàta a cavallo fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.

Nel 1992 riprende a scrivere dopo 12 anni di pausa e pubblica La stagione della caccia con Sellerio Editore: Camilleri diventa un autore di grande successo e i suoi libri, ristampati più volte, vendono mediamente intorno alle 60 mila copie.

Nel 1994 esce con La forma dell'acqua, primo romanzo poliziesco con il Commissario Montalbano, e arriva il grande successo: Camilleri ha 69 anni.

Dal 1995 al 2003 si amplia il fenomeno Camilleri. Titoli come Il birraio di Preston (1995) (il libro ai suoi tempi più venduto con quasi 70 mila copie), La concessione del telefono e La mossa del cavallo (1999) vanno a ruba, mentre la serie televisiva su Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti, ne fa ormai un autore cult.

Alla fine del 2002, accettando l'invito dell'amministrazione comunale, accetta la nomina di Direttore artistico del Teatro Regina Margherita di Racalmuto che sarà inaugurato nel febbraio del 2003 alla presenza del Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi.

Nel 2004 esce La pazienza del ragno, a marzo 2005 esce Privo di titolo, il 23 giugno 2005 esce La luna di carta che vede protagonista il Commissario Montalbano. Anche questi volumi sono pubblicati da Sellerio.

Da non dimenticare anche il romanzo Il re di Girgenti, ambientato nel Seicento, interamente scritto in siciliano inframezzato con lo spagnolo.

Nell'aprile 2006 esce, sempre per Sellerio, il decimo romanzo che ha per protagonista il Commissario Montalbano: La vampa d'agosto.

Nel novembre 2006 esce l'undicesimo romanzo del Commissario Montalbano: Le ali della sfinge, sempre edito da Sellerio, per la collana La Memoria.

Nel marzo 2007, edito da Sellerio, per la collana La Memoria, esce Le pecore e il pastore e nel giugno dello stesso anno, sempre per la collana La Memoria, esce La pista di sabbia, il dodicesimo romanzo del Commissario Montalbano.

Fino ad oggi Camilleri ha venduto 10 milioni di copie.
grognard
00martedì 11 dicembre 2007 17:02
Bibliografia
1978, Il corso delle cose, Lalli
1980, Un filo di fumo, Garzanti
1984, La strage dimenticata, Sellerio "Quaderni della Biblioteca siciliana di storia e letteratura"
1992, La stagione della caccia, Sellerio "Quaderni della Biblioteca siciliana di storia e letteratura"
1993, La bolla di componenda, Sellerio "Quaderni della Biblioteca siciliana di storia e letteratura"
1994, La forma dell'acqua, Sellerio "La Memoria"
1995, Il gioco della mosca, Sellerio "Il divano"
1995, Il birraio di Preston, Sellerio "La Memoria" (ISBN 8838910987) "Il castello" (ISBN 8838914990)
1996, Il cane di terracotta, Sellerio "La Memoria"
1996, Il ladro di merendine, Sellerio "La Memoria"
1997, La voce del violino, Sellerio "La Memoria"
1998, La concessione del telefono, Sellerio "La Memoria" (ISBN 8838913447) "Il castello" (ISBN 8838915008)
1998, Un mese con Montalbano, Mondadori "Omnibus"
1999, La mossa del cavallo, Rizzoli "La Scala"
1999, Gli arancini di Montalbano, Mondadori "Scrittori italiani e stranieri"
2000, La gita a Tindari, Sellerio "La Memoria"
2000, La scomparsa di Patò, Mondadori "Scrittori italiani e stranieri"
2000, Biografia del figlio cambiato, Rizzoli "La Scala"
2000, Favole del tramonto, Edizioni dell'Altana "I quaderni"
2001, Racconti quotidiani, Libreria dell'Orso "Storia e letteratura"
2001, Gocce di Sicilia, Edizioni dell'Altana
2001, L'odore della notte, Sellerio "La Memoria"
2001, Il re di Girgenti, Sellerio "La Memoria"
2001, Le parole raccontate. Piccolo dizionario dei termini teatrali, Rizzoli "Piccola Biblioteca La Scala"
2002, La paura di Montalbano, Mondadori "Scrittori italiani e stranieri"
2002, Storie di Montalbano, Mondadori "I Meridiani"
2002, L'ombrello di Noè. Memorie e conversazioni sul teatro', Rizzoli "Piccola Biblioteca La Scala"
2002, La linea della palma. Saverio Lodato fa raccontare Andrea Camilleri, Rizzoli "BUR"
2002, Le inchieste del Commissario Collura, Libreria dell'Orso "Storia e letteratura"
2003, Il giro di boa, Sellerio "La Memoria"
2003, La presa di Macallè, Sellerio "La Memoria" (ISBN 8838918961)
2003, Teatro, Arnaldo Lombardi "Gioielli discreti"
2004, Romanzi storici e civili, Mondadori "I Meridiani" (ISBN 8804519290)
2004, La prima indagine di Montalbano, Mondadori "Scrittori italiani e stranieri" (ISBN 8804529830)"Bestseller" ISBN 8804550201)
2004 (30.09.), La pazienza del ragno, Sellerio "La Memoria" (ISBN 8838919984)
2005 (17.03.), Privo di titolo, Sellerio "La Memoria" (ISBN 8838920303)
2005 (23.06.), La luna di carta, Sellerio "La Memoria" (ISBN 8838920540)
2005 (05.07.), Il medaglione, Mondadori "Piccola Biblioteca Oscar" (ISBN 8804550279)
2006 (17.01.), La pensione Eva, Mondadori "Scrittori italiani e stranieri"(ISBN 8804554347)
2006 (08.05.), Il diavolo. Tentatore; Innamorato, Donzelli
2006 (20.04.), La vampa d'agosto, Sellerio "La Memoria"(ISBN 9788838921445)
2006 (15.09.), Vi racconto Montalbano, Interviste, Datanews (ISBN 8879813021)
2006 (09.11.), Le ali della sfinge, Sellerio "La Memoria"(ISBN 883892161X)
2007 (10.01.), Pagine scelte di Luigi Pirandello, Rizzoli "BUR" (ISBN 8817014885)
2007 (06.02.), Il colore del sole, Mondadori "Scrittori italiani e stranieri"(ISBN 8804562072)
2007 (15.03.), Le pecore e il pastore, Sellerio "La Memoria" (ISBN 8838922039)
2007 (30.03.), Boccaccio - La novella di Antonello da Palermo, Guida (ISBN 9788860422606)
2007 (07.06.), La pista di sabbia, Sellerio "La Memoria" (ISBN 8838922160)
2007 (09.10.), Voi non sapete - Gli amici, i nemici, la mafia, il mondo nei pizzini di Bernardo Provenzano, Mondadori (ISBN 8804575115)
2007 (31.10.), Maruzza Musumeci, Sellerio "La Memoria" (ISBN 8838922489)
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