Ancora un'intervista a Mango|

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Luna del deserto
00venerdì 9 luglio 2004 17:33
Mango: A come Africa,
A come Amore
di Paolo Gallori


"E' ancora una volta l'amore il protagonista delle storie che Mango raccoglie nel suo nuovo album, Ti porto in Africa. L'amore che fa ridere e piangere, l'amore vicino e lontano, l'amore trovato e perduto. L'amore per qualcuno e l'amore per il proprio mestiere. "L'amore non è solo un rifugio, ma l'inizio, il sostegno, l'essenza stessa della vita" esordisce il cantautore lucano parlando di Ti porto in Africa. Facile a dirsi, ma come può una canzone d'amore fissarsi nel tempo, restare nella mente, sapendo che ogni giorno ne nascono altre, tantissime, ispirate a quel sentimento? "Il segreto sta nell'onestà, nel dire cose vere. E quando una canzone riesce davvero a tramutarsi in sentimento, è destinata a rimanere. In realtà, faccio fatica a capire quale sia una canzone che non parla d'amore. Perché la canzone in sè è un atto d'amore".

Ricercato melodista, una voce unica per timbro e sviluppi armonici, Mango firma nove canzoni inedite che non tradiscono le aspettative di chi ha seguito l'artista dai tempi di Oro. Dalla collaborazione con Rocco Petruzzi nella produzione e negli arrangiamenti nascono raffinate orchestrazioni d'archi, linee di chitarra elettrica e acustica, immancabili - quasi un marchio - le pulsazioni ritmiche sintetiche e coloriture strumentali di estrazione etno-mediterranea. In coda, una decima traccia, la cover di Saturday dei belgi Soulwax, con cui Mango manifesta la sua attenzione alla musica che gira intorno.

Il singolo scelto per rappresentare questo nuovo lavoro alla radio è proprio Ti porto in Africa, del cui videoclip vi offriamo alcuni momenti della lavorazione. "L'Africa rappresenta un sogno - spiega l'autore -, quel momento in cui tu decidi di donarti completamente alla persona che ti sta al fianco. E la inviti a entrare nel tuo profondo, per scoprire tutto di te, anche quelle più segrete, o che addirittura nemmeno tu conosci. 'Ho raccontato al vento che ti porto in Africa...gli ho raccontato anche quello che non so...'".

Lo "spettro" emozionale dell'album è molto ampio. Lo si può racchiudere ad esempio tra la solarità, il ritmo latino di Eccoti folle d'amore e la sofferta intensità di Io ti vorrei parlare. Quanto c'è di personale in questo sbalzo vertiginoso? "Tutto - risponde Mango senza esitazioni -. Sono espressioni di un uomo che ha il coraggio di esprimere tutte le fasi della sua esistenza. Dal divertimento alla voglia di piangere. I momenti più delicati e intimi. Io ti vorrei parlare è uno di quei momenti. Una canzone in cui ognuno può ritrovare la propria intimità. A questo deve servire una canzone: scoprire cose a cui tu non pensi facilmente, attraverso il modello offerto dalla canzone trovare la via giusta per guardarti dentro e risponderti".

Due episodi sfuggono, ma solo in apparenza, al flusso dell'amore. Il primo è Francesco, brano che apre il disco, ispirato al Santo. "Sono partito dal 'bombardamento' di notizie terribili a cui siamo sottoposti ogni giorno...Il petrolio...Bush...Bin Laden...stanno insegnando a tutti a rincorrere un obiettivo veramente...povero, il potere, cose che non potremo portarci dietro. Ho provato a immaginare cosa poteva pensare Francesco nel momento della conversione. Francesco era un debosciato, un ribelle, che scoprì all'improvviso quanto fosse inutile, stupido, tutto quello che aveva fatto sino a quel momento. Scopre che esiste una dimensione altra, diversa, opposta. Se provassimo a pensare tutti a quella dimensione, probabilmente non avremmo bisogno di guerre".

Forse che sì forse che no, dedicata al mestiere dell'artista e alla sua vita "dietro il sipario", è l'occasione per una nuova collaborazione tra Mango e Lucio Dalla, che scrissero insieme Bella d'estate. "Avevo completato il pezzo, anche le parti vocali - racconta il cantautore -. Ma sentivo nella ritmica, nel fraseggio, qualcosa di Lucio, qualcosa che lui aveva fatto in passato. Mi faceva pensare a Come è profondo il mare, ad esempio. Allora gli ho proposto di cantarla insieme a me. Inoltre, Lucio è l'ideale protagonista di quella dimensione un po' felliniana, bandistica, che abbiamo cercato di ricreare con l'aiuto dei Klatzroym. Lucio si è calato perfettamente nella parte".

L'estate è la stagione dei live, delle tournée. Anche Mango sarà protagonista. "Proverò per tutto il mese di luglio le nuove canzoni. E dal primo agosto partirò con i concerti".E' ancora una volta l'amore il protagonista delle storie che Mango raccoglie nel suo nuovo album, Ti porto in Africa. L'amore che fa ridere e piangere, l'amore vicino e lontano, l'amore trovato e perduto. L'amore per qualcuno e l'amore per il proprio mestiere. "L'amore non è solo un rifugio, ma l'inizio, il sostegno, l'essenza stessa della vita" esordisce il cantautore lucano parlando di Ti porto in Africa. Facile a dirsi, ma come può una canzone d'amore fissarsi nel tempo, restare nella mente, sapendo che ogni giorno ne nascono altre, tantissime, ispirate a quel sentimento? "Il segreto sta nell'onestà, nel dire cose vere. E quando una canzone riesce davvero a tramutarsi in sentimento, è destinata a rimanere. In realtà, faccio fatica a capire quale sia una canzone che non parla d'amore. Perché la canzone in sè è un atto d'amore".

Ricercato melodista, una voce unica per timbro e sviluppi armonici, Mango firma nove canzoni inedite che non tradiscono le aspettative di chi ha seguito l'artista dai tempi di Oro. Dalla collaborazione con Rocco Petruzzi nella produzione e negli arrangiamenti nascono raffinate orchestrazioni d'archi, linee di chitarra elettrica e acustica, immancabili - quasi un marchio - le pulsazioni ritmiche sintetiche e coloriture strumentali di estrazione etno-mediterranea. In coda, una decima traccia, la cover di Saturday dei belgi Soulwax, con cui Mango manifesta la sua attenzione alla musica che gira intorno.

Il singolo scelto per rappresentare questo nuovo lavoro alla radio è proprio Ti porto in Africa, del cui videoclip vi offriamo alcuni momenti della lavorazione. "L'Africa rappresenta un sogno - spiega l'autore -, quel momento in cui tu decidi di donarti completamente alla persona che ti sta al fianco. E la inviti a entrare nel tuo profondo, per scoprire tutto di te, anche quelle più segrete, o che addirittura nemmeno tu conosci. 'Ho raccontato al vento che ti porto in Africa...gli ho raccontato anche quello che non so...'".

Lo "spettro" emozionale dell'album è molto ampio. Lo si può racchiudere ad esempio tra la solarità, il ritmo latino di Eccoti folle d'amore e la sofferta intensità di Io ti vorrei parlare. Quanto c'è di personale in questo sbalzo vertiginoso? "Tutto - risponde Mango senza esitazioni -. Sono espressioni di un uomo che ha il coraggio di esprimere tutte le fasi della sua esistenza. Dal divertimento alla voglia di piangere. I momenti più delicati e intimi. Io ti vorrei parlare è uno di quei momenti. Una canzone in cui ognuno può ritrovare la propria intimità. A questo deve servire una canzone: scoprire cose a cui tu non pensi facilmente, attraverso il modello offerto dalla canzone trovare la via giusta per guardarti dentro e risponderti".

Due episodi sfuggono, ma solo in apparenza, al flusso dell'amore. Il primo è Francesco, brano che apre il disco, ispirato al Santo. "Sono partito dal 'bombardamento' di notizie terribili a cui siamo sottoposti ogni giorno...Il petrolio...Bush...Bin Laden...stanno insegnando a tutti a rincorrere un obiettivo veramente...povero, il potere, cose che non potremo portarci dietro. Ho provato a immaginare cosa poteva pensare Francesco nel momento della conversione. Francesco era un debosciato, un ribelle, che scoprì all'improvviso quanto fosse inutile, stupido, tutto quello che aveva fatto sino a quel momento. Scopre che esiste una dimensione altra, diversa, opposta. Se provassimo a pensare tutti a quella dimensione, probabilmente non avremmo bisogno di guerre".

Forse che sì forse che no, dedicata al mestiere dell'artista e alla sua vita "dietro il sipario", è l'occasione per una nuova collaborazione tra Mango e Lucio Dalla, che scrissero insieme Bella d'estate. "Avevo completato il pezzo, anche le parti vocali - racconta il cantautore -. Ma sentivo nella ritmica, nel fraseggio, qualcosa di Lucio, qualcosa che lui aveva fatto in passato. Mi faceva pensare a Come è profondo il mare, ad esempio. Allora gli ho proposto di cantarla insieme a me. Inoltre, Lucio è l'ideale protagonista di quella dimensione un po' felliniana, bandistica, che abbiamo cercato di ricreare con l'aiuto dei Klatzroym. Lucio si è calato perfettamente nella parte".

L'estate è la stagione dei live, delle tournée. Anche Mango sarà protagonista. "Proverò per tutto il mese di luglio le nuove canzoni. E dal primo agosto partirò con i concerti."
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:49.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com