Anarchia, marxismo e speranza nel futuro - Intervista a Noam Chomsky

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Staib
00venerdì 8 aprile 2005 20:49
Un articolo molto interessante che invito tutti a leggere nonostante la sua lunghezza. Andrebbe letto da tutti. Vi assicuro che dopo aver letto quest'articolo l'anarchia risulterà più interessante.

Scusate ma dovrò dividere l'intervista per motivi di spazio.

1996
Red & Black Revolution

Anarchia, marxismo e speranza nel futuro


Noam Chomsky, Kevin Doyle






Noam Chomsky è ben conosciuto per la sua critica della politica estera statunitense e per la sua opera nel campo della linguistica. Meno noto è il suo costante sostegno di obiettivi socialisti libertari. In un'intervista speciale concessa a Red & Black Revolution, Chomsky ci offre la sua visione dell'anarchia, del marxismo e delle prospettive del socialismo oggi. L'intervista è stata condotta da Kevin Doyle nel 1995.





Per cominciare, Noam, sei da molto un sostenitore dell'idea anarchica. Molti conoscono l'introduzione che scrivesti nel 1970 per il libro Anarchia, di Daniel Guerin, ma più recentemente, per esempio nel film Manufacturing Consent, hai colto di nuovo l'occasione per sottolineare il potenziale dell'anarchia e dell'idea anarchica. Cosa ti avvicina all'anarchia?

Sono stato attratto dall'idea anarchica da ragazzo, non appena cominciai a guardare al mondo in una prospettiva non più ristretta, e non ho avuto finora ragioni per rivedere quell'atteggiamento precoce. Penso che semplicemente abbia senso scovare e identificare le strutture dell'autorità, della gerarchia e della dominazione in ogni aspetto della vita, per metterle in discussione. A meno che non se ne possa dare una giustificazione, sono illegittime e dovrebbero essere smantellate, per accrescere il dominio della libertà umana.

Ciò vale per il potere politico, per la proprietà e la sua gestione, per le relazioni tra gli uomini e le donne, genitori e figli, per il nostro controllo sul destino delle generazioni future (l'imperativo morale essenziale del movimento ambientalista, dal mio punto di vista) e molto altro.

Chiaramente questo implica una sfida a istituzioni di costrizione e controllo gigantesche: lo stato, le tirannidi private che controllano sotterraneamente gran parte dell'economica interna e internazionale, e così via. Ma non solo esse.

Questo è quanto ho sempre inteso essere l'essenza dell'anarchia: la convinzione che l'onere della prova debba essere attribuito all'autorità, e che questa dovrebbe essere smantellata se la prova non può essere data. A volte è possibile. Se porto i miei nipotini a passeggio e quelli si lanciano in una strada trafficata, non userò soltanto l'autorità ma anche la forza fisica per bloccarli. L'azione dovrebbe essere messa in discussione, ma in questo caso credo che supererebbe la prova facilmente. E vi sono altri casi, la vita è una cosa complicata, comprendiamo molto poco degli uomini e della società e i grandi pronunciamenti sono generalmente più una fonte di guai che di vantaggi. Ma la prospettiva resta valida, credo, e ci può portare lontano.

Al di là di queste cose generali, cominciamo a considerare i casi concreti, laddove sorgono le questioni dell'interesse umano e della preoccupazione per le persone.

È senz'altro vero che le tue idee e la tua critica sono oggi più note che mai. Si deve anche dire che le tue opinioni sono ampiamente rispettate. Come pensi che sia considerato il tuo sostegno all'idea anarchica in questo contesto? In particolare, mi interessa la risposta che ricevi da persone che si avvicinano per la prima volta alla politica. Restano sorprese dal tuo supporto dell'anarchia? Sono interessate?

Il mondo intellettuale in generale, come sai, associa l'anarchia al caos, alla violenza, alle bombe, alla distruzione e così via. Perciò le persone restano sorprese a sentirmi parlare in termini favorevoli dell'anarchia e mi identifico con le sue principali tradizioni. Ma l'impressione è che tra la popolazione in genere, l'idea di base è accolta come ragionevole quando si chiariscano le cose.

Naturalmente, quando prendiamo in considerazione questioni specifiche - per esempio, la natura delle famiglie, o come il sistema economico funzionerebbe in una società più libera e giusta - sorgono domande e punti controversi. Ma è così che dovrebbe essere. I fisici non possono spiegare davvero perché l'acqua fuoriesce dai rubinetti e finisce nello scolo. Se prendiamo questioni enormemente più complesse che attengono alla sfera umana, la comprensione si fa sottile e si apre una vasta dimensione in cui il disaccordo, la sperimentazione, le possibilità di esplorare sia la vita intellettuale che quella reale possono aiutarci ad apprendere.

Forse, più che ogni altra idea, l'anarchia ha sofferto del problema di una rappresentazione fallace. Anarchia può significare cose distinte per persone diverse. Ti capita spesso di doverti trovare a spiegare cosa intendi per anarchia? La falsa rappresentazione dell'anarchia ti dà fastidio?

Tutte le rappresentazioni false sono moleste. In gran parte questa si può ricondurre alle strutture di potere che hanno interesse a prevenire la comprensione, per ragioni del tutto ovvie. Fa bene richiamare i Principi del governo, di David Hume, che si sorprendeva di come la popolazione si fosse mai sottomessa ai suoi governanti. Concluse che poiché la Forza sta sempre dalla parte dei governati, i governanti non hanno nient'altro a loro sostegno che l'opinione. Perciò il governo è fondato esclusivamente sull'opinione; e questa massima si applica anche al più dispotico dei governi militari, come a quello più libero e popolare. Hume era molto acuto - e detto per inciso, ben difficilmente un libertario per gli standard del tempo. Sicuramente sottostimava l'efficacia della forza, ma quest'osservazione mi sembra essenzialmente corretta ed importante, in particolare nelle società più libere, laddove perciò l'arte del controllo dell'opinione è molto più raffinata.

La falsa rappresentazione e altre forme di offuscamento ne sono un fattore concomitante naturale.

Perciò, se mi disturba la falsa rappresentazione? Certo, ma anche il cattivo tempo. Esisterà sempre fintanto che la concentrazione di potere darà vita ad una classe di commissari per difenderla. Siccome di solito non sono abbastanza intelligenti da sapere che farebbero meglio ad evitare l'arena del ragionamento, si rivolgono alla falsificazione, allo svilimento e altri mezzi disponibili a coloro che sanno saranno protetti con tutti i mezzi accessibili ai potenti. Dovremmo comprendere perché tutto ciò accade, e sbrogliare la matassa meglio che possiamo. Ciò è parte del processo di liberazione - di noi stessi e altri, o più ragionevolmente, di persone che lavorano assieme per raggiungere questo scopo.

Sembra semplicistico, e lo è. Ma non ho ancora trovato molto relativamente alla società e alla vita umana che non appaia tale una volta sgombrato il campo da assurdità e atteggiamenti utilitaristici.

Che succede nei circoli più stabili della sinistra, dove ci si potrebbe aspettare di trovare maggiore familiarità con l'anarchia e il suo vero significato? Riscontri sorpresa qui per le tue opinioni e il sostegno all'anarchia?

Se capisco cosa intendi per circoli più stabili di sinistra, no, non c'è molta sorpresa, perché si sa molto poco di quello che penso su qualsivoglia cosa. Non sono questi i circoli con cui ho contatti. Difficilmente vi troverai un riferimento a qualcosa che abbia scritto o detto. Questo non è esattamente vero, chiaramente. E così negli Usa (e meno comunemente in Gran Bretagna e altrove) troverai una certa familiarità con ciò che dico in una parte dei settori più critici e indipendenti di quelli che si potrebbero chiamare i circoli della sinistra, e poi ho amici e collaboratori sparsi qua e là. Ma guarda i libri e le riviste e capirai quello che intendo. Non mi aspetto che ciò che scrivo o dico sia meglio accetto in questi circoli di quanto non lo sia in una redazione - anche qui, con eccezioni.

La questione si pone solo marginalmente, tanto che è difficile rispondere.

Molte persone hanno notato che usi il termine 'socialista libertario' come sinonimo di 'anarchia'. Consideri questi termini essenzialmente simili? L'anarchia è una specie di socialismo per te? Una definizione data in passato è che l'anarchia è il socialismo più la libertà. Accetteresti questa equazione di base?

L'introduzione al libro di Guerin che hai citato si apre con una citazione di un simpatizzante anarchico di un secolo fa, che dice che l'anarchia ha le spalle larghe e sopporta tutto. Uno degli elementi principali è stato quello che è stato chiamato tradizionalmente 'socialismo anarchico'.

Ho cercato di spiegare lì e altrove ciò che intendo, sottolineando che non è affatto una cosa originale; prendo le idee dalle figure principali del movimento anarchico che cito e che si descrivevano in maniera piuttosto omogenea come socialisti, eppure condannavano duramente la nuova classe di intellettuali radicali che cercavano di prendere il potere attraverso le lotte popolari e di diventare quella maligna burocrazia rossa contro cui metteva in guardia Bakunin.

Concordo con la percezione di Rudolf Rocker secondo cui queste tendenze (piuttosto centrali) dell'anarchia derivano dal meglio della tradizione illuminista e del pensiero liberale classico, ben oltre ciò che egli descrisse. Di fatto, come ho cercato di mostrare, contrastano fortemente con la dottrina e la prassi marxista-leninista che vanno di moda in Usa e in particolare in Gran Bretagna, e altre ideologie contemporanee, che mi sembrano tutte ridursi ad invocare questa o quella forma di autorità illegittima, spesso vera e propria tirannia.

La rivoluzione spagnola

In passato, parlando di anarchia, hai spesso evidenziato l'esempio della rivoluzione spagnola. Sembrerebbe ci siano due aspetti per te in questa cosa: da una parte l'esperienza della rivoluzione spagnole è, dici, un buon esempio dell'anarchia in azione; dall'altra un buon esempio di ciò che i lavoratori possono ottenere con i loro sforzi di democrazia partecipativa. Questi due aspetti sono due facce della stessa medaglia? L'anarchia è la filosofia del potere popolare?

Sono riluttante all'uso di parole come filosofia per riferirsi a ciò che appare essere semplice buon senso. E mi trovo anche a disagio con gli slogan. I successi dei lavoratori e dei contadini spagnoli, prima che la rivoluzione fosse schiacciata, furono notevoli da vari punti di vista. Il termine 'democrazia partecipativa' è molto più recente ed è nato in un contesto distinto ma certamente ci sono punti di somiglianza. Mi dispiace se questo può sembrare evasivo, e lo è, ma perché non credo che nessuno di questi concetti, anarchia o democrazia partecipativa, sia abbastanza chiaro da poter dire se sono lo stesso.

Una delle maggiori conquiste della rivoluzione spagnola fu il grado di democrazia dal basso che si raggiunse. In termini di persone, si stima che oltre tre milioni di persone vi fossero coinvolte. La produzione rurale ed urbana era gestita dagli stessi lavoratori. È una coincidenza secondo te che gli anarchici, noti per la loro professione di libertà individuale, hanno avuto successo in quest'area di amministrazione collettiva?

Nessuna coincidenza. Le tendenze dell'anarchia che ho trovato sempre più convincenti perseguono una società altamente organizzata, che integri molti tipi diversi di strutture (luoghi di lavoro, comunità e molte altre associazioni volontarie), ma sotto il controllo dei partecipanti, non di quelli in condizione di dare ordini (eccetto, di nuovo, i casi in cui l'autorità è giustificata, come accade a volte, in situazioni specifiche).

Democrazia

Gli anarchici spesso spendono molte energie nello sforzo di costruire una democrazia dal basso. Infatti sono spesso accusati di portare la democrazia agli estremi. Eppure, nonostante ciò, molti anarchici non identificherebbero immediatamente la democrazia come una componente centrale della filosofia anarchia. Gli anarchici spesso descrivono la loro politica come qualcosa relativa al 'socialismo' o all''individuo' - è molto meno usuale che possano dire che l'anarchia è una questione di democrazia. Concondi sul fatto che le idee democratiche sono una caratteristica centrale dell'anarchia?

La critica della 'democrazia' tra gli anarchici è spesso stata critica della democrazia parlamentare, come si è presentata in società dotate di tendenze repressive. Prendiamo gli Usa, liberi come nessuno sin dalle origini. La democrazia americana si fonda sul principio, sottolineato da James Madison nella Convention costituzionale del 1787, che la funzione primaria del governo è quella di proteggere la minoranza dei benestanti dalla maggioranza. Perciò segnalava che in Inghilterra, l'unico modello quasi democratico dei tempi, se alla popolazione fosse concessa la parola negli affari pubblici, avrebbero introdotto una riforma agraria o altre atrocità e che il sistema americano doveve essere definito con precisione per evitare questi crimini contro il diritto di proprietà, che deve essere difeso (in realtà, deve prevalere).

All'interno di questo quadro, la democrazia parlamentare merita forti critiche da parte dei veri libertari, e ho lasciato da parte molte altre caratteristiche che non sono affatto secondarie - la schiavitù, per dirne una, o la schiavitù del salario che fu duramente condannata da lavoratori che non avevano sentito niente di comunismo o anarchia per tutto il XIX secolo e oltre.

Leninismo

L'importanza della democrazia dal basso per una qualunque trasformazione significativa della società sembra lapalissiana. Eppure la sinistra ha assunto posizioni ambigue su questo tema in passato. Sto parlando in generale della democrazia sociale ma anche del bolscevismo - tradizioni della sinistra che sembrerebbero avere in comune più con il pensiero elitario che con la pratica strettamente democratica. Lenin, per usare un esempio ben noto, era scettico del fatto che i lavoratori potessero sviluppare qualcosa che andasse oltre la consapevolezza sindacale - con la qual cosa, assumo, intendeva dire che i lavoratori non riuscivano a vedere molto oltre il loro predicamento contingente. Similmente, Beatrice Webb, socialista fabiana, che ebbe grande influenza sul Labour Party inglese, nutriva l'idea che i lavoratori fossero unicamente interessati alle scommesse sui cavalli! Da dove si origina questo elitarismo e qual è il suo effetto sulla sinistra?

Temo che mi sia difficile rispondere a queste domande. Se nel termine sinistra si include anche il 'bolscevismo', allora me ne dissocerei interamente. Lenin fu uno dei maggiori nemici del socialismo, secondo me, per ragioni che ho già discusso. L'idea che i lavoratori siano interessati soltanto alle corse dei cavalli è un'assurdità che non resiste neppure ad uno sguardo superficiale alla storia operaia o alla stampa operaia indipendente ed energica che fiorì in molti posti, tra cui le città manifatturiere dell'Inghilterra del nord a non molte miglia da dove scrivo - per non parlare delle lotte ispiratrici degli oppressi e dei perseguitati lungo tutta la storia, fino ad oggi.

Prendiamo l'angolo più misero di questo emisfero, Haiti, considerato dai conquistatori europei un paradiso e che ha fornito una parte non insignificante della ricchezza europea, e che ora è devastato, probabilmente oltre ogni possibilità di recupero. Negli ultimi anni, in condizioni talmente misere che pochissimi nei paesi ricchi possono immaginarle, i contadini e gli abitanti degli slums costruirono un movimento democratico popolare basato sull'organizzazione dal basso che va ben oltre qualunque altra cosa di cui sia a conoscenza; soltanto i commissari più convinti possono evitare di morire dalle risate quando sentono le affermazioni solenni degli intellettuali americani e dei leaders politici circa la necessità per gli Usa di insegnare agli haitiani le lezioni della democrazia. Le loro conquiste erano così sostanziali e minacciose per i potenti che dovettero essere sottoposti ad un'altra dose di terrore infernale, che ebbe un sostegno Usa maggiore di quello che si riconosce pubblicamente, e non si sono ancora arresi. Sono forse interessati solo alle corse dei cavalli?

Suggerisco alcuni passaggi che ho citato di quando in quando da Rousseau: quando vedo moltitudini di selvaggi nudi disprezzare la ricerca del piacere degli europei e sopportare la fame, le fiamme, la spada e la morte soltanto per difendere la loro indipendenza, sento che non è cosa da schiavi ragionare sulla libertà.

Parlando ancora in generale, la tua opera ha trattato in maniera coerente il ruolo e il prevalere delle idee elitariste nelle società come la nostra. Hai sostenuto che nelle democrazie occidentali (o parlamentari) esiste una forte opposizione a qualunque ruolo o input proveniente dalla massa della popolazione, laddove ciò metterebbe in discussione la distribuzione diseguale della ricchezza a vantaggio dei ricchi. La tua opera è abbastanza convincente qui, ma, a parte questo, alcuni sono rimasti scioccati dalle tue affermazioni. Per esempio, compari la politica di J.F. Kennedy con quella di Lenin, assimilandole. Ciò, potrei aggiungere, ha scioccato i sostenitori di entrambi i campi! Puoi dire qualcosa di più sulla validità di questa paragone?

In realtà non ho assimilato le dottrine degli intellettuali liberali dell'amministrazione Kennedy con i leninisti, ma ho notato sorprendenti similarità - più o meno come aveva previsto Bakunin un secolo prima nel suo commento illuminante sulla nuova classe. Per esempio, ho riportato passaggi da McNamara sulla necessità di rafforzare il controllo manageriale se vogliamo essere davvero liberi, e come la carenza di management sia la vera minaccia per la democrazia, e ciò è un vero e proprio attacco alla ragione stessa. Cambiando alcune parole di questo passaggio si ottiene la dottrina leninista ortodossa. Ho sostenuto che le radici affondano in profondità in entrambi i casi. Senza ulteriori dettagli su ciò che le persone trovano scioccante non posso aggiungere altro. I confronti sono specifici e penso che siano appropriati e giustificati. Altrimenti sarebbe un mio errore e mi piacerebbe essere illuminato al suo riguardo.

Staib
00venerdì 8 aprile 2005 20:49
Marxismo

In senso specifico, il leninismo si riferisce ad una forma di marxismo che si sviluppò con Lenin. Fai una distinzione implicita tra l'opera di Marx e la critica che porti a Lenin, quando usi il termine 'leninismo'? Vedi una continuità tra le posizioni di Marx e le pratiche successive di Lenin?

La previsione di Bakunin della burocrazia rossa che avrebbe istituito il peggiore di tutti i governi dispotici precedeva di molto Lenin, ed era diretta contro i seguaci di Marx. C'erano di fatto seguaci di molti tipi; Pannekoek, Luxembourg, Mattick ed altri erano molto lontani da Lenin, e le loro posizioni spesso convergono su quelle dell'anarco-sindacalismo. Korsch e altri scrissero in maniera positiva della rivoluzione anarchica in Spagna. Esistono continuità tra Marx e Lenin, ma anche con marxisti che erano fortemente critici di Lenin e del bloscevismo. L'opera di Teodor Shanin sull'atteggiamento del tardo Marx verso la rivoluzione contadina ha pure rilevanza. Non sono uno studioso di Marx e non mi avventurerei in un giudizio serio su quali di queste continuità riflettono il 'vero Marx', se questa domanda ammette una risposta.

Recentemente abbiamo ricevuto una copia del tuo "Note sull'anarchia", ripubblicato l'anno scorso da Discussion Bulletin negli Usa. In esso riporti le opinioni del giovane Marx, in particolare lo sviluppo dell'idea dell'alienazione sotto il capitalismo. Sei d'accordo con questa divisione della vita e dell'opera di Marx: da giovane più socialista libertario ma, negli anni della maturità, un fermo autoritario?

Il giovane Marx attinge ampiamente dal contesto in cui viveva, e si trovano molte similarità con il pensiero del liberalismo classico, con aspetti dell'illuminismo francese e del romanticismo tedesco. Di nuovo, non sono abbastanza studioso di Marx per dare un giudizio autorevole. La mia impressione, per quello che vale, è che il giovane Marx fu una figura del tardo illuminismo, e il Marx della maturità un attivista fortemente autoritario e un critico analista del capitalismo che aveva poco da dire sulle alternative socialiste. Ma sono impressioni.

A quello che capisco, la parte centrale della tua visione generale delle cose è informata dal tuo concetto della natura umana. In passato, l'idea di natura umana era vista, forse, come qualcosa di regressivo, finanche limitativo. Per esempio, la natura immutabile della natura umana è spesso usata come ragione del perché le cose non possono essere modificate davvero nella direzione dell'anarchia. La pensi in maniera diversa? E perché?

Il nucleo centrale del giudizio di ciascuno è una qualche nozione della natura umana, per quanto possa essere inconsapevole e non articolata. Per lo meno parlando di coloro che si considerano agenti morali, e non mostri. A parte i mostri, che una persona sostenga il riformismo o la rivoluzione, o la stabilità o il ritorno a stadi precendenti o che semplicemente curi il suo giardino, per qualunque cosa prenda posizione lo farà sulla base dell'idea che è "buono per le persone". Ma quel giudizio è basato su una qualche concezione della natura umana, che una persona cercherà di chiarire il più possibile. Da questo punto di vista non sono diverso da nessuno.

Hai ragione nel dire che la natura umana è stata vista come qualcosa di "regressivo", ma questo deve essere il risultato di una profonda confusione. La mia nipotina mica è identica ad una roccia, ad una salamandra, ad un pollo oppure ad una scimmia? Chiunque rifiuti questa assurdità in quanto tale riconosce l'esistenza di una natura umana distintiva. Quello che resta è la domanda su cosa sia - una domanda nient'affatto semplice e affascinante, di enorme interesse scientifico e significato umano. Conosciamo qualcosa di alcuni suoi aspetti - non quelli di maggior significato per l'uomo. Oltre questo ci restano le speranze e i desideri, le intuizioni e le speculazioni.

Non c'è niente di regressivo nel fatto che un embrione umano sia tanto limitato da non sviluppare ali, o che il suo sistema visivo non possa funzionare come quello di un insetto o che gli manchi la capacità di far ritorno a casa dei piccioni. Gli stessi fattori che vincolano lo sviluppo dell'organismo gli permettono anche di raggiungere una struttura ricca, complessa e articolatissima, simili in tantissimi modi a quella dei nostri compagni di specie, con capacità ricche e notevoli. Un organismo cui manchi questa struttura intrinsecamente determinata, ciò che chiaramente limita in maniera radicale i cammini dello sviluppo, sarebbe una specie di creatura ameboide (se pure potesse sopravvivere). L'ampiezza e i limiti dello sviluppo sono logicamente correlati.

Prendiamo il linguaggio, una delle poche capacità distintive umane di cui sappiamo molto. Abbiamo forti ragioni di credere che tutti i linguaggi umani concepibili sono molto simili. Uno scienziato di Marte che osservasse gli umani concluderebbe che parlano tutti la stessa lingua, con varianti minori. La ragione è che l'aspetto specifico della natura umana che sottostà allo sviluppo del linguaggio ammette possibilità molto ristrette. È una limitazione? certamente. È liberatorio? anche questo senz'altro. Sono proprio queste restrizioni che permettono a un ricco e complesso sistema d'espressione del pensiero di svilupparsi in maniera simile sulla base di un'esperienza molto rudimentale, spezzettata e variegata.

Che dire della questione delle differenze umane determinate su base biologica? Che esistano è sicuramente vero, e causa di gioia, non paura o rifiuto. La vita tra i cloni non varrebbe la pena di essere vissuta e una persona sana potrebbe essere solo contenta del fatto che altri abbiano capacità non in comune. Dovrebbe essere elementare. Ciò che si crede in merito è piuttosto strano, dal mio punto di vista.

La natura umana, qualunque sia, può condurre allo sviluppo di forme di vita anarchiche o è una barriera? Non conosciamo abbastanza per rispondere in un senso o un altro. Sono questioni di esperimenti e scoperte, non vuote affermazioni.

Il futuro

Avviandoci a concludere, vorrei chiederti a proposito di alcuni questioni attuali nella sinistra. Non so se la situazione negli Usa è simile, ma qui con la caduta dell'Unione Sovietica, si è instaurata una certa demoralizzazione nella sinistra. Non è tanto che le persone fossero sostenitrici di quello che esisteva in Unione Sovietica, ma piuttosto è la sensazione generale che con il crollo sovietico l'idea di socialismo abbia subito un tracollo. Hai fatto esperienza di questo genere di demoralizzazione? Come ribatti?

La mia reazione alla fine della tirannia sovietica è stata simile a quella alla sconfitta di Hitler e Mussolini. In ogni caso, è una vittoria per lo spirito umano. Dovrebbe essere stata particolarmente gradita ai socialisti, perché un grande nemico del socialismo era caduto. Come te rimasi stupito di come la gente - comprese persone che si erano considerate anti-staliniste e anti-leniniste - fosse demoralizzata dal crollo della tirannia. Ciò che rivela è che erano sostenitori del leninismo più di quanto credessero.

Vi sono, comunque, altre ragioni collegate all'eliminazione di questo sistema tirannico e brutale, che era socialista quanto era democratico (ricordo che sosteneva di essere entrambe le cose, ma il secondo attributo fu ridicolizzato dai paesi occidentali, il primo fu accettato come arma contro il socialismo - uno dei tanti esempi dei servigi resi dagli intellettuali occidentali al potere). Una ragione ha a che vedere con la natura della guerra fredda. Dal mio punto di vista, fu in misura significativa un caso speciale del 'conflitto nord-sud', per usare l'eufemismo corrente per indicare la conquista da parte dell'Europa di buona parte del mondo. L'Europa dell'est era stato il 'terzo mondo' originario, e la guerra fredda dal 1917 non rassomigliva affatto alla reazione ai tentativi in altre parti del mondo di ottenere l'indipendenza, benché in questo caso le differenze di scala diedero al conflitto vita propria. Per questa ragione, era ragionevole aspettarsi che la regione tornasse al suo precedente stato: ci si poteva aspettare che parti dell'occidente, come la Repubblica ceca o la Polonia occidentale, vi facessero ritorno, mentre le altre facessero ritorno al loro tradizionale ruolo di servizio, con la ex-nomenclatura trasformatasi nella elite standard del terzo mondo (con l'approvazione del potere statale-aziendale, che in genere le preferisce alle alternative). Non era una prospettiva piacevole e ha portato a immense sofferenze.

Un'altra ragione di preoccupazione ha a che fare con la questione della deterrenza e il non allineamento. Per quanto ridicolo l'impero sovietico, la sua stessa esistenza offriva un certo spazio al non allineamento, e per ragioni chiaramente ciniche aveva fornito assistenza alle vittime degli attacchi occidentali. Queste possibilità non ci sono più e il sud ne soffre le conseguenze.

Una terza ragione ha a che fare con quelli che la stampa economica chiama i viziati lavoratori occidentali con i loro regimi di vita lussuosi. Con il ritorno all'ovile dell'Europa orientale, i padroni e i managers hanno armi potenti contro le classi lavoratrici e i poveri. General Motors e Volkswagen non solo possono trasferire le loro produzioni in Messico o in Brasile (o almeno minacciare di farlo, che spesso equivale alla stessa cosa), ma anche in Polonia o Ungheria, dove possono trovare lavoratori specializzati per una frazione del costo. Hanno l'acquolina in bocca, e si capisce, dati i loro valori di riferimento.

Possiamo renderci conto di cosa fosse davvero la guerra fredda (come ogni altro conflitto) guardando chi è contento e chi c'ha perso. Secondo questo criterio, i vincitori della guerra fredda includono le elite occidentali e l'ex nomenclatura, che ora sono ricche al di là dei loro sogni più sfrenati, e i perdenti includono una gran parte della popolazione dell'est assieme ai lavoratori e ai poveri dell'occidente, come pure i settori popolari nel Sud che avevano cercato un cammino indipendente.

Simili idee tendono a scatenare quasi isteria tra gli intellettuali occidentali, quando riescono a percepirle, ciò che accade di rado. Si può dimostrare facilmente. Si capisce anche. Le osservazioni sono corrette, e sovvertono il potere e il privilegio, da ciò l'isteria.

In generale, le reazioni di una persona onesta alla fine della guerra fredda saranno più complesse che il solo piacere per il crollo di una tirannia brutale, e le reazioni prevalenti sono commiste ad un'ipocrisia estrema, secondo la mia opinione.

Capitalismo

In molti sensi la sinistra odierna si ritrova al punto di partenza in cui era nel secolo scorso. Come allora, si trova dinanzi un capitalismo rampante. Sembrerebbe esistere oggi un maggior consenso, più che in altri momenti storici, attorno all'idea che il capitalismo sia l'unica forma valida di organizzazione economica, nonostante il fatto che la disuguaglianza stia aumentando. Per contro, si può sostenere che la sinistra non ha le idee chiare sulla direzione da intraprendere. Qual è la tua opinione sull'oggi? È una questione di ritorno alle origini? Gli sforzi dovrebbe essere forse indirizzati ora a tirare fuori la tradizione libertaria che esiste nel socialismo e a sottolineare le idee democratiche?

Si tratta per lo più di propaganda. Ciò che si chiama "capitalismo" è essenzialmente un sistema di mercantilismo aziendale, in cui esistono tirannie private immense e in gran parte sottratte ad ogni controllo, che esercitano un ampio potere sull'economia, sui sistemi politici e sulla vita culturale e sociale, agendo in stretta cooperazione con stati potenti che intervengono massicciamente nell'economia interna e nella società internazionale.

Ciò è vero in maniera assoluta per gli Stati Uniti, al contrario di quanto si crede. I ricchi ed i privilegiati non hanno più voglia di sottoporsi alla disciplina di mercato oggi di quanta ne avessero in passato, benché la considerino una buona cosa per la gente comune. Solo per citare alcuni esempi, l'amministrazione Reagan, che sguazzava nella retorica del libero mercato, si vantava con la comunità degli affari di essere anche l'amministrazione più protezionista nel dopoguerra - di fatto più di tutte le altre messe assieme.

Newt Gingrich, che guida la crociata attualmente, rappresenta un collegio di superricchi che ricevono più sussidi federali di qualunque regione suburbana del paese. I conservatori che invocano la fine delle mense scolastiche chiedono allo stesso tempo l'aumento del budget del Pentagono, che fu creato nella sua forma attuale alla fine degli anni 40 perché - come la stampa economica è stata tanto gentile da spiegarci - l'industria ad alta tecnologia non può sopravvivere in un'economia pura, competitiva, priva di sussidi della 'libera impresa' e il governo deve essere il suo salvatore. Senza il redentore, i collegi di Gingrich sarebbero poveri lavoratori (se avessero fortuna). Non ci sarebbero computers, l'elettronica in genere, l'industria dell'aviazione, la metallurgia, l'automazione ecc. ecc. fino alla fine della lista. Gli anarchici, tra tutti, non dovrebbero lasciarsi fregare da questi inganni risaputi.

Più che mai, le idee socialiste libertarie sono importanti, e la popolazione è indisposta nei loro confronti. Nonostante una massa ingente di propaganda aziendalistica, al di fuori dei circoli illustri le persone conservano gran parte delle loro abitudini. Negli Usa, per esempio, più dell'80% della popolazione considera il sistema economico intrinsecamente ingiusto e quello politico una frode al servizio di interessi particolari, non della popolazione.

Una schiacciante maggioranza ritiene che i lavoratori hanno poca voce in capitolo negli affari pubblici (lo stesso è vero in Inghilterra), che il governo ha la responsabilità di assistere i bisognosi, che la spesa per l'istruzione e la sanità dovrebbe avere la precedenza sui tagli fiscali e ai servizi sociali, che le proposte dei repubblicani attualmente all'esame del Congresso beneficiano i ricchi e danneggiano la popolazione, e così via. Gli intellettuali possono raccontare una storia diversa, ma non è affatto difficile scoprire i fatti.

In una certa misura le idee anarchiche hanno trovato una rivincita nel crollo dell'Unione Sovietica - le predizioni di Bakunin si sono dimostrate corrette. Credi che gli anarchici dovrebbero trarre coraggio da questo sviluppo generale e dalla sottigliezza delle analisi di Bakunin? Dovrebbero guardare al futuro immediato con maggior fiducia nelle loro idee e nella loro storia?

Credo - per lo meno spero - che la risposta sia implicita in quello che ho detto prima. Credo che la nostra epoca mostri segni evidenti di qualcosa che sta per accadere, e segni di grande speranza. Ciò che risulterà dipenderà molto da come sfrutteremo queste occasioni.
Staib
00venerdì 8 aprile 2005 20:56
Qualora qualcuno sia interessato al testo in lingua originale:

http://www.zmag.org/chomsky/interviews/9505-anarchism.html

Spero veramente che abbiate letto l'articolo con attenzione perchè è interessante.
Kijo
00sabato 9 aprile 2005 12:08
Bell'articolo.
Da non dimenticare che Chomsky ha dimostrato come gli Stati Uniti siano i piu' grandi terroristi del mondo.
Staib
00domenica 10 aprile 2005 03:26
Incredibile l'hai letto tutto? Hai letto i vari insulti all'amministrazione del forum che ho messo in mezzo? :Sm18: Quali hai trovato?
Mireyka
00giovedì 14 aprile 2005 09:34
Re:

Scritto da: Staib 10/04/2005 3.26
Incredibile l'hai letto tutto? Hai letto i vari insulti all'amministrazione del forum che ho messo in mezzo? :Sm18: Quali hai trovato?



Anche io l'ho letto tutto!!!

AHAHAHHAHAHA Bellissimi gli insulti...
.Hio.
00giovedì 14 aprile 2005 09:41
anche io l'ho letto tutto...
Pertinax
00giovedì 14 aprile 2005 11:35
sma6 sma6 sma6 sm7
Staib
00venerdì 15 aprile 2005 17:33
Re:

Scritto da: .Hio. 14/04/2005 9.41
anche io l'ho letto tutto...



Come l'hai trovato?
cane...sciolto
00sabato 16 aprile 2005 21:27
Appena sono sono lavoro mi stampo il tutto (cosi mi leggo il tutto con calma, ora come ora, preferisco discutere con voi), comunque N.Chomsky mi ha sempre interessato, per quel essere "fuori dal coro":Sm1: ho dei suoi libri, riletti più e più volte.
Staib
00domenica 17 aprile 2005 02:52
Allora conto sui tuoi commenti... sm2
cane...sciolto
00domenica 17 aprile 2005 17:29
Re:

Scritto da: Staib 17/04/2005 2.52
Allora conto sui tuoi commenti... sm2

AZZZ...:Sm19: SUBITO PRESO IN "PAROLA".....pork...maledizz....accident...devo imparare a stare zitto!!:Sm15:
Staib
00lunedì 18 aprile 2005 17:56
Re: Re:

Scritto da: cane...sciolto 17/04/2005 17.29
AZZZ...:Sm19: SUBITO PRESO IN "PAROLA".....pork...maledizz....accident...devo imparare a stare zitto!!:Sm15:



Ihih sma4

Fai con calma, hai qualche settimana di tempo... giusto il tempo perchè io me ne dimentichi. sma7
cane...sciolto
00domenica 24 aprile 2005 05:12
Re: Re: Re:

Scritto da: Staib 18/04/2005 17.56


Ihih sma4

Fai con calma, hai qualche settimana di tempo... giusto il tempo perchè io me ne dimentichi. sma7

Pronto, è notte tarda...in casa ora...
Staib
00domenica 24 aprile 2005 13:21
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: cane...sciolto 24/04/2005 5.12
Pronto, è notte tarda...in casa ora...



:Sm23: :Sm23: :Sm23:

Bau?
cane...sciolto
00domenica 15 maggio 2005 22:30
E passato un po di tempo ma eccomi Staib, ho letto il tutto, premetto che N. Chomsky mi è sempre piaciuto, lo ritengo una delle menti più "libere" almeno fra quelle famose, fra gli studiosi, scrittori etc,etc!! Allora tutta l'intervista si condensa in queste parole dette da lui..."Sono stato attratto dall'idea anarchica da ragazzo, non appena cominciai a guardare al mondo in una prospettiva non più ristretta, e non ho avuto finora ragioni per rivedere quell'atteggiamento precoce. Penso che semplicemente abbia senso scovare e identificare le strutture dell'autorità, della gerarchia e della dominazione in ogni aspetto della vita, per metterle in discussione. A meno che non se ne possa dare una giustificazione, sono illegittime e dovrebbero essere smantellate, per accrescere il dominio della libertà umana"...come dargli torto:Sm1:[SM=x751611] si scaglia in maniera uguale sia a destra che a sinistra, rifiuta il potere, in quanto potere per se stesso, e qui si andrebbe avanti all'infinito!!
Mireyka
00lunedì 16 maggio 2005 10:30
QUOTO!

E' un articolo davvero interessante e apprezzo Chomsky perche' ha dei punti di vista davvero interessanti!
Staib
00lunedì 16 maggio 2005 11:10
Ma figurati cane sciolto! Potevi prenderti tutto il tempo che volevi. Comunque mi fa piacere che tu abbia mantenuto la tua parola.
Visto che trovi interessante Chomsky probabilmente in futuro aprirò qualche altro topic con qualche suo testo. Stay tuned on C.A.G.O.!
cane...sciolto
00venerdì 20 maggio 2005 21:30
Re:

Scritto da: Staib 16/05/2005 11.10
Ma figurati cane sciolto! Potevi prenderti tutto il tempo che volevi. Comunque mi fa piacere che tu abbia mantenuto la tua parola.
Visto che trovi interessante Chomsky probabilmente in futuro aprirò qualche altro topic con qualche suo testo. Stay tuned on C.A.G.O.!

Ottima idea...:Sm1: [SM=x751611] sma6
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