Analisi alienanti...

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Federico Ferrero
00lunedì 7 novembre 2005 22:15
Quando uno o più giornalisti che, per solito, trattano di alieni e UFO, "scendono sulla Terra" per parlare di fatti di cronaca nascono articoli come quello pubblicato da www.edicolaweb.it, scritto da Maurizio Baiata e Pablo Ayo.
Ne ho sottolineato le parti più significative.


"Noi auspichiamo una libera circolazione dell’informazione". (J.F. Kennedy)

"La CIA è l’organizzazione più pericolosa e potente che esista al mondo". (Giudice Jim Garrison)

Secondo i sociologi, la spensieratezza e l’innocenza di un tempo ebbero termine, drammaticamente, a cavallo tra i Sessanta e Settanta. La Guerra del Vietnam, la morte di James Dean, di Marilyn Monroe, di Elvis Presley, l’omicidio dei Kennedy e di Martin Luther King, lo scandalo Watergate ne furono i principali responsabili. Addio "Happy Days", finiti i giorni della felicità e della fede incrollabile nei valori della patria, di Dio e della famiglia. La spontanea reazione dei giovani era già partita e nacquero il ‘68 ed i figli dei fiori, le proteste di piazza e il desiderio di un nuovo tipo di società.
In quale Paese si doveva aver fede, infatti? In quello che chiedeva a tutti i propri figli (anzi, solo a quelli socialmente meno abbienti) di andare a morire tra Hanoi e Da Nang solo per incrementare le bustarelle che gli alti papaveri di Washington intascavano dai grandi produttori di armamenti bellici, che si arricchivano con l’inasprirsi del conflitto? O al governo Nixon, che usava i soldi raccolti durante la campagna della rielezione per foraggiare agenti segreti incaricati di inventare scandali ai danni dei suoi avversari politici? Si doveva continuare a intonare "God Bless America" e a tenere alto il vessillo a stelle e strisce, come i marines sbarcati ad Okinawa, senza badare alle lunghe ombre di sospetto che l’assassinio di John Kennedy sollevava sopra le stesse strutture incaricate di vegliare sulla sua sicurezza? Non si poteva, ovviamente. Qualcosa si spezzò. Il dubbio si insinuò nell’allora ingenuo elettorato americano. E non se ne andò più via. Persino la granitica figura del Presidente degli Stati Uniti, attorno alla quale si stringeva idealmente il Paese, iniziò a sgretolarsi.
E rimase l’uomo, a tal punto che al giorno d’oggi nessuno sembra scandalizzato più di tanto neanche dalle prestazioni erotiche extraconiugali di Bill Clinton.
È la nostra storia, per strana che sembri.
[...]
Uno, due, tre colpi. Poi il quarto ed il quinto. Spezzando costole, polsi, collo. John Fitzgerald Kennedy si piega in avanti, tenendo le mani sulla gola. La moglie Jacqueline gli è accanto, sembra non capire cosa accade. Fino al colpo finale, che porta via larga parte della calotta cranica e del cervello. Il volto della First Lady e il suo vestito rosa sono macchiati di sangue. Buon sangue irlandese, coraggioso e ribelle, ora bagna l’interno della limousine.
John Kennedy era consapevole di essere nel mirino dei servizi segreti. "Un giorno qualcuno mi ucciderà - soleva dire - All’aperto, nella confusione di un corteo. Sarebbe il momento migliore. Fucili ad alta precisione dall’alto di un palazzo...".
La teoria ufficiale del governo, che indica come unico responsabile della morte del Presidente Kennedy il capro espiatorio Lee Harvey Oswald, fa acqua da tutte le parti. Oswald, elemento a contratto dei servizi segreti americani, addestrato in Unione Sovietica, frequentava i salotti di Clay Shaw. Lo stesso Shaw che, con lo pseudonimo di Clay Bertrand, gli pagò l’avvocato difensore Dean Andrews dopo il suo arresto. Volendo approfondire il caso Oswald, vale il film-denuncia di Oliver Stone "JFK: un caso ancora aperto". Vi si legge la verità: sull’omicidio di JFK è stato fatto il più comprovato cover-up americano di tutti i tempi. La spietata esecuzione di Kennedy fu il frutto di un fuoco incrociato da almeno tre punti di sparo, non certo opera di un cecchino solitario appostato in un palazzo alle spalle del Presidente. Oswald non avrebbe mai potuto crivellare di colpi la limousine presidenziale in pochi secondi, con un vetusto Mauser 7.65 a colpo singolo (altri sostengono si trattasse di un fucile di fabbricazione italiana, il Carcano), né avere l’autorità per ridurre al minimo la scorta presidenziale, quel giorno. Erano precisi ordini della CIA.
Oswald venne arrestato un’ora dopo il delitto e morì misteriosamente nella stessa centrale di polizia, ucciso da Jack Ruby, un uomo fermato da alcuni agenti perché "visto smontare un fucile vicino al luogo del delitto". Ruby prendeva soldi dalla CIA, per motivi non chiari. Prima di morire in cella, per un tumore allo stomaco, Ruby dichiarò di conoscere la verità, ma che se la sarebbe portata nella tomba.
I veri motivi della morte di Kennedy forse li ha scoperti il ricercatore John Lear. Ex agente CIA e pilota collaudatore famoso per aver divulgato il presunto accordo USA-ET, noto come "patto scellerato", Lear da tempo sarebbe entrato in collaborazione con un ex ufficiale della marina USA, tale Milton William Cooper. Durante il suo servizio a bordo di sottomarini nucleari, Cooper avrebbe preso visione di documenti del MJ-12 in cui si dichiarava che Kennedy aveva deciso di rivelare al pubblico il segreto dell’esistenza degli UFO e della loro presenza sul suolo americano. Secondo i documenti visionati da Cooper, fu il Majestic 12 a dare l’ordine di uccidere il Presidente Kennedy.
[...]
Il giudice Jim Garrison, ex Procuratore Distrettuale di New Orleans, scomparso alcuni anni orsono, era sicuro che la morte di John Kennedy fosse stata organizzata dagli stessi servizi segreti incaricati di proteggerlo. "La CIA è l’organizzazione più pericolosa e potente che esista al mondo", affermava. Per Garrison l’uomo d’affari Clay Shaw era stato, se non l’ideatore, perlomeno l’organizzatore materiale dell’attentato. Ricco industriale di New Orleans, dal passato torbido e dalle amicizie influenti, Shaw era stato pesantemente coinvolto con i fatti della Baia dei Porci, essendo stato "de facto" uno dei finanziatori dell’azione e solo dopo la sua morte venne confermata la sua appartenenza al libro paga della CIA. Già nel 1945 Shaw era integrato nei reparti dell’OSS, l’intelligence dell’esercito in cui aveva lavorato anche il colonnello Corso, e posto a capo dell’operazione "Paperclip", il cui scopo principale era quello di trovare tutti i progetti nazisti concernenti gli studi di nuove armi, i prototipi ed eventualmente gli scienziati coinvolti, per poi portarli in gran segreto dalla Germania in America. Tali fatti risultano agli atti da documenti parzialmente declassificati nel 1973 e tra gli scienziati tedeschi trasferiti negli USA figura anche Wernher von Braun, creatore delle mortali V2 naziste prima e del progetto Apollo dopo. Quello che i documenti non dicono è che tra i progetti del Reich figurava un mezzo volante di nuova concezione, terribilmente simile ad un disco volante, forse desunto dallo studio di un UFO precipitato. Quindi Clay Shaw, uomo della CIA, era collegato a triplo filo con la retroingegneria di UFO, con l’invasione di Cuba e con l’omicidio di Kennedy. Posizioni e mansioni così differenziate e delicate da far presupporre l’appartenenza di Clay Shaw a un gruppo ombra come il MJ-12, il "Cabal" (nella denominazione datagli dal dottor Michael Wolf) o i più potenti "Black Monks". Ad ogni modo, Garrison aveva fatto centro portandolo in giudizio. Ma non riuscì ad incriminarlo, dato che i testimoni dell’accusa avevano il brutto vizio di morire o svanire poco prima di essere chiamati a deporre. Vecchi sistemi. Ma funzionali. Jim Garrison stesso subì delle ritorsioni per aver osato tanto: minacce, un procedimento legale (che vinse), diffamazione. Pur non essendo riuscito pienamente nell’intento di fare luce sull’omicidio Kennedy e rendere giustizia al Presidente ucciso, Garrison ottenne qualcos’altro. Fece aprire gli occhi ad un’intera generazione, diede voce a chi era presente a Dallas e vide come si svolsero realmente i fatti. C’era stato un cover up, tutti se ne convinsero. È vero, il processo contro Clay Shaw fu uno dei momenti in cui l’America si accorse di aver perso il senso del "New Deal" rooseveltiano, l’entusiasmo del primo dopoguerra, o la fiducia nei suoi leaders, nello Stato, nelle torte di mela e nella bandiera a stelle e strisce. Ma la crescita è un processo doloroso, che può essere affrontato solo guardando in faccia la realtà. Forse non è piacevole, ma solo comprendendo lo stato delle cose possiamo rimboccarci le maniche e lottare per ottenere un mondo migliore. Lo stesso per cui Kennedy è morto, e nel quale credeva.
[...]
Fra i manoscritti del compianto Philip Corso c'è un fitto fascicolo dedicato alla Warren Commission, la farsesca messinscena giuridica con la quale si conclusero le investigazioni ufficiali sull'omicidio Kennedy. Corso ne avrebbe voluto fare un libro da dare alle stampe al più presto. Nel 1964 Corso prese parte alla Commissione Warren in qualità di assistente investigativo del senatore Russel. La commissione Warren, istituita dal presidente Lyndon B. Johnson, per investigare sull'omicidio del Presidente John Kennedy, era costituita dai seguenti membri: Earl Warren, i rappresentati Hale Boggs e Gerard Ford, i senatori Richard Russel e John S. Cooper, Allen Dulles e John McCloy, avvocato ed ex-presidente della World Bank. Divulgato nel Settembre 1964, il rapporto Warren concludeva che né il presunto assassino Lee Oswald né il suo assassino Jack Ruby parteciparono ad una cospirazione. Il rapporto criticava l'FBI e il Secret Service e raccomandava emendamenti alla sicurezza presidenziale. Per Corso l'assassinio Kennedy racchiudeva elementi che nulla avevano a che fare con il problema UFO/ET, quanto il rafforzamento di una strategia della tensione nel sud-est asiatico, che prevedeva un maggior impiego di uomini e mezzi, cui il Presidente si opponeva. Già due anni prima della morte di Kennedy, nel corso di un briefing al Pentagono - ci ha rivelato lo stesso Corso personalmente - la guerra del Vietnam dal Pentagono veniva considerata ormai persa. Ma doveva continuare. A costo di un pur enorme sacrificio di vite umane, a fini tecnocratici. "Era scontato, la guerra nel Vietnam sarebbe stata una guerra politica, combattuta dagli specialisti della disinformazione della CIA e nell'oscurantismo più totale" - scrive Corso nel libro "Il Giorno dopo Roswell", pag. 206.


Trovo che superi tutto, comunque, la citazione congiunta di Garrison e Kennedy. Chissà cosa ne penserebbe il Presidente: messi nello stesso calderone, anzi, a braccetto.

Saluti
FF
carmelo pugliatti
00martedì 8 novembre 2005 04:24
Vediamo un po... James Dean è morto nel 55,Marilyn nel 62,Elvis nel 77,l'inizio del conflitto in Vietnam è del 1965 ,lo stesso anno dell apparizione dei primissimi "figli dei fiori" (che non compaiono nel 68).Ma insomma quando l'avrebbe persa "l'innocenza" questa povera America? addirittura nel 1955? Mah! sulle date (e non solo su quelle)l'autore dell'articolo ha idee a dir poco confuse.Per quel che riguarda "l'eroico" Jim Garrison mi limito a ripostare questo link: http://www.freeforumzone.it/viewmessaggi.aspx?f=11393&idd=501 P.S. che scemi sti Americani...trovano un Ufo a Roswell e malgrado siano in possesso di una sofisticatissima tecnologia aliena si fanno ripetutamente battere dai Russi nella gara spaziale, annaspano in Vietnam...ragazzi,è persino più demenziale degli "tsunami artificiali"! P.P.S."Buon sangue irlandese, coraggioso e ribelle, ora bagna l’interno della limousine"????????? Buon sangue irlandese, coraggioso e ribelle? Jack Kennedy avrebbe riso come un matto! Come ebbe a dire di lui un amico Britannico :"Molta gente ha dato grande risalto alla sua ascendenza Irlandese,ma lui era più Inglese che Irlandese".
Federico Ferrero
00martedì 8 novembre 2005 08:10
Senza volersi addentrare in considerazioni di merito sulle teorie esposte è sintomatico l'argomentare a ruota libera parlando di gente mai conosciuta, nemmeno de relato, con la certezza di chi "sa" e "ha capito cosa c'è dietro". Clay Shaw invitava spesso nei suoi salotti uno straccione semianalfabeta e disoccupato come Lee Oswald. John Lear ha scoperto il Grande Fratello, che ha ucciso Kennedy. Oliver Stone ha fatto un film-verità. Garrison ha condotto un'inchiesta eroica.

E' il metodo, prima ancora del merito, a far restare quel tipo di informazione nella categoria in cui si trova e con il valore con la quale viene (giustamente) considerata.
Armato di sicumera e desiderio di aprire gli occhi alla gente c'è chi cade (altro che credere alle "bufale" della commissione Warren!) nei tranelli di Stone, nelle esternazioni deliranti di un procuratore distrettuale, nelle falsità conclamate che vengono credute dalla prima all'ultima senza neppure la voglia di documentarsi, di controllare, di verificare. Se è "contro", è vero. Se è "pro", è falso.

Anche i "controinformatori" seri la temono, perché mette (purtroppo) in discussione tutto il lavoro fatto da chi conduce inchieste indipendenti e/o in disaccordo con le indagini ufficiali.

Bisognerebbe che i ricercatori seri, per primi, prendessero tutte le distanze possibili da un certo tipo di pubblicazioni, evitando di farsi lusingare (blanditi dalla possibilità di essere pubblicati, alcuni hanno ceduto agli inviti di riviste di "quella" categoria). Pre fortuna certe riviste vendono sempre meno, certi convegni vanno deserti, certi giornalisti hanno sempre meno spazio in TV per parlare di maghi, dischi volanti, avvistamenti, antennine verdi e "grandi cospirazioni" mai esistite.

Saluti
FF

[Modificato da Federico Ferrero 08/11/2005 8.11]

carmelo pugliatti
00martedì 8 novembre 2005 18:55
Indiana jones ed i predatori del "cazzaro" perduto.
Si,sono perfettamente d'accordo.Oggi un bel documentario su Rete 4 (se non ricordo male)smontava la bufala del cosidetto "triangolo delle Bermude",e metteva in rilievo che da quando esistono i satelliti per la navigazione ,nel cosidetto triangolo la gente ha smesso di colpo di sparire in "altre dimensioni".Allo stesso modo di Ufo non si parla da un bel pò (l'ultima "ondata" fu negli anni 70,sopratutto in concomitanza dell uscita di film come "Guerre stellari" o "incontri ravvicinati del terzo tipo").Vuoi vedere che a causa del capillare controllo degli spazi aerei e delle comunicazioni gli alieni si sono offesi ed hanno deciso di visitare altri pianeti più gentili con gli ospiti? Oggi l'ultima frontiera del "Cazzaro" (mi si perdoni il termine,ma non sono riuscito a trovarne di più calzanti)è la dietrologia complottista politico-religiosa:Gesù era sposato con Maria Maddalena,i templari hanno sepolto il sacro Graal nella piramide di Cheope,Bush fa parte della "Cabala" e nasconde il segreto dell Ufo caduto a Roswell.In tutta questa insalata mista un riferimento al delitto di Dallas può anche starci.
!presidente!
00martedì 8 novembre 2005 19:05
D'accordo su tutto, ma l'importante è sottolineare che comunque ci sono anche ricercatori che vogliono veramente scoprire la verità senza farsi trascinare da tesi leggendarie su ogni argomento o meglio, senza fare voli di fantasia. Anche nel caso jfk i complottisti non possono essere considerati tutti matti, purchè sappiano ravvedersi quando alcuni "misteri" vengono, invece risolti dimostrando che in realtà misteri non sono.
Federico Ferrero
00martedì 8 novembre 2005 20:09
Certo, come ho detto in precedenza bisogna distinguere, nell'interesse anche (e soprattutto) dei ricercatori "contro" (anche se nel caso di Kennedy sono passati anni a sufficienza per capire che non ci fu niente ed è da ingenui mettersi nel 2005 a cercare di ricostruire i fatti per trovare "altro"). Dove c'è trippa i gatti si avvicinano e Dallas rappresenta un esercizio di bufalismo sin troppo facile per tutti quelli che vivono di "altre verità".

Ho riportato l'articolo perché ricordo Baiata ospite sulla Rai nel 1995 a proposito di quella ridicola storia dell'alieno di Roswell: ovviamente stragiurava sulla veridicità del filmato dell'autopsia e garantiva che negli States gli omini verdi, nel 1947, c'erano arrivati sul serio.
Federico Ferrero
00mercoledì 9 novembre 2005 11:11
Su questo sito ho trovato l'attuale attività dell'autore del pezzo riportato.
carmelo pugliatti
00mercoledì 9 novembre 2005 17:05
Ogni commento mi pare superfluo.
!presidente!
00giovedì 10 novembre 2005 18:53
Sul caso Roswell ho letto un bellissimo libro del 1997. Ovviamente io non credo all'esistenza degli UFO alieni, però il libro mi è sembrato interessante, così come un altro che si chiama "La CIA e gli UFO" di uno scrittore italiano. Documentarsi, se si può, è sempre bene. Credo che a Roswell la verità fosse quella ufficiale e che probabilmente il Governo Usa stesse facendo qualche esperimento creando, amgari, qualche nuovo aereo militare che, essendo sconosciuto alla "gente comune", poteva essere scambiato per chissà che cosa.
Federico Ferrero
00giovedì 10 novembre 2005 20:19
Documentarsi d'accordo, ma non può e non deve essere una scusa per mettere in discussone tutto. Pensa a cosa succederebbe se per ogni persona che sostiene di aver visto qualcosa si dovesse indagare, indagare, indagare.
Questo è il metodo falsamente scientifico che adotta chi sostiene gli azzardi più disparati: Tizio dice di aver visto un alieno sui monti della Sila e finché qualcuno non "verifica" qualcuno dice che l'incontro è plausibile, magari probabile, di certo non falso a priori. Su questa strada non si arriva da nessuna parte: siccome è provato che il fuoco brucia io NON posso credere a un signore che sostiene di aver attraversato un muro di fiamme restando incolume, è costui a doverlo provare (magari rifacendolo sotto gli occhi di tutti).

Sugli alieni, fino a prova contraria sono tutte balle. Di Roswell non ci sono prove, non un pezzetto di qualcosa, niente. Un signore disse che quella sera suo padre portò a casa un pezzo di navicella, ma non si è mai vista. Il filmato dell'autopsia (una copia, l'originale non si è mai visto), che è poi l'unica "prova", è una bufala clamorosa, con "chirurghi" che tagliuzzano a casaccio un fantoccio (non lo dico io, lo sostengono medici legali). Baiata, ai tempi, ricordo che disse che l'alieno era conservato o nell'Area 51, o a Fort Worth, o nella base Langley. Ma è una prova o un pettegolezzo?

Insomma: va bene documentarsi, ma non si può pretendere di smuovere la comunità scientifica gridando all'UFO.

Saluti
carmelo pugliatti
00giovedì 10 novembre 2005 20:25
Su Roswell e gli Ufo girano delle favole bellissime (lo dico senza ironia),e c'è quasi da dispiacersi che non siano vere.Pensate a quanti progressi tecnologici e medici avrebbe potuto fare l'umanità se avessimo potuto mettere le mani su un astronave costruita da una civiltà più progredita della nostra di migliaia di anni! altro che "mandare un uomo sulla luna entro il 1970";saremmo arrivati oltre Giove nel 65!! Gli "astrocazzari" affermano che gli USA sono in contatto con gli Alieni fin dal 1958;magari! Ah,se la vita fosse davvero un fumetto.
!presidente!
00venerdì 11 novembre 2005 18:55
E' esattamente ciò che sostengo io. Spesso e volentieri, però, il comportamento delle agenzie governative, anche in episodi di questo tipo, è strano e fuorviante che l'uomo comune, almeno quello un pò più interessato e appassionato vuole vedrci chiaro, semprechè sia nelle possibilità di farlo..... [SM=g27811]
carmelo pugliatti
00sabato 12 novembre 2005 15:54
E' vero.Questo è dovuto a due fattori:1-spesso i cosidetti "oggetti volanti" sono prototipi segreti,come SR71 negli anni 60,e l' F117 stealth (il cosidetto "bombardiere invisibile") negli anni 70.Ovvio quindi il riserbo ed il depistaggio.2-Sopratutto negli anni 50 e 60 i Governi non sapevano se dietro l'avvistamento degli UFO ci fosse qualcosa di vero.I "dischi volanti" potevano essere velivoli Sovietici (o Americani,per i Sovietici)oppure ,ipotesi remota ma comunque da investigare, astronavi aliene.Dunque tutta la faccenda doveva essere trattata con la massima discerzione.Questi atteggiamenti,allora comprensibili,finirono per alimentare i sospetti e le dietrologie;un pò come è successo col caso Kennedy a causa della fretta della commissione Warren di rassicurare il popolo Americano,e del timore di scoprire coinvolgimenti Sovietici che avrebbero potuto portare ad una guerra nucleare.
Diego Verdegiglio
00domenica 13 novembre 2005 23:43
In merito a Maurizio Baiata, ricordo che gli telefonai alcuni anni fa, mentre scrivevo il mio libro (la sede della società editrice era a Viale Mazzini, nel mio quartiere) perché aveva pubblicato in videocassetta l'edizione italiana di un'inchiesta TV americana di taglio fumosamente complottista (appena potrò fare scavi archeologici nella montagna di mie VHS, vi saprò dare il titolo, se interessa a qualcuno). Gli dissi che il contenuto di quell'inchiesta mi sembrava quantomeno discutibile, ma fui bloccato da una torrenziale e veemente difesa delle teorie complottiste. La brusca furia logorroica di Boiata fu tale che non volli cacciarmi nel vespaio, mi ritirai in buon ordine e con la maggiore educazione possibile, dato che dall'altra parte tirava un'aria molto simile alla sbattuta in faccia della cornetta. Da allora non ho più parlato con Baiata, che ascriverei d'ufficio alla sezione complottisti del tipo "Voi non capite nulla, siete dei creduloni: QUELLI hanno nascosto e falsato le prove del complotto". Ovviamente, non sono chiuso ad un confronto con lui, purché non mi seppellisca sotto una valanga di parole appena apro bocca...
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:02.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com