Dico rapidamente la mia.
Primo: per degrado io non intendo morti ammazzati ai lati delle strade, lebbra, peste, colera e invasioni barbariche. Il degrado, per una città splendida come Galatina, può anche essere un progressivo processo di emarginazione nell'ambito di particolari circuiti (economico-imprenditoriali, turistici, culturali...).
Secondo: esiste una cosa chiamata "ordinaria amministrazione" che il centro-destra ha portato avanti negli ultimi tempi. Aggiustare il disastroso manto stradale di alcune vie del centro storico (Via D'Aruca e le sue traverse pariane na tappa de lu rally del Salento) è stata ordinaria amministrazione. Rifare la villetta davanti a casa di Tello è stata ordinaria amministrazione. Promuovere seriamente il turismo in un piano di ampio respiro (magari coinvolgendo altri comuni) non è ordinaria amministrazione. E', per l'appunto, progettualità. Cosa che pare aver molto latitato.
Terzo: a Galatina è mancata progettualità. E, alle volte, una certa quantità di sagacia nei nostri politici.
Non so di preciso come vada la nostra economia o il nostro commercio (male per i piccoli esercenti, a quanto ho modo di vedere ogni giorno). Ma non è questo campo in cui posso dire la mia.
Ho la presunzione di pronunciarmi solo relativamente la (praticamente inesistente) promozione dei nostri beni culturali. Trovo che sia desolante constatare quante poche energie siano state riposte in questi ultimi 10 anni per valorizzarli.
Quarto: quando penso al degrado, ripeto, non penso solo alle favelas brasiliane. Ripenso alla vicenda di Bollenti Spiriti, del bando CIPE e del modo squallido in cui si è organizzato il primo incontro con i rappresentanti delle amministrazioni locali. Ripenso al modo barbaro (almeno secondo la mia modesta opinione) con cui Pepe ha speso tutti i soldi destinati alle politiche giovanili la scorsa estate (3 giorni di calcetto in piazza e poi il nulla). Ripenso alle esperienze di tirocinio formativo malamente organizzate, giusto per far godere di 80 ore di aria condizionata a studenti che, bontà loro, mica possono imparare a sbrigare pratiche dell'ufficio commercio in due settimane!
Per carità, nessuno è finito per ora in miseria per queste cose, ogni progetto è perfettibile e siamo tutti ancora spiritualmente ricchi. Ma, per favore, non venitemi a dire che siamo vissuti nello splendore.
Quello che ci rimane ora da fare è stare con il fiato sul collo sui nuovi amministratori, pressarli, fare opinione pubblica nei partiti, nei movimenti, nelle associazioni, riempire sale convegni e ritrovarci attorno a dei tavoli a discutere, scrivere quel che ci pare e dirlo a tutti, essere severi come severo può essere un datore di lavoro nei confronti dei suoi dipendenti.
Non conta più esaltare l'onestà di alcuni neo-eletti, temere l'avvento della nascita di soviet, parlare di sindaci che si fanno di cocaina o molestano sessualmente vecchietti per le strade, fare le simpatiche addizioni di Alessandro e Giancarlo e fingersi analisti politici.
Ora dobbiamo solo incanalare la nostra incazzatura di elettori in modo proficuo, in tutti i modi possibili.
[Modificato da MaccaII°A 31/05/2006 0.16]