Ammiano Marcellino

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sergio.T
00lunedì 26 gennaio 2009 16:59
Ammiano Marcellino (in latino Ammianus Marcellinus; Antiochia, 330 circa – Roma, post 391) è stato uno storico di età tardo-imperiale, romano, nato in Siria nel seno di una famiglia ellenofona. È il maggiore degli storici romani del IV secolo la cui opera sia stata preservata, seppure mutilata. La sua Res gestae libri XXXI scritta in latino, descrive gli anni 96 - 378, continuando l'opera del grande storico Cornelio Tacito.


Non si conosce né la data, né il luogo della sua nascita con precisione. L'ipotesi che sia originario di Antiochia si fonda sulla supposizione che una lettera dell'epoca inviata da un cittadino di quella metropoli a tal Marcellino, fosse indirizzata proprio a lui. Anche la data ed il luogo della sua morte sono sconosciuti. Si ritiene, tuttavia, che fosse in vita ancora nel 391, giacché cita Aurelio Vittore come prefetto della città per quell'anno.

Carriera
Era "un soldato e un Greco", come ci dice lui stesso, ma allo stesso tempo si sentì sempre e profondamente romano, convinto come pochi altri della missione civilizzatrice di Roma e del suo impero. La sua iscrizione fra l'élite dei protectores domestici (una specie di cadetti) mostra che era nobile di nascita. Entrò nell'esercito in giovane età, sotto l'imperatore Costanzo II, e fu inviato a fare il servizio militare sotto Ursicino, governatore di Nisibis nella Mesopotamia romana e magister militiae.

Fu inviato in Italia con Ursicino quando questi fu richiamato da Costanzo e lo accompagnò nella spedizione contro Claudio Silvano, che era stato spinto, per una ingiusta accusa dei suoi nemici, a proclamarsi imperatore in Gallia. Con Ursicino andò due volte all'est ed a malapena riuscì a fuggire salvando la vita da Amida (la moderna Diyarbakir in Turchia), quando fu catturato dal re persiano Sapore II. Quando Ursicino perse il suo incarico ed il favore di Costanzo, sembra che Ammiano ne condivise la caduta; ma sotto l'imperatore Giuliano, successore di Costanzo, riottenne la sua posizione. Accompagnò questo imperatore, per quale esprime ammirazione entusiastica, nelle sue campagne contro gli Alamanni ed i Persiani della dinastia dei Sassanidi; dopo la morte di Giuliano prese parte alla ritirata di Gioviano fino a Antiochia, dove risedeva quando la cospirazione di Teodoro (371) fu scoperta e repressa ferocemente.


L'opera letteraria
I libri della sua importante storia giunti fino a noi riguardano gli anni 353 - 378; il lavoro a volte è citato con il titolo latino di Res Gestae, da non confondere tuttavia con le Res Gestae Divi Augusti.

Nella sua opera Storie, scritta verso la fine del IV secolo, ci informa che nel 367, i Pitti riuscirono a travolgere la linea di confine dell'Impero Romano in Britannia dopo aver corrotto gli "Arcani". Il loro nome e le informazioni forniteci da Marcellino lasciano supporre che formassero un corpo paramilitare con funzioni di "intelligence".

Finalmente si stabilì a Roma, dove, ad un'età avanzata, scrisse una storia dell'impero romano dall'ascesa di Nerva (96) alla morte di Valente nella Battaglia di Adrianopoli (378), compilando così il seguito del lavoro di Tacito. Questa storia (Res Gestae Libri XXXI) era originalmente in trentuno libri, ma i primi tredici sono andati persi. I rimanenti diciotto libri riguardano il periodo dal 353 al 378. Nell'insieme è stata considerata estremamente importante, essendo un resoconto libero, completo ed imparziale degli eventi scritti da un contemporaneo dotato di onestà militare, giudizio indipendente e ampie letture. Gli studi recenti, tuttavia, hanno messo in luce la forza retorica nella sua narrazione. Come tutti gli storici antichi, il suo stile è lontano da quello moderno: ha avuto un forte programma religioso politico e pagano da perseguire ed ha contrapposto Costanzo II a Giuliano (il restauratore del paganesimo) a tutto svantaggio del primo.


Critica moderna
Lo storico del XVIII secolo Edward Gibbon ha giudicato Ammiano una:

« guida esatta e degna di fede, che ha composto la storia del suo tempo senza indulgere nei pregiudizi e nelle passioni che affliggono solitamente la mente di un contemporaneo »


Ammiano era un pagano e ripetutamente trascura il Cristianesimo nella sua trattazione, tuttavia dobbiamo ricordare che rendere il Cristianesimo la religione di stato non ha reso cristiani tutti i Romani. Il suo stile è generalmente rude, spesso pomposo ed estremamente oscuro, a volte perfino giornalistico nel tono, ma l'origine straniera dell'autore e la sua vita e formazione militari spiegano parzialmente questi aspetti.

Inoltre, giacché il lavoro era progettato per una pubblica lettura, era necessario un certo abbellimento retorico, anche a costo della semplicità. È un fatto notevole che Ammiano, benché militare di carriera, dia immagini eccellenti dei problemi sociali ed economici ed il suo atteggiamento verso le popolazioni non-Romane dell'impero è molto più aperto mentalmente di scrittori come Livio e Tacito; le sue digressioni sui vari paesi visitati sono particolare interessanti.

Nella sua descrizione dell'impero troviamo la spiegazione della caduta davanti ai Goti venti anni dopo la sua morte: l'esaurimento prodotto da eccessive tassazioni, la rovina finanziaria delle classi medie, il declino progressivo del morale dell'esercito.

sergio.T
00lunedì 9 febbraio 2009 20:28
Porca miseria, ancora mi sfugge colpa del risparmio imposto! [SM=g9058]
sergio.T
00mercoledì 9 dicembre 2009 11:56
ripresi in mano a Lovere, e rimessi giu'. Cavolo i due Meridiani sono ancora li'.
sergio.T
00mercoledì 27 gennaio 2010 10:15
Presi! ti ricordi?
mujer
00mercoledì 27 gennaio 2010 19:28
Bravo, ma che fatica convincerti [SM=g8455]
sergio.T
00giovedì 28 gennaio 2010 09:36
[SM=g8431]
sergio.T
00venerdì 14 gennaio 2011 09:01
Bisogna legegre di Giuliano l'Apostata. L'ultimo grande Imperatore Romano.
mujer
00lunedì 17 gennaio 2011 11:18
ho dimenticato di ricordarti di ricordartelo, te lo sei ricordato? [SM=g10529]
sergio.T
00lunedì 17 gennaio 2011 15:35
si, me lo sono ricordato! anche se preso da altri pensieri " ponte", e da troppo cioccolato, la cultura e la storia reclamano il loro spazio!!! [SM=g8431]
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