Amedeo Guillet,Personaggio fascista o strettamente monarchico?

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Porvius rex
00giovedì 16 agosto 2007 15:56
Volevo solamente sentire le opinioni di voi tutti su questo grandioso personaggio, che pur avendo dichiarato in pubblico di nn essere un fascistissimmo,ha partecipato a quasi tutte le guerre del regime,ed era amico di molti gerarchi(Balbo)

Esprimete dunque le vostre opinioni.
Lux-86
00giovedì 16 agosto 2007 21:13
Era un monarchico, dopo l'8 settembre attraversò tutta l'Italia occupata per andare dal Re per farsi dire cosa doveva fare. Era uno di quei, ora, antichi personaggi che vedevano nella monarchia non un semplice Re ma un faro istituzionale, l'ago della bilancia, il centro attorno a cui ruotava la vita del regno. Almeno, penso io.

E lui è stato un grandissimo [SM=x751640]
Ace Ventura
00giovedì 16 agosto 2007 22:42
caspita nn conosco questa figura, interessante, mi documenterò!
Porvius rex
00venerdì 17 agosto 2007 12:01
Sì ma prima dell'otto di settembre è innegabile che un poco fascista lo era,vista la sua volontaria partecipazione al conflitto di Spagna.
è anche vero che ebbe dei rapporti molto,molto intimi con un etiope,
ma lui nn è mai stato d'accordo con le leggi razziali(per fortuna)!
Porvius rex
00venerdì 17 agosto 2007 21:16
AMEDO GUILLET:VITA
Storia militare [modifica]
Nato da una nobile famiglia piemontese, si diploma all'Accademia Militare di Modena nel 1930; inizia la sua carriera come ufficiale di cavalleria nel Regio Esercito Italiano che lo porta a combattere nella Guerra civile spagnola, in Libia e nell'Africa Orientale Italiana. Dopo l'8 Settembre resta fedele al Re e viene distaccato al Servizio Informazioni Militari. Al termine delle ostilità intraprende la carriera diplomatica sino al suo ritiro nel 1975.

Nel 1935 partecipa con un gruppo di cavalieri libici, gli spahis, alla conquista dell'Etiopia. Successivamente partecipa volontariamente nella Guerra di Spagna. Comandante di una compagnia di arditi della divisione "Fiamme Nere" gli viene successivamente affidata una compagnia di truppe coloniali marocchine. Dopo un breve periodo in Italia in convalescenza, nel 1937 viene mandato in Libia al comando dei VII squadrone Savari. Nel 1938, promosso tenente dei "Cavalieri del Monferrato" è inviato nel Corno d'Africa dove partecipa alle prime azioni del XIV gruppo in Amhara.

Nel 1939 si trova nella regione di Dougur Dubà per combattere per conto del governo coloniale italiano la guerriglia che imperversava in quella regione. Raggiunta la postazione cerca di forzare il nemico ad uno scontro in campo aperto. In una occasione, durante una carica, il suo cavallo viene colpito ed ucciso. Immediatamente Guillet ordina al suo attendente di dargliene un altro. Quando anche questo viene colpito, trovandosi appiedato, si mette ai comandi di una mitragliatrice e spara agli ultimi ribelli rimasti sul campo di battaglia. Per questa azione di "eroismo a di sprezzo del pericolo" gli viene conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare dalle autorità italiane e nominato "Comandante Diavolo" dai soldati indigeni.

Nel 1940 gli viene assegnato l'incarico di formare il "Gruppo Bande a Cavallo dell'Amhara" composto da circa 1500 soldati. Formato da ascari eritrei. Si distinse per il modo gentile (per l'epoca) con cui venivano trattate le popolazioni locali e la fedeltà dei soldati al proprio comandante.


Comandante Diavolo [modifica]
Alla fine del 1940 la situazione per le truppe italiane era assai difficile a causa dell'isolamento dalla madrepatria. Al comando di Amedeo d'Aosta il grosso delle forze fu ben presto confinato nella regione di Amba Alagi, in particolare nei pressi di Cherù. A Guillet venne assegnato il compito di ritardare l'avanzata alleata con azioni di guerriglia nel settore nord-occidentale della regione.

Tra tutte le battaglie del periodo quella più importante è forse quella della fine di Gennaio 1941 a Cherù quando ai comandi di Amedeo Guillet il Gruppo Bande a Cavallo armato di sole spade, pistole e bombe a mano caricò una colonna di carri armati inglesi . Dopo essere passati illesi tra le sbalordite truppe inglesi, gli italiani tornano sui loro passi per ricaricare. Questo dà tempo agli alleati di riorganizzarsi e di sparare ad alzo zero verso i cavalieri di nuovo alla carica. Le truppe di Guillet pagano un alto prezzo per questa battaglia: 800 tra morti e feriti. In meno di due anni le forze italiane vengono costrette alla resa, ma Guillet continua a contrapporre agli inglesi operazioni di sabotaggio e di guerriglia.


Ritorno in Italia [modifica]
Dopo numerose avventure, fra le quali l'aver lavorato come venditore d'acqua in un mercato eritreo di Massaua e l'aver rischiato di morire nel deserto, finalmente Guillet riesce a raggiungere lo Yemen dove, dopo essere inizialmente imprigionato come sospetta spia inglese,viene nominato dallo stesso Imam , Gran Maniscalco di corte solo per aver detto che si intendeva di cavalli, che erano la sua grande passione;diventa poi istruttore delle guardie a cavallo dell'Imam. Poco prima dell'Armistizio nonostante l'opposizione della famiglia reale yemenita si imbarca in incognito su una nave della croce rossa che reimpatria i civili italiani. Appena arrivato in Italia, il 3 settembre 1943, domanda denaro, uomini ed armi per continuare la battaglia nel Corno d'Africa contro gli Alleati. Ma i tempi sono cambiati, promosso Maggiore per meriti di guerra è assegnato al Servizio Informazioni Militare ed impiegato in missioni ad alto rischio nell'Italia occupata. Durante una di queste si occupa anche di salvare l'archivio dell'Africa Italiana. Per una di queste azioni gli viene conferita l'onorificienza di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia.


Dopoguerra [modifica]
Alla fine delle ostilità e dopo la sconfitta della monarchia e la vittoria della Repubblica nel Referendum del 1946, Guillet esprime ad Vittorio Emanuele III di Savoia la volontà di lasciare l'Italia. Ma il re lo persuade a continuare a servire il proprio paese, qualunque governo fosse in carica.

Amedeo Guillet entra allora nel corpo diplomatico e rappresenta l'Italia in Egitto, Yemen, Giordania, Marocco sino a raggiungere il grado di ambasciatore in India, carica che manterrà sino al suo ritiro nel 1975.

Il 4 novembre del 2000 il presidente Carlo Azeglio Ciampi nomina Amedeo Guillet Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Militare d'Italia.

Amedeo Guillet vive in Irlanda.


Onorificenze [modifica]
Cavaliere di Gran Croce Ordine militare d'Italia

— 2 novembre 2000
Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica Italiana

— 2 giugno 1975
Cavaliere Ordine militare d'Italia

— 8 marzo 1944
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Lux-86
00martedì 21 agosto 2007 18:44
Re:
Porvius rex, 17/08/2007 12.01:

Sì ma prima dell'otto di settembre è innegabile che un poco fascista lo era,vista la sua volontaria partecipazione al conflitto di Spagna.
è anche vero che ebbe dei rapporti molto,molto intimi con un etiope,
ma lui nn è mai stato d'accordo con le leggi razziali(per fortuna)!



Per un certo periodo fu anche sposato a un'etiope, anche se secondo i nostri criteri immagino [SM=x751529]
Per quanto riguarda la guerra di Spagna: magari lui più che filofascista era anticomunista.
Wayne - Fazione Zeta
00mercoledì 22 agosto 2007 23:45
Re: Re:
Lux-86, 21/08/2007 18.44:



Per quanto riguarda la guerra di Spagna: magari lui più che filofascista era anticomunista.


.

Ma cmq rimane un grande. Molto raro che io abbia di queste parole per un monarchico [SM=x751598]

luc@s87
00lunedì 27 agosto 2007 18:04
Un grande!
Pius Augustus
00martedì 28 agosto 2007 13:53
sono daccordo,un grande!
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