Amarcord

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ShearerWHC
00martedì 7 aprile 2020 12:32
Oggi è il compleanno di Delvecchio
Stavo rivedendo i suoi gol al derby... Mammamia come gliela incartava a Nesta
Sound72
00martedì 7 aprile 2020 13:00
Re:
ShearerWHC, 07/04/2020 12:32:



Oggi è il compleanno di Delvecchio
Stavo rivedendo i suoi gol al derby... Mammamia come gliela incartava a Nesta



ne parlavano divertiti Totti e Toni in videochiamata l'altro giorno..

Delvecchio a forza de finte gli ha fatto veni' i capelli bianchi a Sandrino [SM=x2478856]

lucaDM82
00martedì 7 aprile 2020 21:05
Oggi Delvecchio sarebbe titolare fisso in nazionale.
gianpaolo77
00mercoledì 8 aprile 2020 03:37
Grande supermarco
🙌
ShearerWHC
00martedì 28 aprile 2020 14:58



Messo bene Sterchele...
Giacomo(fu Giacomo)
00mercoledì 29 aprile 2020 10:57
me lo ricordavo un po' diverso e invece è diventato la matrioska di Luca Mercalli
jandileida23
00mercoledì 29 aprile 2020 11:10
La doveva dire. Sobrio come Tony Adams, duro come Simenon, implacabile come William Wallace
gianpaolo77
00giovedì 30 aprile 2020 16:17
hanno rimosso il video da youtube.. che roba era?
ShearerWHC
00giovedì 30 aprile 2020 18:19
Re:
gianpaolo77, 30/04/2020 16:17:

hanno rimosso il video da youtube.. che roba era?




Penso l'abbiano tolto per le bestemmie (ma è veneto...non contano)

www.ilsussidiario.net/news/giorgio-sterchele-video-ex-roma-delira-e-attacca-governo-e-cinesi-mi-son-rotto/...
jandileida23
00giovedì 30 aprile 2020 18:35
Io me ricordo di quando facevo il dottorato in Veneto e ogni volta che cercavo il gate per Treviso all'aeroporto di Charleroi manco serviva il tabellone, bastava seguì l'onda lieve dei cani e dei boia che cadevano giù ad ogni frase.
Giacomo(fu Giacomo)
00venerdì 1 maggio 2020 11:01
Re:
jandileida23, 30/04/2020 18:35:

Io me ricordo di quando facevo il dottorato in Veneto e ogni volta che cercavo il gate per Treviso all'aeroporto di Charleroi manco serviva il tabellone, bastava seguì l'onda lieve dei cani e dei boia che cadevano giù ad ogni frase.



ammazza, la tratta Charleroi-Treviso mi fa rivalutare il Fidenza-Cremona dei tempi del dottorato mio, una littorina che passava nel nulla e ti accorgevi dell'arrivo dal puzzo di letame.
Sound72
00venerdì 8 maggio 2020 16:13
Oggi 8 maggio anniversario di Genoa-Roma 1-1 del 1983, giorno in cui la Roma vinse il secondo scudetto.


Su Raisport giallorossa [SM=x2478856] no-stop di trasmissioni..in onda ora una sul Barone e il secondo titolo con Iorio, Tancredi e Pruzzo..

poi speciali su Ancelotti, Falcao, Di Bartolomei, Pruzzo..
ShearerWHC
00mercoledì 17 giugno 2020 15:46
19 anni...
Ora su Youtube Roma-Parma, ha appena raddoppiato Montella
Giacomo(fu Giacomo)
00mercoledì 17 giugno 2020 17:38
Posso dirvi la verità?
a me st'anniversario mi ha rotto il cazzo. Non ce l'ho con chi lo festeggia, sia chiaro, anzi. Io credo che sia stato il giorno più felice della mia vita e non esagero.
Mi viene in mente Plastino, però, Lazio-Taranto, cose così.
ShearerWHC
00mercoledì 17 giugno 2020 17:53
Volendo è anche l'anniversario della Coppa Italia 81 😀

Comunque si, si parla di un'altra era geologica ed emotiva...
Sound72
00mercoledì 17 giugno 2020 18:10
Ultimo anno di circolazione della LIRA.

Pe rende idea del tempo trascorso.

Se vogliamo anche ultimo evento sportivo pre attentato Torri Gemelle.
jandileida23
00mercoledì 17 giugno 2020 18:28
Io ancora me drogavo.

Ma comunque me lo ricordo sempre con un certo piacere: anni finali del liceo, zero responsabilitá, il sole in fronte, estate, mare, avevo pure la fidanzata agile e con tendenze spiccatamente sperimentali. Lo scudetto e la festa al Circo Massimo con gli amici del cuore dopo una vita allo stadio e vedesse il Modena a febbraio.

Insomma a me ricorda soprattutto un bel periodo della mia vita
gianpaolo77
00mercoledì 17 giugno 2020 19:26
Avoja, anche a me me evoca ricordi bellissimi...
Ero ancora un giovanotto e pochi mesi prima conobbi la mia attuale moglie e iniziai pure a lavora'... insomma, un anno particolarmente fortunato, tipo questo 2020 😆
Comunque allo stesso tempo, festeggiare un numero sempre più grande di anni(l'anno prossimo saranno 20 😳) è pure parecchio deprimente... e de 'sto passo saremo fortunati se ne passeranno solo 30... 😔
lucaDM82
00mercoledì 17 giugno 2020 22:21
io quel periodo avevo la maturità in mezzo ai piedi, questo mi rovinò in parte la festa. [SM=g27992]

Ricordo che vidi Roma Parma a casa dei nonni al flaminio coi parenti e gli amici, poi col bandierone facemmo a piedi tutta via flaminia fino a piazza del popolo. In via del corso portavano la bara della lazio a spalla [SM=g7554].

La partita con la Juve la vidi a tor tre teste con gli amici di scuola, fu il momento di maggior delirio, al gol del pareggio ci fu il terremoto.

Allo stadio come momenti top ricordo il gran gol di Totti con l'udinese sotto la curva e su tutti Roma Milan col pallonetto di Montella, peccato per la lontananza, stavo nella curva opposta.

Giacomo(fu Giacomo)
00lunedì 22 giugno 2020 15:50
Ho letto un'intervista a Tancredi oggi. Quando parla di Viola, Liedholm e Agostino mi vengono i lucciconi, anche se Tancredi si esprime in modo non sempre chiaro perché non è mai stato un fine dicitore. Ma devo ancora sentire qualcuno che non li rimpianga. E non perché non ci sono più - tra l'altro tutti avevano i loro difetti: Viola un po' paravento, Liedholm a un certo punto ha tirato i remi in barca, Ago era ombroso -, ma perché avevano una personalità che potevamo toccare anche senza conoscerli. Per noi bambini erano dei miti, ci sentivamo garantiti da persone così, pure nei momenti difficili.
Garantiti nel nostro amore per la Roma e nella sicurezza che ci avrebbero messo tutto.
ShearerWHC
00giovedì 24 settembre 2020 11:07
Giacomo(fu Giacomo)
00giovedì 24 settembre 2020 12:09
e la P di Pallotta, James?
Sound72
00giovedì 24 settembre 2020 12:28
Haessler piu' che tirchio era succube della moglie che gli gestiva
tutto, in particolare i soldi.

E quando poi qualche anno fa ha chiesto e ottenuto il divorzio lo ha lasciato senza un euro.
jandileida23
00giovedì 24 settembre 2020 12:39
La K de Koffour che lo baciò in testa a Tromso [SM=x2478856]

Comunque che Bati fosse tre pinze e 'na tenaja la raccontano tutti, segno che mesà che è vero.
Sound72
00giovedì 5 novembre 2020 18:26
Beccato su raiplay uno speciale su Massimo Palanca ..uno di quelli che ci segnava sistematicamente.
Riproposto il famigerato Roma -Catanzaro 1-3 con tripletta e primo gol da calcio d'angolo.

Palanca raccontava che questi gol da calcio d'angolo li perfeziono' proprio in quell'anno con Carlo Mazzone allenatore..diceva che sentiva tantissimo la partita contro la Roma.
All'andata fece gol da angolo ma diedero autogol di Rocca.

Il segreto diceva che era Claudio Ranieri che si metteva sul primo palo coprendo il portiere avversario. [SM=x2478856]
Lui calciava forte tagliato a giro e spesso prendeva la porta.
lucaDM82
00venerdì 6 novembre 2020 00:24
da quello che si racconta era un bel giocatore anche se alla fine giocava nelle provinciali, io però non lo ricordo. Non sapevo dei calci d'angolo, forse oggi sarebbe più difficile infatti è raro il gol su calcio d'angolo.
giove(R)
00venerdì 6 novembre 2020 14:05
Palanca un macello per noi, i gol su calcio d'angolo avoglia... prima di Eder. Era il tipico centravanti che avete potuto, dovuto, ma poi è rimasto nella dimensione provinciale, ma aveva mezzi.
Un altro che si svegliava solo contro di noi e ci segnava spesso in quegli anni era Greco dell'Ascoli.
lucaDM82
00martedì 24 novembre 2020 20:46
Superchi e Righetti: ragazzacci da Tricolore 40 anni dopo

L'INCONTRO

Metti a pranzo ad Allumiere il più esperto e il più giovane della squadra dello scudetto 1982-83: ecco il racconto
Superchi e Righetti.

Franco non sapeva niente. Grazie all'impeccabile organizzazione del figlio Giampaolo alle 13 è arrivato al ristorantino dietro casa ad Allumiere pensando di andare semplicemente a un pranzetto di famiglia. Ma quando è entrato - il video lo potete trovare sul sito de Il Romanista - si è trovato al tavolo un ragazzetto che ha conosciuto quarant'anni fa a Trigoria e con il quale negli anni il feeling è rimasto intatto. Franco Superchi e Ubaldo Righetti, il "Ciocio" e il "bimbo", il più maturo («non scrivere il più vecchio sennò s'in...quieta») e il più giovane della rosa che nel 1983 ha riportato a Roma il tricolore dopo quarantuno anni. Insieme a pranzo dopo tanti anni, davanti al taccuino del vostro cronista. Ne sono uscite due ore di ricordi commossi e risate viscerali, tra aneddoti raccontabili e altri che resteranno nel segreto del desco, come usa tra compagni di squadra.

«Sei sempre un figurino, ahò», attacca Ubaldo Righetti. «E come ho da esse?», la risposta di Franco, che da ora in poi metteremo in corsivo proprio per distinguere i due interlocutori senza togliere ritmo al racconto. «Dev'essere l'aria buona di queste parti, non è proprio vicino». «Ma io sono sempre stato qui, a Roma non ci ho mai vissuto». «Davvero? Tornavi sempre a dormire qui? Ma è un viaggio da Trigoria...». «Ma io pure quando facevamo doppia seduta tornavo a pranzo ad Allumiere. Per me casa è qui. Certo, ogni tanto mi annoio». «Vabbè, sei sempre il solito brontolone, me lo ricordo che ti lamentavi sempre». «Macché, io so' contento, lo sono sempre stato. Certo ogni tanto se qualcosa non mi piace lo dico». «Si sta meglio in provincia che in città, fai bene a stare qui. E te lo dico io che infatti in città non ci vivo. Nei paesi ci si parla ancora, ci si conosce tutti, ci si chiede "come va?"». «Ma io infatti sempre qua so' stato e ovviamente conosco tutti. E quando ho giocato a Firenze e a Verona le vacanze estive le passavo qui». «E come l'hai fatti vive' ‘sti pori figli... (e giù risate, col primo bicchiere di vino, ndr)». «Ahò, piano co' ‘sto vino. Io non bevo, poi me pija subito alla testa».

L'atmosfera è subito cameratesca, per dei compagni di squadra che hanno oltretutto vissuto l'incredibile emozione di vincere uno scudetto a Roma, gli anni di lontananza si perdono anche nell'acqua minerale. Righetti di quella Roma era proprio il bimbo. Arrivò in giallorosso a diciassette anni, e strinse subito con Superchi, che invece arrivò qui nello stesso anno, ma per lui l'anagrafe segnava 36. Nessun nonnismo, però.

«C'era rispetto, io portavo la borsa a Turone, per esempio. Ma non me lo imponeva lui. Magari mi consigliava di farlo un magazziniere...». «Ammazza, Ramon era proprio un duro, ma anche un bonaccione». «A me faceva abbastanza paura Ciocio, la borsa gliela portavo volentieri...». «Ma tu lo sai perché me chiamavate Ciocio?». «Oddio, no. Perché eri un buono?». «Macchè, colpa di un mio compagno nella Fiorentina, uno di Pordenone, dai metodi un po' spicci. Quando mi chiese da dove venivo, gli risposi "Allumiere", vicino Roma. "Ah, allora sei ciociaro". E io: "Macché ciociaro, da me alla Ciociaria ci stanno 200 chilometri". E lui: "No no, sei ciociaro". E così prese a chiamarmi prima Ciociaro e poi Ciocio, per semplicità». «Ah ah ah, non lo sapevo». «A me come me chiamavano non me fregava niente. Giocavo a pallone, era il mio sogno. Dopo aver fatto il calzolaio e scaricato per mesi carichi di legname giocare era una gioia pura». «Ciocio, ma ti ricordi che razza di capitano era Agostino?». «Meraviglioso, che bella persona». «Io mi ricordo che per dimostrare affetto dava dei pizzichi sulle braccia. Me ritrovavo certi lividi... E poi faceva lui le trattative con Viola. Ogni tanto ci diceva: "Ho dovuto concedere qualcosa, ma vedrete che ce la riprenderemo". Ci sentivamo tutti sempre tutelati». «E il Barone? Che mito. È stato lui a volermi alla Roma, ce l'avevo avuto alla Fiorentina. Gli serviva un vice leale, mi preferì a Memo del Foggia. E sono stati quattro anni bellissimi». Con una sola partita giocata, nel giorno dei festeggiamenti dello scudetto con il Torino: «Franco (Tancredi, ndr) non ne voleva sapere di uscire. All'inizio del secondo tempo mi sono alzato dalla panchina e ho detto a Liedholm: "Mister, io entro eh"». «E lui immagino che ti abbia risposto: "Ma scerto Franco. Te lo stavo per chiedere". Ahahahahah». «Esatto. In allenamento mi sfondava. Quando mi diceva che mi tirava all'incrocio io ogni volta pensavo di poterci arrivare e invece prendeva sempre il sette».

«E ti ricordi quella volta che s'è strappato? Ha sentito il dolore, si è toccato un attimo, poi però ha voluto rassicurarci: "non è niente, continuo a tirare, tranquilli". E giù altre botte imparabili. Alla fine s'è fatto guardare: aveva uno strappo al muscolo». «Sì, un fenomeno. Una volta non c'erano gli allenatori dei portieri. Io avevo Tessari che a volte mi allenava, ma quasi sempre era Liedholm con i suoi tiri. Oppure con le partitelle». «Ricordo quell'altra volta in cui il Barone ci raccontò di quando a San Siro giocò una partita con un infortunio alla caviglia. Non poteva calciare, ma disse ai suoi compagni di non farci caso: "Ji dissi di non preoccuparsi, io sempliscemente non potevo casciare. Fesci cinquanta minuti di corsa continua, coi movimenti mi portavo via due difensori e liberavo gli altri pe' fare gol...". Ahahahha, cinquanta minuti di corsa continua, un mito...». «E in allenamento facevamo sempre partitelle». «Ricordo che per allenare noi difensori ci faceva stare sempre in inferiorità numerica: 4 contro 6, contro 8, contro 10, dovevamo cercare sempre di non prendere gol, erano grandi allenamenti». «E poi Agostino tirava certe botte...». «Ma non aveva una particolare muscolatura. Era tutta coordinazione. Il suo segreto è stato quello. Guarda le foto mentre calcia: è perfettamente coordinato». «Però, Uba'... Le formazioni in qualche modo erano influenzate dal mago...». «Sì, me lo ricordo. E guai a farlo arrabbiare». «Una volta lo vidi prendere per la maglietta Turone, lo alzò di peso». «Quello non lo ricordavo. Con Ramòn ci voleva un bel coraggio. Io però davanti agli occhi miei ricordo che prese Brunetto al collo, sotto la doccia: Bruno era un istintivo, forse aveva fatto un gesto che non gli era piaciuto. Però pure tu eri uno che si arrabbiava spesso». «Ma dai, non me lo ricordo». «Sì, quando non vuoi raccontare non ti ricordi... Nelle amichevoli e nelle partitelle quando giocavi ti infuriavi se prendevamo gol». «E certo, magari in amichevole entravo sul 3-0 e voi cominciavate a giochicchiare. Io se prendevo gol mi arrabbiavo sempre».

Dagli antipasti passiamo alla carne, sembra di essere tornati indietro a quei giorni fantastici, all'epopea di una Roma irripetibile. Introduciamo il tema Dino Viola, il presidente gentiluomo di una società che fece inorgoglire ogni tifoso: «Quando arrivai a Trigoria chiamato da Liedholm mi guardò perplesso. Superchi, ma lei ha già i capelli bianchi? Non le daranno del vecchio, poi? Io ero imbarazzato, non sapevo che dirgli. Ma gli promisi che avrei sistemato la cosa. Così comprai una lozione che riportava i capelli al loro colore naturale, Grecian si chiamava. E risolsi... Tu invece c'avevi ‘sti boccoli neri». «Sì, ma pensa che a me i capelli cambiano col tempo. Da ragazzino ce l'avevo crespi, non ricci. Poi mi sono cresciuti, si sono ammorbiditi e mi sono venuti quei boccoli. Poi sono ritornati crespi, adesso sono più lisci. Tu invece ce l'avevi così a 40 e ce li hai uguali adesso... Ti ricordi come ci salutava Viola?». «Col gomito». «Esatto, col gomito. Come si usa adesso ai tempi del Covid. Lui salutava così. Una volta Michele Nappi mi disse, se si avvicina e mi saluta così gli do un pizzico. E lo fece sussultare. Pure Michele era un tipo tosto».

«E poi c'avevamo Fabbri a vigilare su di noi». «Che persona Fernando. Quando eravamo in ritiro e Viola non c'era lo chiamava ogni sera. E gli chiedeva conto delle cose che aveva saputo. Tipo di quel giocatore che era uscito, quell'altro che aveva litigato, o quello che era stato maleducato con qualcuno. E Fernando: "Presidente, ma che dice? Io c'ero, ho visto tutto, le hanno raccontato male. Non è successo niente di tutto questo. E se non mi crede, presidente, io sono anche disposto a farmi da parte". Poi magari veniva da noi e ci cazziava, ma era sempre dalla nostra parte». «Dai, eravamo un gran gruppo. E avevamo dei leader che tutti ascoltavano». «Sì, ricordo certe riunioni. A parlare erano quasi sempre Di Bartolomei o Falcao. E noi quando parlava Agostino guardavamo Paulo per capire che atteggiamento tenere, e viceversa. Alla fine eravamo sempre tutti d'accordo».

Non era certo epoca da procuratori, allora. Anche le trattative sull'ingaggio le facevano da soli: «Io una volta andai con mio suocero. Ma solo per darmi un contegno, lui aveva un'attività imprenditoriale e pensavo potesse aiutarmi». «E a che è servito?». «A niente, ahahahah: siamo entrati a casa del presidente Viola, dopo cinque minuti siamo usciti con il contratto già fatto, il tempo della firma». «Io pure qualche fregatura l'ho presa: ma chissenefrega, mi piaceva troppo giocare a pallone. Una passione che non ho mai perso». «Ma ancora vai sul campo?». «Certo, anche ieri. Di questi tempi solo allenamenti distanziati, ma i ragazzi faticano a prendere i miei tiri». «Come faceva Liedholm».

Arrivano i caffè, al tavolo si uniscono anche il presidente del Tolfa, Alessio Vannicola, e il bomber del Tolfa, che di nome si chiama Federico e di cognome Superchi, è la terza generazione della famiglia, un centravanti infallibile: «Nonno mi racconta sempre di Boninsegna». «Grande attaccante, Bonimba. Un giorno m'ha fregato però. Mi conosceva come portiere, gli avevo già parato due rigori. E quando mi tirò il terzo io pensai che avrebbe cambiato modo di calciare e lui pensò che io l'avrei pensato. Così non cambiò e mi fregò. Io gli attaccanti me li studiavo sempre in televisione. E spesso li fregavo». Ma la sera di Roma-Liverpool non era in panchina: «Quell'anno ero il terzo portiere, ero in tribuna. Quando finì tutto scappai di corsa, tornai qui ad Allumiere». Righetti abbassa lo sguardo. A distanza di 36 anni fa ancora male. Entra nella carne anche oggi. L'unico argomento di tutta la giornata su cui nessuno ha voglia di scherzare.
........

Bel pezzo di Lo Monaco su Il Romanista
ShearerWHC
00mercoledì 25 novembre 2020 14:55
Ammazza, Allumiere-Trigoria bel viaggetto...
Bel pezzo si, si capiscono tante dinamiche di quella squadra
Sound72
00lunedì 11 gennaio 2021 17:19
Scomparso Enzo..segnò il primo gol in Serie A in un derby capitolino finito 1-0: era il 23 ottobre 1966 e Enzo, dopo 16 minuti, schiacciò in rete un assist di Peirò. La Roma lo ha ricordato con un tweet.
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