Aquila-58, 19/05/2019 17.58:
il cristiano testimone di Geova non fa che seguire i principi scritturali, per cui i genitori devono crescere i figli nella disciplina e nella norma divina (Efesini 6:4).
Questa è una delle prime cose che si impara quando si studia la Bibbia con i testimoni di Geova e ogni ragazzo che decide di battezzarsi sa che i proprio genitori hanno solo seguito le norme scritturali.
Ma ovviamente nessuno li obbliga a battezzarsi, sai?
Allora vedi che la richiesta di libertà pretesa nei confronti di uno Stato, cozza con l'esercizio che si fa di tale libertà?
Se io vengo educato ad essere separato dal mondo, e quindi a frequentare il meno possibile le persone del mondo per preferire quelli della mia stessa religione, cosi come, la mia scelta in fatto di svaghi, passioni ed altre cose lecite vengono puntualmente scoraggiate attraverso l'imposizione "dolce" di una chiave di lettura che decide ciò che a Geova piace o non piace, o cosa deve essere giusto o sbagliato per un cristiano secondo la stessa chiave di lettura, in questo caso si sta indottrinando una persona e si sta veicolando la sua personalità verso un vissuto ideale, fatto da regole specifiche, le quali non si è scelto questa persona.
Il bambino che nell'età formativa riceve questa educazione da un adulto, frequenta una comunità fatta da altri adulti ed altri bambini che come lui si dirigono verso un'unica direzione, il passo del battesimo non è una cosa poi cosi strana da compiere.
E' come se io ti dicessi, ma perchè tu non festeggi il capodanno cinese, mangi con le bacchette e parli cinese?
Nessuno ti obbliga a mangiare gli spaghetti, parlare italiano e via dicendo.
Ma, con il fatto che nasci in un certo contesto, assorbirai inevitabilmente le cose positive e negative di quel contesto.
Il problema che nasce in questo caso, è che la famosa educazione religiosa, è molto più pregnante, perchè va a toccare degli aspetti che, dovrebbero essere decisi da adulti, in maniera libera e spensierata.
Allora la domanda è, da dove nasce questa necessità estrema di voler separare una persona dal cosi detto mondo?
La risposta è molto semplice, e ricade nella visione millenaristica che avete.
Nel momento in cui si pensa che ci deve essere una fine imminente e che il mondo sta per cambiare, si cerca di fare tutto il necessario per stare dalla parte giusta.
Da qui, a mio avviso, nasce questa sorta di ossessione.
Negli anni 80 - 90, quando uno veniva disassociato sembrava quasi una condanna a morte, tanto che si credeva Harmagheddon vicino.
Un pathos psicologico non di poco conto, soprattutto se proveniente da adulti.
Senza contare l'educazione serrata che si riceveva in fatto di non partecipare ai giochi della gioventù, a sport vari, ed anche all'istruzione.
All'epoca mi ricordo che c'erano dei ragazzi testimoni, che i genitori non gli fecero proseguire gli studi per le superiori e li fecero fermare alle medie.
Adesso c'è chi frequenta anche l'università, nonostante i discorsi provenienti dal Corpo Direttivo tendono a scoraggiare questa scelta.
Logicamente il fatto di proseguire gli studi delle superiori, all'epoca era una scelta presa dalla famiglia, ed il ragazzo o la ragazza subirono tale scelta, come quella degli sport e via dicendo.
Chi viveva la vita di chi?
A chi conveniva quel tipo di educazione?
Quindi, essere troppo zelanti crea delle storture che si ripercuotono sullo sviluppo della persona e della personalità.
La stessa cosa accade anche in certe famiglie islamiche, e francamente, se parliamo di pretesa di libertà, questa, come la si pretende la si dovrebbe anche dare.