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Mark Lenders (ML)
00giovedì 17 settembre 2015 13:46
Mark Lenders (ML), 15/09/2015 23:32:

Lancio un ultimatum: sezione "Altri Sport" entro 48 ore o mando in vacca la discussione sullo staff medico col più roboante degli OT [SM=g27987]



ReflexBlue74, 15/09/2015 17:27:

Nella quale mi abbandonerei alla nostalgia più sfrenata. Il rovescio del "gatto" Mecir, il colpo sotto di Noah, l'uscita dal servizio di Edberg, talenti inespressi di Leconte e Korda, le acrobazie del pirata Pat Cash, il quarto set di Canè-Lendl con il 5-3 a un passo... La verità è che ormai seguo pochissimo anche il tennis. A parte il fenomeno è tutta robbetta.
Anche l'NBA non mi appassiona più.



ℬaruch, 16/09/2015 15:46:

Dici che la “reggeremmo” una sezione altri sport? Se sì la creo, altrimenti a me piacciono sempre tantissimi gli OT di questo forum [SM=g27987]



Mark Lenders (ML), 16/09/2015 16:11:


Se pensi che non faccia troppo "disordine" potremmo anche optare per una soluzione intermedia, tipo un singolo topic Altri sport creato magari in Calcio...



Ecco qua, allora.
La inauguro rispondendo a RB e lo faccio copiaincollando una roba che avevo scritto qualche giorno fa a Baruch e Cuchillo su Whatsapp. Quest'ultimo si domandava come facessi a tifare per Federer e Rossi, due che nei loro rispettivi sport sono altrettanti mostri sacri. In effetti potrebbero sembrare preferenze da juventino, ai laziali di solito non piace vincere facile tifando per i più forti...

Vi dovevo una doppia spiegazione su Federer e Valentino Rossi. Non sarò breve e comincio da Federer, che è il primo (e secondo me potrebbe essere l'ultimo) tennista di genio senza sregolatezza che io abbia mai tifato. Prima di lui c'erano stati l'immancabile McEnroe, il "Gattone" Mecir, Henri "Riton" Leconte, il nostro Paolino "Neuro" Canè e "Cavallo Pazzo" Ivanisevic, per dirli con Gianni Clerici. Il tennis, ancora 30 o 20 anni fa, era uno sport più bello perché la palla viaggiava più piano e questo consentiva una differenza di stili che oggi si è quasi del tutto perduta. Di quelli che ho nominato solo McEnroe e Leconte si somigliavano (entrambi erano mancini e dediti al serve and volley, lo dico per Fabrizio che magari conosce meno il gioco), laddove Mecir era un serafico guru del gioco in contropiede, Canè un Fognini ante litteram sia per l'indubbia qualità del braccio che per la verve iconoclasta, e Ivanisevic un ibrido incastrato tra due epoche, già dentro a un tennis per soli bombardieri ma ancora dotato di un carisma che quasi tutti i contemporanei si sognano. Nessuno di questi - a parte il divino Mac che comunque io ho vissuto nella parabola discendente della carriera - è stato un numero uno del mondo. Erano, ognuno a modo suo, degli irregolari. Non dei Messi, non dei Cristiani Ronaldi, semmai dei Gascoigne o dei Morfeo, sempre per venire incontro a Fabrizio. Se poi a un certo punto ho scelto Federer è stato essenzialmente per colpa di ciò che il tennis è diventato.
Tra l'ultimo acuto di Ivanisevic, capace di chiudere la carriera vincendo finalmente Wimbledon nel 2001, e il primo di Federer (che arriva sempre sui prati londinesi) ci sono solo due anni, ma in realtà io non m'innamoro di lui immediatamente. Innanzitutto perché il primo Federer - oltre a non essere il mio tipo nel senso sopra descritto - non era nemmeno elegante come quello attuale, e non parlo solo del gioco. E secondo perché quelli furono anche gli anni del passaggio del tennis dalla tv in chiaro a quella criptata. Noi abbiamo avuto un'adolescenza meravigliosa, sotto questo punto di vista: vedevamo tutto gratis, ci siamo fatti delle scorpacciate di sport che adesso si possono permettere solo i figli di papà con Sky in salotto. A casa abbiamo avuto TelePiù per qualche anno ma poi, proprio tra l'ultimo Ivanisevic e il primo Federer, tra l'ultima Telepiù e la prima Sky, smettemmo di rinnovare perché io avevo preso l'abitudine di andare a vedere le partite al pub, come si usava in quei primi anni del nuovo millennio. E quindi per qualche anno ho smesso letteralmente di guardare il tennis. Quando l'ho ritrovato, e parliamo almeno del 2006, tutto era molto diverso. La differenza di stili era stata già quasi del tutto annullata dal progresso atletico e tecnologico, e dopo un periodo abbastanza povero di talenti (a parte il giovine Federer) si era ormai affermato il coattissimo Nadal che con chioma ancora fluente e bicipiti esposti alla Mark Lenders duellava per il trono di numero uno proprio con lo svizzero. E stato allora che ho iniziato a tifare per Roger. Prima poteva esserci stata al massimo stima, ammirazione. Non mi spingerei nemmeno fino a definirla simpatia. Ma poi, di fronte alla barbara sguaiataggine dello spagnolo, fu inevitabile prendere le parti di quello che anno dopo anno (complice un'abile strategia di marketing della Nike) incarnava sempre di più la classicità del gioco e lo stile di epoche passate. Federer e Nadal sono stati come Coppi e Bartali, era impossibile non schierarsi. Per molti anni si sono spartiti tutto quel che c'era da vincere, la loro rivalità è diventata leggendaria. Io posso dire di essere salito sul carro di Basilea in odio al truzzo di Manacor, dopodiché non sono più sceso. E oggi che Ruggero non è più il numero uno, perché contro il robot Djokovic i suoi 34 anni suonati si fanno sentire soprattutto quando c'è da giocare 3 su 5, mi sento ancora più a mio agio perché l'epoca delle vittorie facili, quelle da tifosi del Barcellona per intenderci, è bella che svanita. Oggi ogni torneo vinto è un brandello di purezza strappato all'età che avanza e alle nuove legioni di soldatini tutti uguali: servizio a 200 km/h, rovescio a due mani, top spin di default e scarpe fosforescenti.
Con Valentino Rossi c'è una grossa differenza e un grosso punto in comune. La differenza è che delle motociclette (così come delle Formula Uno) non me ne è mai fregato una ceppa, mentre il tennis l'ho sempre giocato e sempre seguito molto. Il punto in comune è che anche lui l'ho scelto per reazione, e in questo caso per reazione a Max Biaggi. Che ovviamente mi stava sul cazzo in quanto romanista. Quando lo sconosciutissimo Valentino (un bimbetto con dei capelli talmente improbabili da sembrare una femmina) ebbe l'ardire di sfotterlo in Eurovisione la scintilla scoccò immediatamente. Come si direbbe nel Vangelo "in quel tempo" Biaggi frequentava Naomi Campbell, nel senso che ci avrà preso si e no un paio di caffè e però lasciava intendere che chissà cosa ci fosse sotto. E il Rossi pischello, che già non lo sopportava, dopo una delle sue primissime vittorie fece il giro d'onore caricando sulla moto una bambola gonfiabile dal nome perculeggiante: "Claudia Skiffer". Da allora iniziai a guardare le gare e a tifare per questo ragazzino divertente che ogni volta inventava un festeggiamento diverso, che prese a vincere gare e titoli mondiali nelle categorie minori fino a raggiungere Biaggi in 500 e a suonarlo per le feste con tanto di gestacci durante i soprassi, scazzottate nel dopogara e tutto un repertorio politicamente scorretto che allora usava ancora nel mondo delle corse e che oggi si sta sempre più perdendo.
Se Federer è differente dagli altri giocatori perché è stato capace di adeguarsi alla velocità del gioco attuale senza perdere la classicità del gesto tecnico, e quindi perché permette al passato di sopravvivere nel presente, il Valentino Rossi di 15-20 anni fa ha letteralmente preso in mano il motociclismo per scagliarlo nel futuro. La sua rivoluzione è stata mediatica, nel senso sopra accennato, perché tutte le sue celebrazioni e tutte le sue polemiche sono sempre state concepite ad uso e consumo delle telecamere, ma anche tecnica. Non ne capisco abbastanza di motori e di guida per disquisire da tecnico, la mia è una semplice osservazione da telespettatore. Io dico che Rossi è diverso perché più di tutti è un agonista, uno che si esalta nel corpo a corpo, vale a dire nei sorpassi. Che sono quanto di più televisivo possa esistere nel mondo dei motori come sanno bene tutti quelli che dopo pranzo si addormentano davanti alla Formula Uno. Se ci aggiungiamo che il suo punto debole sono sempre state le qualifiche e che per molti anni non ha avuto rivali alla sua altezza, possiamo dire che Rossi ha costruito il suo mito in tante stagioni piene di vittorie in rimonta, di gare in cui partiva dietro e poi saltava gli avversari come birilli in un crescendo di emozioni. Tutt'altro che secondaria, per il raggiungimento di fasce di pubblico poco avvezze al motociclismo, la narrazione di Guido Meda: un binomio ancora più indissolubile del Tomba-Gattai di dieci anni prima. Insomma, oltre a essere stato per un paio di lustri il più forte di tutti Valentino è sempre stato ed è tuttora il pilota più divertente e più comunicativo. Prova ne sia il fatto che è tifatissimo ovunque, che la sua non è (solo) gloria italiota e nazionalpopolare. Perfino in Spagna, patria di Marquez e Lorenzo, in tantissimi tifano per il nostro. Che è uno di quegli uomini speciali a 360°, e te ne accorgi subito quando lo senti parlare nelle interviste. Dico quelle lunghe, non quelle a caldo dopo le gare. Lì ti dà proprio la sensazione di uno con un grandissmo talento per la vita, prima ancora che per un'attività specifica, e che quindi avrebbe avuto successo facendo qualsiasi altra cosa. Una personalità luminosa, carismatica, naturale. E pure lui, a 36 anni, in una fase della carriera in cui non è più il numero uno e però non si rassegna, continua a pescare a piene mani nel suo talento per fare la guerra agli squali più giovani. Come Federer con Djokovic.


Aggiungo una postilla per replicare a quel "a parte il fenomeno è tutta robbetta", che non mi trova d'accordo. Parliamo di tennis, ovviamente, e il fenomeno è Federer.
Bene, io credo che una cosa sia l'estetica, in effetti alquanto carente in quest'epoca di botte tremende, e un'altra il livello tecnico. La mia opinione è che in questo momento il livello tecnico tel tennis maschile sia altissimo, se non il più alto di sempre almeno il più alto dagli anni '80 a questa parte. E la necessità di tirare fortissimo, l'impossibilità quasi fisica di andare a rete (a meno che non ti chiami Federer, che comunque ha scoperto il serve and volley solo da quando lavora con Edberg, ossia da meno di due anni) finiscono quasi per nascondere la sensibilità di tocco di tennisti che passeranno alla storia come picchiatori e che invece hanno anche tanta qualità nel braccio. L'esempio sommo per me è Nadal, attualmente in declino atletico e per due lustri considerato dai più un probabile dopato, uno capace solo di correre e uncinare palline coi suoi antiestetici colpi in top-spin. Ma questo dipende dalla sua impostazione, non dalla sua predisposizione. E' come la Juve di Trapattoni che pur avendo 9 nazionali più Platini e Boniek faceva catenaccio: era una scelta, non una necessità. Nadal ha scelto di giocare un tennis brutto e redditizio, ma quando poi gli capita di giocare una palla corta o una volèe scopri che c'è molto altro sotto la scorza del podista, c'è una padronanza tecnica che non sarà quella di Federer ma è comunque al livello di molti grandi del passato. E quasi lo stesso direi di Djokovic (in valore assoluto il terzo dei tre, secondo la mia opinione) e pure di Murray (indiscutibilmente il quarto dei quattro). E non è un discorso che vale solo per i top ten. Ci sono tantissimi splendidi giocatori in quest'epoca, che ci regalerebbero molto più spettacolo se solo fossero disarmati delle loro prime di servizio da 200 km/h. Il rovescio a una mano di Wawrinka è uno dei più perfetti che io abbia mai visto e quello di Gasquet gli tiene testa, Nishikori è davvero un Chang 2.0, l'austriaco Dominic Thiem (che mi vanto di aver segnalato in tempi non sospetti) gioca un tennis pulitissimo, molto classico, il nostro Fognini se solo avesse una battuta all'altezza potrebbe giocarsela coi migliori perché tocca la palla come pochi, Dolgopolov e Paire in giornata sono uno spettacolo, Monfils mi sta sulle palle ma non posso negare che abbia sprazzi da campione, Kohlshreiber e Feliciano Lopez sono due magnifici perdenti, Dustin Brown è tanto folkloristico quanto divertente... E poi c'è un esercito di robot che comunque, nella loro monotonia, sono molto forti. Tutti sono grandi atleti, ormai. Tutti giocano su percentuali molto alte. E Federer è giustappunto un fenomeno non solo perché gioca in un'altra maniera, ma perché a 34 anni suonati riesce a essere ancora, e comodamente, il numero 2 del mondo in un tennis di livello altissimo.
La stessa cosa, ad esempio, non posso dirla del tennis femminile. Dove c'è una dominatrice che fa una corsa a sè solo grazie alla potenza, ma che secondo me gioca a tennis abbastanza male, e dietro di lei il vuoto. Serena Williams, con tutti i suoi 20 (o 21?) major non meriterebbe di essere nominata insieme alla Navratilova o alla Graf, o alla Seles, o alla stessa Hingis neppure se avesse centrato il Grand Slam. Casomai ne ha più diritto sua sorella Venus, che se parliamo di tennis le era chiaramente superiore. E il fatto che le nostre Schiavone e Pennetta vincano a Parigi e a New York è tanto entusiasmante quanto frutto di un livello medio francamente basso. Se una che serve come la Errani riesce ad arrivare a semifinali e finali di Slam significa che in giro non c'è moltissimo, tra le donne.
PS: Poi una volta parliamo di Camila Giorgi, una ferita aperta e sanguinante al centro del mio cuore.
Drenai71
00giovedì 17 settembre 2015 13:57
t'ha dato il due di picche?
Mark Lenders (ML)
00giovedì 17 settembre 2015 14:05
Eh eh...
No, basta il suo tennis per farmi sanguinare. Ma la mia teoria è che il suo tennis sia frutto di un'infelicità. La ragazza è chiaramente triste e fuori di sè, nel senso che va in campo senz'anima. Prima ancora che essere il suo fidanzato mi piacerebbe essere il suo psicologo, giuro.
Drenai71
00giovedì 17 settembre 2015 14:07
parlando seriamente, anche io ho praticamente smesso di seguire il tennis quando è scomparso dai teleschermi, ma a differenza tua non ho piu ripreso le vecchie abitudini.
adesso quando mi capita di seguire qualcosa (grazie a eurosport) la prima cosa che penso è che bisognerebbe alzare la rete di qualche centimetro.
d'altronde l'altezza media dei tennisti si è alzata enormemente ed è ormai incompatibile con una rete pensata 100 e passa anni fa. aggiungiamoci metodi moderni di allenamento e materiali, e si ottengono dei bracci-bazooka che rendono impossibile di fatto giocare un tennis esteticamente accettabile.

bella l'idea di questa sezione.
alenboksic71
00giovedì 17 settembre 2015 14:39
Re:
Drenai71, 17/09/2015 14:07:

...la prima cosa che penso è che bisognerebbe alzare la rete di qualche centimetro. d'altronde l'altezza media dei tennisti si è alzata enormemente ed è ormai incompatibile con una rete pensata 100 e passa anni fa. aggiungiamoci metodi moderni di allenamento e materiali, e si ottengono dei bracci-bazooka che rendono impossibile di fatto giocare un tennis esteticamente accettabile. 


E certo! E chi mi rimette a posto il rovescio bimane, che ho imparato da piccolo, e che parte dalla mia altezza non ragguardevole di 1.77, se mi alzi la rete?
ℬaruch
00giovedì 17 settembre 2015 15:09
Incollo quella che era stata la mia risposta:

Il mio percorso con federer è stato leggermente diverso (c'entra anche la mia svizzerosità) ma la passione per la sua missione agonistica è simile. Non mi sta particolarmente simpatico, anzi, eppure il suo stile di gioco è un'ispirazione per la vita, come lo è il pensiero di Spinoza o quello di Werner Herzog: Federer occupa gli spazi al di fuori del risultato sportivo, la "conquista dell'inutile", per dirla sempre con Herzog. Non rappresenta il tennis del futuro perché il suo non è un tennis conveniente, a meno che tu non sia Roger Federer. Ma io, che non frequento più i circoli dagli anni 90, immagino e spero che il seme stia da lungo tempo germinando, e che maestri e ragazzi di tutto il mondo stiano inconsapevolmente preparando una rivoluzione artistica che un giorno magari porterà anche a un nuovo Federer e a nuovi standard

Agli appassionati di altre discipline chiedo: ci sono, e chi sono, i “Federer” degli altri sport?
alenboksic71
00giovedì 17 settembre 2015 15:21
Un mix di classe, tecnica, potenza, coordinazione, freddezza, fantasia? E dove lo trovi? Una mission impossible.
Cristiano Ronaldo (ma troppo "spettacolo" in piu'), Lebron James (ma atletismo soprannaturale su quel fisico), Stephen Curry. l'MVP NBA di quest'anno (piccolo come un bambino ma agonisticamente feroce)...to be continued...
ReflexBlue74
00giovedì 17 settembre 2015 15:25
Re:
ℬaruch, 17/09/2015 15:09:

Agli appassionati di altre discipline chiedo: ci sono, e chi sono, i “Federer” degli altri sport?



Forse Andrea Pirlo e Steve Nash. Due ex, o quasi.
ℬaruch
00giovedì 17 settembre 2015 15:33
Su Pirlo concordo. Però il calciatore che più accosto a Federer è Ibra. Per una caratteristica: immaginare il colpo laddove nessun altro lo immagina. Ed eseguirlo. E’ una caratteristica che non accomunerei alla fantasia, che è varietà, ed è terrena. Quest’altra è creazione, arte sportiva ispirata e ispirante

Di basket ci capisco nulla, neanche sui ruoli credo di saper dare una giusta definizione. Servirebbe un cuchillo, anche per spiegare quella curiosità su come mai la nazionale italiana più forte di sempre, sulla carta, arriva sempre massimo ai quarti (o almeno così è nella mia mente di non-tifoso di pallacanestro)
Mark Lenders (ML)
00giovedì 17 settembre 2015 15:40
Devo ripetermi ma secondo me quelle di Valentino Rossi e Federer sono praticamente due carriere parallele. Dovrei proporla a qualcuno, questa cosa: potrebbe essere un format televisivo (19 secoli dopo Plutarco)
ReflexBlue74
00giovedì 17 settembre 2015 15:48
Dipende da quale angolazione affrontiamo il "problema". Ibra mi sembra troppo particolare per essere paragonato a qualcun altro, non è né l'estensione di una scuola di pensiero né il capostipite di un movimento sovversivo. E' Ibra e basta. Federer è la classicità e l'eleganza del gesto, con una fisicità di tutto rispetto. E con una buona dose di lucida follia. Per esempio in quanto a fisicità Pirlo non regge il paragone. Pirlo, come Platini, è uno di quei pochi calciatori-non atleti che hanno fatto la storia del calcio. In realtà, un altro calciatore ce l'avrei in mente... Ma è meglio che evito. Non fosse altro per il curriculum e la sguaiataggine che lo pongono agli antipodi del grande svizzero.
Drenai71
00giovedì 17 settembre 2015 16:19
e invece hai ragione. dal punto di vista dell'esecuzione del gesto tecnico federer e quello che non nomini si assomigliano moltissimo.


vedo anche che ci sono appassionati di NBA, questo topic promette.
Drenai71
00giovedì 17 settembre 2015 16:23
Re:
ℬaruch, 9/17/2015 3:33 PM:

come mai la nazionale italiana più forte di sempre, sulla carta, arriva sempre massimo ai quarti (o almeno così è nella mia mente di non-tifoso di pallacanestro)



1. non è la nazionale piu forte di sempre, è quella con piu giocatori NBA, ma semplicemente perchè in passato il salto era una rarità.
2. è troppo corta, e con l'infortunio di datome lo è diventata ulteriormente col risultato che ieri man mano che la partita andava avanti i nostri boccheggiavano e al supplementare erano morti.
3. manca un play decente da anni.
4. può sembrare un paradosso, ma l'europeo è il torneo piu difficile per piazzarsi bene. non per vincerlo ovviamente, non essendoci gli usa, ma nel rapporto fra lunghezza e valore medio degli avversari.
Mark Lenders (ML)
00giovedì 17 settembre 2015 16:34
Re:
Drenai71, 17/09/2015 16:19:

e invece hai ragione. dal punto di vista dell'esecuzione del gesto tecnico federer e quello che non nomini si assomigliano moltissimo.



Il paragone in effetti ci sta, ma in scala. Potremmo definirlo un "Federer" dei poveri, se pensiamo solo all'essenzialità e alla purezza del gesto. A distinguerli profondamente, oltre al palmares, c'è un abisso di etica e di sportività. Di cultura, vorrei dire. Ad accomunarli un'indole agonistica non proporzionata al loro talento: entrambi, infatti, hanno sempre sofferto il clima della battaglia. Federer (in questo l'ho sempre trovato poco appagante) è uno che le partite tirate tende a perderle. O ti dà una lezione di tennis, oppure se c'è da fare a cazzotti spesso le prende. In questo ad esempio è diversissimo da Valentino Rossi, che nella bagarre della gara si esalta fino a colmare il gap di velocità pura con gli avversari. Sia Federer che T. amano correre forte in discesa, più che gettare il cuore oltre la salita...
ℬaruch
00giovedì 17 settembre 2015 16:48
Esco per sempre da questo topic infame e provocatorio
Mark Lenders (ML)
00giovedì 17 settembre 2015 16:50
Re:
ℬaruch, 17/09/2015 16:48:

Esco per sempre da questo topic infame e provocatorio



Bravo, così ti risparmierai di leggere che hanno qualcosa in comune perfino nei lineamenti del viso      
ReflexBlue74
00giovedì 17 settembre 2015 16:56
Ho pensato allo stronzo anche per via della longevità, e dell'essere sbocciati a cavallo tra due epoche. Tecnicamente, oltre alla pulizia del gesto tecnico, li accomuna l'istinto innato di governare lo spazio e le trame di gioco. Loro vedono il gioco.

E nel caso dello stronzo è una delle prove di quanto possa essere imperscrutabile e sorprendente la natura. Cioè, quel cervello bacato, quel cervello che ha una profondità di pensiero paragonabile a un'ameba cerebrolesa, è capace di associazioni e ideazioni complesse stupefacenti.

Esco pure io.
ℬaruch
00giovedì 17 settembre 2015 17:00
Mark Lenders (ML), 17/09/2015 16:50:



Bravo, così ti risparmierai di leggere che hanno qualcosa in comune perfino nei lineamenti del viso



Su quello già posso concordare. Sul resto no. Perché, e vengo all’obiezione di Reflex, dipende da che punto di vista si guarda la questione. Che per me vuol dire: perché Federer è Federer secondo ciascuno di noi? E il mio punto di vista è quello sopra descritto, che vede lo svizzero fuori dalle righe del risultato sportivo e di tutto ciò che è ad esso direttamente connesso. Vedendo Federer come un inventore di realtà, questo personaggio che state facendo aleggiare nel topic è uno degli ultimi fantasisti del calcio che gli accosterei. Piuttosto, se dobbiamo proprio sbirciare nelle fogne, io ci vedo molto più Cassano, in un ipotetico e comunque anti-decoroso parallelo
ReflexBlue74
00giovedì 17 settembre 2015 17:00
Re: Re:
Drenai71, 17/09/2015 16:23:



1. non è la nazionale piu forte di sempre, è quella con piu giocatori NBA, ma semplicemente perchè in passato il salto era una rarità.
2. è troppo corta, e con l'infortunio di datome lo è diventata ulteriormente col risultato che ieri man mano che la partita andava avanti i nostri boccheggiavano e al supplementare erano morti.
3. manca un play decente da anni.
4. può sembrare un paradosso, ma l'europeo è il torneo piu difficile per piazzarsi bene. non per vincerlo ovviamente, non essendoci gli usa, ma nel rapporto fra lunghezza e valore medio degli avversari.



Che poi su Bargnani e l'Nba ci sarebbe da ragionare.
ℬaruch
00giovedì 17 settembre 2015 17:05
Re: Re:
Drenai71, 17/09/2015 16:23:



1. non è la nazionale piu forte di sempre, è quella con piu giocatori NBA, ma semplicemente perchè in passato il salto era una rarità.
2. è troppo corta, e con l'infortunio di datome lo è diventata ulteriormente col risultato che ieri man mano che la partita andava avanti i nostri boccheggiavano e al supplementare erano morti.
3. manca un play decente da anni.
4. può sembrare un paradosso, ma l'europeo è il torneo piu difficile per piazzarsi bene. non per vincerlo ovviamente, non essendoci gli usa, ma nel rapporto fra lunghezza e valore medio degli avversari.



1. ok
2. che vuol dire troppo corta? Come panchina intendi? Come altezza in centimetri dei giocatori? Come modo di stare sul parquet?
3. che cosa fa un play decente nel basket?
4. uhm. No, non ho capito neanche questo rapporto lunghezza/valore medio avversari 
ReflexBlue74
00giovedì 17 settembre 2015 17:19
Re: Re: Re:
ℬaruch, 17/09/2015 17:05:



1. ok
2. che vuol dire troppo corta? Come panchina intendi? Come altezza in centimetri dei giocatori? Come modo di stare sul parquet?
3. che cosa fa un play decente nel basket?
4. uhm. No, non ho capito neanche questo rapporto lunghezza/valore medio avversari 



Ah, quindi nemmeno di basket ci capisci niente.  
Drenai71
00giovedì 17 settembre 2015 17:32
2. troppo corta come rotazioni. abbiamo abbondanza di realizzatori dal perimetro (di fatto anche il nostro centro è uno che ama tirare in sospensione piu che attaccare il canestro) e scarsezza di qualsiasi altra cosa, col risultato che almeno 2 o 3 delle nostre stelle devono sempre stare sul parquet contemporaneamente.

3. decente nel senso di buon valore internazionale, l'ultimo forse è stato basile. nel momento storico in cui negli usa nascono praticamente solo pg, al limite potremmo pure pensare di naturalizzarne uno come fanno quasi tutti gli altri. sennò c'è un ragazzo diciottenne di cui si parla benissimo, incrociamo le dita, anche se credo sia l'ennesimo bombardiere da lontano mentre a noi mancano soprattutto grandi atleti e difensori.

4. al mondiale e all'olimpiade ci sono molti posti riservati a squadre asiatiche, africane ecc che rendono piu facili gli incontri facili, col risultato di avere una prima fase (e conseguentemente un piazzamento nei dieci) piu accessibile che non all'europeo. dove mancano gli USA e quindi è piu facile vincere, ma la concorrenza per i posti di rincalzo è maggiore.
ℬaruch
00giovedì 17 settembre 2015 18:59
Re: Re: Re: Re:
ReflexBlue74, 17/09/2015 17:19:



Ah, quindi nemmeno di basket ci capisci niente.  



Niente niente no. Tiro da 2 e tiro da 3 li so. La regola dei passi la padroneggio. E so che Caserta era fortissima ai tempi di Oscar   Volevo solo dare a Drenai la possibilità di esibire il suo bagaglio tecnico sul basket, che mi pare elevato come quello del calcio (grazie mille Drenai)
ReflexBlue74
00giovedì 17 settembre 2015 19:28
Però anche integrando le nostre competenze siamo fermi a calcio, tennis e basket.
Qui urge l'intervento di Boks che farei esordire con questo interrogativo. Se Federer è il Totti del tennis, chi è il Totti del rugby?
Drenai71
00venerdì 18 settembre 2015 10:20
Re: Re: Re: Re: Re:
ℬaruch, 9/17/2015 6:59 PM:


Volevo solo dare a Drenai la possibilità di esibire il suo bagaglio tecnico sul basket, che mi pare elevato come quello del calcio (grazie mille Drenai)



he he grazie ma non è così, magari. col calcio ci sono cresciuto fin dalla culla (come tutti noi credo), è parte integrante del nostro humus culturale. del basket seguo in modo attivo solo la NBA, del basket FIBA, tranne i grandi apuntamenti, durante la stagione mi interesso poco. lo stesso vale per la maggior parte degli altri sport che mi piacciono (ciclismo, rugby, tennis ecc) per dedicargli lo stesso tempo del calcio dovrebbe essere un lavoro. e manco basterebbe credo, il calcio è una parte troppo grossa della vita vera e propria.
alenboksic71
00venerdì 18 settembre 2015 10:55
Re:
ReflexBlue74, 17/09/2015 16:56:

Ho pensato allo stronzo anche per via della longevità, e dell'essere sbocciati a cavallo tra due epoche. Tecnicamente, oltre alla pulizia del gesto tecnico, li accomuna l'istinto innato di governare lo spazio e le trame di gioco. Loro vedono il gioco.

E nel caso dello stronzo è una delle prove di quanto possa essere imperscrutabile e sorprendente la natura. Cioè, quel cervello bacato, quel cervello che ha una profondità di pensiero paragonabile a un'ameba cerebrolesa, è capace di associazioni e ideazioni complesse stupefacenti.

Esco pure io.


Non ci avevo pensato. E' vero, per pulizia del gesto tecnico e inventiva e per capacità di mantenersi per lungo tempo ad alto livello, lo scemo e Re Roger si somigliano.
Ma a questo punto esco pure io.
ℬaruch
00sabato 31 ottobre 2015 10:25
Grazie al considerevole impatto mediatico dell'evento (2-3 giorni in apertura alta o bassa di Repubblica.it), sono stato raggiunto da qualcosa che riguardi la MotoGp, ovvero il contatto Rossi-Marquez. La cosa ha risvegliato un interesse minimo in me, magari anche un po' insano (come quello che fa piacere i gp di F1 solo se ci sono incidenti), ma quanto basta per formulare un giudizio, che volevo sottoporre agli amanti di questo sport e di questo campione, che è un idolo assoluto di ML. Insomma, l'opinione che ho tratto vedendo le immagini del contatto è che Rossi sia stato fenomenale a restare in piedi di fronte all'agguato di Marquez. Insomma, lo ha clamorosamente battuto in uno scontro cercato dallo spagnolo, in traiettoria. Non so, però, magari questa cosa è stata già detta o è una cazzata
Mark Lenders (ML)
10sabato 31 ottobre 2015 14:23
ℬaruch, 31/10/2015 10:25:

Grazie al considerevole impatto mediatico dell'evento (2-3 giorni in apertura alta o bassa di Repubblica.it), sono stato raggiunto da qualcosa che riguardi la MotoGp, ovvero il contatto Rossi-Marquez. La cosa ha risvegliato un interesse minimo in me, magari anche un po' insano (come quello che fa piacere i gp di F1 solo se ci sono incidenti), ma quanto basta per formulare un giudizio, che volevo sottoporre agli amanti di questo sport e di questo campione, che è un idolo assoluto di ML. Insomma, l'opinione che ho tratto vedendo le immagini del contatto è che Rossi sia stato fenomenale a restare in piedi di fronte all'agguato di Marquez. Insomma, lo ha clamorosamente battuto in uno scontro cercato dallo spagnolo, in traiettoria. Non so, però, magari questa cosa è stata già detta o è una cazzata



Ho il sospetto che tu sia ironico  
Ti dico la mia, punto per punto. Partendo dall'inizio.
Rossi, dopo due anni in Ducati buttati nel cesso, sembrava solo in parte recuperato ai massimi livelli: nei primi due anni del ritorno in Yamaha aveva dimostrato al massimo di poter vincere un paio di gran premi all'anno, senza mai poter lottare per il titolo. Colpa dell'età che avanza, in massima parte, ma anche di una concorrenza che non c'era mai stata prima. Biaggi e Gibernau stanno a Lorenzo e Marquez come l'attuale Serie A alla Champions League. Solo Stoner era al livello dei due spagnoli, ma era anche molto debole di testa e non a caso si è ritirato giovanissimo perché non sopportava lo stress. Quest'anno, a sorpresa (almeno per me) Rossi è riuscito a fare un ulteriore step e a tornare competitivo con Jorge e con Marc. In realtà il primo l'aveva fregato anche l'anno scorso, in classifica generale, ma solo perché quello aveva avuto grossi problemi nel finale di stagione. Quanto al secondo, per me al momento è nettamente il più forte, ma tra la Honda che ha sbagliato lo sviluppo e a metà stagione ha dovuto fare dietrofront e le troppe cadute quest'anno non è stato in lotta per il mondiale.
Tra le cadute di Marquez ce n'è stata una in Argentina, a inizio stagione, a seguito di un contatto con Rossi e in un gp poi vinto da Rossi:

Lì è iniziata la ruggine tra i due (io stesso non giurerei sulla totale buonafede di Valentino), che poi si è consolidata ad Assen quando sono arrivati a giocarsi la gara all'ultima curva:

Vero è che pure in questo caso Rossi era davanti e poteva scegliersi la traiettoria, ma si tratta di un'altra manovra al limite.
In entrambi i casi Marquez ha palesemente rosicato, ma a livello di dichiarazioni non è andato oltre il "da Valentino c'è sempre da imparare" (la prima volta) e "anche oggi ho imparato qualcosa da Valentino" (la seconda volta).
Rossi dal canto suo è stato bravissimo a cogliere tutte le opportunità per portare a casa 4 vittorie, e soprattutto è stato bravissimo a non scendere quasi mai dal podio, che finora ha mancato in due sole occasioni finendo peraltro quinto a Misano quando Lorenzo è caduto (quindi tutto sommato fu ultrapositivo) e quarto in Australia (ma sul gp d'Australia ci torneremo). Non è certamente il più veloce, non lo è più. Nei turni di prove e di qualifiche finisce regolarmente alle spalle dei due spagnoli e non di rado anche di altri piloti, ma resta il migliore ad adattarsi alle condizioni mutevoli (di tempo, di gomme, di bagarre) di una gara da 40 minuti. Infatti quasi sempre succede che il venerdì e il sabato annaspa, ma poi la domenica è puntualmente davanti a giocarsi la gara: non è un caso, non è culo, non è un miracolo. E' che lui è proprio un animale da gara, un agonista assoluto. Tanto Lorenzo è implacabile quando fa gara solitaria potendo scegliere le traiettorie migliori, tanto Rossi si esalta nel braccare i battistrada e nel successivo corpo a corpo con questi. Marquez invece ha tutte e due le cose: va fortissimo in prova ed è pure un animale da gara.
Fino a tre gare fa non avrei saputo dire se sarebbe stato più giusto un mondiale a Lorenzo (quest'anno alla pari di Marquez come velocità pura, ma più bravo a non finire col culo per terra) o a un Rossi encomiabile per come, a 36 anni suonati, riesce ancora a giocarsela con questi diavoli. Ti faccio un esempio tennistico: è come Federer che ancora prova a giocarsela con Djokovic. Lo vedi che ormai gli manca qualcosa, per mere questioni anagrafiche, ma non puoi non fare il tifo per chi prova a ribellarsi alle leggi del tempo. Quando Rossi era ancora al 100% e Lorenzo era già Lorenzo, magari non questo Lorenzo ma già un ottimo Lorenzo, Valentino gliele ha sempre suonate. Molti più dubbi ce li ho invece se parliamo di Marquez, nel senso che da quando è arrivato in MotoGp è stato quasi sempre lui a suonarle al vecchio Valentino. Bisognerebbe capire cosa sarebbe successo ad età pari, ma credo che in questo caso solo alla fine della carriera di Marquez, contando vittorie e titoli, si potrà stabilire chi dei due è stato il più grande. Lorenzo, dal canto suo, è invece avviato a vincere la metà, o poco più della metà di quanto ha vinto Rossi. Che è comunque tanta roba, ma dà l'idea dei valori assoluti.

Dopo questa necessaria premessa, senza la quale forse avresti capito poco, arriviamo agli ultimi due gran premi, Australia e Malesia. In Australia la classifica è stata: Marquez, Lorenzo, Iannone, Rossi. Con due sorpassi all'ultimo giro: Marquez su Lorenzo e Iannone su Rossi. Valentino ha fatto i complimenti a Iannone (mentre mezza Italia lo insultava), ma poi, quattro giorni dopo, alla vigilia del gp di Malesia, ha attaccato frontalmente Marquez accusandolo di aver "giocato". Secondo Rossi, che invita tutti a controllare i tempi sul giro e meglio ancora i parziali dei giri, Marquez in Australia andava nettamente più forte di tutti, ma ha usato questa sua supremazia soprattutto per danneggiarlo. Ha fatto andare avanti Lorenzo, anche se probabilmente poteva essere lui a fare gara di testa, e quando era davanti a Valentino girava un secondo più piano di Lorenzo (facendo quindi da tappo); poi, non appena Rossi riusciva a superarlo, improvvisamente reagiva con cattiveria, lo ripassava e si rimetteva a fare da tappo. Tutto questo fino a un paio di giri dalla fine quando ha definitivamente rotto gli indigi e in men che non si dica è andato a prendere Lorenzo vincendo la gara. Quest'ultima circostanza ha un po' confuso le acque, e infatti la prima reazione generale alla sparata di Rossi è stata molto scettica. Tutti (me compreso) hanno pensato che si trattasse di una manovra dialettica per innervosire gli avversari.
Invece poi in Malesia succede che Marquez come al solito va fortissimo in prova, Valentino riesce comunque a fare meglio di Lorenzo (griglia di partenza: Pedrosa, Marquez, Rossi, Lorenzo), ma poi in gara succedono di nuovo cose strane. Pedrosa scappa via e non lo rivede più nessuno, Rossi ha la colpa di farsi passare quasi subito da Lorenzo, prova a riacchiapparlo passando Marquez, ma a questo punto Marquez rifà lo stesso giochetto: quando è davanti lui gira pianissimo (un secondo a giro meno di Lorenzo e del tempo che lo stesso Marc aveva fatto nel warm up di due ore prima), ma quando Rossi lo supera lui reagisce con ancora più cattiveria che in Australia (in un paio di occasioni prima del contatto fatale è Marquez a essere da "cartellino arancione") e tutte le volte si rimette davanti a fare da tappo. Qui il video integrale di tutti i sorpassi, in maniera da poter capire come si è arrivati a quello incriminato:


Ora, io non sono un motociclista e quindi non so dirti se a buttare giù Marquez è stato un calcio, oppure se nel contatto tra le due moto gli si è chiusa la leva del freno (come sostiene Rossi), né se è vero che Marquez abbia provato a dare una testata a Valentino. Le uniche cose che mi sembrano pacifiche sono due: 1) Rossi rallenta volutamente, lo guarda un paio di volte, e cerca di mandarlo più all'esterno che può, possibilmente fuori dalla pista; 2) Marquez ha corso dall'inizio alla fine per danneggiare Rossi pur avendo la moto non dico per prendere Pedrosa, ma almeno per stare con Lorenzo. Quindi per me le sanzioni che sono state comminate sono tutte sbagliate. Rossi era da bandiera nera (esclusione dalla gara) o perlomeno da ride-through, ma in ogni caso andava penalizzato DURANTE e non dopo. Marquez, dal canto suo, doveva essere in qualche modo punito per la condotta palesemente ostruzionistica. Magari anche solo togliendogli qualche "punto patente", ma almeno evitando di creare un precedente pericoloso, perché in questo modo - al netto delle antipatie personali - si autorizza il gioco (sporco) di squadra.
Rossi ha sbagliato perché sbroccando in questo modo è passato da leggero favorito a pesantemente sfavorito nella lotta al titolo, e perché comunque ha fatto una manovra deliberatamente scorretta macchiando la sua immagine. Marquez ha sbagliato perché con la sua condotta antisportiva in ben due gare ha di fatto falsato il più bel mondiale degli ultimi 15 anni. E lo stesso Lorenzo non ci ha fatto una bella figura perché poteva starsene zitto e godere in silenzio, mentre si è infilato da solo in una polemica che non lo riguardava (c'è anche ci dice che i due spagnoli erano d'accordo, ma io non ci voglio credere) facendo dichiarazioni e gesti piuttosto sgradevoli. Insomma hanno perso tutti. Fino a un mese fa se le davano correttamente in pista e all'apparenza si rispettavano molto anche fuori, poi non appena il gioco si è fatto duro hanno sbracato uno peggio dell'altro. Tuttavia una distinzione vorrei farla lo stesso. Posso capire Lorenzo, che si sta giocando il mondiale e che con un po' di sfortuna in meno magari sarebbe andato in testa alla classifica già a settembre. Posso capire, anche se non lo giustifico, Rossi che a un certo punto ha perso la brocca. Quello che mi pare più grave, invece, è che Marquez abbia fatto finta per mesi e mesi. Sempre quel sorriso finto sulla faccia, e sotto un rancore covato da chissà quanto. Perché vedi, pure Rossi è un rancoroso e non di rado in carriera ha usato le maniere forti in pista (con Gibernau e Stoner, in particolare) e fuori (con Gibernau, con Stoner, con Lorenzo, ma soprattutto con Biaggi). I campioni sono così, sono dei figli di puttana che passano sopra a tutto e a tutti. Però Rossi i suoi avversari li ha sempre affrontati a viso aperto. Con Biaggi e Gibernau arrivarono a mettersi le mani addosso. Pure con Capirossi, prima di riappacificarsi e tornare amici, ci furono grosse questioni personali. Ma sempre alla luce del sole, prendendosi la responsabilità. Marquez invece ha agito come un sorcio. E prima di fare un torto a Rossi, o allo sport in generale, ha fatto un torto a se stesso. Perché un campione assoluto come lui certamente è non può abbassarsi a certi giochetti, né tantomeno nascondersi nell'ombra. Rossi perderà il mondiale, ma Marquez ha perso la faccia e credo anche tanti tifosi in giro per il mondo.
ℬaruch
00sabato 31 ottobre 2015 18:12
Che dirti: grazie. E' stato come leggere un libro didattico. E non lo meritavo, io che avevo visto solo il momento del contatto    e ne avevo tratto la parzialissima impressione che Marquez andasse addosso a Rossi. Apprendo, dal tuo intervento, anche che Marquez è forte. Chissà se dietro quel sorriso finto ha davvero una coscienza in grado di elaborare l'accaduto, può darsi anche di no, specie se supportata (come ho letto) da tanti tifosi e media che lo incoraggiano
Mark Lenders (ML)
00sabato 31 ottobre 2015 20:33
Marquez è talmente forte che, come dice lo stesso Rossi "a lui di Lorenzo non frega nulla. Lui pensa già a battere i miei record, e quindi sa che se vinco questo mondiale gli toccherà vincerne uno in più".
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