Alpino Sidari Daniele: "Pieta' l'è Morta"

Daniele S65
00domenica 8 marzo 2015 23:26
La mia naja

Che dire.....di aneddoti ne ho da raccontare, il problema e' descriverli nel miglior modo possibile e comunque non sono delle gran belle esperienze da passare per un ragazzo di vent'anni, posso solo dire che dal punto di vista formativo mi hanno fatto bene, ho cominciato il 3 luglio 1985 recandomi a Cuneo per il CAR, ero sin curioso di questa nuova e onorevole vita, con una bella dose di ingenuita' giovanile che ben presto si frantumo' con le prime "scioccanti" giornate di leva, sono tornato il 21 Giugno 1986 (mi pare...) sicuramente cambiato e piu' scaltro, o meno imbranato

CAR era il corso di formazione militare che tutti i giovani chiamati a svolgere il servizio di leva, all'epoca obbligatorio, dovevano fare per affrontare l'intero anno di servizio, per me fu un impatto tremendo, una realta' che pur avendone sentito parlare mai avrei immaginato cosi' scioccante nei primi giorni provandola di persona

Le urla dei caporali istruttori appena scesi dal camioncino che ci aveva accolto alla stazione, la forzata "cattiveria" nel far capire che si doveva solo che obbedire agli ordini, la maledetta ginnastica all'alba tutti i giorni ed in seguito le marce stressanti nel caldo estivo e quelle assurde fatte in piena notte cosi' come ricordo molto bene alcuni commilitoni, magari un po' piu' deboli di altri, svenire dopo decine di minuti in cui tutti eravamo costretti a stare sull'attenti alle adunate, sotto il sole

Non posso dimenticare inoltre le 5 bombe a mano tirate delle quali 3 da guerra, molto potenti e con una tecnica di lancio progressiva e senz'altro pericolosissima: la prima con il solo lancio e poi a terra, la seconda con il lancio, la corsa in direzione stessa del lancio e subito a terra, la terza con la corsa, il lancio in corsa senza fermarsi per buttarsi a terra poco prima della caduta della bomba stessa, tecniche di attacco e di avanzamento veloce, sia di squadra che di plotone ......

Tuttavia ho un bel ricordo del giuramento e del lungo pianto di sfogo che feci quando mio fratello maggiore e mia madre vennero a Cuneo per l'occasione e ho comunque un immagine positiva della citta', con Piazza Galimberti, dove ogni sera ci recavamo nella libera uscita per cercare di svagarci un po' prima di rientrare in caserma.....
Daniele S65
00domenica 8 marzo 2015 23:27
Pinerolo - Agosto 1985

Finito dunque il CAR mi trasferirono in quel di Pinerolo alla Caserma Berardi, qui passai circa 40/45 giorni con il ruolo definitivo di Fuciliere Assaltatore, dietro a questo ruolo cominciò così un'altra serie di programmi di addestramento piu' impegnati dei precedenti fatti al CAR, marce, attacchi, tiro ai poligoni, notturne e varie; un ricordo fra tutte queste esperienze in uscita è la mole dominante del Monviso, sempre presente a far da sentinella, mentre noi, in estenuanti marce, giravamo in lungo e in largo al suo cospetto

Ma il peggio di questo soggiorno precedente il definitivo collocamento a Ulzio, arrivò ben presto:
Un giorno, un commilitone gia' "nonno" quasi in congedo, ebbe la malsana idea di chiedere ad alcuni di noi, "burbe", un obolo per la cena dei congedanti, una sorta di aiuto che a suo dire si usava fare e che poi avremmmo avuto come rivalsa dai piu' "giovani" al momento del nostro congedo
Noi nuovi, pensando che fosse veramente usanza della naja, abboccammo subito all'amo e demmo a testa 10.000 Lire, l facemmo in 7 del nostro scaglione, ma solo perché il buon commilitone non fece in tempo a chiedere "donazioni" ad altri, a quel punto a me la cosa non mi stette molto bene e ne parlai ad un altro alpino del suo stesso scaglione che nego' assolutamente la storiella della cena dei congedanti, dal mio canto gli dissi di non dire nulla a nessuno e che in qualche modo avrei parlato al furbetto per aggiustare la questione fra noi

Mi disse di stare tranquillo.....

Il giorno dopo, il sottoscritto, insieme a tutti gli altri donatori, si ritrovò in ufficio del comandante della caserma, un Capitano di cui non ricordo il nome ma solo lo sguardo assatanato che, oltre a darci del "Fesso" uno per uno, ci strappo' in faccia la nostra prima licenza per passare a casa il week-end, dopo oltre un mese dalla partenza!! Fu un momento terribile, di vergogna, di umiliazione e di tristezza per quel sogno, la licenza, strappata in faccia e ridotta a brandelli, sembrava un film ma era la realta' e stava succedendo a me.....eravamo rei (parole del Capitano) di un "atto di debolezza che un Alpino non avrebbe mai potuto permettersi"!! [SM=g27825]

Trascorsi quel giorno come se fossi stato condannato a morte, invece di evitare guai per far passare senza tanti patemi quell'anno (cosi' pensai il giorno della partenza), i guai mi erano venuti a cercare, colpendomi e affondandomi, subito!! Il giorno dopo ancora peggio, all'adunata del mattino il Capitano, davanti a tutti, chiamo' l'alpino XXXXX accusandolo di aver compiuto un atto vile di nonnismo e lo puni' con 10 giorni di cella di rigore che per un militare in congedo vuol dire allungare di 10 giorni il servizio.....[SM=g27837]

Pensate a come potevamo sentirci noi nuovi arrivati di fronte ad un evento cosi' eclatante, roba da guardarsi le spalle a ogni passo fatto, io per primo....perché anche solo per solidarieta' di scaglione, molti "vecchi" la presero a male e non passo' molto tempo per aver ragione nel sentirsi perlomeno non al sicuro, l'alpino in questione difatti, un cuoco peraltro, proprio in mensa durante la distribuzione dei pasti non perse occasione di minacciarmi, molto astrattamente, ma lo fece: "Qualcuno stanotte non dormira'....' disse, anche se poi non successe nulla, per fortuna.... [SM=g27822]
Daniele S65
00domenica 8 marzo 2015 23:28
Settembre 1985 - Trasferimento a Ulzio

E fu cosi' che un giorno, credo nella prima decade di Settembre, arrivo' l'ordine di trasferimento in quel di Ulzio nella famigerata caserma dei Lupi che ormai gia' conoscevo di fama, ordine che fu esplicito per soli 7 alpini del 5° scaglione '85, fra i quali, l'alpino Sidari Daniele

Tornando un attimo indietro, c'e' da dire che quando partìi, un mio amico vicino di casa ex alpino che presto' servizio un paio di anni prima di me, senza che gli chiedessi nulla, si era premurato di avvertire un maresciallo della caserma di Cuneo per dirgli che io facevo il Macellaio, il lavoro che svolgevo all'epoca da circa un anno, quando me lo disse non e' che mi fece proprio piacere in quanto avrei desiderato tutt'altro che quel mestiere anche nella vita civile, soprattutto perche' era per me un lavoro provvisorio visto che avevo studiato come Tecnico Elettronico, figuriamoci praticarlo come militare con la misera paga che ci spettava, circa 60.000 Lire al mese (2.000 lire al giorno!!)
Ora io non so se mi designarono a Ulzio per questo motivo, del resto un macellaio mancava veramente lassu' ed in piu' io stesso in tutta onesta' dissi di esserlo quando me lo chiesero a Cuneo, ma ricordo bene anche che il giorno del cazziatone del Capitano a Pinerolo, egli stesso' ci promise di sbatterci lassu' a prescindere dai nostri futuri incarichi come da programma militare, come punizione, piu' che come necessita' organiche, insomma, non l'ho mai capito il vero motivo per cui io sia finito laddove la "pieta' l'è morta", fatto sta che vi passai il resto della naja, oltre 9 mesi!

Era Settembre dicevo, giorno di partenza con bel tempo, per fortuna, si perché ci caricarono sui CM52, camionette stravecchie con le panchine di legno sul cassone posteriore completamente aperto, in balìa di tutte le manifestazioni meteorologiche possibili, ma col bel tempo solo il vento rimaneva a tenerci freschi, meno male!

Buche stradali a parte che ci spaccavano la schiena, facemmo il viaggio da Pinerolo a Ulzio passando dal Sestriere ed il freddo preso su quel cavolo di camion, vestiti leggeri ovviamente perche' era comunque estate, fu memorabile!!

Arrivammo finalmente a destinazione e devo dire che entrare in quella caserma con quella scritta cosi' poco rassicurante non e' che ci riempisse di allegria, anche perche' 7 nuovi contro i gia' presenti 180 quasi tutti del 9°/'84 bastava ed avanzava come garanzia di problematiche potenziali, ma nello stesso tempo l'idea di esser parte integrante del plotone dei Lupi di Ulzio ci inorgogliva perché di quel posto, in un contesto di enfatizzazione sicuramente esagerata, se ne parlava fin dai tempi del CAR e tutti lo conoscevano per sentito dire, quasi mitizzato, mai avrei pensato di finirci dentro, perdipiu' come protagonista nei mesi venturi....si, perché il cuoco in una caserma di 200 elementi, ufficiali compresi, e' molto importante.... [SM=g27822]

Daniele S65
00domenica 8 marzo 2015 23:28
La Caserma di Ulzio

Eccoci alla meta, la destinazione finale del mio servizio di leva dove, da quel giorno, non fui piu' trasferito in nessun altro posto fino al congedo

Sapevamo di entrare in un sito militare dedicato ad un unica compagnia, la 34esima, il problema che noi non facevamo parte dello scaglione di turno, quello era il 9°/84 e lo componeva il 90% dell'intera caserma, su 200 alpini circa 170/180 erano fucilieri di quello scaglione, una decina del 2°/85, noi ultimi arrivati in 7 del 5°/85 piu' pochi elementi del 7°/84 e altri 2 o 3 tra 10°/84 e credo 3°/85

Il nostro primo pensiero era quello di dover probabilmente essere costretti a subìre tentativi di atti di nonnismo, anche se gia' in quegli anni il fenomeno in questione, a detta di tutti, era gia' praticamente scomparso rispetto ai decenni precedenti

Non ricordo ora cosa facemmo quel giorno, di sicuro ci assegnarono la camerata e i nostri effetti personali in dotazione ma al contrario ricordo benissimo che quella prima notte a Ulzio, tentarono di non farci dormire

Un gruppo di "vecchi", quelli un po' piu' spavaldi, non appena rientrammo dalla cena, ci fece scendere ai bagni di un piano sottostante il nostro per farceli lavare per benino, per evitare polemiche che sicuramente non avrebbero giovato prima di tutto a noi stessi, obbedimmo cercando di fare alla svelta per tornare poi alle nostre camere, il problema fu pero' che altri "vecchi" subito dopo si proposero per farci fare diverse cose quella sera stessa con l'esplicita citazione che non ci avrebbero fatto dormire ed a quel punto comunque capimmo che pur obbedendo non saremmo arrivati ad un epilogo positivo in poco tempo, questi avevano la netta intenzione di farci passare tutta la notte in piedi, iniziammo dunque a prender tempo tentando di convincerli che non era il caso di insistere oltremodo e la situazione ad un certo punto divenne piuttosto critica, fino a che qualcun altro del loro stesso scaglione comincio' a prendere le nostre parti avendo capito che si stava esagerando, furono momenti di tensione, in due si misero dalla nostra parte sdraiandosi per terra con una coperta dicendo che chi toccava noi toccava anche loro e siccome fra commilitoni dello stesso scaglione vi era un rigoroso rispetto, nessuno oso' piu' importunarci quella sera, grazie agli Alpini fratelli Bider (piemontesi) e Pastorino (commilitone di Masone)
I giorni successivi non successe nulla di particolare ma ben presto arrivarono le prime richieste di "branda", quella era una usanza ancora in voga in diverse caserme e per il quieto vivere accettammo di fare queste benedette brande, pensando anche che al massimo le avremmo fatte per una trentina di giorni, giusto l'attesa del congedo di quel maledetto scaglione.... [SM=g27826]

Daniele S65
00domenica 8 marzo 2015 23:29
Un Macellaio....Cuoco

Scorribande nonniste a parte, io arrivai a Ulzio per un ben preciso motivo: Mancava un macellaio e io, come dichiarato e come (forse) raccomandato, lo ero. Certamente inesperto visto che lo facevo come apprendista da poco piu' di un anno ma per quel che poteva servire, in una caserma andava benissimo, lì, certe raffinatezze di questo "nobile" mestiere di sicuro non erano richieste

E difatti come Macellaio c'era ben poco da fare, cisi approvvigionava di sola carne congelata gia' divisa in stalli disossati, il mio lavoro sarebbe dovuto consistere nello scongelamento di questi stalli e la preparazione per la cottura (taglio fettine, arrosti, spezzatini, tritate ecc. ecc.), ma no!! Troppo comodo per il sottoscritto......ovviamente in cucina mi dissero chiaramente che io avrei dovuto imparare a fare il cuoco per la truppa, il personale era sotto organico ed un macellaio con cosi' poco lavoro, per giunta "burba", non poteva permettersi questo lusso, doveva dare una mano, anzi, prendersi cura di un ben preciso compito, insieme agli altri chiaramente [SM=g27829]

Fu cosi' che mi misero a cucinare anche se in parte gia' ero capace, un ragazzo in particolare mi insegno' veramente bene, era gia' uno chef anche se cosi' giovane e lo si vedeva quando, da solo, preparava alcuni piatti di alta cucina per gli ufficiali
Io me ne stetti e lavorai sodo in quei mesi pero' non e' che mi andasse giu' questa cosa, mi facevo il cosiddetto "mazzo", altro che raccomandazioni varie o anche solo il saper fare un mestiere, meglio non saper nulla e non conoscere nessuno in questi casi, i Fucilieri per esempio, stavano meglio di me mille volte, facevano le loro esercitazioni quotidiane, mezzogiorno e sera pranzo e cena pronti, libera uscita e week end fisso in licenza a casa, cose che noi dei servizi di caserma manco ce le sognavamo!

Tanto per dire, oltre all'impegno di dover preparare il "rancio" a 200 reclute tutti i giorni ufficiali compresi, a turno dovevamo svegliarci un ora prima per preparare le colazioni e sempre a turno dovevamo restare fino a mezzanotte pronti in cucina per emergenze varie.
Per legge militare quelli della compagnia servizi non avrebbero dovuto svolgere "altri" servizi come il piantone alle camerate, il Comando Cucina (lavapiatti) e i turni di guardia, ma guarda caso a Ulzio si ignorava questa norma e ovviamente ci ritrovammo piu' di una volta a dover lavarci la cucina e tutto cio' che ne conseguiva, fare il piantonaggio e anche montare di guardia, delle quali il sottoscritto ne colleziono' ben 18 turni passando anche giornate intere in cucina dall'alba a mezzanotte, compresa quella dell'ultimo dell'anno..... [SM=g27837]

Insomma, noi, i cosiddetti "imboscati" lavoravamo piu' di chi spesso ci tacciava con questo aggettivo, incredibile!!

Daniele S65
00domenica 8 marzo 2015 23:30
"Pieta' l'è Morta" e il 9°scaglione '84

La caserma di Ulzio si diceva fosse una ex-caserma punitiva, a me parve invece ancora in auge piuttosto che ex come sito militare punitivo, la compagnia difatti era composta da parecchi militari piuttosto indisciplinati e ragazzi difficili con vite gia' segnate da situazioni ai limiti della legalita' ed in molti casi di pura illegalita', alcuni addiritura con il servizio di leva scontavano un anno di reclusione civile, ovvero venivano da case circondariali per poi ritornarci a fine servizio

La maggior parte di commilitoni con questo tipo di problemi ovviamente faceva parte dello scaglione di turno del programma fucilieri assaltatori, il 9°/84, seguito poi dal 2°/'86 anche se quest'ultimo non mi diede nessun tipo di problema, sia per la questione dell'anzianita' da me perseguita col passare dei mesi, sia perché i ragazzi con problemi sociali in questo scaglione furono davvero pochi

Ma fu appunto proprio il periodo di convivenza con il vecchio scaglione, come gia' accennato per il primo giorno a Ulzio, che passai alcune esperienze, anche indirette, piuttosto cruente

Bisogna subito dire che in ogni caso c'era una sorta di capo, il piu' forte forse e anche il piu' "cattivo" fra i cattivi, uno che non scherzava e che non ci voleva molto a capirlo quando faceva sul serio, bastava guardarlo in faccia e, se scherzava, conveniva ridere con lui e se mai avessi avuto bisogno di qualche dimostrazione per convircemene, l'occasione presto arrivo', anzi, due furono gli episodi che mi colpirono molto su questo personaggio:

In sala mensa, un giorno, un vecchio del 9°, con arroganza, non ricordandomi esattamente cosa, fece comunque un torto ad un mio collega di scaglione, questi, stufo di sopportare certe angherie perse le staffe e rispose malamente, da lì iniziò una discussione che presto fini' in rissa, giusto il tempo di dividerli e partirono le scontate minacce dal vecchio, in effetti ero convinto che il mio collega quella notte stessa avrebbe avuto dei problemi ma non successe nulla e non per caso, fu proprio un ordine del "capo" a calmare gli animi, il giorno seguente, sempre in mensa, accadde infatti che in puro stile mafioso il mio collega venne "invitato" a sedersi al tavolo del "capo" perché lui voleva avere spiegazioni chiare sull'accaduto, l'atteggiamento di questo personaggio mi impressiono' non poco, faceva finta di nulla, come se "per caso" il mio amico si andasse a sedere al suo tavolo quando invece quell'ordine lo diede proprio lui...

Seguìi da lontano la scena del "colloquio" che duro' una decina di minuti, finì comunque con un avvertimento al mio amico di non provare piu' a ribellarsi in quel modo contro un suo coscritto e che se avesse avuto qualche problema con altri commilitoni avrebbe dovuto prima parlarne con lui, consiglio che ognuno di noi fece suo in previsione di altri possibili incidenti "diplomatici" fra "burbe" e "nonni"

Ma questo fu solo un primo approccio nel tentare di capire con chi avevamo a che fare, vi fu un altro episodio, questa volta un po' piu' serio, che mi convinse della rudezza di questo personaggio

In un turno di guardia, proprio al cuoco che mi insegno' a cucinare, anch'esso di uno scaglione superiore al mio (2°/85) ma sempre inferiore al principale 9°/84, gli vennero sottratti dal portafoglio ben 150.000 Lire, non si sa il perche' lui avesse quella somma e perché lo avesse lasciato sulla branda abbandonandolo per due ore del turno, ma cosi' successe e i soldi sparirono; finito il turno di guardia, composto da altri due membri di cui uno del mio scaglione, il mio capo cuoco, accortosi dell'ammanco punto' il dito sull'unica recluta presente nello stanzino delle guardie in quel turno, ovvero il mio collega di scaglione, ovviamente lui nego' tutto ed il cuoco stesso, credendogli, cerco' in qualche modo di ipotizzare un altra soluzione per capire chi e come avrebbe rubato quei soldi, passo' nemmeno un giorno e la voce arrivo' alle orecchie del "capo" e dei suoi scagnozzi, era palese il fatto che i soldi li avesse presi il mio coscritto, la dinamica dell'operazione di cambio guardia di quel turno sembrava non porre dubbi, come spiegato dal cuoco, in quello stanzino, in due vi si ritrovarono a dormire per quelle due ore in attesa di montare di guardia, uno dei quali dello stesso scaglione del cuoco e comunque il classico bravo ragazzo, un buono, di quelli che li si vede subito come incapaci di commettere atti illeciti o disonesti, l'altro invece, il mio collega, un tipo che comunque nessuno conosceva ancora bene ma qualcuno, forse, vide subito in lui cio' che altri non vedevano, me compreso
La sera dopo infatti, un "commando" di tre ragazzi amici del capo gli si affiancarono e lo accompagnarono nel deposito dei mezzi militari, io seguìi la scena da lontano e inizialmente sentìi degli urli, poi dei ceffoni ben dati, un bel po' direi e passati un po' di minuti vidi uscire tutto il gruppo dal capannone con il presunto ladro in mezzo, prima che arrivassero loro salìi in camerata per avvisare il cuoco del fatto e quando arrivarono il ladro confesso' tutto davanti a lui che reagi' piuttosto malamente tentando di rifilargli anch'esso qualche sganassone, invano, perche' noi presenti quella sera in camerata ci mettemmo in mezzo, non certo per dar man forte all'ormai definito ladro, quanto perche' quel povero cristo era gia' veramente malridotto da quante sberle aveva preso, tutto rosso in faccia e con il sangue al naso
Ma per quel ragazzo fu l'inizio di un vero incubo, dalla sera successiva, proprio il capo di tutti comincio' a perseguitarlo, per almeno una settimana non passo' sera che non lo prese a botte, certo se le meritava anche ma per il carattere che ho io, il veder trattar male una persona per giunta con atti di forza virulenti mi induceva comunque a tentare di calmare l'animo di quel "duro" alpino che tutti temevano e rispettavano, rendendomi conto comunque, essendo cuoco, di essere in una posizione piuttosto rispettata, anche dai vecchi (ma non sempre eh...), una di quelle sere cosi' "vivaci" riuscìi a far smettere il picchiatore nel suo atto, glielo chiesi per favore facendogli notare che il collega alpino la lezione l'aveva ben imparata e che non era piu' il caso di continuare cosi' anche perché prima o poi qualcuno in alto per forza di cose ne sarebbe venuto a conoscenza e visto che lui, il capo, aveva da scontare qualcosa come 40 giorni di cella di rigore presa nel periodo finale della naja, quindi congedo ritardato di 40 giorni, non gli sarebbe oltremodo convenuto insistere......gli ero simpatico per mia fortuna e mi diede retta, piu' o meno.... [SM=g27829] .....qualche altro ceffone se lo prese il malcapitato la sera dopo ma fu l'ultima volta

Fu l'ultima volta perché comunque se non le botte subìte, il capitano venne a sapere del fattaccio commesso e fu un attimo per lui deciderne il trasferimento "altrove", non lo sappiamo dove fu mandato il mio collega di scaglione ma il Capitano capìi subito (o quasi, viste le botte gia' prese) che non avrebbe piu' potuto stare lì a Ulzio......dove appunto la Pieta', l'è morta....
Daniele S65
00domenica 8 marzo 2015 23:36
...9 mesi lassu'...

E si ormai avevo inquadrato la situazione ed a quel punto 9 erano i mesi che avrei dovuto far passare ancora, prima del congedo.
Mi rassegnai per forza di cose e cominciai a lavorare sodo, se non altro per non pensare continuamente al giorno piu' bello che mi avrebbe fatto tonare tra i civili ma piu' che tra "civili" io pensavo tra le "persone libere"; certo, la sensazione che provavo difatti era quella di essere completamene in balìa dell'esercito e cio' che rendeva talvolta triste era esserlo fra gente cosi' di basso livello, senza essere presuntuoso ma in quel contesto chiunque lo avrebbe pensato

E se questa era l'impressione con chi, non ufficialmente ordinava e faceva un po' quello che voleva, piu' vergognoso trovavo quando alcuni graduati ci tenevano in scacco a loro servizio e piacere, questa volta ufficialmente
Ricordo bene "il magiur", un sergente maggiore piuttosto severo e carismatico che comandava la nostra sezione servizi/cucina, che una mattina d'inverno ci fece stare all'alzabandiera, una decina di minuti sull'attenti mentre ci si stavano congelando le orecchie, all'ordine del riposo scappammo in cucina, accendemmo i fuochi per scaldarci ma piu' che un sollievo provammo del gran dolore.....terribile e lui se la rideva
Oppure un'altra volta, non contento di un mio spezzatino con patate servito in mensa ufficiali oltre che per la truppa, mi fece chiamare e mi fece mangiare la sua porzione perché, a suo dire, "faceva schifo", naturalmente me lo mangiai tutto e comunque, credetemi, era buono e tutt'ora lo spezzatino che faccio io a casa (ormai capita raramente), mia moglie lo apprezza eccome [SM=g27827]
Poi immancabilmente c'era anche un Maresciallo che, abitando li a Ulzio, non mancava di usare anche per sé i vari servizi della caserma: Una volta si fece asfaltare la piazzola del suo cortile di casa per esempio, un'altra volta invece uso' il sottoscritto per disossare e preparare in vari stalli un cinghiale da lui cacciato, naturalmente anche questo un lavoro eseguito a casa sua

Persino il tenente medico fu un po' "nonno" quando venne il momento del vaccino annuale, mi conficco la siringa sul petto e mi lascio' lì, come un ebete, andandosene a farsi un giro e tornando dopo 5 minuti buoni....non saprei nemmeno dire il perche' di un'azione del genere, lo aspettai senza battere ciglio, giusto per non dargli soddisfazione...... [SM=g27825]
Daniele S65
00domenica 8 marzo 2015 23:37
Il congedo del 9°/84

Il primo vero passo, significativo in ordine di tempo, fu il congedo del maledetto scaglione del 9°/84

Dopo averci passato quasi due mesi di convivenza, il giorno dell'addio ai vecchi fu una sorta di liberazione per tutti noi giovani, rimanevano altri ovviamente, quelli del 2/85 ma erano pochi in quanto anch'essi presenti per i reparti servizi della caserma, come noi

Tuttavia non tutti quelli del 9° partirono subito, rimasero i piu' tosti, coloro che subirono cella di rigore nei mesi precedenti e che per questo prolungarono la naja a seconda dei giorni di punizione avuti, tra l'altro, fra questi, vi fu un commilitone del 7°/84 ancora presente perché detentore del maggior numero di giorni di punizione di rigore presi: ben 54!! Si congedo' infatti dopo la data del 9°/84, comunque sia non passarono venti giorni che se ne andarono proprio tutti, anche i peggiori

Fini' cosi' definitivamente un periodo di soprusi effettuati ai danni di miei commilitoni, non fummo piu' "convocati", come successe anche a me una volta, a cantare per il piu' vecchio di tutti (7°/84), oppure nessuno prese piu' schiaffi in piena notte, a caso, dal famigerato capo!!
E a tal proposito, mi spiego meglio:

Normalmente questo personaggio si comportava, "tra virgolette", bene......quand'era sobrio in ogni caso non faceva azioni provocatorie né atti di disturbo verso nessuno; il problema nasceva quando costui si metteva a bere o, in qualche modo, a drogarsi, ecco allora il cambio di personalita', si doveva veramente stare attenti a come ci si poneva e anche senza fare nulla, qualcuno talvolta ne fece le spese:
Una sera, per esempio, ormai tutti in branda, arrivo' di corsa nella nostra camerata, entro' in una camera precedente la mia e comincio' a schiaffeggiare il primo che trovo', poi uscìi ed entro' nella mia, diede un forte scossone al letto spostandomelo, subito gli dissi che cosa stesse facendo e per quale motivo, quando mi riconobbe mi disse che non sapeva che lì c'ero io e mi chiese scusa, ma non fu cosi' fortunato il commilitone mio vicino di branda perché poi se la prese con lui schiaffeggiandolo, era infoiato e non c'erano santi che tenessero, doveva picchiare qualcuno, ad un mio secondo intervento, ovviamente solo verbale, smise e se ne ando'
Ora io non e' che voglio evidenziare una mia bravura nel dissuadere elementi del genere a compiere certi atti, diciamo tristi, ho avuto fortuna quella sera solo perché, essendo cuoco, godevo in generale di un certo rispetto ed anche perché nei suoi confronti ho sempre avuto un ruolo di mediatore e gli ero anche simpatico, conversava volentieri con me e non solo per problemi di nonnismo, per fortuna ripeto, perché fisicamente era una persona difficile da fermare, era tosto eh....

Insomma, alla fine se ne ando' anche lui.....e comincio' l'inverno...
Daniele S65
00domenica 8 marzo 2015 23:41
L'Inverno a Ulzio

Archiviata la pratica 9/84 cominciò l'attesa del nuovo scaglione di maggioranza, quello su cui ruotava il sistema militare di addestramento a cadenza annuale ma prima dell'arrivo del 10/85 noi della compagnia servizi dovemmo fare i conti con l'arrivo del freddo, del gelo e della neve, insomma arrivò prima l'inverno

Una cosa che notai fin fa Settembre era che lo si poteva tenere facilmente sotto osservazione, i monti intorno a Ulzio viaggiavano tutti a quote sfioranti i 2900/3000 metri e il conto alla rovescia per il Generale Inverno consisteva nel veder abbassarsi ad ogni perturbazione, o quasi, la quota di attecchimento neve, un buon indicatore se non ricordo male fu il Monte Seguret (credo 2910 m ma farò ricerche in rete appena possibile), sovrastante la conca del borgo valsusino ed ancor meglio osservando ben più lontano il molosso della vallata Piemontese: Il Rocciamelone(3500 m circa).....

Nota complementare di Gianni Sperone


Monti di Ulzio...

Dai dati a disposizione, la piatta conca di Ulzio risente certo, talora, di brutali inversioni termiche ma, la soglia dei -20°C, ufficialmente, non è mai stata superata, seppur sfiorata!
I monti d'intorno, come giustamente osservavi, sono anzitutto il Seguret (2.926 m /slm), parte delle Alpi Cozie, dalla caratteristica forma piramidale che domina l'abitato di Ulzio (Oulx alla francese).
Di grande interesse geologico, tale monte rappresenta l'unico esempio di roccia dolomitica presente in Val Susa; sulle sue pendici, si aprono diverse grotte e caverne.
La vetta è raggiungibile da un bivio sulla SS 24 tra Exilles e Salbertrand; risalendo la strada militare fino al Forte Pramand e da qui attraverso la Galleria Seguret (ardita opera del genio militare, lunga oltre 800 metri, realizzata in quattro anni di lavoro e conclusa nel 1929); dal termine della galleria, un sentiero porta in vetta, attraversando la zona delle Grotte dei Saraceni.
Dalla sommità, dove è posta una Croce, è notevole la veduta sulla piana di Ulzio, il Rocciamelone e la cresta sommitale che, dall'Assietta, giunge sin sopra il Sestriere ai 2700 metri del M. Fraiteve, sede dal 1959 al 1978 di una Stazione AM.
I 3130 metri dello Chaberton svettano sopra Cesana, a cavallo del confine I-F, dunque, totalmente fuori gioco per la conca di Ulzio.
Ulzio: fredda ma pure calda; 1-2 volte l'anno, con deboli correnti zonali compressive, la Stazione ARPA, a fianco dell'Autofrejus supera, sia pure in maniera decimale, la soglia dei 30°C (e, magari, con Tn all'alba di 8-9°C!)
Infine, sul Rocciamelone (3537 m), non discuto sulla possanza della propria sagoma piramidale, ed è pure vero che l'ascesa in vetta costituisce una delle maggiori ragioni/traguardi di vita in una notevole percentuale dei Valsusini (::). Esserci sopra, ti assicuro, è ben modesta cosa. Dopo un tracciato boliviano in auto, dai 500 m di Susa ai 2200 m dei resti del Forte "La Riposa", ci si spezza le gambe, cuocendo sotto il sole a picco, seguendo un sentiero fra erti prati costellati di globosi ed ininterrotti residui intestinali bovini ed ovini. Dopo un'ora e mezza, si arriva "cotti" e delusi ai 2860 metri del pessimo Rifugio Ca' D'Asti ove, sarebbe preferire sceglier di pernottare in Gambia !).
I più volenterosi, tuttavia, partono all'alba successiva per le ultime due ore e mezza abbondanti sino alla vetta: se il cielo è limpido, verso E, si vede distintamente Torino ma, mi parlarono di un tratto di sentiero molto esposto e strettino con corda fissa per reggersi. Non faceva per me e mi fermai dov'ero arrivato.
Infine, da annotare, la gran differenza e difficoltà d'ascesa sul versante N (che adduce alla I delle Valli di Lanzo). In parecchi tratti, permangono nevai tutto l'anno pur quando, i pendii


Insomma, osservando la vasta gamma alpina offerta dalla Val di Susa, con l'ottima descrizione di Gianni che ringrazio, ci si poteva se non altro rendere conto che a breve la dama bianca sarebbe scesa a valle per stazionarvici durante l'inverno e in un paese alpino, ad una quota di 1.100 metri slm, non ci si potevano certo aspettare solo occasionali spolverate ma ben altro....e cosi' fu infatti!

Faccio fatica a ricordare le date ma mi sembra che la prima vera nevicata arrivo' a fine Ottobre '85, ovviamente si sciolse ma non passo' molto tempo nel riveder fioccare prima di Natale in svariate occasioni, ricordo bene anche un episodio caldo in pieno gennaio con pioggia e il lamento di un mio amico commilitone, puro valsusino abitante di Bruzolo, che gia' all'epoca a veder piovere nel mese invernale per antonomasia a quella quota rimase molto deluso e si pensi che proprio in quegli anni cominciavano i media a parlare di effetto serra e di cambiamenti climatici imminenti nonché di "desertificazione" in avanzamento dal sud.....

Ma la vera botta invernale arrivo' eccome, passammo credo dalla seconda quindicina di Gennaio ai primi di Marzo praticamente in un contesto bianco omogeneo e di ghiaccio quasi continuo, ricordo il piazzale dell'adunata coperto da uno strato di neve pressata prima e di ghiaccio in seguito che sembrava non sciogliersi mai, l'ultima nevicata, e questa la ricordo bene, fu del 30 Aprile 1986, passammo il 1° maggio ancora con il paesaggio completamente bianco....

E in tutto questo altalenarsi di nevicate, perturbazioni, giornate soleggiate ma fredde e ventose che caratterizzarono quell'inverno ebbi l'onore e l'onere, oltre a fare il mio lavoro, di effettuare marce, campi all'aperto e persino turni di guardia......e a proposito di turno di guardia, ne feci uno memorabile, uno fra tutti che non dimentichero' mai:
Pomeriggio libero, domenica, visita della mia fidanzata (ora mia moglie) venuta da Genova a trovarmi con gita al Sestriere grazie ad un commilitone che mi presto' l'auto, il termometro digitale quel giorno, col sole, segnava -22°C (cosi' vidi e cosi' riporto ben conscio della assoluta inaffidabilita' di questi pseudomisuratori termici), la notte stessa montai di guardia a Ulzio, 900 metri piu' in basso, non so a quanto fossimo, so solo che mi si congelo' la barba per intero, gli occhiali e gli occhi che lacrimavano con lacrime che ghiacciavano sulla pelle, superimbottito camminai avanti e indietro in tutti e due i turni di guardia notturni (due ore l'uno), fino al punto che quasi congelato e dopo aver contato oltre mille passi, mollai tutto e mi infilai dentro l'auto di un tenente, rischiando la cella di rigore....." [SM=g27825]

Ora non posso quantificare gli apporti nevosi ad ogni evento occorso, non la misurai e comunque non ricordo nemmeno ipotetici e sommari conti eventualmente intrapresi, ho ben in mente spessori consistenti in piu' occasioni, almeno 10/15 cm per 4/5 volte e un paio di volte anche superando i 30/40 cm, mai sicuramente la classica metrata, quella no perché non ci fu, altrimenti la ricorderei cosi' come ricordo gli sciatori che facevano fondo in una classica pista battuta, sulla destra orografica della Dora di Bardonecchia

Tra quelle marce effettuate fu piuttosto cruenta quella fatta il 16 Aprile, esattamente sopra il traforo del Fréjus, da considerare invernale perche' sotto una bufera di neve, a seguire un vecchio tracciato montano ma che per buon senso del nostro capitano (il genovese Oliviero Finocchio, oggi Generale)non finimmo, facendo dietro front a poco piu' della meta' del tragitto, continuare in quelle condizioni in effetti sarebbe stata una follìa

Per quanto riguarda il freddo, ovvero la misurazione reale del freddo che fece quell'anno a Ulzio, purtroppo non posso dare informazioni esatte in merito, ho cercato dati meteo storici relativi a questo borgo ma non ho trovato nulla, come gia' accennato all'inizio del racconto so solo che mi capito', come gia' detto, di montare di guardia in condizioni molto estreme cosi' come di cucinare nei campi esterni in esercitazione, in un campo all'aperto poco sopra Bousson, essendo cuoco, mi capito' di ritrovarmi nel giro di 10 minuti, pelando patate, a dover buttare a bollire un blocco di ghiaccio farcito di patate pelate. Sensazioni forti e dure da sopportare che non provai mai piu' in vita mia, nemmeno nei miei quasi vent'anni di escursionismo in montagna appenninica con talvolta -8°C o -10°C misurati, sia sul monte Maggiorasca (1804 m)in Val d'Aveto, sia sul monte Antola (1597 m) in Val Trebbia

Nota complementare di Gianni Sperone:

Meteonote: Ulzio è ventosa, certo e, per tale motivo difficilmente raggiunge TN molto "spinte" sebbene l'effetto windchill sia terribile...trattasi inoltre di una conca piatta ma, "a biforcazione" fra valle che adduce a Cesana e quella che giunge a Bardonecchia. Dunque, un certo qual rimescolamento d'aria, pure la notte...indubbiamente limita il crollo verticale delle "minime".
In ogni caso, la soglia dei -20°C viene superata solo eccezionalmente: è probabile che fra il 1985 ed il 1987, il "ventello" negativo sia stato occasionalmente superato ma di poco.
Bousson, a 1400 m/slm. è poco ventosa ma assai più fredda di Ulzio, con un dato minimo assoluto che mi risulta essere di -24°C...ma le serie storiche son piene di "buchi" ed imprecisioni, dunque appena indicative.
Tieni comunque conto, Daniele come, sulle Alpi Occidentali, anche alla testata delle vallate aostane più fredde (es. Rhemes), i dati estremi di serie storiche più o meno attendibili, mai hanno ecceduto i -25°C sotto i 1800 metri di quota (!). Lo stesso valore estremo di -25°C è accreditato anche a località situate più in basso ma in posizioni favorevoli a forti fenomeni d'irraggiamento ed inversione termica, quali Ceresole R. (1600 m...Valle Orco) ed Usseglio (1200 m....Valli di Lanzo).
D'altra parte il valore ufficiale di TNN registrato sulle Alpi del Torinese, attiene alla vetta del Fraiteve (quando ancora ospitava una Stazione AM), con i -27.4°C del 6.3.1971...a 2700 m/slm.
Infine, le precipitazioni annue ad Ulzio, sono assai contenute (ca 600 mm annui), molto meno delle contigue Valli Chisone e di Lanzo: ciò spiega, ovviamente, una nevosità piuttosto modesta per la quota (ufficialmente, di 1065 metri):


Come sempre, ottimi i contributi di Gianni, del resto si parla anche di posti che ben conosce avendo lui vissuto in bassa Val di Susa e le sue segnalazioni nel forum, per molti anni sono pervenute proprio da lì

Aggiungo solo che nel periodo piu' freddo gli autisti dei CM dovettero, per molti giorni, a turno scendere di notte nei depositi mezzi per accendere i motori onde evitare il sicuro congelamento nonostante l'antigelo nel radiatori

Ma l'inverno per noi del comando servizi fu reso piu' difficile quando vi fu la spedizione del plotone nelle esercitazioni in Norvegia, chiamata quell'anno "Vortice bianco"
Restammo in 40 alpini a gestire la caserma per un mese, fu in quel periodo che feci la maggior parte dei servizi normalmente non spettanti al nostro ruolo, montai di guardia, feci il piantone, il NCC (Nucleo Comando Cucina), il cuoco di servizio ogni due giorni (dalle 18 alle 24), la preparazione colazioni idem (levata mattiniera un ora prima degli altri) e ovviamente niente licenze, stetti oltre due mesi senza tornare a casa nemmeno per un giorno!!
Daniele S65
00domenica 8 marzo 2015 23:56
Ultimo obbiettivo: Il congedo

Arrivo' dunque, con la dipartenza dell'inverno, il congedo dei miei diretti "superiori" del 2°/85, il mio capocuoco se ne ando' e con lui i piatti da vero "chef", non fu un gran bel commiato a dir la verita': se inizialmente mi prese per mano insegnandomi a cucinare un po' di tutto, col passare del tempo egli capìi che comunque, pur facendo il mio dovere, non avrebbe mai potuto pretendere dal sottoscritto una estrema disponibilita' diciamo "fuori misura"; difatti la sua idea era quella di lavorar sodo al punto di fare ben piu' di quello che onorevolmente l'esercito ci chiedeva, aveva in mente cene speciali per la mensa ufficiali che, al contrario di altre caserme, a Ulzio consumava esattamente lo stesso menu' della truppa, oppure, al momento della preparazione del programma settimanale pretendeva un menu' troppo vario e articolato e soprattutto da non ripetere per tutto il mese corrente, insomma, l'unico obbiettivo che avevo in testa fin dal 1° giorno di naja era quello di congedarmi e passare l'anno nel miglior modo possibile e, possibilmente (scusate il bisticcio) lavorando il minimo indispensabile vista la misera paga, ridicola, che lo stato ci passava, ma chi me lo faceva fare il mazzo per cosi' poco, lontanbo da casa e senza nemmeno aver avuto la possibilita' di scegliere? Gia' cosi' come eravamo messi ce lo facevamo piu'degli altri, altro che pensare in grande, eppure lui ebbe il coraggio di forzarci per questo e quando si rese conto che non avevamo assolutamente intenzione di seguirlo nel suo progetto, prese le distanze, senza discussioni ma cambio' proprio atteggiamento, quasi deluso e senza capire che lì noi non eravamo per scelta o per passione della cucina ma solo per passare quel maledetto anno con il minor danno possibile

Andato via lui, rimasi io in cucina come capo, finalmente, gli altri a quel punto erano tutti piu' giovani di me e quindi.....sotto di me!!

Decisi naturalmente di continuare a fare il mio lavoro perché era giusto, senza strafare chiaramente, pero' mi dedicai a cucinare esclusivamente i secondi piatti e a turno, le colazioni, quest'ultime decidere di non farle sarebbe stata una grossa vigliaccata, li avrei costretti ad abbreviare il decorso dei turni stessi con maggiori levate mattutine ad ognuno di loro, no, non avrei mai potuto fare una cattiveria simile!

Dopodiche' tutto fu piu' facile, c'era solo da aspettare Giugno per poterci congedare e ben presto arrivarono anche gli incarichi meno gravosi: Un giorno il Capitano mi chiamo' e mi disse che siccome ero genovese, come lui del resto, mi incaricava di fare da guida agli Alpini della fanfara che avrebbero dovuto suonare a Genova; detto fatto, mi mando' per ben 5 giorni nella mia citta' a fare da guida, quindi in pratica a fare quasi nulla, al folto gruppo della fanfara nei suoi spostamenti cittadini, ricordo che dormimmo nella (oggi) ex-Caserma Gavuglio del quartiere di Lagaccio, proprio di fronte al porto

Passai ancora Maggio a Ulzio piuttosto in tranquillita' e ben presto arrivo' Giugno, con esso anche le belle giornate, piu' tiepide e soleggiate, il verde prendeva spazi sempre piu' ampi lungo la vallata ed il contrasto col bianco delle nevi residue in alta quota riempiva gli occhi e l'animo del congedante in trepida attesa....che emozioni Ulzio seppe dare in quei giorni, l'apice fu la cena dei congedanti svolta in quel di Bardonecchia.....dico solo che fu una classica sbornia, promessa da tempo e prontamente realizzata, forse, una delle piu' forti della mia vita, ma ne valse la pena, credetemi, dopo un anno del genere era il minimo che potessi fare....

addìi, 21 Giugno 1986, l'Alpino Sidari Daniele si congeda dal servizio militare......"pieta' l'è morta, ma oggi...l'è morta davvero!!" [SM=g27822]
Daniele S65
00giovedì 2 aprile 2015 22:40
Qualche scatto ritrovato e scannerizzato in questi giorni:

Al Col di Tenda, Luglio 1985


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Al Sestriere, Febbraio 1986


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