"Pieta' l'è Morta" e il 9°scaglione '84
La caserma di Ulzio si diceva fosse una ex-caserma punitiva, a me parve invece ancora in auge piuttosto che ex come sito militare punitivo, la compagnia difatti era composta da parecchi militari piuttosto indisciplinati e ragazzi difficili con vite gia' segnate da situazioni ai limiti della legalita' ed in molti casi di pura illegalita', alcuni addiritura con il servizio di leva scontavano un anno di reclusione civile, ovvero venivano da case circondariali per poi ritornarci a fine servizio
La maggior parte di commilitoni con questo tipo di problemi ovviamente faceva parte dello scaglione di turno del programma fucilieri assaltatori, il 9°/84, seguito poi dal 2°/'86 anche se quest'ultimo non mi diede nessun tipo di problema, sia per la questione dell'anzianita' da me perseguita col passare dei mesi, sia perché i ragazzi con problemi sociali in questo scaglione furono davvero pochi
Ma fu appunto proprio il periodo di convivenza con il vecchio scaglione, come gia' accennato per il primo giorno a Ulzio, che passai alcune esperienze, anche indirette, piuttosto cruente
Bisogna subito dire che in ogni caso c'era una sorta di capo, il piu' forte forse e anche il piu' "cattivo" fra i cattivi, uno che non scherzava e che non ci voleva molto a capirlo quando faceva sul serio, bastava guardarlo in faccia e, se scherzava, conveniva ridere con lui e se mai avessi avuto bisogno di qualche dimostrazione per convircemene, l'occasione presto arrivo', anzi, due furono gli episodi che mi colpirono molto su questo personaggio:
In sala mensa, un giorno, un vecchio del 9°, con arroganza, non ricordandomi esattamente cosa, fece comunque un torto ad un mio collega di scaglione, questi, stufo di sopportare certe angherie perse le staffe e rispose malamente, da lì iniziò una discussione che presto fini' in rissa, giusto il tempo di dividerli e partirono le scontate minacce dal vecchio, in effetti ero convinto che il mio collega quella notte stessa avrebbe avuto dei problemi ma non successe nulla e non per caso, fu proprio un ordine del "capo" a calmare gli animi, il giorno seguente, sempre in mensa, accadde infatti che in puro stile mafioso il mio collega venne "invitato" a sedersi al tavolo del "capo" perché lui voleva avere spiegazioni chiare sull'accaduto, l'atteggiamento di questo personaggio mi impressiono' non poco, faceva finta di nulla, come se "per caso" il mio amico si andasse a sedere al suo tavolo quando invece quell'ordine lo diede proprio lui...
Seguìi da lontano la scena del "colloquio" che duro' una decina di minuti, finì comunque con un avvertimento al mio amico di non provare piu' a ribellarsi in quel modo contro un suo coscritto e che se avesse avuto qualche problema con altri commilitoni avrebbe dovuto prima parlarne con lui, consiglio che ognuno di noi fece suo in previsione di altri possibili incidenti "diplomatici" fra "burbe" e "nonni"
Ma questo fu solo un primo approccio nel tentare di capire con chi avevamo a che fare, vi fu un altro episodio, questa volta un po' piu' serio, che mi convinse della rudezza di questo personaggio
In un turno di guardia, proprio al cuoco che mi insegno' a cucinare, anch'esso di uno scaglione superiore al mio (2°/85) ma sempre inferiore al principale 9°/84, gli vennero sottratti dal portafoglio ben 150.000 Lire, non si sa il perche' lui avesse quella somma e perché lo avesse lasciato sulla branda abbandonandolo per due ore del turno, ma cosi' successe e i soldi sparirono; finito il turno di guardia, composto da altri due membri di cui uno del mio scaglione, il mio capo cuoco, accortosi dell'ammanco punto' il dito sull'unica recluta presente nello stanzino delle guardie in quel turno, ovvero il mio collega di scaglione, ovviamente lui nego' tutto ed il cuoco stesso, credendogli, cerco' in qualche modo di ipotizzare un altra soluzione per capire chi e come avrebbe rubato quei soldi, passo' nemmeno un giorno e la voce arrivo' alle orecchie del "capo" e dei suoi scagnozzi, era palese il fatto che i soldi li avesse presi il mio coscritto, la dinamica dell'operazione di cambio guardia di quel turno sembrava non porre dubbi, come spiegato dal cuoco, in quello stanzino, in due vi si ritrovarono a dormire per quelle due ore in attesa di montare di guardia, uno dei quali dello stesso scaglione del cuoco e comunque il classico bravo ragazzo, un buono, di quelli che li si vede subito come incapaci di commettere atti illeciti o disonesti, l'altro invece, il mio collega, un tipo che comunque nessuno conosceva ancora bene ma qualcuno, forse, vide subito in lui cio' che altri non vedevano, me compreso
La sera dopo infatti, un "commando" di tre ragazzi amici del capo gli si affiancarono e lo accompagnarono nel deposito dei mezzi militari, io seguìi la scena da lontano e inizialmente sentìi degli urli, poi dei ceffoni ben dati, un bel po' direi e passati un po' di minuti vidi uscire tutto il gruppo dal capannone con il presunto ladro in mezzo, prima che arrivassero loro salìi in camerata per avvisare il cuoco del fatto e quando arrivarono il ladro confesso' tutto davanti a lui che reagi' piuttosto malamente tentando di rifilargli anch'esso qualche sganassone, invano, perche' noi presenti quella sera in camerata ci mettemmo in mezzo, non certo per dar man forte all'ormai definito ladro, quanto perche' quel povero cristo era gia' veramente malridotto da quante sberle aveva preso, tutto rosso in faccia e con il sangue al naso
Ma per quel ragazzo fu l'inizio di un vero incubo, dalla sera successiva, proprio il capo di tutti comincio' a perseguitarlo, per almeno una settimana non passo' sera che non lo prese a botte, certo se le meritava anche ma per il carattere che ho io, il veder trattar male una persona per giunta con atti di forza virulenti mi induceva comunque a tentare di calmare l'animo di quel "duro" alpino che tutti temevano e rispettavano, rendendomi conto comunque, essendo cuoco, di essere in una posizione piuttosto rispettata, anche dai vecchi (ma non sempre eh...), una di quelle sere cosi' "vivaci" riuscìi a far smettere il picchiatore nel suo atto, glielo chiesi per favore facendogli notare che il collega alpino la lezione l'aveva ben imparata e che non era piu' il caso di continuare cosi' anche perché prima o poi qualcuno in alto per forza di cose ne sarebbe venuto a conoscenza e visto che lui, il capo, aveva da scontare qualcosa come 40 giorni di cella di rigore presa nel periodo finale della naja, quindi congedo ritardato di 40 giorni, non gli sarebbe oltremodo convenuto insistere......gli ero simpatico per mia fortuna e mi diede retta, piu' o meno....
.....qualche altro ceffone se lo prese il malcapitato la sera dopo ma fu l'ultima volta
Fu l'ultima volta perché comunque se non le botte subìte, il capitano venne a sapere del fattaccio commesso e fu un attimo per lui deciderne il trasferimento "altrove", non lo sappiamo dove fu mandato il mio collega di scaglione ma il Capitano capìi subito (o quasi, viste le botte gia' prese) che non avrebbe piu' potuto stare lì a Ulzio......dove appunto la Pieta', l'è morta....