Giù dal castello di Marostica.
Torno giù per sconnessi carriaggi.
Dal castello scaligero giù verso l'oggi.
Vecchi soldati immaginari ad ogni tornante,
indifferenti ormai, a questo viandante.
Ti pensavo d'altra epoca, come sei.
Cinquecentesca inafferrabil nobildonna,
premio di antiche tenzoni e rodei.
su queste pietre, il frusciar della tua gonna.
Viviamo in un epoca non nostra,
ci appare come una strettoia,
come del castello, una feritoia
per guardare il domani, era la finestra.
Nobile mia marosticense dama
questo presente non c' appartiene
l'animo puro ormai non conviene,
la barbarie ci trafigge con la sua lama.