Questi ipotesi ad hoc sono del tutto inutili.
“Rivelazione 1,8 afferma: "Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!" e qui è chiaro che queste parole si riferiscono all’Altissimo Dio e non a Gesù.”
E perché mai? Ah, dimenticavo che per te Gesù non è Dio, invece per il resto del globo Giovanni è il cantore della divinità di Cristo, un declamatore così spudorato che il suo Vangelo era stato spedito dall’ipercritica ottocentesca nelle nebbie del II secolo perché c’era bisogno di tempo perché il mito dell’uomo-Dio si formasse. Se leggete quel versetto nel contesto si dice: “Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà; anche quelli che lo trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto. Sì, Amen! Io sono l'Alfa e l'Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!” Nel contesto si stava dunque parlando di Gesù e non c’è alcuna ragione per ipotizzare un cambio di soggetto. In particolare in quel “colui che viene” molti biblisti hanno visto un’allusione alla parousia di Gesù, ed infatti il secondo ritorno di Cristo per la fine dei tempi è il tema cardine del libro. Se c’è una probabilità dunque pende dalla parte di Gesù e non del Padre.
Io non posso certo escludere che in quella frase parli Dio Padre, l’unica cosa che non capisco e che anzi trovo sconvolgente è come si possa addirittura dire che “è chiaro” che non sia Gesù. Ma dove? E’ anzi più probabile che sia lui.
Giovanni ci mette palesemente dinnanzi agli stessi attributi di per Cristo e per il Padre al fine di mostrarci la divinità del Figlio. Infatti il fatto che “colui che è” di Ap 1,4 riferito a Dio Padre sia un richiamo ad Esodo 3,14 non esclude in alcun modo che “colui che è” possa essere anche Cristo, anzi, il doppio riferimento è voluto. E’ Giovanni stesso infatti che aveva fatto giochetti col verbo essere attribuendo a Gesù l’eternità del Padre nel suo Vangelo. Rammentate “prima che Abramo fosse io sono”? Quella magnifica frase greca con la
consecutio tempororum totalmente sballata che faceva risaltare come un pugno in un occhio quell’
ego eimi vi ricorda nulla?
Gesù dice di essere “il primo e l’ultimo”, è una frase usata in maniera assoluta, non c’è scritto “sono il primo e l’ultimo di qualcosa”. Per giunta nell’ipotesi avanzata da Barnaba, cioè “sono il primo ad essere resuscitato e l’ultimo ad essere resuscitato direttamente da Dio” ci si basa su un secondo segmento fasullo. Infatti la resurrezione è sempre opera di Dio tutto intero, anche quella di Gesù medesimo, infatti è Giovanni stesso a dirci che egli è co-autore della sua resurrezione: “"Distruggete questo tempio e io in tre giorni lo farò risorgere" (Gv 2,19) “Io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo.” (Gv 10,17-1
C’è poi qualcosa di tremendamente semplicistico nella teologia dei TdG quando usano quel “per mezzo del Figlio”. Sia quando parlano della creazione, sia in questo caso quando si parla di persone risolte “per mezzo di Cristo” essi non hanno la minima idea di cosa significhino le parole che hanno pronunciato. Esattamente come dire che Dio crea per mezzo del Figlio implica che anch’Egli è creatore, altrimenti mi devono spiegare cosa intendono con “per mezzo del Figlio”, allo stesso modo dire che Dio resuscita le altre persone per mezzo di Gesù implica una partecipazione di entrambi. Dire che Cristo è l’ultimo ad essere resuscitato direttamente da Dio, qualora si intenda “solo da Dio”, è falso, per le ragioni suddette. Qualora si intenda invece che le altre persone sono resuscitare non da Dio Padre ma dal solo Figlio è ugualmente fasullo, e penso sia inutile elencare i mille passi in cui si dice che Dio resuscita i morti. “Sapendo che colui che risuscitò il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù, e ci farà comparire con voi alla sua presenza”(2Cor 4,14) Come si vede chiaramente l’autore della resurrezione di Cristo è il medesimo che sarà responsabile della nostra resurrezione.
Per di più c’è poco da questionale: “alfa ed omega” ed “il primo e l’ultimo” sono espressioni perfettamente equivalenti, in quanto alfa e omega come è noto sono le prime lettere dell’alfabeto greco. Che le due espressioni siano intercambiabili non ve lo dicono solo il sottoscritto e la logica universale, ma anche Giovanni stesso: “Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine"(Ap 22,13) Tutto queste tre espressioni, che infatti Giovanni accosta, significano esattamente la stessa cosa. Non si parla di un primo e di un ultimo “di qualcosa”, ma del primo e dell’ultimo assoluti, il principio e la fine, in quanto Cristoèe l’alfa e l’omega di tutta la storia cosmica e non di qualcosa in particolare.
“in Rivelazione 21:6 di nuovo si parla di "Alfa e Omega". Nel versetto successivo Colui che applica il titolo a sé dice: "Chiunque vincerà erediterà queste cose, e io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio". Dato che Gesù Cristo dice d’essere "fratello" e non "padre" di coloro che "vincono" qui sembrerebbe il Padre a fare riferimento a sé come "Alfa e Omega".
Anche qui occorre leggere in interezza:
“E’ compiuto
(gegonan)!
Io sono l'Alfa e l'Omega,
il Principio e la Fine.
A colui che ha sete darò gratuitamente
acqua della fonte della vita.
Chi sarà vittorioso erediterà questi beni;
io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio”(Ap 21,6-7)
Anche qui è possibile attribuire il versetto sia a Dio Padre che al Figlio, e questo è fatto volutamente. Giovanni qui ma molti richiami alla sua teologia. Quell’ “è compiuto”/ all’inizio è un richiamo cristologico in quanto sono le ultime parole di Cristo sulla croce, punto focale della storia, pronunciate nel solo Vangelo di Giovanni: “Quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: "È compiuto!
(tetelestai)" E, chinato il capo, rese lo spirito.”(Gv 19,30) Le due espressioni sono equivalenti. Inoltre il fatto che si dica “A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita” richiama il tema giovanneo secondo cui Gesù è la vera fonte d’acqua viva, come si evince dal brano della samaritana al pozzo. “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed
egli ti avrebbe dato acqua viva».[…] Chi beve dell'
acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui
sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”(Gv 4,9.14) Alla luce di questo si può ben capire cosa stia in filigrana nella teologia giovannea quando leggiamo “A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita”(Ap21,6), il discorso della sete e dell’acqua viva è identico a quello avuto con la samaritana.
Del resto chi meglio di Cristo può dare gratuitamente l’acqua dalla fonte della vita visto che è “ l’autore della vita”(At 3,15)?
Tutto il Nuovo testamento senza la divinità di Gesù è un’insieme scomposto che perde senso, e soprattutto è solo l’ennesima riproposizione del Dio celeste ed estraneo che vuole il suo sacrificio. I tdG credono ad un dio che a livello di ontologia non ha nulla di differente dall’Allah dei mussulmani, è il “totalmente Altro” e il totalmente chiuso nel suo solipsismo egologico. In Cristo si fondono i titoli del messia e i titoli di Dio perché egli è entrambe le cose. Gesù è certamente nostro fratello, ma in quanto autore della vita e creatore, colui senza di cui nulla di ciò che è stato fatto esiste, è certamente anche nostro Padre.
“Infine Rivelazione 22:12-13 "Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine". Questo passo è un pò più ambiguo poichè nel passo prima parla l'angelo che è stato incaricato di dare a Giovanni la rivelazione, poi vi è questa dichiarazione che termina con il versetto 15 che dice: "Io, Gesù, ho mandato il mio angelo". Dunque qui Potrebbe trattarsi dell'angelo oppure di Gesù che invia l'angelo. il testo è ambiguo.”
Anche qui è il caso di fare due più due. Ap 22,16 come giustamente affermi dice: “
Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese.”, peccato che pochi versetti prima fosse stato detto: “Queste parole sono certe e veraci.
Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra breve.” (Ap 22,6)
Continua dunque questa presunta confusione tra Gesù e il Padre che in realtà è tutt’altro che confusione, bensì siamo davanti ad una doppiezza voluta. Inoltre viene detto che “Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere”. Quell’ “io verrò presto” è l’ennesima allusione alla seconda venuta di Cristo, la parousia; inoltre vediamo chi per la teologia giovannea ha il compito di “rendere a ciascuno secondo le sue opere”: “Il Padre non giudica nessuno ma ha dato ogni giudizio al Figlio, affinchè tutti onorino il Figlio come onorano il Padre" (Giovanni 5, 22-23) Dunque non sono da questo passo vediamo che l’adorazione da prestare al Figlio è la medesima da prestare al padre(cf. Ap 22,3), ma anche che secondo Giovanni sarà Cristo a distribuire il salario alla fine dei tempi (e non a caso c’è prima un “io verrò presto”) Ora, giacché sappiamo benissimo che in diecimila passi della Bibbia si dice che sarà Dio a giudicare alla fine dei tempi, o il Padre e il Figlio sono lo stesso Dio oppure siamo di fronte ad una contraddizione. Questo sdoppiamento di attribuiti giovanneo, questa ambiguità, è come sempre del tutto premeditata.
Quanto a chi sia colui che parla nel v.12 non c’è alcun mistero. L’autore materiale della voce è sicuramente l’angelo, è lui che sta parlando. Ma non c’è alcun mistero da svelare, infatti come spero sappiate “angelo” è una parola greca che vuol dire “messaggero”. Qui l’angelo sta banalmente riferendo a Giovanni le parole che Cristo gli ha pregato di riferirgli, ossia che egli è l’alfa e l’omega. Inoltre, quando ci viene detto che questa “alfa e omega” è pure l’archè, siamo ancora davanti ad un tema giovanneo, giacché “en archè en ho logos”, e non ci possono essere due principi, e infatti Giovanni in quel versetto proclama Gesù Dio, checché ne dica la traduzione degli anonimi. Questo lo dico a tutti gli agrammatoi che ritengono di poter parlare di greco solo perché hanno comprato un dizionario, come quelli che pensano che koinonia regga
solo il genitivo oggettivo perché è parso loro di trovare tale responso su un vocabolario, mi riferisco cioè a coloro che non sapendo stare al loro posto confondono uno
strumento per persone che sanno già la lingua, il dizionario appunto, per un prontuario da sfogliare alla portata del loro dilettantismo e di cui s’illudono di capire le risposte, mostrando con sparate come quella suddetta che si sono persi i tre mesi di sintassi dei casi che in quanta ginnasio si dedicano al genitivo.