Alberto Lionello

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enea silvio
00venerdì 15 febbraio 2008 14:28
nel defunto forum Toscanando avevamo una discussione intitolata Toscana e toscani in TV nella quale commentavamo la presenza dell(una o degli altri nel piccolo schermo.
Tutti i meno giovani ricordavano nitidamente lo sceneggiato sulla vita di Giacomo Puccini superbamente interpretato da Alberto Lionello.
Chi si ricorda questo brillante e arguto attore, capace di ben figurare sia davanti alla macchina da presa che fra le assi del palcoscenico?
cari@tide
00sabato 16 febbraio 2008 14:31
Re:
enea silvio, 2008/02/15 14:28:


Chi si ricorda questo brillante e arguto attore, capace di ben figurare sia davanti alla macchina da presa che fra le assi del palcoscenico?


lo ricordo bene e ne ricordo la voce inconfondibile.
non ho mai avuto la fortuna di vederlo in teatro ma in tv e al cinema mi ha sempre ladciato buone impressioni.
un viso simpaticissimo che lo rendeva particolarmente adatto alle commedie, se non ricordo male fece l'anatra all'arancia con Tognazzi.

cari@tide
00sabato 16 febbraio 2008 14:32
eccolo qui mentre canta la sigla di una canzonissima diretta da lui e Panelli

ugo.p
00domenica 17 febbraio 2008 04:26
Re:
enea silvio, 2008/02/15 14:28:


Tutti i meno giovani ricordavano nitidamente lo sceneggiato sulla vita di Giacomo Puccini superbamente interpretato da Alberto Lionello.



io pure. un ricordo molto positivo


clopat
00venerdì 21 marzo 2008 18:30
Non molto tempo fa alla trasmissione mattiniera di Raitre"Cominciamo bene.Prima", la figlia di Lionello, Gea,ha ricordato il padre e sono state mandate in onda molte scene dallo sceneggiato"Oblomov".Vi segnalo questo programma(tutti i giorni dalle 9.15 alle 10 su Raitre),perche' e' condotto bene da Pino Strabioli,fanno vedere molti spezzoni di vecchi sceneggiati(tra gli altri"Il segno del comando","Jekyll","Il marchese di Roccaverdina","Vita di Michelangelo","Anna Karenina","Cime tempestose")e vi sono ospiti molto interessanti( un Nino Castelnuovo un po' invecchiato,Ugo Pagliai,Drupi,Isa Danieli,Ottavia Piccolo,Mario Maranzana il "Pinocchio"Andrea Balestri e altri),molti dei quali potete vedere andando sul sito di Rai.it-Cominciamo Bene
Harpo86
00domenica 21 dicembre 2008 19:32
Un grande attore del teatro veramente straordinario di lui ho 2 dvd "sarto per signora" e "la coscienza di Zeno" due pezzi di vero teatro
e poi ho un doppio vinile su uno sceneggiato "Puccini" dove ci sono brani cantati e recitati.
Harpo86
00venerdì 6 febbraio 2009 20:00
ho acquistato in edicola il dvd della collana "a teatro con Pirandello" l'opera "il piacere dell'onestà" straordinario Alberto Lionello.
enea silvio
00venerdì 6 febbraio 2009 20:19
sono riuscito a ritrovare il coccodrillo
dal Corriere della Sera

E morto ieri mattina per un male inesorabile, nella sua casa di Fregene, l' attore Alberto Lionello. Aveva appena compiuto 64 anni. Al capezzale la sua compagna, Erica Blanc, e i figli avuti dai primi due matrimoni, Luca e Gea. La salma sara' esposta nel pomeriggio di oggi al Teatro Eliseo di Roma. Domani i funerali, alle 11 nella chiesa degli Artisti in piazza del Popolo. L' ultima volta che ho sentito la voce di Alberto Lionello non e' stato a teatro, ma al cinema: duettando con un' altra voce inconfondibile e amata, quella di Aroldo Tieri, dava parole italiane e una fluidita' , uno smalto mirabili alla conversazione fra Talleyrand e Fouche' su cui si regge "A cena col diavolo", uno dei pochissimi film che, negli ultimi anni, mi sia riuscito di vedere sino alla fine e senza soffrire. C' erano, in quell' interpretazione invisibile, tutta l' intelligenza, tutta l' ironia, tutta la finta indolenza di Lionello; ed e' una consolazione, in questo momento, pensare che rimangono li' , che potremo tornare ad assaporarle dal vivo. Quanto ai numerosissimi spettacoli (l' esordio teatrale di Lionello nella compagnia di Antonio Gandusio risale al ' 49, quando il futuro interprete della "Coscienza di Zeno" e dei "Due gemelli veneziani" aveva poco piu' di diciannove anni) in cui le stesse doti ebbero via via modo di incarnarsi e brillare, possiamo fare affidamento solo sulla nostra memoria; ma questa, si sa, e' la sorte di ogni grande attore che, come Lionello, abbia affidato in esclusiva al teatro la propria immagine vera, concedendosi solo di passaggio, con un misto di benevolo disprezzo e di elegante distrazione, a realta' espressive diverse da quella del palcoscenico. Tanta fedelta' Lionello ebbe negli ultimi anni l' occasione e insieme la costrizione, la terribile urgenza di spingerla sino all' eroismo, con l' aiuto certo determinante della sua bravissima compagna (nella vita e nell' arte) Erica Blanc. Malato gravemente, di una malattia che gli imponeva appuntamenti continui e ineludibili con la dialisi, continuo' a recitare, ad affrontare stagioni e tourne' es; e chi lo ha visto in qualcuna di quelle recite non puo' ricordare senza commozione la fiera, sorridente nonchalance con cui teneva a bada la fatica, probabilmente l' angoscia del suo stato. Poi vi fu un intervento, riuscito, di trapianto, e per non smentire il suo coraggio Lionello decise di far coincidere il suo ritorno in scena da guarito o convalescente con il primo Shakespeare della sua carriera: fu (benissimo, anche se nell' ambito di uno spettacolo per altri versi non memorabile) Shylock nel "Mercante di Venezia", uno Shylock inusuale, sottilmente doloroso. Minore, ma giocato con la finezza e la sicurezza di sempre, il suo impegno successivo e, purtroppo, ultimo, una piccola commedia di Sacha Guitry, "Mogli, figli e amanti", che era un modo accorto e accettabile per rimettere sul tavolo una delle sue carte piu' collaudate, quella dell' interprete funambolicamente impeccabile di un repertorio borghese ammiccante, scintillante, appena avvelenato. Ce n' erano gia' stati parecchi, di momenti del genere, nella sua storia d' attore, dal grande successo dell' "Anitra all' arancia" negli anni 70 sino a un Neil Simon interpretato, se non ricordo male, quattro o cinque anni fa; e c' era stato persino, sempre negli anni 70, un musical, "Ciao, Rudy!", sotto l' egida della premiatissima ditta Garinei e Giovannini. Ma Lionello rimase, e sarebbe rimasto, quello che era stato con assoluta evidenza nel corso degli anni 60: un attore intimamente, profondamente serio, tanto piu' serio quanto piu' illuminato da un' intima, profonda, irresistibile vocazione comica. Ho gia' citato all' inizio quelli che considero (ma sarebbe piu' esatto dire: quelli che la mia memoria considera) i suoi due spettacoli migliori, "La coscienza di Zeno" di Tullio Kezich, dal romanzo omonimo di Italo Svevo, e "I due gemelli veneziani" di Goldoni. Entrambi appartengono al suo periodo piu' intenso, piu' veritiero, il periodo . iniziato appunto nel 1960, e conclusosi prima della fine del decennio . della collaborazione con il Teatro Stabile di Genova e del sodalizio artistico con un regista allora di primissimo piano come Luigi Squarzina; un periodo nel quale si inseriscono anche, per esempio, l' allestimento di "Uomo e superuomo" di Shaw e quello di "Il diavolo e il buon Dio" di Sartre. Dopo una serie di prove cosi' impegnative e cosi' alte non era facile . non sarebbe stato facile per nessuno . continuare a essere all' altezza di se stesso, a corrispondere alle grandi attese create. I tempi erano mutati, e sempre piu' sarebbero mutati (per non dire, e' chiaro, oscenamente peggiorati); anche a Lionello tocco' barcamenarsi, imboccare scorciatoie, smerciare facilita' . Ma lo fece con la dignita' e la grazia che gli erano proprie, che nessuno, nemmeno la malattia, riusci' mai a sottrargli. Del resto, anche quella che a poco a poco s' era impadronita del teatro era una malattia . una malattia a cui resistere giocando d' astuzia e d' orgoglio, opponendole guizzi di vitalita' e di poesia, alternando Shakespeare a Neil Simon e a Guitry, come se la nottata dovesse o potesse ancora passare.

"Sono un perfezionista, pignolo, poco espansivo, amante dell' ordine. In una parola: noioso". Cosi' , un giorno, in fase d' autocritica, si defini' Alberto Lionello. Di avere un carattere non facile lo sapeva anche lui, ma a quel suo egoismo e narcisismo da primattore ormai era affezionato. I suoi "vizi assurdi" se li curava e vezzeggiava con l' indulgenza ironica che si ha per un bimbo. Salvo farli svanire tutti d' incanto sulla scena, finalmente libero, divertente, brillante, irresistibile. "Far teatro leggero e' per me un godimento sensuale", ripeteva appagato. Il suo fascino sornione scattava la' , tra gli eleganti veleni di Feydeau, le amabili maldicenze di Guitry. Bello? "Non scherziamo, i belli sono altri: i Cary Grant, i Gary Cooper...". Pero' quella sua aria tenera e amara, quotidiana e solitaria, faceva di lui un attore familiare, con cui magari prendere un caffe' . Ma, nonostante le signore lo corteggiassero (e lui certo non disdegnava), la sua vita privata non e' stata subito felice. Tre le donne "importanti": la prima fu l' inglese Margaret Axon, splendida Bluebell, che lui sposo' con rito civile nel ' 59 e risposo' con quello religioso nel ' 62, mezz' ora prima che lei spirasse, poche settimane dopo la nascita del figlio Luca. Con la seconda, Gabriella Vannotti detta Baby, il matrimonio, celebrato in segreto nel ' 65 e da cui nacque Gea, naufrago' in breve. La compagna giusta la incontrera' a 50 anni: la bella e dolce Erica Blanc. E sara' per sempre. Milanese di nascita, figlio di un sarto d' origine veneta, Alberto sembrava destinato a prendere tutt' altre strade. Per far studiare quel ragazzo un po' introverso ma intelligente suo padre non lesinava i sacrifici sperando di trovarselo un giorno geometra o ingegnere. E lui, per ricambiare quegli sforzi, studiava e cercava di rendersi utile andando a consegnare i vestiti ai clienti. Quando comincia a bazzicare i teatri e' solo "per vincere la timidezza, per rubare agli attori il segreto della loro disinvoltura". Ma, si sa, da cosa nasce cosa ed ecco che quasi per scherzo si iscrive all' Accademia dei Filodrammatici, quasi per scherzo frequenta i corsi e quasi per scherzo si ritrova diplomato miglior allievo. Il dado e' tratto: a vent' anni entra nella compagnia Gandusio, 1500 lire di paga al giorno, e debutta con "Paradiso sottochiave", pochade che lo mette subito in luce come attore brillante. E l' inizio di un amore, quello per il teatro, che non conoscera' un attimo di noia, di rimpianti. Qualche amarezza gli viene dal cinema, che, inspiegabilmente, lo cerca poco. Di lui s' accorge Germi che lo chiama per "Signore e signori", Risi che lo vuole in "Sessomatto". Piu' fortunato l' incontro con la tv. Con Tieri e Masiero conduce "Canzonissima ' 60", la sua massima popolarita' , il suo incubo. Agitando la paglietta diventa "Mister la la la", lo Chevalier italiano, come lo defini' Macario, con cui lavoro' , a fianco di Wanda Osiris, nella rivista di G.e G. "Made in Italy". E, sempre sul piccolo schermo, memorabile fu il suo Puccini, regia di Bolchi e con Carraro, la Occhini, la Gravina, la Piccolo, la Melato. Negli ultimi tempi la salute fu il suo lato debole: la lunga malattia ai reni, fino (nel ' 91) al trapianto. Un' operazione difficile ma si riprese bene. Pochi mesi dopo torna coraggiosamente in scena al Festival di Montalcino con un monologo di Teresa Pomodoro, "Violenze", che racconta la storia di un uomo malato di reni. Quindi, lo scorso gennaio, il segno di un nuovo male, quello fatale: la recita a Treviso di "Mogli, figli e amanti" e' annullata. Lionello non torna piu' in scena.



(Raboni Giovanni, Manin Giuseppina)

ugo.p
00martedì 27 novembre 2012 06:32
eccolo Mr La la la

ugo.p
00martedì 27 novembre 2012 06:55
divertentissimo
Sesso Matto



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