Agricoltura: le specie coltivate

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pizia.
00domenica 23 aprile 2006 01:53
La “Zucca”
Lagenaria (lagenaria siceraria o lagenaria vulgaris e altre) è una specie di zucca che, ai tempi nostri, viene coltivata per l’alimentazione in tutto il mondo, ma le origini di questa coltura risalgono all’antico Egitto.
Le zucche più famose, quelle che tutti conosciamo, provengono da specie americane (cucurbita maxima e cucurbita moschata), le lagenarie invece sono di origine africana e indiana delle zone calde e discendono da varietà spontanee di cucurbitacee; il nome viene da lagena, che in latino indica una bottiglia o piccola fiasca, a causa della forma dei frutti di alcune qualità, i quali si prestavano ad essere utilizzati come contenitori di liquidi dopo essere stati seccati e svuotati.
Questo era dunque uno dei frutti dell’agricoltura lungo il Nilo, giunto fino a noi grazie all’addomesticamento della pianta spontanea che operarono gli egizi, in seguito i romani e tutte le popolazioni mediterranee da lì in poi.
pizia.
00martedì 25 aprile 2006 18:34
Il lino.
Prima Parte.
Sto facendo una ricerca accurata sul lino, non so dove mi porterà.
E’ una pianta molto diffusa nell’antico Egitto, possiamo dire che sta alla base della cultura e di gran parte dell’economia, dell’arte e dell’artigianato.
Potrei ricopiare qui tutto ciò che trovo sulle varie enciclopedie cartacee ed on line, o rimandarvi ad altri siti internet in cui si tratta dell’argomento, invece non lo farò perché qui vorrei solo riferire l’esperienza sperimentale che sto facendo, dando così solo notizie di prima mano.
Perché faccio questo?
Perché fare qualcosa come lo facevano loro, osservare e ripetere i loro processi produttivi semplici o complessi, mi fa sentire con loro, un po’ come se tornassi indietro nel tempo per partecipare al loro lavoro, è un po’ come essere una di loro.
Ho comprato dei semi di lino, li ho seminati, parte in un vaso con terriccio universale e parte direttamente in terra, adesso sono in attesa della nascita delle piantine.
Intendo documentare il ciclo di crescita della coltura, con immagini e osservazioni e magari anche una prova pratica sui prodotti della lavorazione che spiegherò più avanti, ma solo se avrò successo.
Intanto ecco i semi: sono grandi 2mm. X 3mm. circa, a forma di goccia però piatta, hanno superficie lucida e colore marrone (terra di Siena, a metà fra naturale e bruciata).
Si possono usare anche per l’alimentazione, hanno un notevole potere nutritivo come tanti altri semi oleosi, hanno anche proprietà depurative.
In Alto Adige vengono usati in miscele con semi di girasole, di sesamo, di avena, ecc. per guarnire il pane, anche integrale, oppure nell’impasto stesso.
Da essi si ricava un olio che ha diversi usi, in edilizia serve per trattare le superfici di cotto negli interni, per renderle impermeabili e lucide; in pittura è usato per legare i pigmenti dei colori ad olio e per diluirli e miscelarli; viene anche utilizzato per trattare i mobili di legno, soprattutto i legni vecchi, per rimediare ad una eccessiva disidratazione; nell’alimentazione non è molto diffuso.
Questi sono vari usi moderni per i semi di lino, ma nell’antichità l’impiego era limitato all’alimentazione e l’olio per l’illuminazione, naturalmente quella parte che non veniva conservata per la semina dell’anno successivo, in quanto la coltura era principalmente destinata alla produzione della pianta.
pizia.
00lunedì 10 luglio 2006 15:53
Il Lino. Seconda parte.
Un disastro ragazzi!
Le piantine seminate in vaso sono nate entro pochi giorni: in una settimana direi che il 90% dei semi aveva germinato e tutto procedeva OK!
Poi alla fine di maggio, quando erano circa alte 7/8 cm., qui in zona padana abbiamo avuto un ritorno di freddo per cui la temperatura minima notturna ha raggiunto più volte i 4°.
Forse questo ha bruciato le tenere di tutte le mie piantine, che non si sono più riprese, sono rimaste lì, sofferenti senza più crescere per una quindicina di giorni, poi sono seccate del tutto.
Alcuni semi che avevo messo in terra, invece, hanno prodotto belle pintine, alte, sane e non hanno sofferto nulla, nemmeno quel repentino abbassamento delle temperature notturne.
Da ciò deduco innanzi tutto che il lino è una specie che preferisce un clima caldo, per cui l'Egitto è una terra naturalmente vocata.
Ma il problema fondamentale credo sia il terreno.
Nel vaso avevo messo terriccio universale di quello che viene normalmente venduto nei negozi, insacchettato nella plastica, il quale è una miscela di torbe, compost e concimi, probabilmente poco adatto a questa coltura, mentre si è rivelato ottimo il terreno del mio giardino, argilloso e limoso molto fine, con una percentuale di sostanza organica, tipico dei grandi depositi fluviali, forse simile in qualche misura al limo deposto dal Nilo.
Comunque, vista la velocità di crescita della coltura, almeno in presenza di condizioni ambientali favorevoli, ripeterò l'esperienza, stavolta utilizzando solo terra di campo della Valle Po.
-Kiya-
00mercoledì 12 luglio 2006 15:41
mi raccomando, Piziuccia, tienici al corrente!
Mi interessa molto questo esperimento e immagino quale orgoglio ne scaturirebbe da vedere crescere quelle piantine....

e che mi dici del Papiro? mai tentato esperimenti in proposito?

amo quegli steli, ma ho dovuto rinunciare a tenerne una pianta perchè i miei gatti lo amavano anhe più di me.... in maniea diversa, però! Me ne hanno letteralmente sradicate due!!! [SM=x822718]
pizia.
00sabato 15 luglio 2006 13:34
Ottima idea, proverò anche il papiro.
In Italia si trova anche allo stato spontaneo vero? [SM=x822729]
-Kiya-
00lunedì 17 luglio 2006 00:23
Re:

Scritto da: pizia. 15/07/2006 13.34
Ottima idea, proverò anche il papiro.
In Italia si trova anche allo stato spontaneo vero? [SM=x822729]



so per certo che in Sicilia ci sono vere e proprie coltivazioni. Ne deduco che richiede un clima molto mite, quindi non so se qui al nord le prospettive di crescita posano essere buone.
Nei vivai so che si trovano vere e proprie vasche però... ma temo in serre predisposte
pizia.
00lunedì 17 luglio 2006 13:48
Sì, mi ci vuole una serra o qualcosa del genere, cercherò di attrezzarmi...
In Egitto si può anche assistere alla lavorazione del papiro dal vivo, nelle botteghe artigiane vero?
Esiste qualcosa di simile per il lino?
Ho poche notizie riguardo alla sua trasformazione, dovrò fare delle prove...
-Kiya-
00lunedì 17 luglio 2006 14:27
Re:

Scritto da: pizia. 17/07/2006 13.48
Sì, mi ci vuole una serra o qualcosa del genere, cercherò di attrezzarmi...
In Egitto si può anche assistere alla lavorazione del papiro dal vivo, nelle botteghe artigiane vero?
Esiste qualcosa di simile per il lino?
Ho poche notizie riguardo alla sua trasformazione, dovrò fare delle prove...



Nelle principali città esistono dei veri e propri Istituti del Papiro. Io all'epoca del mio viaggio, visitai quello di Assuan e ebbi la fortuna di assistere in diretta alla lavorazione dello stesso. Ce ne sono parecchi anche al Cairo. Il procedimento da loro adotato è il medesimo utilizzato negli Istituti siciliani [SM=x822713]
Consiste nel tagliare lo stelo di papiro in liste sottilissime. Quini vengono sistemate su un piano costituendo una trama intrecciata (primo livello orizzontale a cui ne viene sovrapposto uno in vertcale). Quindi viene sottoposto a un peso che permette di disidratare gli steli (una pressa)

Per una lettura in specifico, leggi qua:

Istituto del Papiro di Siracusa - lavorazione
pizia.
00giovedì 13 dicembre 2007 23:39
Cichorium intybus
Mi piace mangiare gli stessi cibi dei nostri egizi!


La cicoria selvatica è forse la pianta spontanea del cui uso alimentare si ha più antica traccia. Era già nota agli Egizi ed è infatti citata nel papiro di Ebers, un testo egiziano che si fa risalire al 1500 a.C., ma che potrebbe essere anche più antico. Sembra infatti che il nome latino Cichorium derivi dalla lingua egiziana, nella quale forse stava a significare “io vado nel campo”.
L’uso antichissimo della cicoria è confermato da Teofrasto, filosofo naturalista greco del III scolo a.C., il quale testimonia che l’uso della cicoria era assai diffuso nell’antichità.
Oltre che come pianta alimentare la cicoria selvatica godeva anche di buona fama medicinale: Dioscoride (I sec. D.C.) la consigliava per lo stomaco; Plinio il Vecchio (I sec. D.C.) per il sangue e Galeno (II-III sec. d.C.) la dichiarava “amica del fegato”. Orazio (I sec. d.C.) invece diceva di trarre sostentamento dal consumo di cicoria, olive e malva. Anche gli antichi medici arabi la consigliavano, chiamandola “chicourey”. In conclusione ogni periodo storico ha riconosciuto le virtù medicinali della cicoria, del resto tutt’ora confermate.

da "Vita in Campagna", mensile ed. l'Informatore Agrario, n°11/2007
Hatshepsut76
00giovedì 13 dicembre 2007 23:56
accipicchia! questo proprio non lo sapevo!!! Ecco perché - forse - anche a me piace la cicoria!! [SM=x822714]
roberta.maat
00venerdì 14 dicembre 2007 12:35
Golosissima di cicoria anche io......sarà lo stesso ceppo ?
roberta.maat
00venerdì 14 dicembre 2007 12:45
Io ho trovato questo con un pò di agricoltura :

seshatblog.wordpress.com/2006/06/13/sofia-culinaria-egizia/
Hatshepsut76
00venerdì 14 dicembre 2007 13:19
Re:
roberta.maat, 14/12/2007 12.35:

Golosissima di cicoria anche io......sarà lo stesso ceppo ?



mah, chi lo sa!! Tutto può essere... [SM=g999103]


roberta.maat, 14/12/2007 12.45:

Io ho trovato questo con un pò di agricoltura :

seshatblog.wordpress.com/2006/06/13/sofia-culinaria-egizia/



adesso mi hai incuriosito... sono stato sul link proposto, e mi sono stampato il tutto per leggerlo comodamente a casa...


roberta.maat
00venerdì 14 dicembre 2007 14:16

Mi interessa molto questo esperimento e immagino quale orgoglio ne scaturirebbe da vedere crescere quelle piantine....

e che mi dici del Papiro? mai tentato esperimenti in proposito?

amo quegli steli, ma ho dovuto rinunciare a tenerne una pianta perchè i miei gatti lo amavano anhe più di me.... in maniea diversa, però! Me ne hanno letteralmente sradicate due!!!



Kiya potrei suggerirti come fare una piccola piantagione di papiro in casa,perchè io l'ho fatto con successo da un insgnamento della mia cara mamma che non è più con noi da un anno e mezzo.
Dunque procurati una piccola piantina,di solito le trovi nelle composizioni floreali,non sono necessarie le radici anzi sono inutili.
Recidi gli ombrelli a circa 10 centimetri e immergili capovolti con lo stelo in alto in una ciotola con acqua.
Dopo qualche giorno vedrai germogliare le nuove piantine tra le vecchie foglie.
Quando avranno raggiunto una dimensione accettabile potrai interrarle in una terra leggera e molto umida non troppo in profondità.Successivamente avranno bisogno di acqua .........e non di gatti. Già, inspiegabilmente, questi ne sono attratti. Pure il mio Ciro ha più volte attentato alla sicurezza delle mie piante di papiro..........vogliamo pensare che a Bastet piacessero molto ?
-Kiya-
00lunedì 17 dicembre 2007 00:55
mi spiace apprendere della tua mamma....
vuoti così restano inevitabilmente incolmabili.
Non so se sei Cristiana credente, ma non voglio offendere alcuna fede dicendoti che dai Campi Iaru lei continua a guardarti, regalandoti un sorriso per ogni nuovo giorno. E' il suo modo per ricordarti che ti è sempre accanto e ti protegge ;)

Mi piacerebbe avere in casa una pianta di papiro, seppure non sia particolarmente amante della vegetazione "casalinga". Amo il verde, ma nel suo naturale contesto. Spero di poter presto coronare il mio sogno, che è quello di vivere accanto a Max, immersi nel verde delle colline Valdobbianesi, ma in casa sarà dura... proprio in virtù del popolo felino che mi accompagna. Tre micioni di cui uno in particolare, Cagliostro, ha un evidente passato caprino! Ama radere al suolo ogni cosa che possieda foglie verdeggianti, soprattutto se filiformi... (mia madre lo adora per questo!).

Tuttavia l'idea mi alletta parecchio e un giorno la metterò certamente in pratica.
Grazie Roby ;)

roberta.maat
00lunedì 17 dicembre 2007 11:56
Kiya ti ringrazio,con le lacrime agli occhi,delle tue parole calde,grazie ciao e per te un augurio speciale ......che il Natale avvicini sempre più il giorno che vedrai realizzato il sogno con Max, un bacione !
pizia.
00lunedì 17 dicembre 2007 17:37
Lavoro eseguito subito!
Sabato scorso sono stata a trovare i miei nonni e loro hanno in giardino una bella pianta di papiro, così ne ho raccolto una foglia e ho fatto subito, appena arrivata a casa, come ha detto Roberta.
Non mi resta che attendere le prime radici...
pizia.
00martedì 18 dicembre 2007 18:14


Eccolo, esperimento secondo Roberta...
roberta.maat
00martedì 18 dicembre 2007 21:27
bene....ma già che c'eri.....perchè una sola foglia ?
Hatshepsut76
00martedì 18 dicembre 2007 22:18
è bellissimo!!! [SM=g999103]
pizia.
00sabato 22 dicembre 2007 18:44
[SM=x822741] Sì, ecco, perché una sola foglia...
Non so, non ci ho pensato a prenderne di più, comunque se alla prima non funziona posso prenderne altre a casa di mia nonna, magari in una stagione più indicata per fare le talee [SM=x822744]
roberta.maat
00martedì 29 gennaio 2008 22:24

[SM=g999100] Ciao Pizia.....che fà la nostra piantina di papiro ? [SM=g999100]
pizia.
00lunedì 11 febbraio 2008 17:43
Non va tanto bene, è mezza secca... [SM=x822734]
Se non resiste riproverò, intanto adesso la stagione comincia a migliorare, per le talee [SM=g999100]
roberta.maat
00lunedì 11 febbraio 2008 21:33
Pizia, ma è importante solo che siano uscite le radici.......poi comincerà a vegetare e anche a germogliare.......ciao !
pizia.
00martedì 12 febbraio 2008 19:05
Ancora non vedo radici ed è passato molto tempo, [SM=x822736] dal 19/12 mi pare [SM=g999100]
pizia.
00venerdì 31 ottobre 2008 03:19
Non ho avuto molto successo con il papiro, ma intanto sarebbe stato un papiro italiano, però con i datteri è stata tutta un'altra cosa.
Ecco le mie piantine di palma, nate dai datteri raccolti ai piedi delle palme del bacino sacro di Dendera.
Esse sono nate da datteri di palma nati a loro volta da datteri di palma... insomma, fra le antenate ci saranno certamente le palme dei faraoni.

-Kiya-
00venerdì 31 ottobre 2008 08:53
esperimento risuscito pienamente.
Brava piziuccia!!!;)
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