Afrodisiaci medievali e afrodisiaci per sovrani...

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Nina@
00sabato 5 febbraio 2005 22:11





Afrodisiaci medievali

Il vocabolario amoroso e quello gastronomico si intrecciano costantemente. La pelle è di pesca, i capelli un campo di grano, gli occhi a forma di mandorla o color nocciola, la bocca color ciliegia, le labbra polpose, le forme appetitose. Attraverso il binomio cucina-eros si giunge ai cibi afrodisiaci. Fu dal nome della dea dell'amore (Afrodite) che venne coniato il termine "Afrodisiaco", che sta ad indicare ogni sostanza capace di eccitare o esaltare lo stimolo e il potere sessuale.
Greci ed Etruschi consigliavano per tali finalità: vino, aglio , miele, uova, crostacei.
Nel Medioevo si giurava sull'effetto del cervello di piccione, è però con l’arrivo delle spezie dall’oriente, che si arricchì la scelta dei cibi afrodisiaci. I mercanti del tempo, sia per i lauti guadagni, che per le piccole dimensioni di trasporto, ne favorirono lo scambio. Chiodi di garofano, noce moscata, cannella, zenzero, zafferano, coriandolo e cumino. Il Cibo speziato era molto gradito perché ingentilito nel gusto e di più facile conservazione. Sempre nella stessa epoca, al fine di sopire i bollenti spiriti di dame e uomini di chiesa, si consigliava l’uso di una pianta coltivata nei monasteri. “Vitex agnus castus” alberello dai semi rotondi di colore nero che aveva un particolare principio calmante. Simile esteticamente al pepe era chiamato “il pepe dei monaci.”
Ma un convivio amoroso poteva e può cominciare davvero a tavola, ed esisteva un codice gastronomico particolarmente appropriato? Certo, un incontro d'amore poteva e può cominciare a tavola. Ma non dai cibi, bensì appunto dalla tavola, cioè dalla cura, dall'eleganza, dai particolari che colpiscono l'immaginazione, che creano un'atmosfera magica. Crediamo che il codice esista, ma non sia gastronomico bensì conviviale, cioè legato al modo di stare a tavola e di curare lo stile. Certi monaci medievali scrivono che Adamo peccò perché "mangiò con una donna". L'intimità conviviale è spesso galeotta più di qualunque altra circostanza.

Afrodisiaci per i sovrani

Si racconta che il grande Solimano I°, sultano Ottomano fra il 1520 e il 1565, avrebbe fatto un curioso esperimento. Mise in gabbia due uomini Dervisci nutrendoli di carne ed acqua per qualche tempo, poi inviò loro due splendide schiave del suo arem. Gli uomini con entusiasmo e decenza esplicarono le loro qualità di maschi. Ripeté l’esperimento, facendoli nutrire di pesce e vino. Quando arrivarono le schiave, si buttarono con estrema violenza per il loro possesso, ripetendo più volte la mascolina prestazione. Benedetti siano allora, pesce e vino.
Per esempio Caterina Sforza elogiava l'estratto di verga d'asino essiccata, e un altro famoso personaggio che ricorse ampiamente all’aiuto degli afrodisiaci fu Papa Leone X , che grazie al suo cuoco fiorentino applicò straordinarie alchimie: “la senapa accende la lussuria, i porri commuovono il coito, i capperi lo fan vivace…….”
Rievochiamo adesso gli splendori amatori dei Re di Francia e delle loro sollazzevoli amanti. La più famosa nella storia fu la Marchesa de Pompadour , che oramai poco più che trentenne, accorgendosi di provare una crescente frigidità di fronte alle esigenze sessuali di sua maestà, corse ai ripari. Cosa fece? Cominciò a nutrirsi di cioccolato, tartufi, ostriche e crostacei. La storia non ci conferma se questi rimedi ebbero l’effetto desiderato, di sicuro la Marchesa passò alla storia come il Ministro in sottana più famoso dell’epoca, dopo Cleopatra e Caterina de' Medici.
Ora diamo tutto lo spazio che merita a Giacomo Casanova . Per lui la tavola e la donna erano una cosa sola, che avvince anima e corpo. Attribuendo alla prima i risultati brillanti con la seconda.
Tanto si legge nelle pagine delle famose Memorie.
“Mi piacquero i piatti raffinati, il pasticcio di maccheroni, fatto da un buon cuoco napoletano….. il merluzzo di Terranuova ben mantecato, la selvaggina sfrollata a puntino e i bei formaggi burrosi.”
Concludiamo per con una verità assoluta che non và dimenticata. L’eccesso di qualunque cibo è assolutamente negativo, come pure l’eccesso di bevande. Una persona in preda all’indigestione e all’ubriachezza non potrà mai assomigliare a un Don Giovanni.




Gimli
00venerdì 11 febbraio 2005 19:52
Interessante quanto veritiero Nin@! Da sempre cibo e sesso sono stati accoppiati in mille modi diversi, secondo me, perchè entrambi hanno a che fare qualcosa con la passione...mi spiego: se si usa passione per preparare del cibo, il risultato sarà fantastico, così come se si applica la stessa passione per fare del sesso!
...my 2 cents...![SM=g27823]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:11.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com