Addio, Marco

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Lalledy
00domenica 23 ottobre 2011 13:48
-”Non hai paura di ammazzarti se fai un incidente?”
-”No. Si vive di più andando 5 minuti al massimo su una moto come questa, di quanto non faccia certa gente in una vita intera."

Un campione...
Un pilota...
Un ragazzo di ventiquattro anni...
Voleva arrivare sul podio stamattina, invece è arrivato molto più in alto...
Troppo...
Ciao Grande Sic!
Ciao piccolo uomo con due ruote al posto delle gambe!
Chi corre troppo inciampa, si dice, ma è anche vero che sarebbe stato meglio non nascere affatto, che nascere senza gloria: la morte e il buio non fanno paura se sai brillare di luce tua!

A volte capita di morire per la propria passione, ma a ventiquattro anni è troppo ingiusto...

Addio Marco Simoncelli [SM=g27998]
Sunny_Blue
00domenica 23 ottobre 2011 19:04
Sono in vacanza e non ho visto la tv. Rientrata ho messo il televideo... Ci sono rimasta troppo male. :(((
TuttaColpaDelCielo
00lunedì 7 novembre 2011 21:27
A me dispiace che sia morto, ma comunque uno che corre lo deve mettere in conto. Se uno fa le corse clandestine se l'è meritato, se era famoso no, poverino, non lo meritava...
Io lo trovo stupido, morire così, ed egoista. Posso morire per un ideale, ma per andare in moto?

Edit: scusate, nella fretta temo di essermi espressa male. Ciò che intendo dire è che Simoncelli guidava in modo oggettivamente poco prudente, come testimoniano le numerosissime cadute sue e provocate ai colleghi. Non disprezzo il motociclismo, sono una discreta appassionata, ma non si può dire che non sia pericoloso.
Questo non significa assolutamente che Simoncelli o qualcun'altro meriti di morire in una corsa, ma di sicuro non è una possibilità che non hanno mai preso in considerazione, tanto più che chi corre come faceva lui si espone molto di più agli incidenti, o rischia di provocarne. Io una guida del genere spesso l'ho trovata irresponsabile, e morire per questo ritengo sia stupido (nel senso di evitabile) ed egoista.
Sono dispiaciuta della sua morte come lo sono di un qualsiasi altro giovane, il modo in cui è morto non toglie (o aggiunge) nulla a ciò che provo, ma continuo a pensare che fosse in qualche modo prevedibile.
=Kobe90=
00martedì 8 novembre 2011 17:48
TuttaColpaDelCielo, 07/11/2011 21.27:

A me dispiace che sia morto, ma comunque uno che corre lo deve mettere in conto. Se uno fa le corse clandestine se l'è meritato, se era famoso no, poverino, non lo meritava...
Io lo trovo stupido, morire così, ed egoista. Posso morire per un ideale, ma per andare in moto?

Edit: scusate, nella fretta temo di essermi espressa male. Ciò che intendo dire è che Simoncelli guidava in modo oggettivamente poco prudente, come testimoniano le numerosissime cadute sue e provocate ai colleghi. Non disprezzo il motociclismo, sono una discreta appassionata, ma non si può dire che non sia pericoloso.
Questo non significa assolutamente che Simoncelli o qualcun'altro meriti di morire in una corsa, ma di sicuro non è una possibilità che non hanno mai preso in considerazione, tanto più che chi corre come faceva lui si espone molto di più agli incidenti, o rischia di provocarne. Io una guida del genere spesso l'ho trovata irresponsabile, e morire per questo ritengo sia stupido (nel senso di evitabile) ed egoista.
Sono dispiaciuta della sua morte come lo sono di un qualsiasi altro giovane, il modo in cui è morto non toglie (o aggiunge) nulla a ciò che provo, ma continuo a pensare che fosse in qualche modo prevedibile.


Guarda, per una parte di post ti seguo, per il resto no.
La morte di Simoncelli è stata quello che è stata: un rischio calcolato che purtroppo si è avverato.
Magari le fanfare e il sensazionalismo sono esagerati, ma è anche vero che molti piloti hanno spontaneamente concesso l'onore delle armi.
Simoncelli era un professionista che penso, come tutti, tenesse in conto dei pericoli del mestiere, e, nonostante tutto, ha continuato a fare quello che gli piaceva. Oppure l'avrà anche fatto per i soldi, o per il successo, ma almeno è stato coerente.
Morire per una moto? Può sembrare stupido, ma la storia sportiva è piena di pazzi pronti a tutto pur di portare a termine quello che si erano prefissati. Per molti è giusto e doveroso che l'attimo catturato durante un sorpasso sia giudicato come meno meritevole di un qualsiasi ideale. Cavolo, ma anche competere può diventare la forza generatrice di una persona.
Non è bello, non è altruista, ma forse è più onesto di un militare che parte per "proteggere la patria" quando l' unica cosa che gli interessa è la paga. E' una questione di scelte. Sono stupidi gli alpinisti che ogni anno sfidano le vette sapendo di rischiare tantissimo? Sono stupidi i velisti, i piloti, i pugili che si giocano gli occhi e il cervello ad ogni round?
Da un punto di vista puramente razionale sì.Perché uno deve arrivare a rischiare la vita per un gioco? Il fatto è che non tutto può essere spiegato razionalmente, specialmente nello sport dove sono molto più importanti la passione, l'impeto e il coinvolgimento.
Se si usa il senso comune quel che resta del calcio sono ventidue cretini che rincorrono un pallone su e giù per un prato. Seguendo il buon senso tutti gli sport estremi dovrebbero essere vietati per legge perché ledono la sicurezza di una persona. Anche guidare in modo spericolato è dannoso, ed evitabile. Ma chi traccia la linea? Qual è il limite entro il quale una morte è un rischio facente parte del pacchetto o un' azzardo stupido ed egoista? Tutto comporta una certa dose di rischio.
Lo dirò ancora: Simoncelli era perfettamente conscio dei pericoli che correva,e, come ogni professionista nella una posizione avrà fatto due più due e deciso che il gioco valeva la candela.
Non è un eroe, né un martire, ma perché è egoista?
TuttaColpaDelCielo
00martedì 8 novembre 2011 18:14
=Kobe90=, 08/11/2011 17.48:


Guarda, per una parte di post ti seguo, per il resto no.
La morte di Simoncelli è stata quello che è stata: un rischio calcolato che purtroppo si è avverato.
Magari le fanfare e il sensazionalismo sono esagerati, ma è anche vero che molti piloti hanno spontaneamente concesso l'onore delle armi.
Simoncelli era un professionista che penso, come tutti, tenesse in conto dei pericoli del mestiere, e, nonostante tutto, ha continuato a fare quello che gli piaceva. Oppure l'avrà anche fatto per i soldi, o per il successo, ma almeno è stato coerente.
Morire per una moto? Può sembrare stupido, ma la storia sportiva è piena di pazzi pronti a tutto pur di portare a termine quello che si erano prefissati. Per molti è giusto e doveroso che l'attimo catturato durante un sorpasso sia giudicato come meno meritevole di un qualsiasi ideale. Cavolo, ma anche competere può diventare la forza generatrice di una persona.
Non è bello, non è altruista, ma forse è più onesto di un militare che parte per "proteggere la patria" quando l' unica cosa che gli interessa è la paga. E' una questione di scelte. Sono stupidi gli alpinisti che ogni anno sfidano le vette sapendo di rischiare tantissimo? Sono stupidi i velisti, i piloti, i pugili che si giocano gli occhi e il cervello ad ogni round?
Da un punto di vista puramente razionale sì.Perché uno deve arrivare a rischiare la vita per un gioco? Il fatto è che non tutto può essere spiegato razionalmente, specialmente nello sport dove sono molto più importanti la passione, l'impeto e il coinvolgimento.
Se si usa il senso comune quel che resta del calcio sono ventidue cretini che rincorrono un pallone su e giù per un prato. Seguendo il buon senso tutti gli sport estremi dovrebbero essere vietati per legge perché ledono la sicurezza di una persona. Anche guidare in modo spericolato è dannoso, ed evitabile. Ma chi traccia la linea? Qual è il limite entro il quale una morte è un rischio facente parte del pacchetto o un' azzardo stupido ed egoista? Tutto comporta una certa dose di rischio.
Lo dirò ancora: Simoncelli era perfettamente conscio dei pericoli che correva,e, come ogni professionista nella una posizione avrà fatto due più due e deciso che il gioco valeva la candela.
Non è un eroe, né un martire, ma perché è egoista?


Sono, in generale, d'accordo con te.
Ma trovo Simoncelli egoista perché aveva una guida decisamente più pericolosa di altre, e più volte mi sono ritrovata a pensare "Qua si fa male" in situazioni che avrebbe potuto evitare. E mi chiedo come potesse guidare così, perché a volte sembrava davvero che non gliene importasse nulla di farsi male (o di far del male agli altri, come è successo spesso).
Io correvo in moto, non certamente a quei livelli, ma per dei dilettanti me la cavavo bene. E' stata (ed è) una mia grandissima passione, quindi penso di capire chi non riesce a farne a meno, ma non chi è pronto a perderci la vita (e sarò ripetitiva, ma Simoncelli rischiava molto più di altri). Io ho rinunciato più volte alla vittoria - premi annessi - perché avrei dovuto fare sorpassi e curve troppo pericolosi; ad alti livelli ciò è ovviamente più raro, ma succede. Simoncelli era uno che, invece, quasi mai evitava manovre pericolose... e io vedendolo mi chiedevo sempre: "Ma non pensa che così rischia di farsi male sul serio, se non di ammazzarsi? Ma non pensa alla famiglia, alla ragazza, agli amici?"
Un modo di guidare del genere può essere sì istintivo, ma se vuoi riesci a controllarti, con la pratica. Ed era proprio il suo non controllarsi che trovo egoista, non la sua morte in sé, che è stata causata da un incidente imprevedibile. Fermo restando che morire per una moto lo trovo inutile (così come morire scalando una montagna quando il tempo è brutto, ad esempio, perché una passione non vale la tua vita e il dolore di chi ti ama).
Spero di essermi espressa chiaramente ^^
=Kobe90=
00martedì 8 novembre 2011 19:45


Sono, in generale, d'accordo con te.
Ma trovo Simoncelli egoista perché aveva una guida decisamente più pericolosa di altre, e più volte mi sono ritrovata a pensare "Qua si fa male" in situazioni che avrebbe potuto evitare. E mi chiedo come potesse guidare così, perché a volte sembrava davvero che non gliene importasse nulla di farsi male (o di far del male agli altri, come è successo spesso).
Io correvo in moto, non certamente a quei livelli, ma per dei dilettanti me la cavavo bene. E' stata (ed è) una mia grandissima passione, quindi penso di capire chi non riesce a farne a meno, ma non chi è pronto a perderci la vita (e sarò ripetitiva, ma Simoncelli rischiava molto più di altri). Io ho rinunciato più volte alla vittoria - premi annessi - perché avrei dovuto fare sorpassi e curve troppo pericolosi; ad alti livelli ciò è ovviamente più raro, ma succede. Simoncelli era uno che, invece, quasi mai evitava manovre pericolose... e io vedendolo mi chiedevo sempre: "Ma non pensa che così rischia di farsi male sul serio, se non di ammazzarsi? Ma non pensa alla famiglia, alla ragazza, agli amici?"
Un modo di guidare del genere può essere sì istintivo, ma se vuoi riesci a controllarti, con la pratica. Ed era proprio il suo non controllarsi che trovo egoista, non la sua morte in sé, che è stata causata da un incidente imprevedibile. Fermo restando che morire per una moto lo trovo inutile (così come morire scalando una montagna quando il tempo è brutto, ad esempio, perché una passione non vale la tua vita e il dolore di chi ti ama).
Spero di essermi espressa chiaramente ^^


Guarda, a parte la vela, dove non sono mai andata al di là del laser, l' unico sport dove ho preso in considerazione il fattore infortuni seri è stata l'equitazione(salto ad ostacoli e cross country), quindi l'esperienza di base è diversa, ma penso che alla fine sia una questione di punti di vista.
Io vedo i rischi come inerenti ad una disciplina e chi accetta di farne parte ne accetta pure gli azzardi.
La peggiore delle evenienze va sempre presa in considerazione, ok, ma non è che uno parte con il dire adesso mi ammazzo per una moto. Non è un obiettivo XD. Uno parte con la mentalità: adesso spacco tutto, e se cado, spero di farmi il meno male possibile. Morire è solo una delle illimitate possibilità che compiere una scelta può aprire. Quindi non è che uno parte con l'idea di martirizzarsi per una passione, ma ehi, se succede,fa parte del gioco. Non è inutile, è parte integrante della posta in palio.
E se uno rischia tanto, è stato sconsiderato, non egoista. L'egoismo presuppone l'intenzione malevola di danneggiare il prossimo per i propri fini, e se un adulto responsabile compie determinate azioni sulla propria vita non è egoista. Si prende semplicemente dei rischi legati alle proprie capacità. Uno non è responsabile per l'affetto di altre persone.O meglio, uno non deve sentirsi per forza legato a quello che gli altri pensano sia il suo bene. Alla fine la vita è la sua, e sue le scelte. Si può essere tristi che sia andata in un certo modo, ma tacciarlo di egoismo per me è un po' limitante.
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