Accà nisciun'è fesso

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S_Daniele
00lunedì 21 giugno 2010 13:46

Accà nisciun'è fesso


Il cardinale Crescenzio Sepe (nella foto, durante una celebrazione a Cadria di Magasa) è ufficialmente iscritto nel registro degli indagati, per i loschi affari che avrebbe gestito allorché era Prefetto della Congregazione de propaganda Fide (la Congregazione dopo il concilio ha cambiato denominazione, ma del nuovo scìpito nome ce ne infischiamo; come tutti del resto).

Se sia penalmente colpevole o meno, lasciamo giudicare ad altri. A noi interessa semplicemente ricordare, per meglio inquadrare la persona, alcuni fatti.

Sepe è sempre stato in rapporti molto freddi con l'allora cardinale Ratzinger. Tanto vero che il nuovo Pontefice l'ha allontanato nel maggio 2006 dalla potentissima carica di Papa rosso (ossia Prefetto di Propaganda) e l'ha spedito a fare l'arcivescovo di Napoli. Una amotio, più che una promotio. Di più: si è trattato di uno dei pochi atti significativi di Benedetto XVI nel suo primo anno di pontificato, quando il neoeletto si muoveva ancora con enorme circospezione, avendo da rodare la Curia woytiliana che aveva appena ereditato. Sotto questo profilo, Sepe si piazza cronologicamente in terza posizione nella classifica dei pur pochissimi licenziamenti anticipati effettuati da Papa Ratzinger, subito dopo il number one Fitzgerald (già Presidente del pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, spedito nunzio al Cairo a sperimentare in corpore vili le delizie del dialogo coi maomettani, di cui era invasato) e dopo il number two Sorrentino (già Segretario della Congregazione per il Culto Divino, liturgista modernista, reo di essere intervenuto contro ogni idea di apertura al rito antico nel corso del sinodo dei vescovi sull'Eucarestia; fu, un mese dopo la fine di quel sinodo, cacciato ad Assisi a sbrigare conflitti di competenza coi veri padroni di quella diocesi, i frati francescani).

Insomma: il fatto che Benedetto XVI, prudente e circospetto come sappiamo, alieno allo spoil system e rispettoso delle scadenze pensionistiche dei collaboratori, abbia invece fatto un'eccezione per il cardinale Sepe, ed in tempi relativamente brevi dall'ascensione al pontificato, a noi dice molto, anzi moltissimo.

Dal 2001 al 2004 il card. Sepe ebbe, come Segretario aggiunto, mons. Malcolm Ranjit Patabendige Don. I due però non si intendevano affatto e Sepe ottenne di liberarsi dello scomodo collaboratore cingalese, finito così a fare il nunzio in Indonesia. Ma diventato papa Benedetto XVI, che aveva avuto modo di apprezzare mons. Ranjit nel periodo in cui questi era stato a Roma, lo richiamò a svolgere le funzioni di Segretario del Culto Divino (appunto in sostituzione di Sorrentino), proprio mentre era Sepe a doversi allontanare dal Vaticano. E anche questo attrito con Ranjit, di cui conosciamo l'integrità, molto ci dice.

Infine, è da salutare la diversità di reazione del Vaticano alla notizia dell'apertura delle indagini contro il porporato. Anziché la solita salva di proteste di estraneità e di innocenza (come era stato nel caso più eclatante, quello della difesa ad oltranza di Marcinkus, inseguito dalla polizia e rifugiatosi entro le mura leonine grazie alle benemerenze acquisite in alto loco per aver fornito ampi mezzi finanziari a Solidarnosc), si promette - chissà con quanta sincerità... - collaborazione con gli inquirenti e si sottolinea come tutta la responsabilità dei fatti addebitati non riguardi l'attuale gestione del card. Dias. Un modo quanto mai esplicito, e perfino brutale per l'etichetta ecclesiale, di 'scaricare' il cardinale partenopeo. Ed anche una specie di ammissione di colpe (altrui).

Per concludere il quadro, vale la pena citare un vecchio articolo di Magister, che lo stesso ha appena ripubblicato nel suo
blog:


SEPE, PROPAGANDA PRO DOMO MEA
(Dall’Espresso del 13 settembre 2002)

In Vaticano il cardinale prefetto della congregazione De Propaganda Fide lo chiamano il papa rosso. Per dire quanto è potente. Ma Crescenzio Sepe, che lo è diventato nell’aprile del 2001, non si accontenta. Punta ancora più in alto. A diventare segretario di Stato.

E per riuscirci ha lanciato una martellante campagna d´immagine. Si è messo a viaggiare per il mondo come il Karol Wojtyla dei tempi d´oro, incontrando vescovi e capi di Stato, sempre accompagnato dall´inviato di punta dell’”Osservatore Romano”, Gianfranco Grieco, che gli dedica ogni giorno paginate trionfali. In febbraio è stato in Costa d´Avorio, in marzo in India e Sri Lanka, in giugno in Bosnia, in luglio in Corea del Sud e Mongolia, in settembre sarà in Thailandia ed entro novembre in Albania, Benin e Angola.

Perché novembre è la data cruciale. Il 23 di quel mese il cardinale Angelo Sodano, che è segretario di Stato dal 1991, compie 75 anni e da lì in avanti il papa potrebbe congedarlo in ogni momento. Il candidato naturale a succedergli sarebbe il cardinale Giovanni Battista Re, per molti anni sostituto, ossia numero due nella stessa segreteria di Stato. Ma Sepe si è già piazzato in corsia di sorpasso. Il suo esempio luminoso è il cardinale Dionigi Tettamanzi, che proprio grazie a una poderosa campagna promozionale è riuscito quest´estate a diventare il successore a Milano del cardinale Carlo Maria Martini, sbaragliando i concorrenti compreso lo stesso Re.

Sepe è nato nel 1943 a Carinaro, in diocesi di Aversa. Entrò presto in diplomazia e fece tirocinio nelle nunziature dell’America latina e dell’Asia. In curia il suo cardinale protettore era l’argentino Umberto Mozzoni e questi lo piazzò in segreteria di Stato, all’ufficio informazioni. Bel trampolino. Perché con un papa come Giovanni Paolo II i media contano. E Sepe fece le mosse giuste. Nel 1984 scovò e mise in pista come press agent di papa Wojtyla l’intraprendente Joaquín Navarro-Valls, spagnolo, numerario dell’Opus Dei. E a direttore dell’”Osservatore Romano” collocò un suo amico irpino, Mario Agnes, l’ascetico fratello di Biagio, allora supermanager della Rai.

Giovanni Paolo II se ne compiacque. E Sepe salì di grado. Tre anni dopo, nel 1987, fu promosso assessore della segreteria di Stato, numero tre del supremo organo di governo vaticano. Altri tre anni, e corse voce che lui già pretendeva di diventar sostituto, una carica ancora più su, con accesso diretto e quotidiano al papa. Una lettera collettiva firmata da nunzi e diplomatici gli sbarrò la strada. Ma solo lì. Nel 1992, Sepe fu promosso dal papa arcivescovo e segretario della congregazione per il clero.

Dove rivelò un’altra sua dote, quella di impresario di spettacoli. Non c’era ricorrenza papale che non venisse salutata da cantautori, rockband, soubrette. Con dirette in mondovisione. Così, quando si trattò di organizzare il grandioso giubileo dell’anno 2000, Giovanni Paolo II non ebbe dubbi, mise tutto in mano a Sepe. Il quale progettò e realizzò un programma monstre, fatto di decine di giubilei di categoria, uno più spettacolare dell’altro. Con riverberi politici non da poco. Sia il governo italiano che il sindaco di Roma, quando avevano a che fare col Vaticano, era dal plenipotenziario Sepe che dovevano bussare.

Il premio arriva puntuale nel 2001. Il papa fa cardinale Sepe e lo insedia a Propaganda Fide. Tempo pochi mesi e anche l’agenzia di questo dicastero, “Fides”, cambia faccia e suona la tromba per il nuovo papa rosso. “L’Osservatore Romano” di Agnes lo fa già da un pezzo. Navarro idem. Finché dura Giovanni Paolo II col suo alter ego Stanislaw Dziwisz, Sepe ha dalla sua un patronato formidabile.

Messainlatino

Sarà solo una coincidenza che proprio in concomitanza con l'iscrizione nel registro degli indagati di sua eminenza, Benedetto XVI° abbia pronunciato questo sermone?  
 
"Il sacerdozio, non può mai rappresentare un modo per raggiungere la sicurezza nella vita o per conquistarsi una posizione sociale. Chi aspira al sacerdozio per un accrescimento del proprio prestigio personale e del proprio potere ha frainteso alla radice il senso di questo ministero. Chi vuole soprattutto realizzare una propria ambizione, raggiungere un proprio successo sarà sempre schiavo di se stesso e dell’opinione pubblica. Per essere considerato, dovrà adulare; dovrà dire quello che piace alla gente; dovrà adattarsi al mutare delle mode e delle opinioni e, così, si priverà del rapporto vitale con la verità, riducendosi a condannare domani quel che avrà lodato oggi. Un uomo che imposti così la sua vita, un sacerdote che veda in questi termini il proprio ministero, non ama veramente Dio e gli altri, ma solo se stesso e, paradossalmente, finisce per perdere se stesso."  

Io credo proprio di no

martinicm
00lunedì 21 giugno 2010 22:51
Ti pareva da dove arrivava il gossip.

Certe cose lasciamole fare a Novella 2000.
S_Daniele
00martedì 22 giugno 2010 20:43
Re:
martinicm, 21/06/2010 22.51:

Ti pareva da dove arrivava il gossip.

Certe cose lasciamole fare a Novella 2000.




Senza offesa ma Magister è uno dei migliori vaticanisti, altro che Novella 2000.
martinicm
00mercoledì 23 giugno 2010 15:26
E questo cosa centra?

Un vaticanista deve fare gossip?
S_Daniele
00mercoledì 23 giugno 2010 19:25
Re:
martinicm, 23/06/2010 15.26:

E questo cosa centra?

Un vaticanista deve fare gossip?




Da quando la cronaca e gossip?
martinicm
00mercoledì 23 giugno 2010 20:05
Da quando è fatta per screditare = creare scandalo
S_Daniele
00mercoledì 23 giugno 2010 20:27
Re:
martinicm, 23/06/2010 20.05:

Da quando è fatta per screditare = creare scandalo




Io non vedo alcun scredito.
Lo scandalo semmai l'ha creato il Cardinale Sepe, non cambiamo le carte in tavola, l'inquisito non è Magister ma Sepe.
martinicm
00venerdì 25 giugno 2010 19:41
da quando in quà inquisito equivale a colpevole?
S_Daniele
00venerdì 25 giugno 2010 21:11
Re:
martinicm, 25/06/2010 19.41:

da quando in quà inquisito equivale a colpevole?




E tu dove leggi che è stato giudicato colpevole?
Inoltre ti rammento, forse non avrai letto bene, l'articolo di Magister risale a prima che il Cardinale Sepe fosse inquisito, cioè in tempi non sospetti, dunque nessun opportunismo mediatico sull'onda dello scandalo o pseudo tale.
martinicm
00venerdì 25 giugno 2010 22:16
ma, guarda caso, salta fuori adesso
S_Daniele
00sabato 26 giugno 2010 15:16
Re:
martinicm, 25/06/2010 22.16:

ma, guarda caso, salta fuori adesso




Ma non è vero, l'articolo era pubblico già a quei tempi, ora è stato solo riproposto, dove sta il problema?
Da premettere che anche altre riviste nel 2009 e nel 2008 criticarono Sepe per alcuni atteggiamenti poco chiari.
Tuttavia nessuno vuole collegare i fatti attuali con l'inchiesta al Cardinale Sepe che fino a prova contraria è innocente.
martinicm
00sabato 26 giugno 2010 20:35
Tuttavia nessuno vuole collegare i fatti attuali con l'inchiesta al Cardinale Sepe che fino a prova contraria è innocente.

Ma intanto, riguarda caso, l'articolo è stasto proposto proprio ora nel forum, e con un titolo che è tutto dire.
Caterina63
00mercoledì 30 giugno 2010 00:13
Re:
martinicm, 21/06/2010 22.51:

Ti pareva da dove arrivava il gossip.

Certe cose lasciamole fare a Novella 2000.





[SM=g7387] questa è la classica risposta di chi non sa rispondere alle dispute presentate con legittima onestà da parte dell'autore Magister, vaticanista, ergo esperto di questi temi...

Ad Enrico sfugge il fatto che l'argomento suscitato da alcune azioni fatte all'epoca dal card. Sepe, tirano in ballo il Pontificato di Giovanni Paolo II....
Il Pontefice all'epoca era già entrato nella sua malattia e per cinque anni effettivamente la Chiesa perse il suo governo ed ogni Pontificio faceva quello che voleva e questo è uno dei suoi frutti...

Questo non vuol dire che Sepe sia colpevole di ciò che lo si accusa, tuttavia il problema sta in CERTE AMICIZIE poco cristalline attraverso le quali si sono fatte operazioni altrettanto poco chiare...

Caro Enrico, se ti facessi un o due nomi come Marcinkus (vescovo) o la banca del Vaticano (IOR) degli anni '70/80 con Sindona trovato morto suicida sotto un ponte, come reagiresti? parleresti ancora di Novella2000? se sei onesto non credo... [SM=g7566]

Il problema è che i media espongono i fatti in modo deplorevole, condannando non per eventuali peccati ancora da chiarire, ma semplicemente la persona più o meno conosciuta...
ma ti posso assicurare che qui non siamo a Novella2000, ma molto di più, molto più a qualcosa che ha del deplorevole e che ci richiama a pregare per i Vescovi e Cardinali...

Sai cosa fece lo IOR (banca vaticana) gestita dal vescovo Marcinkus protetto da Paolo VI (Giovanni Paolo II lo mandò in una parrocchia sperduta in america, appena eletto)fece andare in fallimento il banco VENETO il cui presidente onorario era ALBINO LUCIANI, patriarca di Venezia e futuro Pontefice... il quale andò a piangere LETTERALMENTE DA PAOLO VI per risolvere il danno di migliaia di famiglie rimaste senza i propri risparmi...Paolo VI si disse dispiaciuto di non poter provvedere.. Albino Luciani dovette vendere i beni della Diocesi per rifondere i danni ed evitare la chiusura...
Questo è uno dei motivi per cui si pensò che Giovanni Paolo I non morì di morte naturale, ma che venne ucciso, perchè la sua prima riforma sarebbe stata proprio quella della gestione dei fondi ecclesiastici con le attività del mondo...
Giovanni Paolo II ci riuscì per metà, spostando le persone e mettendone altre di sua fiducia...ma quando la malattia lo disabilitò, la Curia era diventata governatrice di se stessa...ed ogni Dicastero agiva senza più una collegialità...

Caro Enrico, se entri in un campo di cui non conosci le zone minate, lascia perdere... le tue battute sono una offesa all'intelligenza di chi, anche nelle forze dell'ordine, ha dato la vita e da la propria vita per il mantenimento dell'onestà nelle attivtà finanziarie, anche all'interno della Chiesa...
Si, te lo dico per esperienza "diretta"... [SM=g7566] non credermi superba per questo, ma qui conosco più fatti (e non dai giornali) di quanto tu possa leggere in internet...

Semmai non commentare ed insieme sgraniamo il santo Rosario affinchè il card. Sepe, ed altri dei quali i nomi ancora non sono usciti, comprendano a cosa porta il prendere certe decisioni guardando esclusivamente ai propri interessi...


[SM=g7427]



Caterina63
00mercoledì 30 giugno 2010 11:25

«Restituite i soldi dati
a Propaganda Fide»

La Corte dei Conti cita i vertici di Arcus per la ristrutturazione voluta da Sepe

Inchiesta Grandi eventi - Non rispettato l’impegno del museo. La difesa di Lunardi: fondi disposti da Di Pietro e Rutelli

«Restituite i soldi dati
a Propaganda Fide»

La Corte dei Conti cita i vertici di Arcus per la ristrutturazione voluta da Sepe

ROMA - La Corte dei Conti chiude l’istruttoria sul palazzo di Propaganda Fide a piazza di Spagna e chiede il risarcimento del danno erariale ai vertici di Arcus, la società ministeriale che ha erogato cinque milioni di euro per la ristrutturazione.

Un avviso a dedurre è stato notificato dieci giorni fa al direttore generale Ettore Pietrabissa, al direttore amministrativo e finanziario Gianluca Colabove e alla responsabile del progetto Francesca Nannelli. I giudici contabili confermano così la tesi della procura di Perugia che ritiene illegittima la concessione della somma alla Congregazione all’epoca guidata dal cardinale Crescenzio Sepe. L’alto prelato, attuale arcivescovo di Napoli, e stato indagato dai pubblici ministeri umbri per corruzione insieme all’allora ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi. L’ipotesi dell’accusa è che ci sia stato un vero e proprio scambio di favori: il politico avrebbe concesso il finanziamento dopo aver comprato da Propaganda Fide il palazzetto di via dei Prefetti pagandolo 3 milioni di euro, cioè un terzo del suo valore effettivo.

I lavori pregressi

Agli alti funzionari la Corte dei Conti contesta ora di aver concesso il denaro «accollandosi lavori che in realtà erano già stati effettuati», ma soprattutto di non aver preteso «il rispetto dei termini» della Convenzione stipulata con l’Istituto religioso. E per dimostrarlo ricostruisce la vicenda sin dal 1˚ marzo 2005 quando «il prefetto della Congregazione (Sepe ndr) trasmetteva al ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi copia del progetto dell’area Museale al fine di accedere al finanziamento, precisando che il Museo sarebbe stato aperto al pubblico».
 Costo previsto: 13,8 milioni di euro per la ristrutturazione dell’intero palazzo e 5.572 milioni di euro per quella della pinacoteca.
Scrive il magistrato: «Con nota del 21 ottobre 2005 il capo di gabinetto del ministro Lunardi segnalava per un esame prioritario in vista dell’imminente riunione del Cda di Arcus alcuni progetti, tra i quali quello in questione. E il direttore generale di Arcus, in sede di audizione personale, evidenzia la non frequente prassi seguita nell’occasione dal ministero. Tra gli atti c’è anche un’altra nota del 31 gennaio 2006 del direttore centrale Carolina Botti dalla quale si evince l’interessamento diretto del ministro Lunardi alle convenzioni firmate, tra le quali quelle in esame».


L’atto viene stipulato il 23 dicembre 2005 e prevede «l’apertura al pubblico di ambienti di grande rilievo artistico come la cappella dei Re Magi e la biblioteca lignea del Borromini sicché il progetto viene ritenuto compatibile con le finalità istituzionali di Arcus». Si decide che la somma venga erogata in tre fasi e che ci sia «un monitoraggio di Arcus per verificare l’esecuzione del progetto che avrebbe dovuto avere fine entro il 31 dicembre 2006». Ma secondo il magistrato «dalla documentazione emerge chiaramente che il contratto tra la Congregazione e la ditta esecutrice dei lavori è stato stipulato il 15 novembre 2004, ossia molto prima della stipula della Convenzione. Anche i lavori sono stati avviati, in buona parte, in epoca antecedente la stipula e accollati ad Arcus».

Doppio finanziamento

Il 26 febbraio 2007 Pietrabissa «ritenuto concluso il progetto, disponeva di liquidare la seconda rata e il saldo, completando l’erogazione dei primi due milioni e mezzo di euro. E il 30 marzo successivo, su proposta dello stesso Pietrabissa, il commissario straordinario di Arcus autorizzava a stipulare una nuova convenzione per l’erogazione di ulteriori due milioni e mezzo di euro in favore della Congregazione». Sottolinea il magistrato contabile: «È da notare la novità della proposta nella parte in cui si limitano le parti visibili e si afferma che la pinacoteca sarà completata al 31 gennaio 2008 per il solo 50 per cento». I progetti vengono nel frattempo modificati, ci sono ritardi enormi nei lavori tanto che un anno dopo, il 3 marzo 2008, lo stesso Pietrabissa «rammenta con una lettera che le attività dovevano concludersi il 31 gennaio 2008 e sollecita una richiesta di proroga o la richiesta del saldo».

A questo punto, così come ricostruito nel provvedimento della magistratura contabile «il prefetto della Congregazione, con una lettera datata 12 marzo 2008, riferiva che i lavori erano ultimati con l’eccezione della Pinacoteca, per la quale si era deciso un nuovo spostamento, con conseguente necessità di proroga di una anno». Pietrabissa effettua una visita di verifica con Colabove e Nannelli e dichiara che «la nuova gestione amministrativa ha con lungimiranza privilegiato i lavori per la Pinacoteca, migliorando la qualità progettuale affidata ora a mani esperte». Poco dopo «autorizzava quindi la prosecuzione dei lavori fino al 31 gennaio 2009».

Il cantiere aperto

La conclusione del magistrato è lapidaria: «Allo stato nessun luogo dell’edificio - non soltanto la Pinacoteca, per la quale vi è espressa asserzione di non completamente, ma anche le parti che dovrebbero essere ultimate da anni quali l’area museale, la cappella dei Re Magi e la biblioteca lignea del Borromini - è aperta al pubblico. E dunque si ritiene sussista un danno all’erario che deve essere imputato al dottor Pietrabissa, al dottor Colabove e alla dottoressa Nannelli ai quali sono concessi 120 giorni per le proprie deduzioni con l’avvertenza che l’importo contestato potrà subire variazioni anche in aumento».

«Il secondo finanziamento - dichiara il difensore di Lunardi, l’avvocato Gaetano Pecorella - è stato erogato su disposizione dei ministri Antonio Di Pietro e Francesco Rutelli e dunque come si fa a sostenere che il mio assistito aveva un interesse privato nella vicenda? Quei soldi erano dovuti perché la metropolitana aveva provocato gravi danni allo stabile che doveva essere ristrutturato».



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quanto abbiamo appena letto non proviene da ambienti tradizionalisti, ma dagli uffici GIUDIZIARI che mettono in luce il giro di appalti e di milioni di euro che hanno sempre tentato anche i più santi..

Se il card. Sepe NON ha agito di proposito a fregare l'erario statale come io stessa credo, resta palese la sua INGENUITA' nel trattare con persone privi di scrupoli in termini FISCALI e pertanto ugualmente RESPONSABILE di una gestione di milioni di euro che hanno pesato, per altro, sulle TASCHE DEI CITTADINI...


martinicm
00mercoledì 30 giugno 2010 20:35
Cara Tea non sforzarti nel proferire filippiche allo scopo di redarguirmi.

Fino a prova contraria in Italia e spero in questa com esiste ancora la libertà di opinione e di espressione.

Non mi pare di avere offeso nessuno della com, mentre tu continui a trattarmi da idiota.

Vuoi dire la tua sull'argomento dilla senza necessariamente dare "consigli" che nessuno ti ha chiesto.
martinicm
00mercoledì 30 giugno 2010 20:41
Dimenticavo "accà nisciun'è fesso" si dice quando qualcuno vuole deliberatamente e furbescamente fregare qualcuno e non ingenuamente, come hai fatto tu stessa notare

l'articolo poi non si limita a segnalare il fatto ma è costruito in modo da far sembrare il cardinale un arrivista, con guardacaso in calce alla fonte il sermone del papa come se fosse stato pronunciato a fagiuolo ed espressamente per esso
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