Aborto, Berlusconi per la moratoria

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silvercloud87
00martedì 12 febbraio 2008 16:02
Il Cavaliere cerca di tranquillizzare i vescovi con il richiamo ai valori cattolici
"Abolire l'Ici e dopo il voto larghe intese sulle riforme istituzionali"
Aborto, Berlusconi per la moratoria
"E l'Udc scelga, basta giochetti"
Cesa: gelosi dell'autonomia. Storace: mi candido a Roma

ROMA - Un sì convinto alla moratoria sull'aborto, la conferma che dopo il voto si aprirà il dialogo con Veltroni sulle riforme e un duro ultimatum a Casini: "L'Udc scelga. Basta giochetti". La campagna elettorale di Berlusconi è cominciata. Martellante e trionfalista: "un bookmaker inglese dà la mia vittoria a 1,25 e quella di Veltroni a 3,50. - rivela al settimanale Tempi - Quindi io ho il triplo delle possibilità di vittoria rispetto al Pd". E per rassicurare i vescovi che corrono in soccorso di Casini in difficoltà, Berlusconi sposa un argomento a cui la Chiesa è estremamente sensibile.

Sulla scia della campagna cominciata da Giuliano Ferrara, anche Berlusconi fa propria la richiesta della moratoria all'Onu, come per la pena di morte. "Su queste materie la regola del nostro schieramento politico è la libertà di coscienza", premette il leader del Popolo della Libertà. Tuttavia "credo che riconoscere il diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale, sia un principio che l'Onu potrebbe fare proprio, così come ha fatto sulla moratoria per la pena di morte pur dopo un lungo e non facile dibattito".

Con questa presa di posizione Berlusconi cerca di tranquillizzare i vescovi preoccupati all'idea che l'Udc, partito che si richiama esplicitamente ai valori cattolici, abbia un ruolo marginale nel futuro Parlamento se non dovesse raggiungere un accordo con Berlusconi. Quella di Berlusconi vuole essere quindi una specie di garanzia avallata anche dal fatto che il Pdl, così come l'Udc, è nel Partito popolare europeo. A Berlusconi farebbe molto comodo avere il partito di Casini nel Pdl, ma naturalmente senza il simbolo dell'Udc. Altrimenti ognuno per conto proprio.

Ieri Berlusconi ha dato a Casini l'ultima chance: "La scelta spetta a loro. Conoscono quanto noi il sistema elettorale in vigore. Come noi fanno parte della famiglia europea del Ppe, così come anche l'Udeur che potrebbe rientrare nello schieramento moderato, così che oggi tutti i partiti italiani che sono nel Ppe stanno dalla stessa parte politica. La gente - avverte il Cavaliere rivolgendosi all'Udc - è stanca delle divisioni e dei giochetti politici di Palazzo. E le indicazioni unitarie che ci ha dato il nostro popolo negli ultimi due anni sono chiare, pressanti. Noi le rispetteremo e andremo avanti su questa strada, senza tentennamenti".

Immediata la risposta dell'Udc con il suo segretario Cesa: "Concordo pienamente con Berlusconi: è ora di finirla con i giochetti. L'Udc - prosegue Cesa - è disponibile ad una alleanza vincolante e programmatica con il centrodestra, nel rispetto della propria autonomia e identità. Ci dispiacerebbe - conclude - se questa convergenza non si realizzasse, ma non sarà certo per colpa nostra". In concreto sembra di capire che le posizioni non si avvicinano: l'Udc non è disposto a rinunciare al simbolo, come invece ha fatto Fini con An.

Casini è a un bivio. Se va da solo alle elezioni rischia l'esplosione di quella metà del partito che teme il flop elettorale. Se entra nel Pdl - ipotesi che però sembra molto improbabile - perderebbe per strada la cassaforte elettorale della Sicilia perché Cuffaro resta "ma solo con il simbolo dell'Udc". Giovedì si riunisce la Direzione del partito e sarà il momento di prendere una decisione definitiva. Ma l'altra partita senza esclusione di colpi che si gioca nel centrodestra è quella con Storace.

La Destra vorrebbe entrare ma con il simbolo e la cena di Arcore non ha avvicinato le posizioni. Storace - se dovesse andare da solo - minaccia una campagna elettorale contro Berlusconi e Fini a colpi di slogan del tipo: "Attenti a quei due". E i toni contro il Pdl ieri si sono inaspriti: "E' una lista cinica, che punta al potere. Ma se non si fidano di noi non possono chiedere i nostri voti. No Martini, no party. No simbolo, no voti...". Perfino Daniela Santanché mette da parte la sua grande amicizia con il Cavaliere per bollare il Pdl: "Berlusconi e Fini sono la chimica della politica, noi siamo la passione".

(12 febbraio 2008)
Repubblica.it
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