Omar Pedrini, ex Timoria ora solista, commenta il Festival: se mi avessero invitato sarei stato felice
«Renga non è un amico ma è il migliore»
«Non guardo alla simpatia: mi piace come artista e la sua canzone è bella»
Il Festival di Sanremo, almeno per quest’anno, Omar Pedrini lo segue in televisione. È un po’ amareggiato il popolare cantante bresciano che ha riscosso successi ai tempi dei Timoria e, in seguito, come solista, perché il suo pensiero corre inevitabilmente a un anno fa, quando calcava il palcoscenico dell’Ariston; la sua canzone, pur non essendosi classificatasi tra le prime era piaciuta, purtroppo, però, non aveva avuto la possibilità di farla conoscere al meglio, come l’album che usciva contemporaneamente: un infarto, poco più di un mese dopo Sanremo, l’aveva costretto a fermarsi. Mesi in ospedale, molta ansia, una lunga convalescenza avevano bloccato promozione e concerti. Pedrini ha sopportato con pazienza e serenità questo periodo, ha riflettuto, è cresciuto ed ha capito tante cose, oltre a quelle sulle quali non esistevano dubbi come l’amore della famiglia e della sua compagna Elenoire Casalegno, l’affetto dei veri amici, le persone sulle quali contare. Adesso Pedrini sta bene, la sua convalescenza a casa, nella amata Franciacorta, terra dei vini nel Bresciano, è ormai conclusa e il suo pensiero oggi può correre con più serenità anche al lavoro, alla sua musica. Inevitabile, fare due chiacchiere sul Festival.
«Per motivi professionali lo seguo tutti i giorni», dice. «Mi sembra un bellissimo varietà ad uso della televisione, un prodotto molto ben confezionato, una cerimonia grazie alla quale anche le canzoni sono abbastanza seguite. Certo, ho un po’ di nostalgia del Festival del passato, ma i risultati sono quelli degli ascolti davvero notevoli anche perché le altre reti non si sono azzardate in controprogrammazioni significative. Se il buon Tony Renis o Simona Ventura avessero avuto lo schieramento di quest’anno sarebbe andata meglio anche per loro».
Da esperto, come trova il livello delle canzoni?
«È un Festival di altissima qualità per quanto riguarda gli interpreti: cantano tutti molto bene e come votazione darei “otto”. Le musiche sono abbastanza carine ma non vado oltre la sufficienza; i testi, invece, sono quasi tutti estremamente banali. So di essere esigente a questo proposito, ma l’anno scorso il mio brano avevo vinto il premio come miglior testo».
Un riconoscimento prestigioso eppure quest’anno è rimasto a casa...
«Mi sarebbe piaciuto molto esserci ma non sono stato invitato. Sarebbe stato bello ripartire un anno dopo la malattia in una situazione tanto significativa per me; in un Festival dove si dà giustamente spazio alla beneficenza, alla sensibilizzazione, la mia sarebbe stata una testimonianza importante. Evidentemente non sono stato ritenuto della cerchia, ma ho accettato serenamente».
Sapevano della sua disponibilità?
«Sì, ma evidentemente ci sono state pressioni discografiche, forse hanno voluto evitare il confronto con il mio ex collega Francesco Renga, eppure sarebbe stato bello sfidarsi. Adesso, poi, sto bene, mi tengo le mie canzoni nel cassetto augurandomi di fare un nuovo disco».
L’album del 2004 purtroppo è rimasto bloccato...
«Dopo Sanremo ero uscito subito con il disco, poi c’è stata la malattia e l’album è finito nel vento. Porterò, comunque, avanti la mia professione, con pazienza; sono un tifoso del Brescia e sono abituato a perdere: scherzo, le cose importanti sono altre, quello che mi accaduto mi ha fatto riflettere, ed ho capito che è inutile agitarsi. Sono sempre stato un artista pulito, forse non mi hanno preso in considerazione al Festival perché pensavano che potessi essere un motivo di disturbo, le multinazionali hanno un forte potere...»
Si riferisce a Francesco Renga: non siete rimasti amici?
«No, lui l’ha detto ai giornali, ma in realtà non lo sento da sei anni. Quello che è successo tra noi fa parte della vita, e io rispetto tutti, anche chi non mi è amico».
Renga è al primo posto in classifica e sembra il più probabile vincitore...
«È stato quello che mi è piaciuto di più. E pur non essendomi simpatico come uomo mi piace come artista e la canzone è bella».
Non c’è il progetto di rimettere insieme i Timoria?
«Tre anni fa ci siamo fermati come gruppo e siamo diventati solisti, poi c’è stata la mia malattia; adesso esiste il progetto di riunirci, ma senza Renga. Lui è già ben avviato».
Cosa non le piace di questo Sanremo?
«La sedia che mi sembra un patibolo: quando vieni eliminato, noi Timoria lo fummo nel ’91, è un momento di grande imbarazzo, credo sia un reality show evitabile. E poi, mentre sono d’accordo sulla gara, sul mettersi in gioco, trovo che siano stati poco valorizzati i giovani, costretti a cantare quando la gente va a dormire. I big, invece, devono essere un traino per i ragazzi»
Un commento sull’intervista a Tyson?
«Non ho visto come scandalosa la sua partecipazione, è un uomo che ha pagato i suoi errori, ma non mi ha fatto tenerezza, non ha avuto un minimo di autocritica e mi ha lasciato indifferente. Lo preferivo sul ring, non credo abbia insegnato niente a nessuno e non ci siamo arricchiti vedendolo. Decisamente meglio la partecipazione dell’attore Will Smith, anche se la stessa sera ho seguito con più interesse il servizio di Mentana con l’intevista alla Fallaci, forse perché mi piacciono le persone schiette, che combattono con le loro idee e lottano contro la malattia».
Riprenderà il suo Festival multimediale che tanto interesse ha suscitato a Brescia?
«Questo forzato riposo coincide anche con la preparazione e la ripresa del Festival. Sono felice perché ho appena ricevuto la “Spiga d’oro”, il premio della Regione Lombardia per aver valorizzato i prodotti lombardi dei quali sono ambasciatore grazie alla mia passione per cibi e vini della mia regione. Ho collaborato a lungo con Veronelli, mi definivano il suo figlio adottivo, visto che il vino, dopo la musica è la mia passione con l’arte, a 360 gradi. Nel vino c’è la memoria, la fatica dei contadini, la storia, e io amo parlarne nelle mie canzoni».
Programmi musicali?
«Continuerò ad incidere le mie canzoni, in estate o in autunno, e poi continuerò a lavorare dietro le quinte come autore, attore in film indipendenti (Rai2 manderà in onda Un Aldo qualunque con Fabio De Luigi) e darò una mano alla mia fidanzata, l’aiuterò nelle sue scelte nel campo dello spettacolo. Mi sento in credito con la fortuna, sono giovane e qualcosa di importante arriverà».
[Data pubblicazione: 05/03/2005]
http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine/Articolo.aspx?pDesc=37009,1,1