adsl_casali
00lunedì 18 agosto 2008 20:38
Cari Amici di tutto lo Spinning Club Italia,
ultimamente sono stato a pescare in diverse aree No-Kill della Romagna,
precisamente in diverse zone di categoria D, ovvero la dove possiamo trovare le trote.
Ho battuto diversi tratti di torrente, e mi sono accorto che ci sono pochissime trote in queste aree se non addirittura l'assenza totale in certi tratti, segno che sono frequentate da pescatori che evidentemente non praticano il catch&release come obbligato invece dal regolamento!
Ci vorrebbero più controlli da parte delle guardie, ma come fare se le guardie sono poche?
Se i controlli ci sono ben venga, sennò togliamole queste zone no-kill, perché cosi come funzionano adesso sono una presa per il culo per chi le frequenta credendo di trovare trote durante tutta la stagione.
Scrivo questo messaggio perché vorrei sapere dai pescatori delle altre regioni se le loro aree No-Kill della zona salmonidi vengono rispettate oppure vengono ripulite dalle trote come da noi senza alcun ritegno.
Saluti, Gianluca.
vainer mazzoni
00lunedì 18 agosto 2008 22:26
Nesello
00martedì 19 agosto 2008 10:53
Una soluzione molto parziale ci sarebbe,da noi nella provincia di Belluno chiunque puo diventare guardia pesca l'unico requisito è saper scrivere.
Si fa domanda al bacino di appartenenza e il gioco è fatto, si fa un minimo esame (elementare per dimostrare di conoscere le regole) e poi si puo pattugliare le acque.Precisiamo che non si è pubblici ufficiali o forestali ma semplicemente dei guardia pesca con possibilità di fare multe a tutti gli effetti.
La mia idea, sempre se da voi è possibile , è far si che qualche socio dello SCI diventi guardia pesca ( a tempo perso logicamente )e ogni tanto quando passa per quei posti dia un'occhiata se qualcuno vi pesca e come...
Non è una soluzione completa ma se la voce gira,che voi dello SCI potete "rompere le scatole" a quei bracconieri sicuro la gente si limiterà a portare via pesce o addirittura non tornerà ( meglio).
Vi auguro di riuscire a risolvere anche parzialmente il problema..
okhmhaka
00mercoledì 3 settembre 2008 12:19
L'idea è interessante, ci avevo pensato e ho preso informazioni per la città di Milano e provincia. Per informazioni cliccare
QUI mentre il sito di riferimento è
QUESTO.
Il corso si divide in due, uno propedeutico per aspiranti GIV e l'altro effettivo per GIV e sono sequenziali, prima uno e poi l'altro con esami a fine corso.
Quest'anno è iniziato a febbraio e credo che il prossimo sarà lo stesso con corsi per almeno 22 ore di frequenza obbligatoria.
Il problema è che oltre alla prepazione, il minimo gestibile annuale è di 100 ore di controllo (comunicato da una GIV della provincia di Como con cui ho parlato). Consideriamo che un pescatore possa dedicare alla sua passione 5 oppure 6 ore ogni fine settimana deve poi scegliere, pescare oppure controllare. (Si può intervenire solo IN DIVISA. Bisognerebbe lasciarla in auto e all'occorrenza cambiarsi tipo "Superman" dietro un'albero). Comunque rimane sempre il fatto che è rischioso intervenire, se soli, in casi reali di flagranza di reato (bracconaggio ecc.); loro, i bracconieri, non hanno niente da perdere e non sono mai soli. Se trovassi un paio di persone della mia sezione interessate con cui condividere i tempi di controllo sarebbe più fattibile.
Nesello
00mercoledì 3 settembre 2008 13:56
in effetti hai ragione pero allora sarebbe una bella cosa organizzarsi in piu di uno appunto per non rischiare grosso magari....
Comunque sarebbe una idea da mettere in piedi con lo SCI....
Grystes
00venerdì 5 settembre 2008 18:43
Riallacciandomi a delle recenti citazioni che ho letto in questi ultimi giorni in rete su segnalazione di altri utenti...
Ma cosa vi importa dei no kill?
Io sono favorevole alla pesca libera in ogni caso, indipendentemente, caro Gianluca, se ci sia pesce o meno.
Che li aboliscano del tutto questi tratti, per qualsiasi tecnica.
Tanto se c'e' pesce, al 99% e' pollame e nei no kill non impari una sega. Sara' come al laghetto, starai sempre solo alla ricerca dell'artificiale catturante finche' i pesci praticamente non attaccheranno piu' nulla.
Questi tratti, di massima, non sono altro che laghetti sportivi a forma di torrente o canale. A quel punto, al vero laghetto sportivo, almeno in alcuni, hai un altro servizio.
In quell'1% di casi dove si cerca di proteggere qualche particolare specie autoctona o quasi...che si chiudano definitivamente alla pesca bei tratti di fiumi e torrenti per qualche anno, specie dove si individuano decorose aree di frega, magari alternando periodicamente i tratti chiusi e limitando poi al massimo le uscite personali e il prelievo in quelli aperti.
Cosi' si' che proteggi davvero, trovi il pesce e impari a pescare.
Anche il discorso dei controlli esula dal no kill, secondo me e' una cosa da pretendere ovunque e sicuramente piu' nel "libero pregiato" che nei pollai.
Io la vedo cosi'.
Saluti,
Grystes
00venerdì 5 settembre 2008 18:52
Dimenticavo...
non sono troppo favorevole che vengano rilasciate nomine di guardiapesca a chiunque o con facilita'.
Gia' dobbiamo combattere quotidianamente con un sacco di t.d.c. figuriamoci se poi anche a pesca devi perdere pure tempo con qualche frustrato che non vedeva l'ora di possedere la stella da sceriffo per rompere magari le palle a chi potrebbe insegnargli qualcosa...
Le nomine vanno date solo a chi e' in grado di sostenerle e per saperlo i candidati devono essere esaminati accuratamente.
marionarducci
00sabato 6 settembre 2008 12:41
In effetti quello della sorveglianza è "il" problema in molte acque e per molti pesci, non solo trote!
Difficile -come accennava Ale- trovare una soluzione semplice a un problema difficile anche perchè mentre il bracconaggio italiano, nato in passato in larga parte per integrare una scarsa alimetazione familiare, per motivi storici e di crescita economica quantitavamente si sta riducendo, sta aumentando in maniera esponenziale quello dovuto a pescatori stranieri spesso est-europei che ne combinano di ogni (quasi) sicuri di farla franca...
Di certo anche lo SCI secondo me deve e può fare qualcosa, favorendo la scelta di singoli che si sentono in grado di svolgere un ruolo di sorveglianza più diretto ma anche come semplice segnalazione di situazioni dannose per i nostri ecosistemi.
Se è vero che un singolo episodio è difficile da reprimere, un bracconaggio sistematico o ripetuto potrebbe essere segnalato da ciascuna sezione, con un impatto maggiore di quello del singolo pescatore, specie se la sezione ha alle spalle un qualche rapporto positivo con gli amministratori.
L'ultimo aspetto su cui lo SCI può fare molto è nel piano della prevenzione, contribuendo a educare chi pesca a un corretto rapporto con pesci e ambiente, cresce il numero di persone non disposte a tollerare arbitri di qualsiasi natura a danno di quanto ci sta a cuore.
Mario