AMBIENTALISTA=VEGANO? ditemi che ne pensate

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rebecca
00mercoledì 12 maggio 2004 14:05
Molte prove dimostrano come l'alimentazione basata sul consumo di carne sia negativa per l'ambiente, aggravi il problema della denutrizione nel mondo, sia crudele con gli animali e danneggi la salute....Come mai allora non c'è un maggior numero di ambientalisti che diventa vegetariano?
Il numero di gennaio-febbraio 2002 di E/The Environmental Magazine, autorevole pubblicazione ambientalista americana, affronta un aspetto controverso di un movimento, che (in tutto il mondo) sembra non vedere come la produzione di carne e l'allevamento intensivo costituiscono, come affermato con incisivita' dalle parole del professor Peter Cheeke del dipartimento di agricoltura dell'Oregon State University, "un attacco frontale all'ambiente". Se gli ambientalisti non sposano le ragioni dei gruppi per la difesa dei diritti animali, in quanto le considerano troppo emotive, se non valutano i fattori di rischio per la salute, ne' le conseguenze di aggravamento del problema della fame nel mondo, non possono chiudere gli occhi di fronte alla distruzione dell'ambiente.
In nessun momento, prima di oggi, diventare vegetariani è stato così semplice e in nessun altra situazione una simile scelta sarebbe più opportuna (se non obbligatoria) per gli ambientalisti.
Le prove dell'impatto negativo sull'ambiente come risultato del diffondersi e del persistere di un'alimentazione basata sull'utilizzo di prodotti animali emergono con forza sempre maggiore, contemporaneamente alle conseguenze mediche dell'allevamento intensivo, che favorisce la diffusione di patologie legate al consumo di carne.
Il primo caso di "mucca pazza" in Giappone, rilevato di recente, ha causato un crollo delle vendite e un cambio di abitudini alimentari da parte di moltissime persone.
Tutto ciò accade in un periodo in cui il consumo di carne sta raggiungendo livelli da record: negli ultimi 50 anni è quadruplicato, ci sono 20 miliardi di capi di bestiame che occupano più del triplo dello spazio della popolazione umana. Secondo il Worldwatch Institute, il numero di bovini destinati all'alimentazione e' aumentato del 60 per cento dal 1961, nello stesso periodo la quantità di polli e tacchini è quadruplicata e, dal 1970, il consumo di manzo e di maiale e' triplicato negli USA e più che raddoppiato in Asia.
Produzione e consumo di carne crescono decisamente, anche se ogni aspetto del "ciclo produttivo" (dalla creazione continua di aree per il pascolo, all'assurdita' del voler destinare - in un mondo con enormi problemi di denutrizione - rilevantissime quantita' d'acqua e di cereali ad animali "da carne", all'inquinamento causato dagli allevamenti intensivi) rappresenta un disastro ambientale con ampie, e a volte catastrofiche, consequenze.

Per individuare i contorni della situazione e' sufficente considerare che:
- la sola produzione di carne bovina, negli Stati Uniti, utilizza una quantita' d'acqua maggiore di quanta ne viene impiegata per coltivare tutta la frutta e la verdura della nazione
- le deiezioni provenienti dagli allevamenti intensivi USA (EPA 1996) inquinano l'acqua più di tutte le altre fonti industriali raggruppate
- piu' di un terzo dei combustibili consumati negli USA, e' utilizzato per l'industria della carne.
- la produzione di una sola hamburger richiede la medesima quantita' di combustibile che servirebbe a percorrere in automobile circa 50 chilometri
- si risparmia piu' acqua rinunciando a mezzo chilo di manzo che a non fare la doccia per un anno.(John Robbins The Food Revolution)

Alla luce di solo alcune delle conseguenze della produzione e del consumo di carne, volendo di proposito trascurare il crudele sfruttamento degli animali e la ricerca di un mondo in cui siano equamente distribuite le ricchezze, non e' davvero giunto il momento, anche per chi si professa ambientalista, di diventare vegetariano per tentare di garantire al pianeta un, ahime' sempre più improbabile, futuro?

Testo di Paola Segurini

Tratto da: guide.supereva.it/veganismo

[SM=g27982]
luciano
00mercoledì 12 maggio 2004 18:21
w i vegan
Mi fà molto piacere che ci sono persone che la pensano come noi
almeno mi faccio coraggio per questa battaglia che penso
sia la principale causa oltre a quella scientifica per
la difesa per l'ambiente e cercare tutti noi di ridurre il meno possibile l'inutile sofferenza che l'uomo provoca a qualunque essere vivente animale o vegetale,sono pienamente d'accordo con tè anche se siamo pochi una goccia nell'oceano e a far muovere
le coscienze o la sensibilità e troviamo un muro, io personalmente ho un confronto giornaliero con chi non la pensa come me e divento duro nel rispondere e escludo a priori nella mia vita chi non mostra un minimo di sensibilità...
comunque coraggio rebecca se così ti chiami nella LIPU ho trovato persone che sono come noi sane nei principi e genuine e
io sono vegetariano non per moda ma da gli anni 80 e sono sempre più convinto anche con ottimi risultati nella salute
ciao
REBECCA
00sabato 15 maggio 2004 12:20
CIAO LUCIANO
CIAO LUCIANO, no io non son vegetariana, sto peró approfondendo l'argomento, potrei diventarlo, ma tu non mangi proprio niente di origine animale? Niente latte niente parmigiano niente gorgonzola?Mi sembra troppo complicato e non so sicura che per la salute sia la cosa migliore...peró continuo la mia ricerca sto sentento diversi pareri, certo una cosa é scioccante :QUANDO LEGGO CHE BERE LATTE FA VENIRE IL CANCRO O QUANDO LEGGO CHE I BAMBINI VEGAN SON PIÚ SVEGLI DEI BAMBINI NORMALI.....MI SEMBRANO BUFALE......peró son colta dal dubbio e contonuo la mia ricerca......a proposito mi parli un pó della tua dieta...per favore...si spende anche un pó di piú?
Fammi saper Luciano (se cosí ti chiami...) e grazie per l'attenzione
a presto
Marco
00domenica 16 maggio 2004 21:34
Sorpreso
Luciano, se vivi in questa socetà mi riesce difficile credere a ciò che dici. Per quanto riguarda i bambini Vegan provate a mettere a confronto i vostri figli, se ne avete, con quelli degli zingari o rom e anche se mangiano carne vi stupiranno.

[Modificato da fcvinci 16/05/2004 22.48]

Serenaa
00mercoledì 19 maggio 2004 16:00
Re: w i vegan

Scritto da: luciano 12/05/2004 18.21
Mi fà molto piacere che ci sono persone che la pensano come noi
almeno mi faccio coraggio per questa battaglia che penso
sia la principale causa oltre a quella scientifica per
la difesa per l'ambiente e cercare tutti noi di ridurre il meno possibile l'inutile sofferenza che l'uomo provoca a qualunque essere vivente animale o vegetale,sono pienamente d'accordo con tè anche se siamo pochi una goccia nell'oceano e a far muovere
le coscienze o la sensibilità e troviamo un muro, io personalmente ho un confronto giornaliero con chi non la pensa come me e divento duro nel rispondere e escludo a priori nella mia vita chi non mostra un minimo di sensibilità...
comunque coraggio rebecca se così ti chiami nella LIPU ho trovato persone che sono come noi sane nei principi e genuine e
io sono vegetariano non per moda ma da gli anni 80 e sono sempre più convinto anche con ottimi risultati nella salute
ciao



Ciao ciao Luciano...
credo che ognuno di noi possa escludere chiunque voglia dalla propria vita, non giudico e sinceramente neanche mi interessa[SM=g27960]
Mi ha fatto cmq piacere leggere il tuo post, perchè almeno conosco una di quelle miriadi di persone (non siete pochi) che porca miseria hanno ridotto il mio essere vegetariana ad una rottura continua.
Non ho mai tentato di convincere nessuno a diventare vegetariano (vegano per me è troppo. Anke solo escludere lo strutto è una fatica continua in ricerca di ingredienti e blablabla), non ho mai iniziato una conversazione sull'essere vegetariano, tantomeno a tavola con altra gente...però mi è capitato di incontrare gente ke ha fatto questo con me, criticando il mio modo di fare con dei semplici (e stupidi) "io non capisco!" e ari blablabla.
Beh, all'inizio me la prendevo non poco, poi ho iniziato a capire che queste persone si erano strarotte di sentir parlare vegani incavolati e convinti che il loro fosse l'unico modo di vivere corretto...così appena venivano a sapere che ero vegetariana, o anke solo sentendomi parlare con il cameriere kiedendo gli ingredienti dei vari piatti...scoppiavano e se la prendevano con me ([SM=g27970] [SM=g27970] [SM=g27970] ).
Ancora li capisco...e quelli che mangiano tutto rosso, e quelli che mangiano solo frutta, o solo verdura...capaci di criticare anche chi vegano non è e gode nel mangiarsi una bella mozzarella di bufala.
Perdonami lo sfogo, anke se con il sorriso, e continua per carità sulla tua strada.
Permettimi solo un consiglio (se posso), cerca di mantenere il rispetto e la tolleranza anche per chi non vive come te, anche per quelli che "escludi a priori dalla tua vita". Ci sono tanti carnivori che hanno molta più sensibilità e bontà del vegano più convinto.

Ciao ciao
Sere

P.S. per Rebecca:
sono stata vegetariana x 5 anni, poi per caspiterini miei ho smesso (nessun problema di salute).
Mi hanno ammorbato x 5 anni con il problema dell'anemia. Beh, da quando ho ricominciato a mangiare carne, oltre ad essere diventata anemica, sono ingrassata e mi ammalo + di prima (raffreddori e cavolate varie) [SM=g27982]
Non ho spiegazioni mediche, ma solo la mia esperienza. Probabilmente il vegetariano ha semplicemente + cura della sua alimentazione.

Baci
Sere
Alex
00sabato 22 maggio 2004 09:58
Mi fa molto piacere che si sia aperta una discussione su questo tema. Gli approcci possono essere i più diversi. Io sono vegetariano per questioni etiche, ambientaliste e salutiste.
Approfondirle tutte sarebbe molto difficile, ciò che è certo, ad esempio, è che un vegetariano gode sicuramente di una migliore salute di un carnivoro e che grazie all'alimentazione possiamo curare e prevenire moltissime malattie, dimenticandoci quei veleni che sono le medicine. La Scienza dell'Alimentazione, meglio conosciuta come Igienismo, spiega dal punto di vista scientifico questi processi. Presso la LIPU di Ostia si tengono questi corsi. Io ho avuto il piacere di prendere parte ad uno di questi ed è stata la spinta decisiva per farmi diventare vegetariano (le motivazioni etiche ed ambientaliste già le avevo).
Abbiamo anche intenzione di organizzare un convegno sul tema.
Nel frattempo, eccovi un articolo trovato on line molto interessante (dal punto di vista ambientalista).
Saluti a tutti!
Alex

PS: se ci fossero più persone come Luciano il mondo andrebbe meglio!



Chi mangia gli animali consuma le risorse della Terra quattro volte più
di chi non lo fa, ecco perché una moda alimentare si sta trasformando
in un movimento mondiale dirompente

di Daniela Condorelli - Dal supplemento D - La Repubblica - 28-05-2002



La prossima volta che mangi una bistecca pensaci su.
Pensa alle foreste disboscate, al deserto che avanza, ai liquami che filtrano nelle falde acquifere, all'anidride carbonica e al metano che intrappolano il globo in una cappa calda. Sì perché ogni hamburger equivale a 6 metri quadrati di alberi abbattuti e a 75 chili di gas responsabili dell'effetto serra. Ma pensa anche alle tonnellate di grano e soia usate per dar da mangiare alla tua bistecca. E non dimenticare che 840 milioni di persone nel mondo hanno fame e 9 milioni ne hanno tanta da morirne. Il 70% di cereali, soia e semi prodotti ogni anno negli Usa serve a sfamare animali. Non uomini. Mangiare meno carne o, perché no, non mangiarne affatto, non è più solo un segno di rispetto per gli animali. È una scelta sociale. Solidale con chi ha fame e con il futuro del pianeta (è uno solo, piccolo e sovraffollato). Pena: l'avveramento della profezia dell'economista Malthus che già due secoli fa ammoniva: "Arriverà il giorno in cui la pressione demografica avrà esaurito la capacità della terra di nutrire l'uomo". È questo il messaggio che emerge dai dati sull'impatto ambientale ed economico dell'alimentazione carnivora. E che sarà gridato a gran voce l'8 giugno a Roma da tutti i sostenitori della Global Hunger Alliance durante il vertice mondiale sull'alimentazione della FAO.

La Global Hunger Alliance.
Lo dice il nome, alleanza globale contro la fame, è una coalizione internazionale non-profit che promuove soluzioni ecologiche ed equo-solidali per risolvere il problema della fame nel mondo. Al suo appello (lo trovate su www.ebasta.org oppure su www.progettogaia.org) hanno aderito movimenti da 30 Paesi del Nord e del Sud del mondo. Dall'Italia, vegetariani, ambientalisti e difensori degli animali si associano con la campagna "Contro la fame un'altra alimentazione è possibile" (www.novivisezione.org). Tutti in marcia per chiedere all'Unione Europea di disincentivare gli allevamenti intensivi e mangiare meno carne e alla FAO di scoraggiare il trasferimento della zootecnia intensiva nei Paesi in via di sviluppo.

Ma eccoli questi dati che fanno, perlomeno, pensare.
Ogni volta che addentiamo un hamburger si perdono venti o trenta specie vegetali, una dozzina di specie di uccelli, mammiferi e rettili. Dal 1960 a oggi, oltre un quarto delle foreste del Centro-America è stato abbattuto per far posto a pascoli; in Costa Rica i latifondisti hanno abbattuto l'80% della foresta tropicale e in Brasile c'è voluto l'omicidio di Chico Mendes, il raccoglitore di gomma assassinato dagli allevatori per una disputa sull'uso della foresta pluviale, per accorgersi dell'esistenza di una "bovino connection". In Amazzonia la foresta pluviale è stata fagocitata da 15 milioni di ettari di pascolo. Eppure è in questo habitat che dimora il 50% di specie viventi e da qui deriva un quarto di tutti i farmaci che usiamo. Dove prima c'erano migliaia di varietà viventi ora ci sono solo mandrie. "Vacche ovunque", scrive Jeremy Rifkin nel suo Ecocidio, Ascesa e caduta della cultura della carne (Mondadori): "più di un miliardo di vacche che pascolano nei cinque continenti". E deforestazione per creare pascoli significa desertificazione. Dopo tre, al massimo cinque anni, il suolo calpestato e divorato da milioni di bovini (ogni capo libero ingurgita 400 chili di vegetazione al mese!) ed esposto a sole, piogge e vento, diventa sterile e i ruminanti si devono spostare dissacrando altri ettari di foresta. Ci vorranno da 200 a mille anni perché quel terreno ritorni fertile. Ma non basta: un quarto delle terre emerse vengono usate per nutrire il bestiame.

E che dire dell'acqua?
Quasi la metà dell'acqua dolce consumata negli States è destinata alle coltivazioni di alimenti per il bestiame. È stato calcolato che un chilo di manzo 'beve' 3.200 litri d'acqua. Il risultato è che le falde acquifere del Mid-West e delle Grandi Pianure statunitensi si stanno esaurendo. Non solo: l'allevamento richiede ingenti quantità di sostanze chimiche tra fertilizzanti, diserbanti, ormoni, antibiotici. "Tutti prodotti dalle stesse, poche, multinazionali che detengono il monopolio dei semi usati per coltivare cereali e legumi destinati ad alimentare il bestiame", fa notare Enrico Moriconi, veterinario e ambientalista, nelle pagine del suo Le fabbriche degli animali (Edizioni Cosmopolis). "Ogni anno in Europa", incalza Marinella Correggia, attivista della Global Hunger Alliance e autrice, per la LAV, di Addio alle carni (www.infolav.org), "gli animali da allevamento consumano 5 mila tonnellate di antibiotici di cui 1.500 per favorirne la crescita". E tutti vanno a finire nelle falde acquifere. Un dato italiano, che ci riferisce Roberto Marchesini, docente di bioetica e zooantropologia, autore di Post-human, in libreria in questi giorni per Bollati Boringhieri: "Nel bacino del Po ogni anno vengono riversate 190 mila tonnellate di deiezioni animali". Contengono metalli pesanti, antibiotici e ormoni. Con quali conseguenze? Ricordate il problema delle alghe abnormi nel Mar Adriatico? Marchesini parla di "fecalizzazione ambientale" e Rifkin ci illumina sulla portata del problema riportando che un allevamento medio produce 200 tonnellate di sterco al giorno. C'è dell'altro: i bovini sono responsabili dell'effetto serra tanto quanto il traffico veicolare del mondo intero. A causa dell'uso di petrolio (22 grammi per produrre un chilo di farina contro 193 per uno di carne), delle emissioni di metano dovute ai processi digestivi (60 milioni di tonnellate ogni anno), dell'anidride carbonica scatenata dal disboscamento.

Vogliamo riassumere?
È la stessa FAO a fornire un elenco agghiacciante dei problemi causati dagli allevamenti intensivi: riduzione della biodiversità, erosione del terreno, effetto serra, contaminazione delle acque e dei terreni, piogge acide a causa delle emissioni di ammoniaca. E tutto questo per cosa? Per quelle che Frances Moore Lappé, autrice di Diet for a small planet definisce "fabbriche di proteine alla rovescia". Significa che ci vuole un chilo di proteine vegetali per avere 60 grammi di proteine animali. Non solo: "per produrre una bistecca che fornisce 500 calorie", spiegano gli autori di Assalto al pianeta (Bollati Boringhieri), "il manzo deve ricavare 5 mila calorie. Il che vuol dire mangiare una quantità d'erba che ne contenga 50 mila. Solo un centesimo di quest'energia arriva al nostro organismo: il 99% viene dissipata"... Usata per il processo di conversione e per il mantenimento delle funzioni vitali, espulsa o assorbita da parti che non si mangiano come ossa o peli. Il bestiame è dunque una fonte di alimentazione altamente idrovora ed energivora, una massa bovina che ingurgita tonnellate di acqua ed energia. E lo fa per nutrire solo il 20% della popolazione globale del pianeta. Quel 20% che sfrutta l'80% delle risorse mondiali. Per dare a quel 20% la sua bistecca quotidiana. "Nel mondo c'è abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l'ingordigia di alcuni", diceva Gandhi. Ingordigia che ha raggiunto livelli esorbitanti. "Dal Dopoguerra a oggi, in Europa, siamo passati da circa 7-15 chili di consumo procapite all'anno a 85-90 (110-120 negli States)", riferisce Marchesini. Secondo Moore Lappé le tonnellate di cereali e soia che nutrono gli animali da carne basterebbero per dare una ciotola di cibo al giorno a tutti gli esseri umani per un anno. E la FAO conferma che se una dieta vegetariana mondiale potrebbe dar da mangiare a 6,2 miliardi di persone, un'alimentazione che comprenda il 25% di prodotti animali può sfamarne solo 3,2 miliardi.

Ma c'è un problema.
La domanda di carne sta crescendo. Paesi come la Cina stanno abbandonando riso e soia a favore di abitudini occidentali. Stiamo esportando il nostro modello alimentare (o vogliamo chiamarlo colonialismo?). Secondo l'Ifpri entro il 2020 la domanda di carne nei Paesi in via di sviluppo aumenterà del 40%: questo significherà oltre 300 milioni di tonnellate di bistecche. E raddoppierà, sempre nei Paesi in via di sviluppo, la domanda di cereali per nutrire queste tonnellate di carne. Fino a raggiungere 445 milioni di tonnellate. Richieste incompatibili con la salute del pianeta e con un equo sfruttamento delle risorse. Il manzo globale sta diventando una realtà. Si chiama rivoluzione zootecnica: significa spostare nel Sud del mondo la produzione di carne. La Banca Mondiale sovvenziona, in Cina, l'industria dell'allevamento e della macellazione. Ma sbaglia: suolo e acqua non bastano per sfamare il mondo a suon di bistecche e hamburger. "Con un terzo della produzione di cereali destinata agli animali e la popolazione mondiale in crescita del 20% ogni dieci anni", scrive Rifkin, "si sta preparando una crisi alimentare planetaria". Incalza Correggia: "è stato calcolato che l'impronta ecologica, cioè il consumo di risorse, di una persona che mangia carne è di 4 mila metri quadrati di terreno contro i mille sufficienti a un vegetariano. E allo stato attuale, la disponibilità di terra coltivabile per ogni abitante della terra è di 2.700 metri quadrati". Ancora: un ettaro di terra a cereali per il bestiame dà 66 chili di proteine, che diventano 1.848 (28 volte di più!) se lo stesso terreno viene coltivato a soia. La Global Hunger Alliance chiederà alla FAO di frenare l'avanzata carnea a Sud opponendo le ragioni della resa energetica. Secondo la Correggia bisogna "promuovere il miglioramento della dieta nelle aree povere, ad esempio con una miglior combinazione degli alimenti, la produzione locale di integratori a basso costo e il recupero di cereali e legumi tradizionali molto più ricchi di quel trinomio riso-frumento-mais (rigorosamente raffinati!) che ha conquistato il mondo".

Economia, ecologia e cibo per tutti si fondono.
Ambiente ed economia, del resto, sono legati dalla quantità di risorse che la terra mette a disposizione di ciascun essere vivente. Se qualcuno consuma di più c'è un altro costretto a digiunare. Naturalmente non è così semplice. La fame nel mondo non è solo una questione di quantità di risorse, ma di distribuzione. O meglio, con Marchesini "è una questione di produzione, consumo e distribuzione insieme". Essere vegetariani è una scelta personale, frutto di un percorso (certo, se cominciassimo a ridurre quei 90 chili di carne all'anno...). Marchesini la definisce una scelta di etica privata (etica pubblica, obbligo collettivo, dev'essere, invece, l'attenzione al benessere degli animali). Ma essere vegetariani è anche un atto di responsabilità e sensibilità sociale ed ecologica. Scrive Rifkin: "milioni di occidentali consumano hamburger e bistecche in quantità incalcolabili, ignari dell'effetto delle loro abitudini sulla biosfera e sulla sopravvivenza della vita nel pianeta. Ogni chilo di carne è prodotto a spese di una foresta bruciata, di un territorio eroso, di un campo isterilito, di un fiume disseccato, di milioni di tonnellate di anidride carbonica e metano rilasciate nell'atmosfera"...

La prossima volta che decidi di comprare una bistecca pensa a tutto questo.
Forse per quel giorno cambierai menu. E, chissà, sostituirai la carne con un piatto di germogli di soia. Con buona pace della tua salute e di quella del tuo pianeta.

di Daniela Condorelli


Rebecca
00sabato 22 maggio 2004 14:16
X Alex
Ciao Alex, sono io che su questo forum ho aperto la discussione perché sto cercando di capire se il vegenismo é la cosa migliore per salute ambiente e coscienza, mi piacerebbe avere un pó piú di informazioni ruiguardo la salute, per questo vorrei avere qualche informaz in piú, non é che mi aiuti?
Ti posso contattare via e mail e mi fai avere qualche informazione su quello che hai fatto nel corso di scienza dell'alimentazione?
Fammi saper ho bisogno di capire di piú.....anche se al dire il vero sto per intraprendere la strada, peró appunto voglio essere ben convinta ciao
Gianni
00lunedì 24 maggio 2004 10:50
X Rebecca
Cara Rebecca lascia stare il vegetarismo, è solo un movimento di persone che quando se la vedono brutta, torna di corsa sui propri passi.
Piuttosto se puoi torna alla campagna (tutti noi proveniamo dalla campagna, parlo dei nostri nonni), trova il modo di coltivare autonomamente i tuoi ortaggi e la frutta.
Cerca di allevare alcuni animali per la carne e per le uova cercando di cibarli con mangimi, prodotti da te stessa, la carne è necessaria in piccole dosi che che ne dicano i vegetariani, che dopotutto contribuiscono ad una agricoltura intensiva e forzata con tanto di antiparassitari e diserbanti.L'agricoltura biologica non esiste è solo una farsa e non potrebbe competere con il mercato dato i costi, l'unica è produrre da soli, te lo dice uno che se ne intende, sono un perito agrario.
Ciao
Luca
00lunedì 24 maggio 2004 11:46
Vegan - Vegetariano - Carnivoro ?
Ciao Rebecca, ciao a tutti,
dalla serie a volte ritornano riprendo a scrivere anche io dopo più di un mese di assenza.
Non credo di avere le idee chiarissime sull'argomento ma voglio qui portare alcune considerazioni, ovviamente dal mio punto di vista di ambientalista non vegetariano, moderatamente animalista (nel senso che non ho nulla contro l'alimentazione con carne, ma chiuderei istantaneamente ogni allevamento di pollame in batteria e ogni struttura ove si snatura la vita di un animale, anche se domestico e quindi discretamente snaturato da sè):
1) Se tutta la popolazione mondiale si alimentasse con le quantità di carne consumate nel mondo occidentale il pianeta non basterebbe a produrre abbastanza per tutti, e si sconvolgerebbero gli utlimi lembi naturali o semi naturali della Terra;
2) L'elevato consumo di carne provoca inoppugnabilmente danni alla salute (però occorre dire che i formaggi sono molto più dannosi, quindi meglio la fettina che la mozzarella, gli inuit, gli unici a mangiare praticamente solo carne, visto dove abitano, hanno la vita media più corta del mondo (non arrivano a cinquantanni);
3) Lo studio dell'alimentazione, checché se ne dica, è a "Carissimo amico", e da nessuna parte, benché ne faccia continua richiesta ai vari propugnatori di teorie, studi effettuati con metodo scientifico rigoroso che dimostrino alcunché, non conosciamo neanche quale sia l'effettivo e completo contenuto di una mela! ;
4) Che l'uomo non sia carnivoro è più che evidente, come che non sia un erbivoro. E' anche evidente che sia un animale a spiccata tendenza per la frutta. Ma i nostri vicini primati fanno anche consumo, in natura, di proteine animali, anche se poco evidenti in quanto sotto forma di insetti e larve. Inoltre un animale che ha gli organi e le strutture corporee molto vicine alle nostre (unghie, lunghezza d'intestino, dentatura...), ovvero l'orso, ha una dieta a base di frutta, con variazioni sui grani e sulla carne. Guarda un pò anche zuccheri (miele) e pesce. Chi vi ricorda?;
5) L'abbandono dell'allevamento brado provocherebbe la scomparsa di molti tipi di habitat erbacei, sostituiti o dalla boscaglia e dal ceduo, o da colture intensive, con il rischio della scomparsa di molte specie steppiche che in esse trovano rifugio ed oggi ridotte al lumicino (ad esempio calandra, gallina prataiola, otarda, tanto per restare in Europa e Italia);
In questo mare di incertezze concludo dal mio personalissimo punto di vista:
Sì a:
1) consumo (molto?) moderato della carne (e pesce) e dei prodotti di origine animale, soprattutto se non conservati a lungo (formaggi stagionati e salumi);
2) un consumo elevato di prodotti di origine vegetale, soprattutto freschi e di stagione, con predilezione per la frutta;
3) agricoltura e allevamento estensivi e al consumo accorto dei prodotti derivati.
No a:
1) attuale modello alimentare, di provenienza transatlantica, che imbottisce di grassi e proteine animali;
2) allevamento intensivo e in batteria, trasporti disumani ai macelli con animali vivi appesi per le zampe per caricarli su un camion e amenità del genere;
3) agricoltura intensiva con tonnellate di fitofarmaci e anticrittogamici, l'agricoltura biologica integrale sicuramente non può esistere in un mondo pieno di veleni (e truffatori, ma questo è altro discorso), ma ci sono belle differenze tra i diversi tipi di agricoltura. Se, Gianni, hai dei dubbi ti porto a vedere nel Vercellese le risaie tradizionali e quelle "biologiche" e vedrai, a pochi metri di distanza, che ne pensano gli indicatori che più conosciamo, gli uccelli.
Scusate la lunghezza e saluti a tutti,

Luca
Gianni
00lunedì 24 maggio 2004 13:52
X Luca
Caro Luca (bentornato) volevo solo dire che è troppo facile per molti coltivatori dire prodotto biologico, poi se si guarda bene non lo è o lo è parzialmente. Per coltivare biologico ci vuole molta più manodopera con dei costi maggiori mentre i prezzi del biologico superano di poco i prodotti tradizionali e la cosa mi puzza sò che non è possibile.Se i risicoltori riescono ad ottenere il riso biologico senza le famose atrazina e simazina (inquinanti di falda) sono contento, ma un kg di quel riso non puo costare 2,5 €, ma almeno 5-6 €. Il problema maggiore del riso sono le infestanti, se non si diserba chimicamente si toglie a mano come una volta, ci credo che gli uccelli hanno scelto quelle risaie, mica sono stupidi, è come quando mangi le ciliegie, quelle pizzicate dal merlo sono le piu dolci.
Insomma Luca gli agricoltori devono essere competitivi coltivando biologico non possono esserlo e la massa non potrà mai permetterselo.
Ciao
Luca
00lunedì 24 maggio 2004 15:54
Biologico
Non entro nello specifico, sarò breve e non replicherò oltre in questa discussione perchè sennò usciamo fuori tema. Casomai apriamone un'altra sul biologico. Comunque quello che dici è vero, anche se con tinte troppo fosche secondo me. Il biologico non può arrivare sul mercato allo stesso costo del prodotto normale. Sacrosanta verità. E altrettando l'agricoltore deve essere competitivo. Però.... ti guardi intorno? Io vedo più mercedes che disoccupati!!!!!!! La realtà è che il nostro mercato è pilotato da grandi gruppi che creano la domanda a monte dell'offerta e ti rifilano cose completamente inutili, a scapito ultimo del consumatore e dell'ambiente. Una nuova educazione al consumo e un mercato corretto (come l'attuale liberismo propugnatoci non garantisce affatto) porteranno, o potrebbero portare anche alla trasformazione della produzione, con una nuova abitudine a pagare ciò che si mangia quanto si deve, a garanzia della propria salute. Questo noi (LIPU di Ostia lo stiamo cercando di fare, con tutti i nostri probabili abbagli (forse), nel nostro piccolo (come vedi non ce l'abbiamo solo con i cacciatori [SM=g27960] ).
So di aver saltato più di un passggio logico nel mio discorso, per i motivi esposti in apertura. Se vuoi ne parliamo in un post parallelo.
Ciao,

Luca
Gianni
00mercoledì 26 maggio 2004 08:55
X Luca
Sono d'accordo con te il mercato è pilotato dai grandi gruppi, che a sua volta pilotano i media che sua volta pilotano la massa (noi), facci caso c'è un settore in crisi, subito arriva in tv o giornali, qualcuno (pubblicità, medici, conduttori tv) che esalta i prodotti di quel settore in crisi dicendo magari che fanno bene a qualcosa.In questo modo si pilotano le masse di acquisto, questo si fà anche per i prodotti biologici, purtroppo.
Penso che i prodotti biologici siano garantiti solo se fatti da noi stessi, credo siano pochi quelli veri e in giro ci sono molti millantatori.
Questo argomento merita una discussione a parte, per me va bene aprirla.
Ciao
Alex
00sabato 29 maggio 2004 12:40
Solo 2 note:
1) la differenza di costo tra prodotti ortofrutticoli biologici e non c'è ed è evidente (oltre che giustificata);
2) i mass media sono sempre pronti a dare grandissimo risalto ad eventuali truffe e/o manipolazioni legate al biologico, anche quando, dal punto di vista statistico, sono sostanzialmente irrilevanti, considerato l'altissimo numero di aziende bio controllate e trovate in regola...
Marcello
00sabato 25 dicembre 2004 14:44
Re: X Rebecca

Scritto da: Gianni 24/05/2004 10.50
Cara Rebecca lascia stare il vegetarismo, è solo un movimento di persone che quando se la vedono brutta, torna di corsa sui propri passi.



Mi sembra quasi offensivo quello che scrivi. Sicuramente riduttivo e non indicativo della realtà.

Io sono vegetariano da dieci anni, e non sono mai tornato sui miei passi. Frequento molti vegetariani e vegetariane di tutte le età, ma non mi sembra di aver trovato le persone che dici tu (beninteso... tornare indietro o andare avanti in qualsiasi situazione vuol dire comunque ragionare sulle cose).

Da più di un anno sono vegan. Quindi, più che tornare indietro, vado avanti. E con me altre persone che conosco.

Mi dispiace di aver letto un'affermazione come la tua.

Se avete delle domande specifiche, io sono a disposizione, per quello che posso contribuire.

Trovo molto bello che nella Lipu (sono iscritto anch'io) ci siano sempre più persone che si rendono conto che si può vivere bene anche senza uccidere animali.

Ciao

Marcello
Alex
00martedì 28 dicembre 2004 09:46
Marcello è un piacere ricevere la tua testimonianza! E soprattutto avere tra di noi un altro amico che ha compiuti passi così importanti. Abbiamo idea di creare un circolo tematico vegetariano all'interno della LIPU di Ostia. Se la cosa ti interessa possiamo sentirci.
Salutoni!
Alex
(chm.ostia@lipu.it)
Marcello
00sabato 1 gennaio 2005 15:16
Re:

Scritto da: Alex 28/12/2004 9.46
Marcello è un piacere ricevere la tua testimonianza! E soprattutto avere tra di noi un altro amico che ha compiuti passi così importanti. Abbiamo idea di creare un circolo tematico vegetariano all'interno della LIPU di Ostia. Se la cosa ti interessa possiamo sentirci.
Salutoni!
Alex
(chm.ostia@lipu.it)



Sì, penso sia interessante. Ti ho inviato una mail.

Ciao

M.
Alex
00mercoledì 19 gennaio 2005 11:37
Rimanendo in tema... segnalo a tutti una serata molto interessante!

Sabato 29 gennaio 2005, alle ore 20, torna l'atteso appuntamento con la cena biologica vegetariana del CHM, riservata ai soci LIPU.

Eccovi il prelibato menù:
- crudità con salse varie;
- cus cus con verdure selvatiche;
- torte ripiene alle verdure;
- torta di ricotta e mandorle con liquori di frutti selvatici;
- vino bianco e rosso;
- acqua.

Per informazioni e prenotazioni contattare il CHM LIPU OSTIA Tel/fax: 06/56188264 (h. 9-13, no Domenica) e-mail: chm.ostia@lipu.it
Ivana3msc
00martedì 3 maggio 2005 11:26
Re:

Scritto da: Alex 19/01/2005 11.37
Rimanendo in tema... segnalo a tutti una serata molto interessante!

Sabato 29 gennaio 2005, alle ore 20, torna l'atteso appuntamento con la cena biologica vegetariana del CHM, riservata ai soci LIPU.

Eccovi il prelibato menù:
- crudità con salse varie;
- cus cus con verdure selvatiche;
- torte ripiene alle verdure;
- torta di ricotta e mandorle con liquori di frutti selvatici;
- vino bianco e rosso;
- acqua.



e se rifacessimo la cena biologica vegetariana?

besotes

Per informazioni e prenotazioni contattare il CHM LIPU OSTIA Tel/fax: 06/56188264 (h. 9-13, no Domenica) e-mail: chm.ostia@lipu.it

Betty
00martedì 5 luglio 2005 10:54
Desiderare .... è peccato?
Salve a tutti,
sono nuova del sito e sto cercando disperatamente qualcuno che mi aiuti a dare delle risposte!
Da nove anni sono vegetariana convinta!
La mia scelta di vita non ha nulla a che fare con principi salutistici o ambientalistiche! Credo soprattutto sia un fatto personale; amo così tanto gli animali, che non voglio nutrirmi di loro, e soffro anche nel vedrli sfruttare (anche se non sono mai riuscita a fare a meno di uova e latticini)
Ho letto sul sito le esperianze di Rebecca e Marcello, entrambi vegetariani, e mi sono specchiata molto in loro!
Però da un paio di giorni, c'è qualcosa in me che non va!!!!
Da giorni sento il desiderio di mangiarmi un bel panino con lo speck, oppure una bella frittura di pesce.......
Non mi era mai capitato una cosa del genere, nonostante da 4 anni convivo con un non vegetariano e sono costreeta a cucinargli carne tutti i giorni!
Cosa mi succede?
I miei amici dicono che se ho certe esigenze, è perchè è il corpo che me lo chiede!
Ma io credo che loro mi vogliono autoconvincermi a tornare sulla "retta via"!
Io mi sento tremendamente in colpa, come se stessi peccando, e tutti i giorni vado in chiesa a pregare , sperando arrivi dall'altro un segnale che mi faccia capire come mi debba comportare!
Secondo voi, cosa devo fare?
E se dovessi assecondare brevemente questi miei desideri, posso ancora considerarmi vegetariana?
O ho tradito la mia fede?
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