ALEJANDRO TORREGUITART RUIZ - CUBA PARTICULAR

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cubaa360gradi
00giovedì 29 agosto 2013 01:41



Alejandro Torreguitart Ruiz (L’Avana, 1979) è un giovane autore cubano che ha pubblicato tre libri in Italia. In patria scrive poesie e racconti fantastici per la rivista El Barrio, è poeta repentista, cantante rock per il gruppo Esperanza. Ha esordito in Italia con Machi di carta – confessioni di un omosessuale (Stampa Alternativa, 2003) che ha avuto un buon successo di critica e di pubblico. A gennaio 2004 ha pubblicato il romanzo breve La Marina del mio passato (Edizioni Nonsoloparole – Napoli) e a maggio 2005 il romanzo di ampio respiro Vita da jinetera (Edizioni Il Foglio – Piombino) sul mondo della prostituzione. Alcuni dei racconti contenuti nell’inedito Bozzetti avaneri sono stati pubblicati su rivista e in alcuni siti internet (si veda www.tellusfolio.it). Adesso esce questo Cuba particolar – Sesso all’Avana, che nella versione spagnola è intitolato La casa di Isa - notti di sesso all’Avana, storia di vita quotidiana nella Cuba del periodo speciale tra jineterismo e arte di arrangiarsi. Il romanzo è scritto in terza persona con uno stile piano e colloquiale, poco letterario e vicino alla lingua parlata, ma l’autore realizza efficaci momenti poetici quando pizzica le corde del rimpianto e del tradimento rivoluzionario. I fatti si svolgono nel 2003, periodo in cui viene scritto il romanzo, ma i problemi sono attuali, pure se invece dei dollari adesso i cubani maneggiano pesos convertibles.

Il romanzo si dipana tra avventure di sesso e disperazione, miseria e nobiltà, sogni e speranze tradite che vedono come scenario la casa particular gestita da Isa. Storie di vecchi cacciatori di sesso venuti dalla vecchia Europa che se la fanno con ragazzine in cerca di una via di fuga. Incontri che durano lo spazio di una notte o di una breve vacanza, menzogne che illudono e passioni che svaniscono in fretta. In una Cuba dove il sogno rivoluzionario è caduto a pezzi e il primo prosseneta è Fidel Castro, la casa di Isa è il regno delle illusioni erotiche, del sesso per turisti, delle avventure impossibili. Nonostante tutto, a volte, fa capolino anche l’amore.

Alejandro Torreguitart cerca di far conoscere il vero volto della sua terra e anche se molti non vorrebbero sentirselo raccontare non è possibile fuggire dalla realtà. La traduzione del romanzo, come dei precedenti lavori editi in Italia, è opera mia. Leggiamone alcune parti per comprendere stile e situazioni narrative.

Fine estate all’Avana tra gente che va e gente che viene. Non ci sono famiglie, non ci sono turisti da spiaggia. Ottobre è il mese dei cicloni e dei cacciatori di sesso. Tempeste di vento e avventure, soltanto questo è l’autunno all’Avana, il mese peggiore dell’anno. Cadono fronde di palme sotto i colpi del vento, va via la corrente per ore, si abbattono pali di luce e telefono, la gente corre per strade allagate da sconquassi di pioggia. Il paesaggio d’autunno all’Avana, come in un giallo del Conde di Padura Fuentes, è il paesaggio d’un porto cadente e del mare che tracima la vecchia balaustra del Malecón. E noi qui fermi ad attendere il peggio, giorno dopo giorno. Aspettiamo la burrasca che porti via il tetto d’una casa in Centro Avana, che faccia cadere una vecchia ceiba o una statua decrepita. Volano le bandiere nazionali davanti alle scuole e i busti di José Martí. Volano mentre Isa le osserva che si strappano sotto i colpi del vento. Anabel va a scuola, come ogni giorno, l’accompagna Paco e poi se ne torna lesto a casa. Per uscire si esce poco. Non è stagione. Si sta tappati in casa ad attendere la fine della tormenta. Ottobre è il mese dei cicloni e dei ricordi, ci si chiude in casa e si racconta il passato, storie di vecchie storie senza tempo. A casa di Isa, in ottobre, c’è soltanto Mario che viene. Solo lui non ha paura dei cicloni e sfida pure le tempeste di vento. Quel che ha da fare non ha niente a che vedere con il mare, né con la scoperta dei luoghi della rivoluzione. Il padre chiude gli alberghi a fine settembre e Mario parte subito per Cuba a caccia di donne e avventure, che poi per lui sono la stessa cosa. Isa e Paco lo sanno e tengono libera la sua camera per l’intero mese.

La fine di ottobre e gli ultimi colpi di vento, le palme che si lasciano flettere dalla forza della natura sconvolta, i rami delle ceibas divelti, le banchine del vecchio porto in disarmo ancora più tristi. E Nueva Vedado avvolta nei rumori d’una giornata di pioggia, le strade allagate dalla bufera, la solita tempesta tropicale che sorprende e lascia esterrefatti in attesa di un nuovo squarcio di sole. Fa pure freddo quest’anno all’Avana e la notte ci vogliono persino pigiama e coperta. Mario torna a casa portandosi via i soliti ricordi di tristi avventure pagate in dollari, torna alla solita vita fatta di menzogne e solitudini. Mario fa lo scrittore, in Italia. Mario vive alle spalle del padre, soprattutto. Forse rivedrà Manuela. Forse no. Isa spera soltanto di non vederlo più, pure se i suoi soldi le servono, inutile negare. Isa spera che qualcosa cambi, prima o poi, pure se lo sa che le sue speranze sono illusioni e che l’unico cambiamento possibile è la fuga. Lei però non scapperebbe mai, è troppo vecchia e troppo legata alla sua terra anche soltanto per pensarlo.

Gordiano Lupi


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