ADDIO TOSATTI

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CORECREMISI
00giovedì 1 marzo 2007 01:06
Di sicuro un grande giornalista.
Probabilmente - anche se non a testa china - si era adeguato negli ultimi tempi al sistema. Anche perchè tutti quelli che erano contro il sistema sono scomparsi dal video.
Ma una grande storia personale, rimane tale. E' anche vero che combattere nel suo stato di salute che da anni lo ha portato a fare continui avanti-indietro negli ospedali non è facile.



dall'ansa.


ADDIO TOSATTI, MAESTRO DI TECNICA IN STAMPA E TV

ROMA - "Odio i luoghi comuni, la superficialità e uso le statistiche come controprova alle mie tesi. La soggettività è bella in letteratura. Nel giornalismo ci vuole concretezza, analisi, approfondimento dei fatti".

Giorgio Tosatti, decano del giornalismo sportivo morto a Pavia, declinava così il suo decalogo della professione qualche anno fa. Se Gianni Brera è stato l'artista, l'innovatore, il coniatore di immagini immortali, Giorgio Tosatti è stato, nel giornalismo sportivo degli ultimi 40 anni, complementare a lui nella diversità. Prima come formidabile e indefesso organizzatore redazionale poi sperimentando come commentatore tv le potenzialità diverse ma infinite della diretta televisiva alla Rai. La sua vita conosce subito il dolore che lascia il segno in maniera indelebile.

A meno di 12 anni perde il padre nella tragedia storica dello sport italiano. A Superga si dissolve il Grande Torino, il sogno calcistico di una nazione che esce stravolta dagli anni bui della guerra. E nello schianto perde la vita anche Renato Tosatti, giornalista della Gazzetta del Popolo. E come Sandro Mazzola anche Giorgio Tosatti elaborerà negli anni il lutto traendone una forte energia per superarlo.

Il giornalismo forse l'avrebbe praticato lo stesso ma la spinta delle difficoltà economiche, come ha raccontato spesso negli anni, lo porta subito nella trincea delle redazioni sportive. La sua palestra è il quotidiano sportivo di Torino, la città in cui vive (era nato a Genova il 18 dicembre 1937).

Proprio a Tuttosport col passo da diesel si mette subito in evidenza diventano a soli 27 anni caporedattore. Passa poi da un quotidiano sportivo all'altro: nel Corriere dello Sport diretto da un'altra grande firma, Antonio Ghirelli, Tosatti è il lucido organizzatore, fabbrica quotidianamente il giornale negli anni in cui l'Italia di Valcareggi diventa una potenza calcistica. E al Corriere dello Sport eredita la poltrona prestigiosa di Ghirelli e conduce il quotidiano romano al record di copie vendute (1.696.966) il 12 luglio 1982, il giorno dopo il trionfo azzurro ai mondiali di Spagna. Quando finisce la sua stagione al Corriere dello Sport esplora l'altro strumento della comunicazione, quello televisivo. Non abbandona però la carta stampata e comincia una prestigiosa collaborazione col il Corriere della Sera. Editorialista ma contemporaneamente 'prima punta' della Domenica Sportiva, la trasmissione storica della Rai che con Tosatti vive in simbiosi per anni.

E' un appuntamento fisso per milioni di telecalciofili. Tosatti aiuta le sue tesi con le statistiche, ha discussioni spesso accese con gli interlocutori, ma dirigenti e calciatori lo rispettano e lo ascoltano con interesse. L'unica lite furibonda è quella con Carletto Mazzone il 2 aprile 2006. Poi il tecnico ammette di avere usato un'espressione poco felice chiamando in causa il padre del giornalista. Tosatti nel corso della sua lunga carriera televisiva partecipa a lungo a Pressing e ad altre tramissioni Mediaset e, sulla carta stampata collabora con il Giornale. Scrive diverse libri: nel 1999 'Il Grande Torino' con Ormezzano e Campanella; nel 2005 'Tu chiamale, se vuoi, emozioni' una carrellata di 40 anni di articoli sui protagonisti dello sport; nel 2006 'ritorno al colosseo'.

L'anno scorso viene coinvolto nelle polemiche suscitate dallo scandalo del calcio italiano per alcune intercettazioni in cui conversava con Moggi e Baldas, una vicenda che comunque non ebbe sviluppi. Per la sua competenza era stato nominato, unico tra i giornalisti, direttore tecnico ad honorem dal centro tecnico di Coverciano e dall'Associazione allenatori. E' stato anche a lungo presidente dell'Ussi L'ultima sua apparizione alla Domenica Sportiva è stata nella stagione 2005-2006. Stava già combattendo con un grave problema cardiaco per il quale venne sottoposto a Pavia il 10 ottobre scorso ad un trapianto cardiaco. E proprio a Pavia, dove é morto, era tornato per complicazioni al Policlinico San Matteo. E la notizia è trapelata, per un curioso gioco del destino, all'epilogo di una giornata del campionato di calcio, lo sport che ha amato e che ha segnato nel bene e nel male tutta la sua esistenza.
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